Il paragone non è nella merce ma nella responsabilità.
Un po' più chiaro. Anche se non condivisibile.
L'uomo o la donna che tradisce, e lo dico da traditrice, semplicemente decide per se stesso. Non è di nessuno. SE non di se stesso. Ed è uno dei motivi per cui si riesce a tradire semplicemente, a volte.
Dubito si possa tradire sentendosi di qualcun altro.
Ma.
Sentirsi di qualcun altro è una sensazione che non riguarda il poter essere paragonati a merce rubata.
Io da traditrice non mi sono mai sentita rubata a nessuno, e di conseguenza neanche smerciata.
Probabilmente avendo vissuto sia il ruolo di traditrice che di amante ma non avendo mai vissuto quello di tradita, faccio molta fatica a capire cosa possa vedere una donna, o un uomo, che sente di aver avuto una "cosa" sua e di botto si ritrova a non averla più in mano. O se c'è, non è riconoscibile.
In particolare se si è giurato e spergiurato "no!!! io mai tradirò!!! non mi appartiene"
Significa, immagino, trovarsi davanti qualcuno che non solo non si sente più "proprio" ma anche un qualcuno che non appartiene al tempo vissuto insieme. Perchè chi giurava in un senso ha poi fatto esattamente il contrario.
Pensare di delegare in un qualche modo sull'esterno quel cambiamento, come se l'esterno lo potesse fermare, bloccare, rimandare al mittente...mah...lo trovo uno di quei compiti che sull'esterno non ci stanno.
Perchè quel cambiamento riguarda solo ed esclusivamente chi lo vive.
E chi lo vive non è merce rubata di cui assumersi o meno responsabilità.
Quel cambiamento è sotto la libera decisionalità di chi lo attraversa.
A me ste cose, in particolare ancora sugli uomini, che passano come poveri imbecilli che vengono irretiti dalla megera di turno senza neanche rendersene conto, poi si svegliano come con una botta in testa...mah..
DA traditrice, so che non sono botte in testa. Mancamenti. O farfalle.
E' decisionalità.
Se decido di mentire, mica è corresponsabile il mio amante. Io mento. Io lo decido. Lui non mente.
E non mi è complice, si prende i frutti (dal suo punto di vista) della mia decisione.