Una storia come tante ...

Skorpio

Utente di lunga data
Consentimi di pensare che lo stupro sia assolutamente peggio del fare normalmente a botte tra individui di pari forza fisica.
Il fare a botte credo sia capitato a tutti, senza eccessivi traumi, nella vita.
si.. però.. riflettendo... e volendo trovare delle assonanze.. mi viene in mente questa

con lo stupro regoli con la forza un bisogno che non ti è concesso di avere con la libera scelta dell'altra... (aggredendo fisicamente la sua possibilità di ribellarsi)

con il prendere a botte il terzo che ha tradito con tua moglie regoli con la forza ciò che non ti è concesso avere per la libera scelta di tua moglie (esserti fedele fisicamente) e cioè aggredendo fisicamente la persona con cui aveva stabilito un legame...

è na strunzade.. ??.. :)
 

danny

Utente di lunga data
si.. però.. riflettendo... e volendo trovare delle assonanze.. mi viene in mente questa

con lo stupro regoli con la forza un bisogno che non ti è concesso di avere con la libera scelta dell'altra... (aggredendo fisicamente la sua possibilità di ribellarsi)

con il prendere a botte il terzo che ha tradito con tua moglie regoli con la forza ciò che non ti è concesso avere per la libera scelta di tua moglie (esserti fedele fisicamente) e cioè aggredendo fisicamente la persona con cui aveva stabilito un legame...

è na strunzade.. ??.. :)
Se ho desiderio di una donna prendermela con la forza non è regolare un bisogno.
E' comportarsi ed essere un delinquente, e non vedo alcuna giustificazione psicologica o filosofica alla cosa.
E' una dei crimini più abietti, insieme alla pedofilia e all'omicidio.
Non riesco proprio ad accostare la cosa al picchiare una persona che si ritiene colpevole di un torto nei nostri confronti.
 

sarastro

Utente di lunga data
La violenza fisica è primitiva.
Senza il piuttosto.
Ma subire un tradimento può far male ugualmente, quindi è per alcuni un subire violenza.
Meno primitiva, sicuramente, perché la sua comprensibilità, in quanto priva della parte fisica, è più difficile.
Suggerisco una definizione a mio avviso più calzante. La violenza, come il sesso, sono PRIMARI, più che primitivi. "Primitivo" fa pensare che siano cose superabili e superate, tipo la caccia al mammuth. Non è così. Nè la violenza nè il sesso sono superati e superabili. Come il partitone di Enrico Berlinguer, vengono da lontano e vanno lontano (molto più lontano del PCI). Possono essere integrate e incanalate nella cultura e nella civiltà in molteplici modi, alcuni raccomandabili, altri meno; ma sono qui per restare.
 

danny

Utente di lunga data
Suggerisco una definizione a mio avviso più calzante. La violenza, come il sesso, sono PRIMARI, più che primitivi. "Primitivo" fa pensare che siano cose superabili e superate, tipo la caccia al mammuth. Non è così. Nè la violenza nè il sesso sono superati e superabili. Come il partitone di Enrico Berlinguer, vengono da lontano e vanno lontano (molto più lontano del PCI). Possono essere integrate e incanalate nella cultura e nella civiltà in molteplici modi, alcuni raccomandabili, altri meno; ma sono qui per restare.
Sì, vero.
La manifestazione però può essere "primitiva", forse, in risposta un bisogno primario, ritengo.
Nel caso del mio post sì, l'uso del primitivo non era propriamente corretto.
 

sarastro

Utente di lunga data
si.. però.. riflettendo... e volendo trovare delle assonanze.. mi viene in mente questa

con lo stupro regoli con la forza un bisogno che non ti è concesso di avere con la libera scelta dell'altra... (aggredendo fisicamente la sua possibilità di ribellarsi)

con il prendere a botte il terzo che ha tradito con tua moglie regoli con la forza ciò che non ti è concesso avere per la libera scelta di tua moglie (esserti fedele fisicamente) e cioè aggredendo fisicamente la persona con cui aveva stabilito un legame...

è na strunzade.. ??.. :)
Non si stupra una donna perchè la si desidera. Si stupra una donna (o un uomo) per distruggerla, a volte per distruggere, insieme a lei, chi l'ha cara. A una persona si possono fare cose peggiori di uno stupro, ma bisogna impegnarsi molto.

E' molto frequente e universale lo stupro sistematico delle donne del vinto, dopo una battaglia. Con la soddisfazione dei desideri o dei bisogni sessuali non c'entra niente.
Per esempio, nella IIGM i russi, che erano piuttosto risentiti con i tedeschi perchè gli avevano ammazzato una ventina di milioni di compatrioti, quando entrarono in Germania stuprarono sistematicamente tutte le donne tedesche che gli capitarono a portata di mano, dai dieci anni agli ottanta (gli ufficiali lasciavano fare in omaggio alle direttive superiori e, probabilmente, al loro personale sentimento di odio: l'ordine di servizio del maresciallo Zhukov alle armate in procinto di invadere la Germania iniziava con "Morte ai tedeschi!").
 

Brunetta

Utente di lunga data
il che non toglie che ci passi una differenza enorme, tra le 2 cose.


sì il tradimento è un pò truffa, un pò appropriazione indebita,un pò furto,un pò tante cose.

No truffa e basta. Gli altri reati riguardano cose, non inganno.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La violenza fisica è primitiva.
Senza il piuttosto.
Ma subire un tradimento può far male ugualmente, quindi è per alcuni un subire violenza.
Meno primitiva, sicuramente, perché la sua comprensibilità, in quanto priva della parte fisica, è più difficile.
Lo stai spiegando A ME?
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
si.. però.. riflettendo... e volendo trovare delle assonanze.. mi viene in mente questa

con lo stupro regoli con la forza un bisogno che non ti è concesso di avere con la libera scelta dell'altra... (aggredendo fisicamente la sua possibilità di ribellarsi)

con il prendere a botte il terzo che ha tradito con tua moglie regoli con la forza ciò che non ti è concesso avere per la libera scelta di tua moglie (esserti fedele fisicamente) e cioè aggredendo fisicamente la persona con cui aveva stabilito un legame...

è na strunzade.. ??.. :)
 

Skorpio

Utente di lunga data
Se ho desiderio di una donna prendermela con la forza non è regolare un bisogno.
E' comportarsi ed essere un delinquente, e non vedo alcuna giustificazione psicologica o filosofica alla cosa.
E' una dei crimini più abietti, insieme alla pedofilia e all'omicidio.
Non riesco proprio ad accostare la cosa al picchiare una persona che si ritiene colpevole di un torto nei nostri confronti.
E ho capito... È un delinquente si..
Ma non volevo mettere in discussione questo....
Vabbe... Se devo esser scambiato per quello che applaude agli stupri, meglio cambiare aria da questo 3D
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
mh ma anche no. nel senso. esistono anche stupri non premeditati ma che avvengono come degenerazione di lite o impulso malato. e botte o percosse ai danni di qualcuno, anche la donna da parte del suo compagno, premeditate eccome.
nello stupro puoi eliminare la premeditazione (però attenzione, non è che la premeditazione necessiti sempre di tempi lunghi) ma mai puoi eliminare la volontarietà.

botte e percosse sono giuridicamente la stessa cosa :) ma forse tu pensavi alle lesioni.
 

banshee

The Queen
nello stupro puoi eliminare la premeditazione (però attenzione, non è che la premeditazione necessiti sempre di tempi lunghi) ma mai puoi eliminare la volontarietà.

botte e percosse sono giuridicamente la stessa cosa :) ma forse tu pensavi alle lesioni.
ho capito solo dopo che stavate parlando di scazzottate e non di violenza domestica, sorry.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Grazie. Le arti femminili sono l'empatia, la seduzione, la prossimità alla sfera emotiva, e così via. Se usate per la tua gioia, paradiso, se usate per la tua distruzione, inferno.
Poi, come dicevo più sopra, ho visto con i miei occhi donne che collaboravano entusiaste a mettere in croce (letteralmente) persone a loro sgradite (Libano 1982, guerra civile). In Somalia non ho visto, ma so di altre che castravano i prigionieri con il coperchio tagliente delle lattine. Quindi no, non penso che andiate esenti dalla violenza o dalla crudeltà fisica.
Parlando in generale, per evidenti motivi (a parità di altre condizioni, un uomo è sempre molto più forte di una donna, che in uno scontro fisico soccombe) voi esprimete in altro modo la violenza e la crudeltà che fanno parte del comune retaggio.
Ci sono questioni culturali non indifferenti nella questione che sollevi.

Le donne non sono educate a combattere. E quando lo imparano, se lo imparano, passano attraverso la modalità maschile del combattere. Che punta alla potenza.

una donna che combatte e vuole combattere deve necessariamente trovare altre formule e altri accordi con il suo corpo e con il suo essere.

E deve imparare a combattere da donna e non da uomo.

Che sono d'accordo con te, se come donna mi metto a voler competere con un uomo come se fossi un uomo, non mi ci metto neanche. E' ovvio che se mi confronto puramente in termini di potenza...meglio bermi un caffè, fare un sorrisino e sbattere le ciglia....

In termini di combattimento sono altre le caratteristiche che può utilizzare una donna. La flessibilità. il baricentro dell'altro. La forza dell'altro. E questo richiede di padroneggiare il proprio corpo e la tecnica.

Questo ovviamente richiede un certo tipo di preparazione anche mentale, che è molto diversa da quella maschile. E una freddezza non indifferente. Oltre che la consapevolezza della propria soglia del dolore.

E io sono piuttosto convinta che la soglia del dolore femminile sia fra l'altro strutturata in modo diverso da quella maschile. Che sia una forma della potenza femminile. Di cui purtroppo le donne sono spesso poco consapevoli.

Dal punto di vista femminile prendersi un pugno in faccia fa strano, per dire. Non appartiene a nessun tipo di immaginario saperle prendere in modo da poter sfruttare l'altro. Come fare rissa e imparare in strada...che non fa bella signorina.

L'aggressività al femminile poi è ancor meno curata ed educata di quella maschile.

E quando esplode...esplode e viene da origini antiche. In particolare verso i maschi. Ma anche fra donne.

Quindi i tuoi resoconti di guerra non mi stupiscono per niente.

Credo che nella parità a tutti i costi si sia dimenticata la diversità fra generi. Anche in termini di abilità del combattimento.

Personalmente sostengo fortemente il fatto che le femmine si riapproprino della loro capacità di combattere, che siano educate fin da bambine. E non solo emotivamente.

Sempre personalmente, mi ha rotto la manfrina della donna empatica.

L'empatia non appartiene al genere e non ne discende. Idem la seduttività.

Che poi nei secoli le femmine abbiano imparato che se vuoi fottere un maschio è per il cazzo che è bene passare...ci sta anche. Lo facevano anche le antiche ninja. Ma sapevano anche il resto. E il cazzo era uno strumento.

Come lo è la figa negli stupri di guerra.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
[MENTION=5159]ipazia[/MENTION]

stavo aspettando il tuo post. e avrei scommesso dei soldi sul fatto che lo avresti scritto così
 

Alessandra

πιθηκάκι
Grande [MENTION=5159]ipazia[/MENTION].
Sempre bello leggere. ...quanti spunti e riflessioni dai tuoi post.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Ci sono questioni culturali non indifferenti nella questione che sollevi.

Le donne non sono educate a combattere. E quando lo imparano, se lo imparano, passano attraverso la modalità maschile del combattere. Che punta alla potenza.

una donna che combatte e vuole combattere deve necessariamente trovare altre formule e altri accordi con il suo corpo e con il suo essere.

E deve imparare a combattere da donna e non da uomo.

Che sono d'accordo con te, se come donna mi metto a voler competere con un uomo come se fossi un uomo, non mi ci metto neanche. E' ovvio che se mi confronto puramente in termini di potenza...meglio bermi un caffè, fare un sorrisino e sbattere le ciglia....

In termini di combattimento sono altre le caratteristiche che può utilizzare una donna. La flessibilità. il baricentro dell'altro. La forza dell'altro. E questo richiede di padroneggiare il proprio corpo e la tecnica.

Questo ovviamente richiede un certo tipo di preparazione anche mentale, che è molto diversa da quella maschile. E una freddezza non indifferente. Oltre che la consapevolezza della propria soglia del dolore.

E io sono piuttosto convinta che la soglia del dolore femminile sia fra l'altro strutturata in modo diverso da quella maschile. Che sia una forma della potenza femminile. Di cui purtroppo le donne sono spesso poco consapevoli.

Dal punto di vista femminile prendersi un pugno in faccia fa strano, per dire. Non appartiene a nessun tipo di immaginario saperle prendere in modo da poter sfruttare l'altro. Come fare rissa e imparare in strada...che non fa bella signorina.

L'aggressività al femminile poi è ancor meno curata ed educata di quella maschile.

E quando esplode...esplode e viene da origini antiche. In particolare verso i maschi. Ma anche fra donne.

Quindi i tuoi resoconti di guerra non mi stupiscono per niente.

Credo che nella parità a tutti i costi si sia dimenticata la diversità fra generi. Anche in termini di abilità del combattimento.

Personalmente sostengo fortemente il fatto che le femmine si riapproprino della loro capacità di combattere, che siano educate fin da bambine. E non solo emotivamente.

Sempre personalmente, mi ha rotto la manfrina della donna empatica.

L'empatia non appartiene al genere e non ne discende. Idem la seduttività.

Che poi nei secoli le femmine abbiano imparato che se vuoi fottere un maschio è per il cazzo che è bene passare...ci sta anche. Lo facevano anche le antiche ninja. Ma sapevano anche il resto. E il cazzo era uno strumento.

Come lo è la figa negli stupri di guerra.
:up:
 

sarastro

Utente di lunga data
Ci sono questioni culturali non indifferenti nella questione che sollevi.

Le donne non sono educate a combattere. E quando lo imparano, se lo imparano, passano attraverso la modalità maschile del combattere. Che punta alla potenza.

una donna che combatte e vuole combattere deve necessariamente trovare altre formule e altri accordi con il suo corpo e con il suo essere.

E deve imparare a combattere da donna e non da uomo.

Che sono d'accordo con te, se come donna mi metto a voler competere con un uomo come se fossi un uomo, non mi ci metto neanche. E' ovvio che se mi confronto puramente in termini di potenza...meglio bermi un caffè, fare un sorrisino e sbattere le ciglia....

In termini di combattimento sono altre le caratteristiche che può utilizzare una donna. La flessibilità. il baricentro dell'altro. La forza dell'altro. E questo richiede di padroneggiare il proprio corpo e la tecnica.

Questo ovviamente richiede un certo tipo di preparazione anche mentale, che è molto diversa da quella maschile. E una freddezza non indifferente. Oltre che la consapevolezza della propria soglia del dolore.

E io sono piuttosto convinta che la soglia del dolore femminile sia fra l'altro strutturata in modo diverso da quella maschile. Che sia una forma della potenza femminile. Di cui purtroppo le donne sono spesso poco consapevoli.

Dal punto di vista femminile prendersi un pugno in faccia fa strano, per dire. Non appartiene a nessun tipo di immaginario saperle prendere in modo da poter sfruttare l'altro. Come fare rissa e imparare in strada...che non fa bella signorina.

L'aggressività al femminile poi è ancor meno curata ed educata di quella maschile.

E quando esplode...esplode e viene da origini antiche. In particolare verso i maschi. Ma anche fra donne.

Quindi i tuoi resoconti di guerra non mi stupiscono per niente.

Credo che nella parità a tutti i costi si sia dimenticata la diversità fra generi. Anche in termini di abilità del combattimento.

Personalmente sostengo fortemente il fatto che le femmine si riapproprino della loro capacità di combattere, che siano educate fin da bambine. E non solo emotivamente.

Sempre personalmente, mi ha rotto la manfrina della donna empatica.

L'empatia non appartiene al genere e non ne discende. Idem la seduttività.

Che poi nei secoli le femmine abbiano imparato che se vuoi fottere un maschio è per il cazzo che è bene passare...ci sta anche. Lo facevano anche le antiche ninja. Ma sapevano anche il resto. E il cazzo era uno strumento.

Come lo è la figa negli stupri di guerra.

Interessanti osservazioni, grazie. Ti replico con quel che so per esperienza.

In uno scontro a mani nude in cui si fa sul serio (si vuole/deve mettere l'avversario in condizioni di non nuocere e/o ucciderlo) la cosa che conta in assoluto di più è la familiarità con l'uso della violenza, e la decisione e la brutalità che ne conseguono.
Forza, peso, potenza, (tutte cose che avvantaggiano il maschio sulla femmina) contano molto, ma da soli non sono decisivi. Un uomo fisicamente in ottima forma che non ha familiarità con la violenza, contro una donna in discreta forma che ha familiarità con la violenza ed è veramente decisa e brutale, molto probabilmente perde.

Come si acquisisce la familiarità con la violenza?

Ci sono due modi. Primo: nasci e cresci in un ambiente violento, e impari a subire e a esercitare la violenza come impari a camminare, cucinare, etc.
Gli ambienti violenti, però, di solito escludono le donne dall'esercizio ufficiale della violenza, perchè lì la donna è una delle principali poste della violenza (una preda). Però, anche solo per osmosi, in quegli ambienti anche le donne acquistano familiarità con la violenza, e quando si manifesta non restano paralizzate, ma reagiscono, reagiscono eccome (pensa alle zingare, alle albanesi, etc.: non sono clienti comode, in un litigio).

Secondo modo: addestramento in un'arte marziale. L'arte marziale, però, per preparare sul serio alla violenza vera, dove l'arbitro che ferma l'incontro non c'è, va appresa nel modo più realistico possibile. Realistico vuol dire che devi imparare a prendere pugni e calci veri, non finti: sennò, quando nella vita reale ti prendi un cazzotto in faccia resti traumatizzato, esiti, ti scomponi e ti asfaltano.

Per questo sono più consigliabili la boxe o la lotta greco-romana o le MMA delle arti marziali orientali come il karate, il ju-jitsu, l'aikido, etc., che sono eccezionali ma a) esigono un lunghissimo addestramento per rendere automatiche teniche tutt'altro che naturali b) comprendono tecniche molto pericolose che non si possono far provare a tutti in modo realistico, sennò ci scappa il morto: quindi succede che uno diventa cintura nera di karate e non ha mai preso vere botte, e alla prima rissa per la strada un teppista qualsiasi lo stende (visto con i miei occhi).

Sono molto efficaci le tecniche di combattimento senz'armi messe a punto dalle varie FFAA. Il Sistema di Combattimento Militare italiano, il Systema russo, il Krav-Maga israeliano, etc. Sono tutti un mix di prese, colpi, leve, accomunati dallo scopo ultimo: fare fuori nel più breve tempo possibile l'avversario, senza ricamini sul fair play o preoccupazioni che nessuno si faccia veramente male (l'idea è che l'avversario deve farsi molto male molto in fretta).

Impararli sul serio non è uno scherzo, ci vuole tempo, fatica, e ci si fa male di sicuro.

A parità di altre condizioni (forma fisica, addestramento, decisione e brutalità) tra uomo e donna non c'è partita, per la semplice ragione che rientrano in gioco e ritornano decisive le caratteristiche fisiche dei due sessi: forza, peso, potenza. Il colpo di una donna di sessanta chili non equivale mai al colpo di un uomo di ottanta; per non parlare delle prese, dove il puro e semplice peso fornisce un vantaggio enorme, e delle leve, dove (a volte) con la pura e semplice forza un uomo può annullare la leva più efficace sollevando da terra la donna.

Il vantaggio prezioso che ha la donna addestrata, decisa e brutale in uno scontro fisico con un uomo è duplice. Uno, la sorpresa (l'uomo non si aspetta che la donna sia in grado di minacciarlo). Due, sono fortemente radicati nel maschio l'istinto a proteggere la donna e l'inibizione a colpirla.

Morale: se una donna vuole stendere gli uomini si addestri seriamente, impari a essere decisa e brutale, e sferri un attacco preventivo violentissimo e improvviso mirando subito ai punti vitali meno difficili da colpire: laringe (a mano aperta, colpi ripetuti), tempie (col pugno o, meglio, il gomito), genitali (afferrare con la mano e torcere, non colpire con il ginocchio o il piede, troppo facile la parata istintiva), setto nasale (con il palmo della mano dal basso in alto con la massima potenza, per farlo rientrare nel cranio e fulminare il cervello), occhi (sgusciare con le dita), plesso solare (a mano tesa o con le nocche ripiegate). S

e l'attacco riesce, l'avversario sarà certamente incapacitato, anche se non muore. Se fallisce, be', sono grossi problemi, auguri.
 
Ultima modifica:

Jim Cain

Utente di lunga data
Interessanti osservazioni, grazie. Ti replico con quel che so per esperienza.

In uno scontro a mani nude in cui si fa sul serio (si vuole/deve mettere l'avversario in condizioni di non nuocere e/o ucciderlo) la cosa che conta in assoluto di più è la familiarità con l'uso della violenza, e la decisione e la brutalità che ne conseguono.
Forza, peso, potenza, (tutte cose che avvantaggiano il maschio sulla femmina) contano molto, ma da soli non sono decisivi. Un uomo fisicamente in ottima forma che non ha familiarità con la violenza, contro una donna in discreta forma che ha familiarità con la violenza ed è veramente decisa e brutale, molto probabilmente perde.

Come si acquisisce la familiarità con la violenza?

Ci sono due modi. Primo: nasci e cresci in un ambiente violento, e impari a subire e a esercitare la violenza come impari a camminare, cucinare, etc.
Gli ambienti violenti, però, di solito escludono le donne dall'esercizio ufficiale della violenza, perchè lì la donna è una delle principali poste della violenza (una preda). Però, anche solo per osmosi, in quegli ambienti anche le donne acquistano familiarità con la violenza, e quando si manifesta non restano paralizzate, ma reagiscono, reagiscono eccome (pensa alle zingare, alle albanesi, etc.: non sono clienti comode, in un litigio).

Secondo modo: addestramento in un'arte marziale. L'arte marziale, però, per preparare sul serio alla violenza vera, dove l'arbitro che ferma l'incontro non c'è, va appresa nel modo più realistico possibile. Realistico vuol dire che devi imparare a prendere pugni e calci veri, non finti: sennò, quando nella vita reale ti prendi un cazzotto in faccia resti traumatizzato, esiti, ti scomponi e ti asfaltano.

Per questo sono più consigliabili la boxe o la lotta greco-romana o le MMA delle arti marziali orientali come il karate, il ju-jitsu, l'aikido, etc., che sono eccezionali ma a) esigono un lunghissimo addestramento per rendere automatiche teniche tutt'altro che naturali b) comprendono tecniche molto pericolose che non si possono far provare a tutti in modo realistico, sennò ci scappa il morto: quindi succede che uno diventa cintura nera di karate e non ha mai preso vere botte, e alla prima rissa per la strada un teppista qualsiasi lo stende (visto con i miei occhi).

Sono molto efficaci le tecniche di combattimento senz'armi messe a punto dalle varie FFAA. Il Sistema di Combattimento Militare italiano, il Systema russo, il Krav-Maga israeliano, etc. Sono tutti un mix di prese, colpi, leve, accomunati dallo scopo ultimo: fare fuori nel più breve tempo possibile l'avversario, senza ricamini sul fair play o preoccupazioni che nessuno si faccia veramente male (l'idea è che l'avversario deve farsi molto male molto in fretta).

Impararli sul serio non è uno scherzo, ci vuole tempo, fatica, e ci si fa male di sicuro.

A parità di altre condizioni (forma fisica, addestramento, decisione e brutalità) tra uomo e donna non c'è partita, per la semplice ragione che rientrano in gioco e ritornano decisive le caratteristiche fisiche dei due sessi: forza, peso, potenza. Il colpo di una donna di sessanta chili non equivale mai al colpo di un uomo di ottanta; per non parlare delle prese, dove il puro e semplice peso fornisce un vantaggio enorme, e delle leve, dove (a volte) con la pura e semplice forza un uomo può annullare la leva più efficace sollevando da terra la donna.

Il vantaggio prezioso che ha la donna addestrata, decisa e brutale in uno scontro fisico con un uomo è duplice. Uno, la sorpresa (l'uomo non si aspetta che la donna sia in grado di minacciarlo). Due, sono fortemente radicati nel maschio l'istinto a proteggere la donna e l'inibizione a colpirla.

Morale: se una donna vuole stendere gli uomini si addestri seriamente, impari a essere decisa e brutale, e sferri un attacco preventivo violentissimo e improvviso mirando subito ai punti vitali meno difficili da colpire: laringe (a mano aperta, colpi ripetuti), tempie (col pugno o, meglio, il gomito), genitali (afferrare con la mano e torcere, non colpire con il ginocchio o il piede, troppo facile la parata istintiva), setto nasale (con il palmo della mano dall'alto in basso con la massima potenza, per farlo rientrare nel cranio e fulminare il cervello), occhi (sgusciare con le dita), plesso solare (a mano tesa o con le nocche ripiegate). S

e l'attacco riesce, l'avversario sarà certamente incapacitato, anche se non muore. Se fallisce, be', sono grossi problemi, auguri.
A volte può bastare un calcio nelle palle ben assestato...:D
 
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