Mi presento e vi racconto

lastregaseventitu

Utente di lunga data
Uno che ti frequenta una volta alla settimana e che se ne esce all'improvviso con la storia del "voglio lasciare mia moglie", che risposta può ricevere? Un conto è parlare di una eventuale vita insieme, sognarla, progettarla. Altro e' che uno di punto in bianco ti dica che vuole lasciare la famiglia. Io probabilmente mi sarei astenuta dal dirgli che il suo posto era in famiglia, questo si. Gli avrei semplicemente chiesto se aveva già trovato una casa.
Io ho sintetizzato la discussione che abbiamo avuto in merito. Ne abbiamo parlato, e quando è successo non ci vedevamo una volta a settimana. Era il famoso periodo in cui ci siamo visti tantissimo, in cui cercavamo di stare insieme il più possibile. Fantasticavamo sul fare le cose insieme ma era un gioco fine a se stesso. Ad ogni modo, quello che gli ho detto è stato: pensaci bene, se devi venir via da casa non deve essere perché sai che c’e Un posto pronto per te da un’altra donna. Devi andar via e stare un po’ da solo perché è giusto che tu capisca realmente cosa vuoi e chi vuoi. Se hai bisogno di una persona con cui parlare e discutere io ci sono, ma non sono il posto dove rifugiarsi scappando da casa.
Questo è quanto. Dopo qualche giorno di confronti e chiacchiere mi ha dato ragione... e tutto è sembrato tornare a posto.
 

lastregaseventitu

Utente di lunga data
Mi pare comunque che sia la cosa più sensata da farsi. Non mi stupisce in ogni caso che non ti chiami per informarsi su come stai: quello probabilmente non lo farei nemmeno io, al suo posto. Ne' al tuo posto incoraggerei iniziative di questo tipo. Mi sembrerebbe di perpetuare uno stillicidio inutile. Pazienza per il modo: avrebbe potuto sceglierne uno diverso, ma credo che sia inutile sindacare su ciò che sfugge alla nostra sfera di scelta. Quello e' stato. In effetti la cosa adesso importante è che in due anni sei stata bene pure tu. Francamente terrei il ricordo bello, ma eviterei più o meno "casuali" ritorni di fiamma di rientro dalle vacanze natalizie, visto che è chiaro che non lo sai gestire con un certo distacco. Piglia il lato positivo: che se ne hai voglia hai l'occasione di rivivere in leggerezza l'intrigo della scoperta di un altro, che alla fine credo sia il positivo della situazione. In bocca al lupo per questo :)
Prima ero preoccupata della mia reazione ad un eventuale ritorno. Ma più passano i giorni, più sono convinta che non tornerà. Di conseguenza, cala anche la “paura” di non saper dire di no :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Io ho sintetizzato la discussione che abbiamo avuto in merito. Ne abbiamo parlato, e quando è successo non ci vedevamo una volta a settimana. Era il famoso periodo in cui ci siamo visti tantissimo, in cui cercavamo di stare insieme il più possibile. Fantasticavamo sul fare le cose insieme ma era un gioco fine a se stesso. Ad ogni modo, quello che gli ho detto è stato: pensaci bene, se devi venir via da casa non deve essere perché sai che c’e Un posto pronto per te da un’altra donna. Devi andar via e stare un po’ da solo perché è giusto che tu capisca realmente cosa vuoi e chi vuoi. Se hai bisogno di una persona con cui parlare e discutere io ci sono, ma non sono il posto dove rifugiarsi scappando da casa.
Questo è quanto. Dopo qualche giorno di confronti e chiacchiere mi ha dato ragione... e tutto è sembrato tornare a posto.
Diciamo che il tuo discorso e' stato ben chiaro.
Quanto è passato da quando ne avete parlato a quando ti ha lasciato?
 

Mariben

Utente di lunga data
Mettetevi d’accordo però! Uno dice che mi ha mollata perché ero troppo coinvolta... un’altro Perchè non ho mostrato abbastanza interesse...
Finora la tesi statisticamente più accreditata era: è uno stronzo, si è preso gioco di te finché gli andava, ha chiuso come ci si aspetta da uno così.
Adesso salta fuori che è andato via perché io non ho mostrato abbastanza interesse spingendolo a rimanere a casa.
Non ha mai manifestato dissenso su questa cosa... non mi ha mai detto “VAbbe ma se non sei disposta a rischiare con me che amore è?”
Quindi adesso che facciamo lo trasformiamo in martire?

No nessun martire e , forse , nessun stronzo. Non è un tribunale il forum ,nemmeno si potrebbe processare in contumacia, nessuna sua versione o prova di "colpevolezza.
Qui si cerca di "interpretare" e ognuno lo fa in base al proprio sentire, al proprio vissuto
E comunque, ma forse lo sai già, tante relazioni, sopratutto quelle clandestine, si basano su non detti.
E SI... POTREBBE essere che questa tua disinvoltura, sebbene innamorata, nel vivere a comparti stagni gli abbia fatto molto comodo, essendo sposato, ma lo abbia fatto riflettere sulla tua " affidabilità".
Tutto PUO' essere non lo credi ?
 

Mariben

Utente di lunga data
Foglia;1916158[B ha detto:
]Credo che il tuo caso fosse diverso. Anzitutto (se ben ricordo) avevi i figli già grandi e già autonomi[/B]. Non è cosa da poco, secondo me già in sé ti cambia (e di molto) la prospettiva e la aspettativa. Quando i figli sono già per i fatti loro, capisco che possa anche rinascere il desiderio di "lanciarsi", e condividere di nuovo un progetto "stabile". Quando sono piccoli, o comunque vivono in casa, ci pensi più di una volta a fare scelte che ricadono su di loro, e non sempre in chiave positiva. Secondo me cambiano proprio i criteri di scelta di una persona, tendenzialmente se il desiderio è quello di avere sempre una persona accanto purtroppo la scelta di uno sposato e' fallimentare. Tu sei stata una fortunata eccezione. Ma credo che il tuo D. alla fine dei conti si sarebbe separato anche a prescindere e che avere te abbia soltanto accelerato e facilitato sia la comprensione, sia il distacco materiale.

Ricordi bene.
I miei figli erano già tutti fuori casa . Non la sua però e , in effetti, lui ha atteso che crescesse, che fosse indipendente e abbastanza matura per comprendere.


Inizialmente non morivo dalla voglia di convivere . Non reggevo la mancanza di libertà, l'impossibilità di condividere momenti felici , ma anche noie quotidiane, spontaneamente , senza dover pensare all'opportunità o meno di chiamare o decidere a tavolino se e quando vederci.
Sono felice di avergli dato fiducia, di aver atteso i suoi tempi. Stiamo davvero bene insieme ma ci sono stati tanti momenti difficili
 

Moni

Utente di lunga data
Ricordi bene.
I miei figli erano già tutti fuori casa . Non la sua però e , in effetti, lui ha atteso che crescesse, che fosse indipendente e abbastanza matura per comprendere.


Inizialmente non morivo dalla voglia di convivere . Non reggevo la mancanza di libertà, l'impossibilità di condividere momenti felici , ma anche noie quotidiane, spontaneamente , senza dover pensare all'opportunità o meno di chiamare o decidere a tavolino se e quando vederci.
Sono felice di avergli dato fiducia, di aver atteso i suoi tempi. Stiamo davvero bene insieme ma ci sono stati tanti momenti difficili
Sono felice x te ricordo bene tutta la tua storia
Noi qualche difficoltà in più con figli adolescenti ma x ora riusciamo ad organizzarci
Stamani ho anche fatto shopping con ex marito e devo dirti ci siamo fatti pure delle risate perché abbiamo 3 figli che nonostante sto delirio di vita sono uno spasso
Lui si trasferisce a gennaio in Europa e lo vedremo un po' do più essendo a un ora e mezza di aereo
Da amico è molto meglio che da marito e sono felice di avere nella mia vita il mio compagno

La fatica e stata tanta e ancora sarà... Ma sono serena come non ero da anni
Alla fine le cose vanno un po' come vuoi e un po' come devono andare evidentemente.
Un abbraccio e non ti sfiniee troppo a natale
Qst anno pure io li ho tutti da me... Ma ognuno porterà qualcosa
 

lastregaseventitu

Utente di lunga data
No nessun martire e , forse , nessun stronzo. Non è un tribunale il forum ,nemmeno si potrebbe processare in contumacia, nessuna sua versione o prova di "colpevolezza.
Qui si cerca di "interpretare" e ognuno lo fa in base al proprio sentire, al proprio vissuto
E comunque, ma forse lo sai già, tante relazioni, sopratutto quelle clandestine, si basano su non detti.
E SI... POTREBBE essere che questa tua disinvoltura, sebbene innamorata, nel vivere a comparti stagni gli abbia fatto molto comodo, essendo sposato, ma lo abbia fatto riflettere sulla tua " affidabilità".
Tutto PUO' essere non lo credi ?
Mariben, io dico soltanto una cosa... se davvero pensi che valga la pena mollare tutto per una donna, allora non ti fermi al primo tentativo. Se davvero vuoi stare con lei, intanto vai via lo stesso magari... poi vedi.
Per me quello è stato soltanto un suo momento di debolezza, non sarebbe mai andato via... quindi non credo che il mio pensiero lo abbia dissuaso e poi successivamente spinto a chiudere.
Ma come dici tu, tutto PUÒ essere.
E comunque gli uomini, la maggior parte almeno, non sanno stare da soli... quanti, anche se non ne possono più della loro vita familiare, se non hanno una pronta che li aspetta a braccia aperte vanno via da casa? Io conosco un sacco di gente, ma di uomini così ne conosco soltanto uno.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Ricordi bene.
I miei figli erano già tutti fuori casa . Non la sua però e , in effetti, lui ha atteso che crescesse, che fosse indipendente e abbastanza matura per comprendere.


Inizialmente non morivo dalla voglia di convivere . Non reggevo la mancanza di libertà, l'impossibilità di condividere momenti felici , ma anche noie quotidiane, spontaneamente , senza dover pensare all'opportunità o meno di chiamare o decidere a tavolino se e quando vederci.
Sono felice di avergli dato fiducia, di aver atteso i suoi tempi. Stiamo davvero bene insieme ma ci sono stati tanti momenti difficili
Comunque quando si prendono decisioni solo per sé, nel bene e nel male si viaggia più leggeri :)

Io sono appena reduce da una chiacchierata con mia mamma. Mi ha detto: "se fossi in te....". Sottintendendo (cosa abbastanza rara per lei, devo dire) che mi dovrei dedicare di più a me, ivi compreso il fatto di concedermi la possibilità di frequentare qualcuno. Le ho fatto presente che dovunque mi volto, sono tutti impegnati.
E con molta franchezza (conoscendomi, e sapendo come sono io con mio figlio) mi ha risposto "vabbè, anche tu lo sei" :D

Per te, i "fastidi" legati alla clandestinità della storia, quanto erano connessi al fatto di avere figli già grandi? Se avessi avuto figli ancora piccoli, credi che avresti sentito allo stesso modo tutta quella necessità di condivisione? Proprio alla luce dei momenti difficili, sia del prima, ma anche del dopo (e' dura riabituarsi a ritmi, abitudini e presenze fisse in casa).

Io ho l'esperienza della mia ex cognata: sposata con due figli (ora adolescenti) ha mollato il marito per filare dritta dritta a casa dell'amante. Coi due figli. Di questi, il maschio si è adattato. La femmina ha chiesto e ottenuto di andare a vivere col padre. Ma pare che non abbia sta gran simpatia neanche per la nuova compagna di lui. Insomma, al di là della separazione, figli entrambi costretti a stare in casa con estranei. E a farseli piacere.

Altro esempio di cui ho scritto qui: il mio amico "strombolo" che ha confessato il tradimento alla moglie e l'ha lasciata. Anche lui adesso va allegramente a casa della nuova compagna con i figli (13 il maschio e 9 anni la femmina). Non si fa nessuna remora neanche ad andare dai nonni con lei. Finisce nella sostanza che i tempi che dovrebbero essere dedicati ai figli, sono di fatto tempi in cui stare in queste famiglie allargate. E la bimba (proprio a detta dei nonni) si sta come "chiudendo". Mal sopporta la nuova compagna, che non è una iena, sia chiaro.
Io non so, non credo che esista una ricetta "giusta", però penso che in tutto questo una separazione possa anche essere imposta, mentre una convivenza con un estraneo forse dipende più che altro dal rapporto che riesce ad instaurarsi direttamente tra i figli e quella persona. Una mia amica, mia coetanea, che conosco da una vita, ha visto i suoi separarsi quando lei aveva oltre vent'anni. E' andata subito a vivere con sua sorella in autonomia, e non ne ha voluto sapere ne' di convivere con il nuovo compagno di sua mamma, ne' di CONOSCERE (conoscere!) per molto e molto tempo dopo la nuova compagna del padre. Che in tutto questo era stato tradito, e si era rifatto questa frequentazione diciamo a botta fredda. Ricordo le parole della mia amica: "Ho detto a mio padre che la conoscerò più avanti, se e quando me la sentirò". E non si trattava di conviverci, ma proprio di una libera scelta di non voler conoscere una donna che suo padre (che pure adorava) le aveva offerto di conoscere. Ci volle (se non erro, ma vado a spanne) circa un anno, perché lei se la sentisse. E stiamo parlando oramai di una donna, per quanto figlia, ma pur sempre di una donna abbastanza serena e sicura di sé, che davanti non tanto allo sfascio della famiglia (a cui lei era legatissima), quanto piuttosto davanti all'ingresso di nuove persone ha detto "no grazie". E idem la sorella più piccola, che andò a vivere con lei prima ancora di avere un lavoro. Era appena maggiorenne.

Questo per dire quanto secondo me in certe scelte debbano pesare proprio i figli.
 
Ultima modifica:

Bruja

Utente di lunga data
Dopo una separazione possiamo dire quello che vogliamo ma i figli, piccoli o grandi, vedono cambiata la realtà familiare.
Certo se piccoli faticano a capire, da grandi mal sopportano un cambio di stato, di residenza, di nucleo familiare.
Loro sono figli con il loro mondo oltre i genitori, la scuola, gli amici, il quartiere etc... e le paturnie dei genitori le vedono come disturbanti la normalità della vita. Non pare strano che verso i nuovi compagni/e abbiano riserve e qualche ostilità anche se sono perle rare.
E va tutto bene se esiste comprensione e disponibilità reciproca, ma a volte si evidenzia un'antipatia, una insopportabilità personale o caratteriale che farà restare sempre il nuovo compagno/a l'altro/a.
A volte si riesce ad avere un rapporto "allargato" ma, per quel che ho visto, è spesso solo un vedersi alle feste di precetto con il vogliamoci bene scontatissimo attorno ad una tavola che vela malintesi e malesseri, o per le ferie dove e alla fine quel che conta è andare in ferie, con chi sia sia... se non si è già in età per andare per fatti propri.
Insomma, loro di fronte a decisioni altrui sulla loro vita, cercano di tamponare dove possono avendo il minimo danno...
 

Marjanna

Utente di lunga data
Comunque quando si prendono decisioni solo per sé, nel bene e nel male si viaggia più leggeri :)

Io sono appena reduce da una chiacchierata con mia mamma. Mi ha detto: "se fossi in te....". Sottintendendo (cosa abbastanza rara per lei, devo dire) che mi dovrei dedicare di più a me, ivi compreso il fatto di concedermi la possibilità di frequentare qualcuno. Le ho fatto presente che dovunque mi volto, sono tutti impegnati.
E con molta franchezza (conoscendomi, e sapendo come sono io con mio figlio) mi ha risposto "vabbè, anche tu lo sei" :D

Per te, i "fastidi" legati alla clandestinità della storia, quanto erano connessi al fatto di avere figli già grandi? Se avessi avuto figli ancora piccoli, credi che avresti sentito allo stesso modo tutta quella necessità di condivisione? Proprio alla luce dei momenti difficili, sia del prima, ma anche del dopo (e' dura riabituarsi a ritmi, abitudini e presenze fisse in casa).

Io ho l'esperienza della mia ex cognata: sposata con due figli (ora adolescenti) ha mollato il marito per filare dritta dritta a casa dell'amante. Coi due figli. Di questi, il maschio si è adattato. La femmina ha chiesto e ottenuto di andare a vivere col padre. Ma pare che non abbia sta gran simpatia neanche per la nuova compagna di lui. Insomma, al di là della separazione, figli entrambi costretti a stare in casa con estranei. E a farseli piacere.

Altro esempio di cui ho scritto qui: il mio amico "strombolo" che ha confessato il tradimento alla moglie e l'ha lasciata. Anche lui adesso va allegramente a casa della nuova compagna con i figli (13 il maschio e 9 anni la femmina). Non si fa nessuna remora neanche ad andare dai nonni con lei. Finisce nella sostanza che i tempi che dovrebbero essere dedicati ai figli, sono di fatto tempi in cui stare in queste famiglie allargate. E la bimba (proprio a detta dei nonni) si sta come "chiudendo". Mal sopporta la nuova compagna, che non è una iena, sia chiaro.
Io non so, non credo che esista una ricetta "giusta", però penso che in tutto questo una separazione possa anche essere imposta, mentre una convivenza con un estraneo forse dipende più che altro dal rapporto che riesce ad instaurarsi direttamente tra i figli e quella persona. Una mia amica, mia coetanea, che conosco da una vita, ha visto i suoi separarsi quando lei aveva oltre vent'anni. E' andata subito a vivere con sua sorella in autonomia, e non ne ha voluto sapere ne' di convivere con il nuovo compagno di sua mamma, ne' di CONOSCERE (conoscere!) per molto e molto tempo dopo la nuova compagna del padre. Che in tutto questo era stato tradito, e si era rifatto questa frequentazione diciamo a botta fredda. Ricordo le parole della mia amica: "Ho detto a mio padre che la conoscerò più avanti, se e quando me la sentirò". E non si trattava di conviverci, ma proprio di una libera scelta di non voler conoscere una donna che suo padre (che pure adorava) le aveva offerto di conoscere. Ci volle (se non erro, ma vado a spanne) circa un anno, perché lei se la sentisse. E stiamo parlando oramai di una donna, per quanto figlia, ma pur sempre di una donna abbastanza serena e sicura di sé, che davanti non tanto allo sfascio della famiglia (a cui lei era legatissima), quanto piuttosto davanti all'ingresso di nuove persone ha detto "no grazie". E idem la sorella più piccola, che andò a vivere con lei prima ancora di avere un lavoro. Era appena maggiorenne.

Questo per dire quanto secondo me in certe scelte debbano pesare proprio i figli.
Le parole di tua mamma suonano forti dopo aver letto quanto hai scritto. Non sei libera!!!
Ma non sei neppure sposata con tuo figlio. Nessuna relazione fin quando non compirà la maggiore età? E come reagirà a 20, 22 anni o più a vedere un uomo vicino alla sua mamma, quella che ha visto sola per un'intera vita (la sua)? Quanta aspettativa riporrà nel vedere un uomo seduto in cucina che prende un caffè con sua mamma, mentre pensa a fare le valigie per andare a studiare in un altra città?
Lasciando perdere l'epilogo della mia storia, quando -dopo poco più di un mese in cui ci eravamo risentiti- mi chiese via telefono di andare via un sabato con lui e il figlio, praticamente senza preavviso, fui molto colpita da questo (puoi immaginarti perchè). In pochi secondi fui attraversata da un milione di dubbi e domande: e se gli sto antipatica? ma come mi "introduco", cosa gli diciamo, come mi presento, cosa devo dire, cosa non devo assolutamente dire, cosa lo mette a suo agio, come mi devo vestire (persino questo, e io non certo il tipo da farsi dire come mi devo vestire), e se poi non ci rivedremo più, se succederà qualcosa... ma di niente di tutto si era parlato, domanda di un secondo, prendere o lasciare, ho detto di no. Poi però ci ho pensato, ho pensato che avremmo eventualmente dovuto avere un appuntamento tra noi solo per discutere di questo, e in un occasione simile si, avrei fatto esattamente quello che mi diceva, non dico di essere un robot ma avere delle "normative" da lui, il genitore, era essenziale.
Questo per dirti che il giorno che veramente troverai qualcuno interessato a te, non se ne sbatterà di tuo figlio, che capirà possibili tuoi retro-marcia in funzione di lui. Conoscere il figlio di una persona adulta che ami non è un passaggio tra i tanti, è il passaggio.
 
Ultima modifica:

Moni

Utente di lunga data
Dopo una separazione possiamo dire quello che vogliamo ma i figli, piccoli o grandi, vedono cambiata la realtà familiare.
Certo se piccoli faticano a capire, da grandi mal sopportano un cambio di stato, di residenza, di nucleo familiare.
Loro sono figli con il loro mondo oltre i genitori, la scuola, gli amici, il quartiere etc... e le paturnie dei genitori le vedono come disturbanti la normalità della vita. Non pare strano che verso i nuovi compagni/e abbiano riserve e qualche ostilità anche se sono perle rare.
E va tutto bene se esiste comprensione e disponibilità reciproca, ma a volte si evidenzia un'antipatia, una insopportabilità personale o caratteriale che farà restare sempre il nuovo compagno/a l'altro/a.
A volte si riesce ad avere un rapporto "allargato" ma, per quel che ho visto, è spesso solo un vedersi alle feste di precetto con il vogliamoci bene scontatissimo attorno ad una tavola che vela malintesi e malesseri, o per le ferie dove e alla fine quel che conta è andare in ferie, con chi sia sia... se non si è già in età per andare per fatti propri.
Insomma, loro di fronte a decisioni altrui sulla loro vita, cercano di tamponare dove possono avendo il minimo danno...
Io credo di essere stata molto fortunata allora
Oppure ho figli particolar flessibili
Oppure il mio compagno è particolarmente bravo
Inizio a pensare che a volte non mi te do conto delle fortune che ho a senture tutte ste difficoltà

Certo io non potrei stare con un uomo che i ragazzi non sopportassero temo mi passerebbe anche il più grande amore
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mettetevi d’accordo però! Uno dice che mi ha mollata perché ero troppo coinvolta... un’altro Perchè non ho mostrato abbastanza interesse...
Finora la tesi statisticamente più accreditata era: è uno stronzo, si è preso gioco di te finché gli andava, ha chiuso come ci si aspetta da uno così.
Adesso salta fuori che è andato via perché io non ho mostrato abbastanza interesse spingendolo a rimanere a casa.
Non ha mai manifestato dissenso su questa cosa... non mi ha mai detto “VAbbe ma se non sei disposta a rischiare con me che amore è?”
Quindi adesso che facciamo lo trasformiamo in martire?
Non dobbiamo metterci d’accordo, ma proprio per niente.
Sei tu che devi chiarire a te stessa cosa vuoi e agire di conseguenza.
Tu eri la donna di un giorno alla settimana, ma lui era l’uomo di una volta alla settimana. Le relazioni a un certo punto si trovano a un bivio o evolvono in modo più impegnativo o si chiudono. Vale a 15 e a 70 anni.
Una persona può anche avere una disponibilità limitata, ma è delusa se l’altra persona non è disponibile a dire e dimostrare di desiderare, almeno, di intravvedere una prospettiva.
Nessuno si separa PER un’altra persona, ci si separa perché non funziona, ma si valuta come funziona o non funziona anche attraverso il confronto con un altro tipo di relazione.
Vi sono persone che non riescono a chiudere senza “paracadute”.
Altre che comunque tengono alla relazione che tradiscono e non vogliono coinvolgerei oltre un certo limite.
Sei tu che l’hai vissuta che puoi dire se lui voleva pensare a un futuro, se voleva limitare la storia con te o se voleva farla evolvere.
 

Mariben

Utente di lunga data
Non dobbiamo metterci d’accordo, ma proprio per niente.
Sei tu che devi chiarire a te stessa cosa vuoi e agire di conseguenza.
Tu eri la donna di un giorno alla settimana, ma lui era l’uomo di una volta alla settimana. Le relazioni a un certo punto si trovano a un bivio o evolvono in modo più impegnativo o si chiudono. Vale a 15 e a 70 anni.
Una persona può anche avere una disponibilità limitata, ma è delusa se l’altra persona non è disponibile a dire e dimostrare di desiderare, almeno, di intravvedere una prospettiva.
Nessuno si separa PER un’altra persona, ci si separa perché non funziona, ma si valuta come funziona o non funziona anche attraverso il confronto con un altro tipo di relazione.
Vi sono persone che non riescono a chiudere senza “paracadute”.
Altre che comunque tengono alla relazione che tradiscono e non vogliono coinvolgerei oltre un certo limite.
Sei tu che l’hai vissuta che puoi dire se lui voleva pensare a un futuro, se voleva limitare la storia con te o se voleva farla evolvere.
:up:
 

Mariben

Utente di lunga data
Non è facile, non lo è mai.
( rispondo a [MENTION=7069]Foglia[/MENTION]).
Credo però che il segreto stia tutto nell' essere se stessi, nel non forzare i rapporti.
Nel " lasciar correre" convinti e decisi nelle proprie scelte.
Quando i figli sono grandi, adulti tutto torna.
Proprio stasera ho avuto una bella conversazione con la figlia di D.
Ci è voluto un anno per assestarci, nessuno le ha messo fretta o l ' ha costretta ad avere un rapporto con la " nuova donna" del papà.
Ha scelto lei se e quando rapportarsi con me, in assoluta libertà fermo restando che ha dovuto digerire e accettare il cambiamento.
Trovo straordinario il risultato: incontri, cene e feste con tutta la " famiglia ".come dice mia nipote ( 9 anni) " siamo tutti amiconi del cuore".

Diverso è quando sono piccoli, concordo.
La convivenza, e pure una frequentazione trasparente in quel caso è da valutare con molta attenzione.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non dobbiamo metterci d’accordo, ma proprio per niente.
Sei tu che devi chiarire a te stessa cosa vuoi e agire di conseguenza.
Tu eri la donna di un giorno alla settimana, ma lui era l’uomo di una volta alla settimana. Le relazioni a un certo punto si trovano a un bivio o evolvono in modo più impegnativo o si chiudono. Vale a 15 e a 70 anni.
Una persona può anche avere una disponibilità limitata, ma è delusa se l’altra persona non è disponibile a dire e dimostrare di desiderare, almeno, di intravvedere una prospettiva.
Nessuno si separa PER un’altra persona, ci si separa perché non funziona, ma si valuta come funziona o non funziona anche attraverso il confronto con un altro tipo di relazione.
Vi sono persone che non riescono a chiudere senza “paracadute”.
Altre che comunque tengono alla relazione che tradiscono e non vogliono coinvolgerei oltre un certo limite.
Sei tu che l’hai vissuta che puoi dire se lui voleva pensare a un futuro, se voleva limitare la storia con te o se voleva farla evolvere.
Un giorno capirò come si può fare un confronto che porta a decidere una separazione
A me già il fatto di fare un paragone accederebbe mille lucine con scritto “attenzione”
 

Mariben

Utente di lunga data
Un giorno capirò come si può fare un confronto che porta a decidere una separazione
A me già il fatto di fare un paragone accederebbe mille lucine con scritto “attenzione”
Un paragone tra soggetti diversi magari no ma sulla qualità della relazione anche si . Qualità intesa come affinità, reciprocità , progett in comune .
 

Lostris

Utente Ludica
Un paragone tra soggetti diversi magari no ma sulla qualità della relazione anche si . Qualità intesa come affinità, reciprocità , progett in comune .
Quello che intende [MENTION=3188]Nocciola[/MENTION] riguarda l’impossibilità proprio di paragonare due relazioni che hanno presupposti così diversi.

Tempi e quotidianità condivisi, sia in termini quantitativi che qualitativi, sono così diversi che non permettono un paragone sensato.
 

Mariben

Utente di lunga data
Quello che intende [MENTION=3188]Nocciola[/MENTION] riguarda l’impossibilità proprio di paragonare due relazioni che hanno presupposti così diversi.


Tempi e quotidianità condivisi, sia in termini quantitativi che qualitativi, sono così diversi che non permettono un paragone sensato.
Non so se D. Abbia fatto dei paragoni a tavolino. Certo è che ha intuito che avevamo una compatibilità che non aveva avuto con la moglie.
Idem per me.
Fin'ora il tempo ci ha dato ragione
 

Lostris

Utente Ludica
Non so se D. Abbia fatto dei paragoni a tavolino. Certo è che ha intuito che avevamo una compatibilità che non aveva avuto con la moglie.
Idem per me.
Fin'ora il tempo ci ha dato ragione
A parte che credo voi siate più un’eccezione che la regola, il punto è che, anche si fanno dei paragoni, è da scemi separarsi sulla base di questi perché restituiscono necessariamente una immagine distorta.

Ci si separa (si dovrebbe) perché va male il rapporto ufficiale, non perché va bene con un’altra persona.
 
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