Vorrei scappare

spleen

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Brunetta

Utente di lunga data
Io consiglio il diario della gratitudine, ma è una cosa da fare su lungo periodo per avere giovamento nel tempo
Leggo su fb persone che fanno l’esercizio di scrivere ogni giorno tre cose buone accadute.
Capisco la ratio della prescrizione. Ma a me fa venire voglia di prenderle a sberle, così poi la cosa buona è che smetto.
Intendi qualcosa di simile?
A me fa pensare a una esaltazione dell’egocentrismo, come se ognuno avesse diritto alla felicità.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Un parco, non è proprio la stessa cosa.
Quando cammino al mare mi distende
Il mare rilascia iodio che stimola il metabolismo. Rasserena chi è lievemente depresso, eccita e innervosisce chi è già teso.
Quindi il tuo malessere è di genere malinconico. Con questo caldo funziona un parco? 🤔
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Leggo su fb persone che fanno l’esercizio di scrivere ogni giorno tre cose buone accadute.
Capisco la ratio della prescrizione. Ma a me fa venire voglia di prenderle a sberle, così poi la cosa buona è che smetto.
Intendi qualcosa di simile?
A me fa pensare a una esaltazione dell’egocentrismo, come se ognuno avesse diritto alla felicità.
Ecco oggi 3 cose buone sarebbe complicato scriverle
 

Reginatriste72

Utente di lunga data
Leggo su fb persone che fanno l’esercizio di scrivere ogni giorno tre cose buone accadute.
Capisco la ratio della prescrizione. Ma a me fa venire voglia di prenderle a sberle, così poi la cosa buona è che smetto.
Intendi qualcosa di simile?
A me fa pensare a una esaltazione dell’egocentrismo, come se ognuno avesse diritto alla felicità.
Si qualcosa di simile, io lo faccio un po’ più strutturato. Non è egocentrismo, tutti abbiamo diritto alla felicità o comunque qualcosa di buono ci succede ogni giorno e spesso lo diamo per scontato. Poi è una cosa personale non da condividere sui social. Ma è comunque un esercizio utile perché non si deve scrivere sempre le stesse cose a me era stato consigliato in un percorso di crescita personale e mi è stato di aiuto per ritrovare il mio equilibrio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si qualcosa di simile, io lo faccio un po’ più strutturato. Non è egocentrismo, tutti abbiamo diritto alla felicità o comunque qualcosa di buono ci succede ogni giorno e spesso lo diamo per scontato. Poi è una cosa personale non da condividere sui social. Ma è comunque un esercizio utile perché non si deve scrivere sempre le stesse cose a me era stato consigliato in un percorso di crescita personale e mi è stato di aiuto per ritrovare il mio equilibrio.
Per me lo sforzo per trovare cose buone avvalora che siamo in una valle di dolore.
Ma ...davvero?
Davvero dobbiamo trovare gioia nel fatto che un figlio ha preso un bel voto (è una delle cose che ho letto) e non nel fatto di averlo il figlio? Il figlio è un mezzo per ottenere gratificazioni?
La condivisione sui social può essere un modo per crearsi un impegno o per essere di ispirazione o altro. Io non critico questa esposizione e nemmeno intervengo o faccio polemiche. Mi sembra una strada sbagliata perché con finalità sbagliate e con metodo sbagliato.
 

Gattaro42

Utente di lunga data
Boxe o bicicletta (ma anche insieme per prepararti al triathlon) così ti sfoghi, ti stanchi e dopo la doccia crolli rilassata
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
È proprio questa sensazione di soffocamento che mi opprimente.

Dove mi sta portando alle solite considerazioni, vorrei riuscire a non sentirmi obbligata.
Senti...il mio punto di vista riguardo a queste cose è...andarci dentro. Starci dentro e viversi il disagio.
Allenandosi a sentirlo.

E' roba tua. Sono pensieri che, deduco dal grassetto, si ripresentano periodicamente.
Questo significa che ad ora nei fatti concreti non hai potuto farci niente.
Riguardano situazioni che non puoi o non vuoi modificare. E che ti pesano addosso.

Probabilmente per un po' riesci a deviarti ma i pensieri ricorrenti...sono fatti così. Ricorrono.

Quindi più ti alleni a sentire, meno il sentire fa male.

Più rifiuti il pensiero, più tenti di sfuggirlo, di spostarlo, più il pensiero radica e invade.

I pensieri opprimenti...io ho imparato che una buona strategia è lasciarsi attraversare e lasciar andare.


Il sottolineato è un loop.

Se "vorresti" significa che non è.
Se affermi "non" significa che è.
Il riuscire rischia di divenire un covo di giudizi sulla tua adeguatezza.

Parti da quello che è.
I problemi hanno soluzioni.
I fatti non possono che essere accettati.

Se questo è un problema, valuta le opzioni.
Se è un fatto...allenati.

Il corpo è un ottimo alleato...fare fatica, sudare, fa produrre endorfine.
Le endorfine migliorano l'umore e relativizzano.

Io, quando riuscivo, combattevo.
Mi faceva riatterrare nel mio corpo, nella realtà e uscire dalla testa.

Adesso che non posso più combattere...sparare è una buona cosa, per ora. :p
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Si qualcosa di simile, io lo faccio un po’ più strutturato. Non è egocentrismo, tutti abbiamo diritto alla felicità o comunque qualcosa di buono ci succede ogni giorno e spesso lo diamo per scontato. Poi è una cosa personale non da condividere sui social. Ma è comunque un esercizio utile perché non si deve scrivere sempre le stesse cose a me era stato consigliato in un percorso di crescita personale e mi è stato di aiuto per ritrovare il mio equilibrio.
Ci avevo provato pure io, anni fa...la sensazione che ne avevo ricavato era stata quella di star prendendomi per il culo.
Mi aveva fatto incazzare, ma proprio tanto tanto.

Risaliva una rabbia profonda e cattiva. E insieme il desiderio di fare male, distruggere, far terra bruciata di tutto e tutti.
Con il piacere di sentirmi potente a quelle condizioni.

Avevo bruciato il quaderno. Con estremo piacere.

Le cose buone, non sono alternative a quelle dolorose...esistono entrambe.
Le une profondamente necessarie alle altre.

Senza dolore non c'è piacere, senza piacere non c'è dolore.
Come senza Vita non c'è Morte e senza Morte non c'è Vita.

Ho imparato che il dolore è solo una percezione...ha lo stesso valore del piacere. Non gliene fotteva un cazzo di quanto buona fosse stata la giornata, per dire.
Ho imparato che vale la pena di sentire entrambi.
Non combattere.


Poi ognuno ha i suoi metodi...credo dipenda anche molto dal vissuto da cui si proviene.
I miei vissuti, proprio non riuscivo a bilanciarli con il "rovescio della medaglia".

Urlavano a gran voce la loro esistenza e il bisogno di esser affermati.
Si sono quietati quando ho smesso di ignorarli e rifiutarli.
 
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