Se aggiungi che i non tracciati sono 10 volte tanto le percentuali si riducono appunto allo 0,9% (che e' un'enormita' , intendiamoci). Per il resto condivido.
Nel mio comune c'è una percentuale di letalità assurda, del 22%.
E' ovvio che il dato è falsato dal non aver fatto un sufficiente numero di tamponi.
Allo stato attuale si fanno solo a chi si presenta in ospedale con sintomi, non ai famigliari (che vengono obbligati alla quarantena) e neppure a coloro che sono entrati in contatto, in pratica non viene fatto il "tracciamento".
Vuol dire che ci sono persone positive con sintomi lievi (raffreddore, tosse, congiuntivite) o inesistenti che possono andare a lavorare o fare la spesa, infettando altre persone e così via.
Nel mio comune i casi con tampone positivo sono 90: per dare un senso al dato dei morti occorrerebbe moltiplicare questo numero almeno per 10.
900 positivi su 40.000 obbliga tutti ad annullare il più possibile i contatti umani per evitare l'esplosione simultanea di una bolla di contagiati, mantenendo il numero delle persone che necessitano di cure ospedaliere a un livello tollerabile o al limite della gestione, ma non incontrollabile.
E' un sistema che
rallenta il contagio, non lo annulla, come è intuibile.
Questo perché comunque i contatti umani su tutto il territorio sono ancora presenti: tanti lavorano, me compreso, tutti fanno la spesa, anche una o più volte al giorno (dato confermato anche dai pagamenti elettronici), tutti portano a spasso il cane e qualcuno in assenza di controlli esce lo stesso, si incontra con amiche e parenti etc.
E' inevitabile che il virus trovi ancora modo di espandersi nella popolazione con cui finora non è mai venuto in contatto, ma lo fa molto lentamente.
Più resteremo in questo quarantena più il sistema sanitario reggerà.
Purtroppo deve essere supportato anche quello economico, perché per le imprese e le ditte siamo al limite.
O si crea nuovo debito pubblico come suggerito da Draghi, oppure l'economia europea ed italiana privata collasserà, portando con sè comunque sanità e previdenza.
La gestione attuale richiede grande equilibrio nelle scelte, in maniera da evitare pericolose derive sanitarie ed economiche.
Qualsiasi errore può costarci anni di sofferenza.