Adrenalina

Nobody

Utente di lunga data
Per esperienza e memore di alcuni fatti di cui sono stato testimone, no.
Assolutamente no.
Come ogni cosa della vita, l'allenamento la fai allenandoti tutti i giorni ed è l'unico modo per migliorare le proprie capacità.
Segovia era un chitarrista autodidatta ma suonava per ore tutti i giorni.
Oltre a essere un talento naturale, ovviamente.
Puoi essere nato e cresciuto al mare e andare tutti i giorni in spiaggia, ma un nuotatore agonistico che si allena per ore tutti i giorni ti straccia, perché contrappone tecnica, resistenza, studio, allenamento.
Uno cresciuto in strada è spesso uno che le ha date come fa qualsiasi stronzo: ai più deboli.
E le ha prese dai più forti.
Il problema nasce quando quello "cresciuto in strada", ovvero un violento, si iscrive a arti marziali o a pugilato:D.
Ma, seriamente, oggi che ti puoi comprare una pistola (al mercato nero) o disporre di coltelli sicuramente più offensivi di qualsiasi mano nuda, un po' tutto il discorso che si sta facendo da pagine fa ridere.
Dai coltelli ma soprattutto dalle pistole non hai scampo.
E se uno è un violento gli basta un crick in mano e avrà la meglio su di te se tu sei a mani nude.
E se uno è violento non verrà mai da te disarmato.
Il combattimento (la difesa) a armi pari è mera illusione.
Dipende, la cattiveria e l'abitudine alla violenza sono un mix pericoloso. Io ricordo esperienze diverse dalla tua... ma tant'è, sempre meglio evitare certe situazioni, quand'è possibile.
 

Ross

Utente Yuppie
Dipende, la cattiveria e l'abitudine alla violenza sono un mix pericoloso. Io ricordo esperienze diverse dalla tua... ma tant'è, sempre meglio evitare certe situazioni, quand'è possibile.
Al campione di arti marziali di turno solitamente manca la ferocia bestiale dell'uomo di strada.

Ricordo un paio di risse ad opera di gente abituata alla delinquenza di strada...roba fatta ad arte per mandarti al creatore, non per prevalere su un avversario o renderlo inoffensivo.

Indubbio sia sempre opportuno essere altrove, quando volano le sberle.
 

danny

Utente di lunga data
Al campione di arti marziali di turno solitamente manca la ferocia bestiale dell'uomo di strada.

Ricordo un paio di risse ad opera di gente abituata alla delinquenza di strada...roba fatta ad arte per mandarti al creatore, non per prevalere su un avversario o renderlo inoffensivo.

Indubbio sia sempre opportuno essere altrove, quando volano le sberle.

Dalle mie parti qualche anno fa un tale tagliò la gamba a un altro con un machete o un'ascia (non ricordo) durante una rissa.
Quando ero ragazzino un pensionato fu bloccato da 3 camorristi e pestato in cortile.
Ribadisco che il tipo veramente feroce non tira sberle soltanto e non attacca ad armi pari.
 

Nobody

Utente di lunga data
Al campione di arti marziali di turno solitamente manca la ferocia bestiale dell'uomo di strada.

Ricordo un paio di risse ad opera di gente abituata alla delinquenza di strada...roba fatta ad arte per mandarti al creatore, non per prevalere su un avversario o renderlo inoffensivo.

Indubbio sia sempre opportuno essere altrove, quando volano le sberle.
Esatto!
 

Alessandra

πιθηκάκι
Capisco bene il meccanismo che hai descritto. Da me l'affetto e la rabbia verso se stessa erano sovrapposte.
Mescolate nella depressione.

Quindi affetto era negare l'affetto nella sua espressione di dolcezza. Combatterci contro.

Sto semplificando di molto il meccanismo.
Ma il succo era qui.

E non era tanto il vederlo applicato su un uomo.
E' che è stato applicato su di me. Che quello è il modo dell'affetto che ho succhiato.

Quindi quello ho imparato. E riprodotto.

Finendo a temermi. E proteggere l'altro da me stessa. Passando fra gli estremi della protezione. Fagocitare l'altro e metterlo a distanze siderali.

LA violenza è stata un volano. Ha amplificato il tutto.

Mi sono resa conto che quel grido che tu descrivi, che fa fuggir via dall'altro, fuggendo in realtà da se stesse, è in realtà un richiamo. Che ha la necessità di essere esposto e ascoltato. Non combattuto.

E' la bambina che emerge quando viene sfiorato il nucleo dell'affetto.

Ecco...io ho imparato che la bambina ha bisogno di essere accolta, ascoltata, non temuta. Che poi fa casino se no.
Esposta e guardata.
E poi lasciata lì. Distinta dalla donna ma inclusa nel percorso per esserlo.

Per permettere alla Donna di decidere veramente in modo autonomo di Essere.

Che di quella gabbia, le chiavi non le ha in mano nessuno se non noi stesse.

Io ho imparato a includere la rabbia e dirigerla. E' il mio istinto di protezione e cura.
Sono goffa. Imbranata. Ma ogni pezzetto di corazza che lascio andare, ogni abbraccio con la bambina è un avvicinarmi di un altro passo alla Mia Casa.

E per una senza patria, trovare Casa, e trovarci un abbraccio che è solo un abbraccio...è proprio commovente. :)

Le relazioni...sono, mi sto accorgendo semplicemente percorsi comuni. A volte è semplicemente un corrersi vicini senza vedersi e senza toccarsi ma sentendosi.

Credo che non possano che finire. Quando non è dato saperlo.
Il punto, secondo me, è trovarci dentro dei "fatti che non possono essere sfatti". Per se stessi.

Che sono quei fatti, che spezzano le catene generazionali. E serve spezzarle. Ma prima bisogna vederle, guardarle e sentirle addosso. Poi si può decidere cosa farne.
Ho letto (due giorni fa), ci ho pensato su.
Penso che hai ragione. .quella parte, quella "bambina" non va scacciata ma accolta. E' vero.
Ma come si fa? Come avviene?
Ad esempio. ...mi accorgo di comportarmi in un modo che mi ricorda quello che non voglio essere. ...e poi l'altra persona ha una risposta a questo comportamento. ....e poi penso che sto ripercorrendo uno schema che non voglio. ...come si fa a uscirne fuori? A permettere una convivenza delle parti di se'...?
 

Alessandra

πιθηκάκι
Quello che descrivi, Alessandra, (e ti do una prospettiva maschile) è un meccanismo assai diffuso in realtà, anche a rovescio (uomini che subiscono x paura di perdere) ed in effetti pericoloso.

A volte si descrive anche qui la degenerazione di un rapporto con "corresponsabilità" ed in effetti il meccanismo che si crea sfugge di mano, se si guardano solo benefici del momento (lui è ancora qui da una parte) (si è fatto come volevo io, dalla altra)

Io mi sono trovato varie volte in questo meccanismo, cogliendo la debolezza dell altra parte, la paura di perdere.

Ed è stato fastidiosissimo x me... Che sentir in pugno l altra persona la svalorizzava ai miei occhi, e svalorizzava me.

Ad altri uomini questo piace, inizialmente. Ma può sfuggire di mano.

può innescare meccanismi di violenza crescente e pericolosa, che è guidata da una sorta di "rabbia verso la sottomissione" di chi teme di esser lasciato.

Il meccanismo di rilancio può sfuggire di mano ( voglio vedere se regge anche questa)

E spesso escono le botte, l umiliazione, il disprezzo, che nelle situazioni che ho conosciuto io esprimevano la rabbia verso la compagna che "non reagiva"...

Per cui... Aver paura di perdere è normale e legittimo per chi ha accanto una persona che ama.

Rinnegare questa paura, ammantandola di finta sicurezza la vedo cosa inutile e dannosa... Se la paura di base esiste. Riemergerà.

Ma la paura puo esser gestita diversamente dal modo che descrivi, fissandola non al livello della sua soddisfazione (del tuo compagno) dove sembra risiedere dalla tua descrizione..
Ma riportandola a te.

Tradotto in due righe:

Da: ho paura di perderti nella tua insoddisfazione

A: ho paura di perdermi nella tua soddisfazione

Facile a scriverlo, meno semplice a applicarlo...
Magari è un buon indizio.. :)
Forza!
Ho pensato su molto a quello che hai scritto e ti ringrazio per aver offerto questo punto di vista. L'ho trovato molto utile. :)
 

Alessandra

πιθηκάκι
Hai fatto un gran bel percorso. Immagino che se te l'avessero detto qualche anno fa che ti ingabbiavi da sola ti saresti ribellata. Se è così cerca di essere più aperta in futuro ad altri contributi.
Grazie. E'"vero, probabilmente non avrei mai pensato che io ne ero responsabile.
 

bettypage

Utente acrobata
Al campione di arti marziali di turno solitamente manca la ferocia bestiale dell'uomo di strada.

Ricordo un paio di risse ad opera di gente abituata alla delinquenza di strada...roba fatta ad arte per mandarti al creatore, non per prevalere su un avversario o renderlo inoffensivo.

Indubbio sia sempre opportuno essere altrove, quando volano le sberle.
detto da te che hai scelto fight club come avatar:mexican:
 

oro.blu

Never enough
hai detto bene.. (purtroppo)... per TE

ti garantisco che ci sono FIGLI che si rifiutano persino con i propri genitori una assistenza molto più blanda di cambiar pannoloni... e aspettano gli assistenti sociali..

e si lamentano pure.... perché non vengono in orario, e le manine non se le sporcano...

e magari devono preservarsele per andare a far Karate.. :) (è una battuta.. non saprei.. faccio per dire)
...veramente se non hai mai fatto un arte marziale non puoi capire. Chi ha anche solo lambito quel mondo e compreso il concetto di base, porterà sempre grande rispetto per la vita e tutti i suoi aspetti.
Non è come il calcio o un qualsiasi altro sport. NON É UNO SPORT. É una filosofia di vita. Ed é vero che purtroppo c'è gente che insegna queste "arti" senza averne compreso la filosofia, ma questo può capitare anche se vuoi diventare infermiere e lo fai solo per i soldi...
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

...veramente se non hai mai fatto un arte marziale non puoi capire. Chi ha anche solo lambito quel mondo e compreso il concetto di base, porterà sempre grande rispetto per la vita e tutti i suoi aspetti.
Non è come il calcio o un qualsiasi altro sport. NON É UNO SPORT. É una filosofia di vita. Ed é vero che purtroppo c'è gente che insegna queste "arti" senza averne compreso la filosofia, ma questo può capitare anche se vuoi diventare infermiere e lo fai solo per i soldi...
ma io l'ho capito, e ci credo
ma non credo sia L'UNICA filosofia di vita

e molti sport insegnano questa filosofia.. o filosofie diverse..

io amo e pratico il tennis

sofferenza, abnegazione, resistenza, sfruttare la forza dell'altro, superare un muro mille volte più forte di te, praticamente insuperabile, con tutta la gente contro..
mai snobbare, rispettare sempre..
umiltà
lavoro
solitudine

non ci credi?

guarda sotto

https://www.youtube.com/watch?v=Z4kX5GLHBHY
 
Ultima modifica:

oro.blu

Never enough
ma io l'ho capito, e ci credo
ma non credo sia L'UNICA filosofia di vita

e molti sport insegnano questa filosofia.. o filosofie diverse..

io amo e pratico il tennis

sofferenza, abnegazione, resistenza, sfruttare la forza dell'altro, superare un muro mille volte più forte di te, praticamente insuperabile, con tutta la gente contro..
mai snobbare, rispettare sempre..
umiltà
lavoro
solitudine

non ci credi?

guarda sotto

https://www.youtube.com/watch?v=Z4kX5GLHBHY
É uno sport e può essere fatto bene o male. Ma uno sport. L'arte marziale NON É UNO SPORT. É solo questa la differenza.
In molti posti é stato declassato come sport. Mi fa tristezza vederla in questo modo.
 

ivanl

Utente di lunga data
e..

io amo e pratico il tennis

sofferenza, abnegazione, resistenza, sfruttare la forza dell'altro, superare un muro mille volte più forte di te, praticamente insuperabile, con tutta la gente contro..
mai snobbare, rispettare sempre..
umiltà
lavoro
solitudine
imprecare, lanciare racchette, spaccarle contro il paletto della rete, insultare te stesso e tutte le tue generazioni future...anche io amo questo sport :D
 

brenin

Utente
Staff Forum
grazie della spiegazione, però non ho ancora capito cosa insegnano.
a combattere?
si tratta di una competizione? e chi vince?
Parto dall'inizio,ipotizzando che un neofita si presenti alla prima lezione e sottolineando che il karate è una tecnica di difesa :

- gli aspetti principali dai quali si parte sono psico/fisici, nel senso che viene spiegato ( secondo i canoni della medicina cinese ) il corpo umano, mentre per l'aspetto fisico vengono eseguiti esercizi volti ad attivare,riscaldare,allungare e potenziare i muscoli e le articolazioni. Quando si raggiunge una certa tonicità fisica ( decisa ovviamente dal Maestro ) si passa all'apprendimento degli esercizi base o fondamentali, e successivamente alla perfezione nell'esecuzione degli stessi. Sempre su decisione del Maestro, se si è ritenuti pronti,si può passare al combattimento,che viene suddiviso in 5 stadi che vanno dal combattimento con un solo colpo fondamentale,per poi passare a tre colpi e poi a 5. Dopo queste fasi ( che hanno una durata non quantificabile a priori ) si passa al combattimento semi-libero ad un colpo,dopo di che si approda finalmente al combattimento libero.
In tema di competizioni le opinioni sono contrastanti, nel senso che alcune federazioni partecipano a campionati nazionali ed internazionali mentre altre no. Il mio sensei di allora non partecipava a nessun campionato/competizione ma frequentava ogni sei mesi i suoi Maestri in Giappone ove sosteneva anche gli esami per cambio di dan quando si riteneva che fosse pronto a sostenere la prova. Chi vince.... qui : http://video.repubblica.it/divertimento/karate-lampo-il-match-dura-tre-secondi/166840/165328
trovi un video di un campionato/competizione di karate che esula completamente dallo spirito di quest'arte marziale ( infatti l'allenatore dell'atleta che atterra l'avversario lo complimenta vivamente per la "porcata" fatta,gli dice che è tutto normale e di stare tranquillo ). Nell' "altro" karate i colpi,seppur velocissimi,toccano l'avversario in modo da non provocargli traumi violenti, e vince chi riesce a portare colpi la cui esecuzione è giudicata perfetta. Per cui da una parte si privilegia la violenza fine a sè stessa mettendo il karate sullo stesso piano,ad esempio,del kick boxing, dall'altro si privilegia l'assoluto controllo,postura,perfezione dei colpi e - soprattutto - il rispetto dell'avversario ( l'incontro deve iniziare con un inchino e così deve terminare ).

Sarebbe interessante sentire anche l'opinione di [MENTION=5560]Nobody[/MENTION]
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Parto dall'inizio,ipotizzando che un neofita si presenti alla prima lezione e sottolineando che il karate è una tecnica di difesa :

- gli aspetti principali dai quali si parte sono psico/fisici, nel senso che viene spiegato ( secondo i canoni della medicina cinese ) il corpo umano, mentre per l'aspetto fisico vengono eseguiti esercizi volti ad attivare,riscaldare,allungare e potenziare i muscoli e le articolazioni. Quando si raggiunge una certa tonicità fisica ( decisa ovviamente dal Maestro ) si passa all'apprendimento degli esercizi base o fondamentali, e successivamente alla perfezione nell'esecuzione degli stessi. Sempre su decisione del Maestro, se si è ritenuti pronti,si può passare al combattimento,che viene suddiviso in 5 stadi che vanno dal combattimento con un solo colpo fondamentale,per poi passare a tre colpi e poi a 5. Dopo queste fasi ( che hanno una durata non quantificabile a priori ) si passa al combattimento semi-libero ad un colpo,dopo di che si approda finalmente al combattimento libero.
In tema di competizioni le opinioni sono contrastanti, nel senso che alcune federazioni partecipano a campionati nazionali ed internazionali mentre altre no. Il mio sensei di allora non partecipava a nessun campionato/competizione ma frequentava ogni sei mesi i suoi Maestri in Giappone ove sosteneva anche gli esami per cambio di dan quando si riteneva che fosse pronto a sostenere la prova. Chi vince.... qui : http://video.repubblica.it/divertimento/karate-lampo-il-match-dura-tre-secondi/166840/165328
trovi un video di un campionato/competizione di karate che esula completamente dallo spirito di quest'arte marziale ( infatti l'allenatore dell'atleta che atterra l'avversario lo complimenta vivamente per la "porcata" fatta,gli dice che è tutto normale e di stare tranquillo ). Nell' "altro" karate i colpi,seppur velocissimi,toccano l'avversario in modo da non provocargli traumi violenti, e vince chi riesce a portare colpi la cui esecuzione è giudicata perfetta. Per cui da una parte si privilegia la violenza fine a sè stessa mettendo il karate sullo stesso piano,ad esempio,del kick boxing, dall'altro si privilegia l'assoluto controllo,postura,perfezione dei colpi e - soprattutto - il rispetto dell'avversario ( l'incontro deve iniziare con un inchino e così deve terminare ).

Sarebbe interessante sentire anche l'opinione di @Nobody
grazie della bellissima spiegazione, adesso mi è chiaro! :)
 

Nobody

Utente di lunga data
Parto dall'inizio,ipotizzando che un neofita si presenti alla prima lezione e sottolineando che il karate è una tecnica di difesa :

- gli aspetti principali dai quali si parte sono psico/fisici, nel senso che viene spiegato ( secondo i canoni della medicina cinese ) il corpo umano, mentre per l'aspetto fisico vengono eseguiti esercizi volti ad attivare,riscaldare,allungare e potenziare i muscoli e le articolazioni. Quando si raggiunge una certa tonicità fisica ( decisa ovviamente dal Maestro ) si passa all'apprendimento degli esercizi base o fondamentali, e successivamente alla perfezione nell'esecuzione degli stessi. Sempre su decisione del Maestro, se si è ritenuti pronti,si può passare al combattimento,che viene suddiviso in 5 stadi che vanno dal combattimento con un solo colpo fondamentale,per poi passare a tre colpi e poi a 5. Dopo queste fasi ( che hanno una durata non quantificabile a priori ) si passa al combattimento semi-libero ad un colpo,dopo di che si approda finalmente al combattimento libero.
In tema di competizioni le opinioni sono contrastanti, nel senso che alcune federazioni partecipano a campionati nazionali ed internazionali mentre altre no. Il mio sensei di allora non partecipava a nessun campionato/competizione ma frequentava ogni sei mesi i suoi Maestri in Giappone ove sosteneva anche gli esami per cambio di dan quando si riteneva che fosse pronto a sostenere la prova. Chi vince.... qui : http://video.repubblica.it/divertimento/karate-lampo-il-match-dura-tre-secondi/166840/165328
trovi un video di un campionato/competizione di karate che esula completamente dallo spirito di quest'arte marziale ( infatti l'allenatore dell'atleta che atterra l'avversario lo complimenta vivamente per la "porcata" fatta,gli dice che è tutto normale e di stare tranquillo ). Nell' "altro" karate i colpi,seppur velocissimi,toccano l'avversario in modo da non provocargli traumi violenti, e vince chi riesce a portare colpi la cui esecuzione è giudicata perfetta. Per cui da una parte si privilegia la violenza fine a sè stessa mettendo il karate sullo stesso piano,ad esempio,del kick boxing, dall'altro si privilegia l'assoluto controllo,postura,perfezione dei colpi e - soprattutto - il rispetto dell'avversario ( l'incontro deve iniziare con un inchino e così deve terminare ).

Sarebbe interessante sentire anche l'opinione di @Nobody
Ciao brenin, ho praticato troppo poco il Karate (Shotokan) per potermi esprimere. Conosco molto meglio l'Aikido, sono stato sul tatami per una ventina d'anni. In quest'arte non c'è alcun agonismo, non c'è combattimento... se non stilizzato.
E' soprattutto un cammino interiore, una ricerca e un perfezionamento di sè. Certo, ci sono le tecniche, le proiezioni, la spada... ma è tutto indirizzato all'unione col Ki.
E' un arte marziale totalmente atipica, difficile da accostare alle altre.
 

brenin

Utente
Staff Forum
Ciao brenin, ho praticato troppo poco il Karate (Shotokan) per potermi esprimere. Conosco molto meglio l'Aikido, sono stato sul tatami per una ventina d'anni. In quest'arte non c'è alcun agonismo, non c'è combattimento... se non stilizzato.
E' soprattutto un cammino interiore, una ricerca e un perfezionamento di sè. Certo, ci sono le tecniche, le proiezioni, la spada... ma è tutto indirizzato all'unione col Ki.
E' un arte marziale totalmente atipica, difficile da accostare alle altre.
Ciao ! tutto vero cosa scrivi, con un "pizzico" di zen quà e là.... indispensabile a mio avviso se si vuol davvero cercare di "quadrare" il cerchio ....
 

Nobody

Utente di lunga data
Ciao ! tutto vero cosa scrivi, con un "pizzico" di zen quà e là.... indispensabile a mio avviso se si vuol davvero cercare di "quadrare" il cerchio ....
Eh si, lo zen è il condimento indispensabile :) l'impresa è riuscire a trovarne almeno un pizzico, nella vita di tutti i giorni :singleeye:
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

imprecare, lanciare racchette, spaccarle contro il paletto della rete, insultare te stesso e tutte le tue generazioni future...anche io amo questo sport :D
Ammetto che il mio tennista preferito di sempre è John MC Enroe... :)

Quello dei tempi incazzati... :)

Una merda d uomo..
Ma aveva una presa a zampa di coniglio che mi faceva impazzire :)
 

danny

Utente di lunga data
Parto dall'inizio,ipotizzando che un neofita si presenti alla prima lezione e sottolineando che il karate è una tecnica di difesa :

- gli aspetti principali dai quali si parte sono psico/fisici, nel senso che viene spiegato ( secondo i canoni della medicina cinese ) il corpo umano, mentre per l'aspetto fisico vengono eseguiti esercizi volti ad attivare,riscaldare,allungare e potenziare i muscoli e le articolazioni. Quando si raggiunge una certa tonicità fisica ( decisa ovviamente dal Maestro ) si passa all'apprendimento degli esercizi base o fondamentali, e successivamente alla perfezione nell'esecuzione degli stessi. Sempre su decisione del Maestro, se si è ritenuti pronti,si può passare al combattimento,che viene suddiviso in 5 stadi che vanno dal combattimento con un solo colpo fondamentale,per poi passare a tre colpi e poi a 5. Dopo queste fasi ( che hanno una durata non quantificabile a priori ) si passa al combattimento semi-libero ad un colpo,dopo di che si approda finalmente al combattimento libero.
In tema di competizioni le opinioni sono contrastanti, nel senso che alcune federazioni partecipano a campionati nazionali ed internazionali mentre altre no. Il mio sensei di allora non partecipava a nessun campionato/competizione ma frequentava ogni sei mesi i suoi Maestri in Giappone ove sosteneva anche gli esami per cambio di dan quando si riteneva che fosse pronto a sostenere la prova. Chi vince.... qui : http://video.repubblica.it/divertimento/karate-lampo-il-match-dura-tre-secondi/166840/165328
trovi un video di un campionato/competizione di karate che esula completamente dallo spirito di quest'arte marziale ( infatti l'allenatore dell'atleta che atterra l'avversario lo complimenta vivamente per la "porcata" fatta,gli dice che è tutto normale e di stare tranquillo ). Nell' "altro" karate i colpi,seppur velocissimi,toccano l'avversario in modo da non provocargli traumi violenti, e vince chi riesce a portare colpi la cui esecuzione è giudicata perfetta. Per cui da una parte si privilegia la violenza fine a sè stessa mettendo il karate sullo stesso piano,ad esempio,del kick boxing, dall'altro si privilegia l'assoluto controllo,postura,perfezione dei colpi e - soprattutto - il rispetto dell'avversario ( l'incontro deve iniziare con un inchino e così deve terminare ).

Sarebbe interessante sentire anche l'opinione di @Nobody
Ho visto il video ma quella roba lì non c'entra davvero niente col karate che ho conosciuto io.
E', come dici tu, una porcata.
Io ero con Tammaccaro e ho fatto stage con Kase.
Quindi puoi comprendere in che era...:)
In qualsiasi combattimento i colpi non arrivavano mai appieno.
 
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