"che non sono la più giovane e figa aborro"

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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
io ho capito così:
lo specchio della camera è un oggetto inerte e l'immagine che di te riflette viene da te percepita a seconda di ciò che il tuo sguardo è in grado di percepire
lo specchio attivo è vivo, e mentre tu guardi lui, lui guarda te, e vede te, rimandandoti, attraverso il tuo sguardo rivolto a lui, parti di te che tu avevi escluso dalla tua percezione

Esatto!!! Grazie:up:

Solo però che è importante sapere cosa stai escludendo...o al massimo essere sufficientemente aperta ed in ascolto di te da riconoscere parti che non volei/sapevi di avere e che sono invece lì...

gli specchi "repulsivi" per esempio a me piacciono...dentro ci trovo parti che non vorrei, che non mi piacciono, di cui ho paura, ma che dopo averle liberate, guardate e accettate mi arricchiscono perchè mi compongono comunque anche se io distolgo lo sguardo....
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ecco scandagliare è un verbo calzante. Visto che hai citato Lola, me ne parlo' della sua esperienza prima di scriverlo qui e ciò stimolo in me confidenze e confronto su un ' esperienza diversa dalla sua ma che mi aveva scosso. Fu molto spontaneo, eravamo " sorelle" in quel momento, in un certo senso. Un aiuto reciproco.
La lola è uno specchio attivo molto trasparente...è bellissima in questo...:)

e sì...diventa farsi compagnia, tenersi per mano, per pezzi più o meno brevi di strada...ma fa bene al cuore trovare specchi attivi...
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
La lola è uno specchio attivo molto trasparente...è bellissima in questo...:)

e sì...diventa farsi compagnia, tenersi per mano, per pezzi più o meno brevi di strada...ma fa bene al cuore trovare specchi attivi...
:up:
 

Ryoga74

Utente sperduto
l'ego inganna...:)

e ha bisogno di un sacco di nutrimento...che distoglie da sè, non pensi?
Vero. Poi il mio è la concausa di quello che tu mi hai già "letto" è che è sopito dentro [emoji6] se mi metto a giocare coi miei specchi non so quello che ne viene fuori [emoji28] però mi piacciono le sfide e questo è il periodo giusto della mia vita per dialogare con quella parte di me che non faccio vedere nemmeno al sottoscritto...
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Vero. Poi il mio è la concausa di quello che tu mi hai già "letto" è che è sopito dentro [emoji6] se mi metto a giocare coi miei specchi non so quello che ne viene fuori [emoji28] però mi piacciono le sfide e questo è il periodo giusto della mia vita per dialogare con quella parte di me che non faccio vedere nemmeno al sottoscritto...
...che non sia prestazione ma gioco ;)...i bambini lo sanno bene, quando glielo si permette, che imparare è giocare :)

ma sono d'accordo...penso sia un periodo ricco di opportunità, come tutti i periodi che risvegliano il dolore...

Gibran diceva che il dolore scava a fondo nel pozzo della gioia...è una prospettiva che mi è sempre piaciuta molto:eek:
 

Ryoga74

Utente sperduto
...che non sia prestazione ma gioco ;)...i bambini lo sanno bene, quando glielo si permette, che imparare è giocare :)

ma sono d'accordo...penso sia un periodo ricco di opportunità, come tutti i periodi che risvegliano il dolore...

Gibran diceva che il dolore scava a fondo nel pozzo della gioia...è una prospettiva che mi è sempre piaciuta molto:eek:
Sono d'accordo, con una piccola puntualizzazione.
I bambini sono bravi nell'imparare giocando, ma ne sono inconsapevoli.

Bello l'esempio del pozzo, fa pensare [emoji4]
 

Falcor

Escluso
Gibran diceva che il dolore scava a fondo nel pozzo della gioia...è una prospettiva che mi è sempre piaciuta molto:eek:
Profondamente vero. Quando son stato male dopo la scoperta dei tradimenti, non riuscivo più a provare gioia per cose che fino a un secondo prima mi facevano stare bene :)

La storia degli specchi è super interessante. Peccato che non abbia trovato mai nessuno per specchiarmi.
 

Ryoga74

Utente sperduto
Profondamente vero. Quando son stato male dopo la scoperta dei tradimenti, non riuscivo più a provare gioia per cose che fino a un secondo prima mi facevano stare bene :)

La storia degli specchi è super interessante. Peccato che non abbia trovato mai nessuno per specchiarmi.
La prima persona con cui specchiarsi è banalmente se stesso. E non è affatto una cosa così ovvia da riuscire a fare. Siamo talmente tanto abituati a far aderire le nostre figure alle convenzioni sociali che non è facile essere sinceri col nostro io. Quando poi si ottiene questa consapevolezza puoi anche pensare a connettere i tuoi specchi con quelli di un'altra persona. Che non DEVE avere necessariamente esperienze e "facce" a te congenite.
Io ancora non ho iniziato la prima parte, fai te [emoji6]
 

LTD

Utente di lunga data
La prima persona con cui specchiarsi è banalmente se stesso. E non è affatto una cosa così ovvia da riuscire a fare. Siamo talmente tanto abituati a far aderire le nostre figure alle convenzioni sociali che non è facile essere sinceri col nostro io. Quando poi si ottiene questa consapevolezza puoi anche pensare a connettere i tuoi specchi con quelli di un'altra persona. Che non DEVE avere necessariamente esperienze e "facce" a te congenite.
Io ancora non ho iniziato la prima parte, fai te [emoji6]


sono contenta che sei tornato
 

Ryoga74

Utente sperduto

Mary The Philips

Utente di lunga data
Tu qui trovi specchi utili?
Rispondo anche se la domanda non era rivolta a me.


Io qui trovo specchi utili, utilissimi, ma anche specchi dannosi che in certi momenti, tipo questo, mi impediscono di proseguire tranquillamente nel mio percorso. Tipo il 3d su l'altro/a al quale ho permesso di insinuarsi nel mio incedere. Evidentemente ci sono falle e ho bisogno di chiuderle, e questo posto a volte costringe a scavare laddove non si vorrebbe. E io scavo, e non mi copro la faccia, e mi rifletto lo stesso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Rispondo anche se la domanda non era rivolta a me.


Io qui trovo specchi utili, utilissimi, ma anche specchi dannosi che in certi momenti, tipo questo, mi impediscono di proseguire tranquillamente nel mio percorso. Tipo il 3d su l'altro/a al quale ho permesso di insinuarsi nel mio incedere. Evidentemente ci sono falle e ho bisogno di chiuderle, e questo posto a volte costringe a scavare laddove non si vorrebbe. E io scavo, e non mi copro la faccia, e mi rifletto lo stesso.
Io credo che, a volte, si abbia talmente voglia o bisogno di non cambiare, di non affrontare il rischio dello stravolgimento della propria vita, che si decida di perdonare e ci si convinca di amare il traditore e di aver metabolizzato il tradimento prima che questo sia stato fatto.
Non penso che sia una buona cosa, perché le cose rimosse poi "ricicciano" (non so in che dialetto sia, ma rende l'idea) e magari a distanza di anni. E a distanza di tanto tempo poi riesumare il cadavere del tradimento è brutto e il tradito si sente non credibile nel dire che certe cose vanno riviste.
Meglio, insomma, sempre la ceretta e non tralasciare nulla.
 

Mary The Philips

Utente di lunga data
Io credo che, a volte, si abbia talmente voglia o bisogno di non cambiare, di non affrontare il rischio dello stravolgimento della propria vita, che si decida di perdonare e ci si convinca di amare il traditore e di aver metabolizzato il tradimento prima che questo sia stato fatto.
Non penso che sia una buona cosa, perché le cose rimosse poi "ricicciano" (non so in che dialetto sia, ma rende l'idea) e magari a distanza di anni. E a distanza di tanto tempo poi riesumare il cadavere del tradimento è brutto e il tradito si sente non credibile nel dire che certe cose vanno riviste.
Meglio, insomma, sempre la ceretta e non tralasciare nulla.


Ho pensato più volte di abbandonare questo posto, ma ho finito sempre per non farlo. E mi sono chiesta il perchè, che risiede poi esattamente nel concetto che hai bene esposto tu. Per esempio, dopo mesi che l'idea dell'altra era sbiadita, è tornata improvvisamente in auge dopo aver letto la frase di Minerva con la quale ho aperto il 3d. Evidentemente qualcosa di non risolto c'era (e c'è), nonostante il mio fare la brillante con gli altri sull'argomento. So cose che però non riescono ad appartenermi in maniera viscerale, che non ho davvero metabolizzato. E voglio farlo, solo che forse vado troppo di fretta e non mi concedo il tempo necessario.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho pensato più volte di abbandonare questo posto, ma ho finito sempre per non farlo. E mi sono chiesta il perchè, che risiede poi esattamente nel concetto che hai bene esposto tu. Per esempio, dopo mesi che l'idea dell'altra era sbiadita, è tornata improvvisamente in auge dopo aver letto la frase di Minerva con la quale ho aperto il 3d. Evidentemente qualcosa di non risolto c'era (e c'è), nonostante il mio fare la brillante con gli altri sull'argomento. So cose che però non riescono ad appartenermi in maniera viscerale, che non ho davvero metabolizzato. E voglio farlo, solo che forse vado troppo di fretta e non mi concedo il tempo necessario.
Ci si stanca anche di vomitare.
Lo stomaco (e il cervello e l'anima) ha bisogno di un po' di riposo e di una tisana.
 

Scaredheart

Romantica sotto copertura
Ho pensato più volte di abbandonare questo posto, ma ho finito sempre per non farlo. E mi sono chiesta il perchè, che risiede poi esattamente nel concetto che hai bene esposto tu. Per esempio, dopo mesi che l'idea dell'altra era sbiadita, è tornata improvvisamente in auge dopo aver letto la frase di Minerva con la quale ho aperto il 3d. Evidentemente qualcosa di non risolto c'era (e c'è), nonostante il mio fare la brillante con gli altri sull'argomento. So cose che però non riescono ad appartenermi in maniera viscerale, che non ho davvero metabolizzato. E voglio farlo, solo che forse vado troppo di fretta e non mi concedo il tempo necessario.
Abbandonare perché soffri significa scappare, sei sicura che sia giusto scappare da qualcosa di irrisolto? Anche perché ciò che abbiamo dentro, e non affrontiamo, anche dopo anni potrebbe presentarsi prepotentemente. Ora spegneresti un computer, ma domani?

Concediti tutto il tempo, ascoltati, ma soprattutto riconosci i tuoi limiti. Non è obbligatorio perdonare, soprattutto se porta a stare male.
 

Mary The Philips

Utente di lunga data
Abbandonare perché soffri significa scappare, sei sicura che sia giusto scappare da qualcosa di irrisolto? Anche perché ciò che abbiamo dentro, e non affrontiamo, anche dopo anni potrebbe presentarsi prepotentemente. Ora spegneresti un computer, ma domani?

Concediti tutto il tempo, ascoltati, ma soprattutto riconosci i tuoi limiti. Non è obbligatorio perdonare, soprattutto se porta a stare male.

Grazie.

Il riconoscimento dei miei limiti, su tutti i fronti, è la coda dura da scorticare. Ne sto prendendo atto col tempo.


La vita per certi versi mi ha montato la testa rimandandomi l'immagine di una tosta che riesce in cose che altri neanche provano ad affrontare. Per me è stato tutto naturale, nient'altro che impegno fisiologico, ma il ritorno è stato spesso superiore alle forze spese, almeno così l'ho percepito, e alla fine, mi rendo conto ora, ho finito per credere di essere quella che gli altri credono sia. Lo specchio in questo caso è stato più che attivo, addirittura fagocitante. Perciò ora non mi riconosco nè in quello che gli altri mi rimandano nè in ciò che vedo io. Non so dove sono.
 
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