Tremendamente preoccupato. Certo, la possiamo prendere a ridere: ridere non fa mai male. Ma possiamo anche prenderla seriamente. Solo come? Immaginiamo, ad esempio, le proteste in caso di accrescimento deliberato delle spese militari... queste ci possono stare solo se sono nascoste. Immaginiamo anche le proteste, le derisioni, in caso l'Italia avviasse una politica di potenza a livello regionale: saremmo i primi a non prenderci sul serio.
E' il risultato di due linee logiche: la prima dell'aver delegato tutti i vantaggi e gli svantaggi all'alleato americano, che ci protegge, si prende la responsabilità, all'occasione anche le critiche ma anche, naturalmente, i vantaggi, cosa che viene ovviamente abilmente celata. La seconda: l'aver traformato la politica in discussione sui principi. Per noi non è neanche pensabile la possibilità di una guerra. Così l'unica reazione sono le discussioni sui profughi (a favore, contro; accogliamoli aiutandoli/rifiutiamoli respingendoli... senza neanche porre il problema di quali conseguenze sociali porti la loro presenza e quindi di come gestire il problema) e quelle sulla democrazia (da esportare/imporre/abbandonare ...). La stessa possibilità di un intervento armato è discussa sul piano morale, giuridico ma non politico (e figuriamoci tecnico.militare).
No: non c'è modo di usicre da questa impasse: speriamo che siano gli altri a farlo per noi. E poiché questa è la realtà allora la risata è forse la soluzione migliore (un po' come a Napoli, con la loro millenaria saggezza, dicono che è inutile fare perché tanto per quanto fai non cambia mai nulla). E per ridere la miglioer è ancora quella che tanto l'Isis a Roma nonci arriva, resta imbottigliata sul Grande Raccordo Anulare.