Si, è molto complicato. Io vedo il prisma in perenne movimento, prisma del quale vorrei vedere o "decifrare" non solo le numerose sfaccettature ma anche ( qualora se ne presentasse la necessità ) le eventuali tonalità di colori che lo contraddistinguono. E per poterlo fare mi devo non solo fermare, ma anche "parzializzare" notevolmente l'istinto: questo perchè è importante, a mio avviso, che non mi perda qualche sfaccettatura e - soprattutto - non applichi la "mia" scala cromatica ( che sarebbe temo più o meno pesantemente influenzata dal mio istinto ), ma una scala cromatica " standard " , libera da qualsiasi nostro preconcetto o supposizione ( senza la quale sarebbe obiettivamente arduo poter procedere e cercare di "decifrare" il prisma ). E quest'ultimo processo non solo è lungo è faticoso,perchè in alcuni momenti può essere addirittura necessario "spogliarsi" del nostro " Io " , ma decisamente propedeutico per nuove "scoperte" che altrimenti - penso io - difficilmente ci verrebbero rivelate o saremmo in grado di percepire.
Già, sono d'accordo...
Ma una cosa su cui ho spesso ragionato e su cui mi sono spesso confrontata ultimamente è che per spogliarsi del proprio Sè, serve averlo.
Voglio dire, se il proprio Sè è parcellizzato anche l'identità e il processo di formazione di una identità di cui spogliarsi (e qui entrano in gioco un sacco di questioni che riguardano lo scambio di tempi interni/esterni, spazi interni/esterni, storie, vissuti, etc etc) sono frammentati...non penso ci si possa spogliare di qualcosa che non si possiede per intero.
il rischio, mai assente, è l'autoinganno.
Avere a che fare con la composizione del Sè, che si sta riconoscendo anche grazie agli ultimi studi delle neuroscienze come Sè multiplo, integrarlo, accettarlo, riconoscerlo, possederlo e dominarlo per potersene spogliare io credo sia un processo lungo una Vita...o forse sono solo molto lenta io nel farlo...Che anche soltanto convocare le parti del mio Sè al mio tavolo e in pace è un lavoro lunghissimo, affascinante e doloroso insieme...
E tutto questo avviene in costante interscambio con il prisma, che come te anche io considero costantemente mutevole...io sto imparando a metter in conto il mio autoinganno...cercando di non farmi immobilizzare ma portandomelo appresso...come una parte importante della mia valigia di viaggio...
che forse è un po' includere la mia cromaticità dichiarandola mano a mano nella lettura del prisma...
che mi sono resa conto che per quanto tenti di non influenzare con la mia cromaticità, influenzo, quindi sto pensando che tanto vale conoscerla bene e tener presente che quando mi proietto fuori nelle espressioni di me è la cromaticità che io conosco di me che emano, salvo trovarmi di fronte sguardi molto molto sensibili, e sono rarissimi..
se conosco la mia cromaticità mi sembra di riconoscerla anche in quella del prisma e allora posso operare un processo di identificazione/differenziazione che mi sembra mi dia uno sguardo sufficientemente pulito...o perlomeno sporcato da colori che so da dove vengono...e allora posso decidere che farne, a seconda delle situazioni e della funzionalità...
non so se è chiaro....è work in progress tutta questa roba...e sono una lumachina
