Non credo che tu sia così sprovveduto da non cogliere la ratio della legge.
Si è passati da reato contro la morale o contro l’integrità della famiglia che distingueva tra violenza carnale (che avrebbe potuto comportare una gravidanza) e atti di libidine violenta alla definizione di reato contro la persona che avrebbe dovuto comportare l’eliminazione di tutte le domande in dibattimento su come la vittima fosse stata penetrata e per quanti cm.
Poiché il reato è contro la persona, sarà la persona vittima del reato a valutare se quanto accaduto sia reato.
Per quanto riguarda la prudenza nei confronti di impiegate e studentesse (già non amministratrici delegate o professoresse o presidi (femmine) perché la questione è sempre legata a questioni di potere a al dubbio che le “presunte vittime” possano simulare o dichiarare sgradite attenzioni che hanno provocato, per ottenere risarcimenti onerosi.
Ma perché mai un professore dovrebbe ricevere la studentessa a porte chiuse? È forse protetto da privacy decidere l’argomento di una tesi?
Ma si tratta più di percezione e di prudenza, piuttosto che di pericolo reale.
E tra percezione del pericolo e pericolo reale io farei una distinzione, altrimenti avrebbero ragione le vecchiette che si sentono minacciate dal nero, così come le loro nonne dal meridionale.
Nella mia esperienza, chi si è premurato di chiudere la porta qualche intenzione l’aveva.
Piccola precisazione: sarà il giudice a valutare se è reato. In questo caso il dubbio non c'è: è reato di violenza sessuale, dato che ci sono sentenze già passate in giudicato per lo stesso gesto che dicono così. E l'inoppugnabile oggettività della prova data dal video non lascia margini di manovra a nessuno.
Tutto questo lo so, Brunetta. L'ho sempre saputo, non l'ho mai negato, né messo in discussione.
NB: per la legge è proprio "violenza sessuale", non "violenza" e basta: quello risulterà.
Così come so bene da dove nasce questa legge, nel passaggio da reato contro la morale a reato contro la persona. E so anche che vorrebbe comportare l'eliminazione dell'attenzione ai centimetri di penetrazione. Eccetera. Lo sapevo già, non sono uno sprovveduto, no.
E sono anche profondamente convinto che il principio su cui si basa questa legge, il concetto di consenso, è giustissimo e sacrosanto: è così che deve essere, e ci mancherebbe altro!
Quello che dico è che quello del consenso è un principio ma la legge è la trascrizione del principio: la sua applicazione.
In questo caso, secondo me i legislatori non si sono accollati l'onere di un'interpretazione preventiva del principio, che in quasi qualunque forma avrebbe fatto gridare allo scandalo attirando su se stessi l'accusa di essere ancorati alla vecchia percezione che si voleva superare.
Pertanto, i legislatori se ne sono lavati le mani: sono stati più realisti del re e hanno, semplicemente, trascritto il principio in legge.
Quali sono le conseguenze (inevitabili) di questa formulazione? Essenzialmente due
La prima è che enunciando un unico articolo gli devi associare un'unica pena che ovviamente prevede un minimo e un massimo che però siano dello stesso ordine grandezza: appunto da 6 a 12 anni, non da 6 giorni a 6 ergastoli.
Il risultato di ciò è che la pena minima diventa sproporzionata per il gesto minimo (la pacca che vediamo nel video), mentre la pena massima diventa insopportabilmente ridicola per il gesto più grave (per esempio, questo:
https://milano.corriere.it/notizie/...se-3cc0a8b8-5540-11ec-a055-cdf493ec5ac3.shtml )
La seconda conseguenza è che un principio è per sua natura stessa vago e dai contorni sfumati: in tribunale, per giudicare, ci vogliono fatti precisi e circostanziati. È così, in uno stato di diritto. Lasciando i contorni della legge sfumati, si offre un mare all'interno del quale muoversi per interpretare i fatti ed è illusorio pensare che così facendo si elimini il fuoco dai centimetri di penetrazione: semplicemente lo si sposta sul concetto di consenso.
È
esattamente all'interno di questo mare interpretativo che
inevitabilmente nasce la sentenza dei jeans (che, lo sottolineo,
indigna anche me): questa sentenza è possibile solo perché la legge è così volutamente ambigua.
È per questo che dico che secondo me questa legge, essendo "solo" la trascrizione del principio, andrebbe modificata. Come? Non lo so: non sta a me trascrivere un principio. Però, per farti capire, riferendomi ai due casi di questo messaggio (ristoratore e ragazze sul treno), la legge dovrebbe dire, secondo me, qualcosa del genere:
- pacca sul culo: due mesi di volontariato in un centro antiviolenza
- stupro sul treno: qui lascio alle donne stabilire una pena adeguata, ma va bene tutto fino all'ergastolo (all'americana: non modificabile, non all'italiana). Metto un limite solo sulla pena di morte: a quella sono contrario per principio.
Se la legge fosse tale da non lasciare libertà di interpretazione in casi chiarissimi come questi, per me sarebbe positivo anche dal punto di vista educativo, mentre invece così com'è la legge è addirittura controproducente da questo punto di vista perché con le contraddizioni che genera crea un clamore stratosferico per il ristoratore, con prese di posizione tipo questa
https://www.areanapoli.it/varie/cas...nne-in-solidarieta-al-molestatore_441789.html che vanno a banalizzare il problema, mentre invece distoglie attenzione dalla vicenda del treno: contate quanti talk show saranno dedicati questa sera a questo stupro e confrontate poi con quanti invece ne sono stati dedicati all'altra vicenda la settimana scorsa.
Se la legge fosse stata chiara, quelle 70 donne invece di andare a fare la cena di sostegno avrebbero detto al tizio:
"sei stato un coglione: vatti a fare due mesi di volontariato che ti fa solo bene".
Questo era quello che volevo dire: non so se ora sono stato chiaro. Più di così, non ci riesco, perdonatemi.
Ma la discussione direi che ha trasceso l'evento: io in questa discussione ho solo visto un cieco furore vendicativo, che posso anche capire.
Quello che sto leggendo è un caricare sulle spalle di quest'uomo tutte le motivazioni storiche, culturali, biologiche, ormonali e sociologiche della violenza sulle donne, nonché tutte le violenze rimaste impunite, passate e future:
abbiamo beccato un bastardo così coglione che non solo l'ha fatto ma l'ha fatto davanti alle telecamere: questo non ha nessuna possibilità di scamparsela. Pena dura senza pietà: pagherà per tutti e resterà a futura memoria per tutti i bastardi a venire.
Non è così che funziona la legge: questo tipo deve pagare per quello che ha fatto e basta.
Altrimenti per me è solo una riedizione di piazzale Loreto in cui però, in mancanza del duce o qualche altro gerarca di primo piano, si appende l'ultimo balilla entrato nella gioventù fascista. E non è bastato piazzale Loreto a sradicare il fascismo dalla società italiana.