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danny

Utente di lunga data
Hai una competenza che potresti usare.
Non ne hai interesse. Certamente c’è chi lo fa. Proporrà cose stranote a te, ma novità per giovani.
Non è spendibile, non è richiesta, non piace.
Ti porto un esempio musicale: oggi che fare una canzone come Musica è di Eros Ramazzotti sarebbe sconsigliato da qualsiasi discografico (e non stiamo parlando di un capolavoro assoluto).
Se vai su Spotify, anzi, conviene mettere il ritornello all'inizio, partire col botto (hai presente Eleonor Rigby o She loves you?), perché ti giochi l'ascolto nei primi secondi.
Un brano come Shine on you on crazy Diamond oggi non sarebbe degno di ambire a una playlist su Spotify.
Troppo lungo, le persone si annoiano e passano ad altro.
Abbiamo tanta offerta.
Le persone sono distratte.
 

danny

Utente di lunga data
Prova a guardarla in maniera positiva: hai un catalogo infinito a cui attingere per poi eventualmente approfondire.

La generazione dei nostri figli ha problemi enormi ad approfondire, non solo per disinteresse ma anche per mancanza di strumenti efficaci, da una parte abbiamo fallito noi a non riuscire a trasmettere alcuni concetti, dall'altra parte però possiamo provare a sfruttare al meglio cosa la rete offre
Sicuramente io sfrutto la rete, anche per lavoro.
E' più comodo, ma insegna a essere pigri.
Il problema è che non accade il contrario, ovvero che la rete stimoli la lettura.
E' un processo irreversibile.
Anche solo leggendo banalità come i forum su auto d'Epoca si trovano una marea di informazioni sbagliate o sostanzialmente inutili in quanto opinioni. Inizialmente mi divertivo a condividere informazioni traendo spunto dalle riviste d'epoca (dicendolo, ovviamente), poi ho capito che il gesto, poco compreso, sarebbe stato solo una goccia nel mare, quindi totalmente inutile.
Bradbury sostanzialmente era più ottimista.
Quando morirò tutte le riviste finiranno al macero.
Nessuno avrà più voglia di leggersele.
Non cambierò il mondo.
 

Marjanna

Utente di lunga data
La tipa del tuo link l’ho vista qualche volta, proposta tra i video di fb, i suoi contenuti di finti scherzi li trovo noiosissimi. Ma io non ho mai sopportato neanche i programmi televisivi di pseudo scherzi.
Certo che quella realtà rappresentata influenza il nostro immaginario e la percezione della realtà.
Come si sviluppa la mente sottoposta a questi stimoli è un altro argomento interessante e studiato.
Non volevo darti spiegazioni inutili trattandoti da sprovveduta.
È servito a me accennare a come funziona la pubblicità su Instagram perché me lo hai chiesto.
Mi pare che non fosse chiaro ad altri e che ne fossero incuriositi.
Del resto tu hai manifestato stupore e disapprovazione per chi si mostra mentre esce dalla doccia. Ma la pubblicità ha sempre mostrato chi fa la doccia. Ho cercato di spiegare come questo avvenga con un linguaggio, verbale, del corpo, situazionale, che mima il linguaggio e le situazioni amicali.
Non è tanto quello, di stupore e disapprovazione, è che culturalmente mi sembra poco come contenuto.
Le tecnologie avevano come dote, nella sua concezione di origine, di farci guadagnare tempo. Anche solo 15 minuti ogni mattina a scrollare questi contenuti, mi par tanto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Prova a guardarla in maniera positiva: hai un catalogo infinito a cui attingere per poi eventualmente approfondire.

La generazione dei nostri figli ha problemi enormi ad approfondire, non solo per disinteresse ma anche per mancanza di strumenti efficaci, da una parte abbiamo fallito noi a non riuscire a trasmettere alcuni concetti, dall'altra parte però possiamo provare a sfruttare al meglio cosa la rete offre
I giovani non pensano di fare ricerche in biblioteca, molti non hanno neppure la curiosità di conoscere ciò che riguarda il passato recente. Per noi è assurdo che sappiano poco o nulla delle due Germanie ( è un esempio di un evento conosciuto da tutti noi) ma perfino delle Torri Gemelle, sono passati più di vent’anni! Ma se vedono qualcosa nasce la curiosità e mi sembra naturale che il primo approccio sia superficiale.
 

danny

Utente di lunga data
I giovani non pensano di fare ricerche in biblioteca, molti non hanno neppure la curiosità di conoscere ciò che riguarda il passato recente. Per noi è assurdo che sappiano poco o nulla delle due Germanie ( è un esempio di un evento conosciuto da tutti noi) ma perfino delle Torri Gemelle, sono passati più di vent’anni! Ma se vedono qualcosa nasce la curiosità e mi sembra naturale che il primo approccio sia superficiale.
Quando hai accesso a tante informazioni (vedasi il caso musicale di Spotify) qualsiasi approccio diventa superficiale.
Un po' come se la vita fosse un perenne Speed Date.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è spendibile, non è richiesta, non piace.
Ti porto un esempio musicale: oggi che fare una canzone come Musica è di Eros Ramazzotti sarebbe sconsigliato da qualsiasi discografico (e non stiamo parlando di un capolavoro assoluto).
Se vai su Spotify, anzi, conviene mettere il ritornello all'inizio, partire col botto (hai presente Eleonor Rigby o She loves you?), perché ti giochi l'ascolto nei primi secondi.
Un brano come Shine on you on crazy Diamond oggi non sarebbe degno di ambire a una playlist su Spotify.
Troppo lungo, le persone si annoiano e passano ad altro.
Abbiamo tanta offerta.
Le persone sono distratte.
Verissimo che siamo distratti.
Infatti ci vuole un linguaggio diverso.

Sicuramente io sfrutto la rete, anche per lavoro.
E' più comodo, ma insegna a essere pigri.
Il problema è che non accade il contrario, ovvero che la rete stimoli la lettura.
E' un processo irreversibile.
Anche solo leggendo banalità come i forum su auto d'Epoca si trovano una marea di informazioni sbagliate o sostanzialmente inutili in quanto opinioni. Inizialmente mi divertivo a condividere informazioni traendo spunto dalle riviste d'epoca (dicendolo, ovviamente), poi ho capito che il gesto, poco compreso, sarebbe stato solo una goccia nel mare, quindi totalmente inutile.
Bradbury sostanzialmente era più ottimista.
Quando morirò tutte le riviste finiranno al macero.
Nessuno avrà più voglia di leggersele.
Non cambierò il mondo.
Guarda che anche sugli shampo c’è chi dice stupidate e chi spiega come funzionano.
Ognuno ha il suo target.

Non è tanto quello, di stupore e disapprovazione, è che culturalmente mi sembra poco come contenuto.
Le tecnologie avevano come dote, nella sua concezione di origine, di farci guadagnare tempo. Anche solo 15 minuti ogni mattina a scrollare questi contenuti, mi par tanto.
Non è vero. Trovi di tutto e con linguaggio diverso e che porta poi ad approfondimenti successivi, per chi vuole.
 

danny

Utente di lunga data
Guarda che anche sugli shampo c’è chi dice stupidate e chi spiega come funzionano.
Ognuno ha il suo target.
Sicuramente, ma l'approccio video è decisamente più passivo rispetto alla lettura (e alla ricerca) di un testo scritto.
Lo ritengo comunque generatore di pigrizia.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Aggiungo che anche quando parlo del forum a chi non lo frequenta mi guarda in modo eloquente e si capisce che pensa “credevo che fossi una persona intelligente, invece... “ 🤣
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sicuramente, ma l'approccio video è decisamente più passivo rispetto alla lettura (e alla ricerca) di un testo scritto.
Lo ritengo comunque generatore di pigrizia.
È un percorso diverso.
 

danny

Utente di lunga data
È un percorso diverso.
C'è la stessa differenza che esiste tra l'ascolto di un 45 giri, che compravi tu, ascoltavi a casa più volte, fin quasi a impararlo a memoria, e quello di una playlist su Spotify.
Si incamerano contenuti senza arrivare mai ad approfondirli, con un margine di rischio nell'abbandono dopo i primi secondi (per cui devi proporre qualcosa che impatti da subito per non perdere l'attenzione).
E se non approfondisci nulla, poco ti resta, ma sostanzialmente l'approccio con cui cresci non contribuisce a formare lo spirito critico.
Quindi, a che serve?
 

patroclo

Utente di lunga data
Sicuramente io sfrutto la rete, anche per lavoro.
E' più comodo, ma insegna a essere pigri.
Il problema è che non accade il contrario, ovvero che la rete stimoli la lettura.
E' un processo irreversibile.
Anche solo leggendo banalità come i forum su auto d'Epoca si trovano una marea di informazioni sbagliate o sostanzialmente inutili in quanto opinioni. Inizialmente mi divertivo a condividere informazioni traendo spunto dalle riviste d'epoca (dicendolo, ovviamente), poi ho capito che il gesto, poco compreso, sarebbe stato solo una goccia nel mare, quindi totalmente inutile.
Bradbury sostanzialmente era più ottimista.
Quando morirò tutte le riviste finiranno al macero.
Nessuno avrà più voglia di leggersele.
Non cambierò il mondo.
Ma adesso è tutto, o quasi, sulla rete ...è impensabile tornare indietro. Non è vero che la rete non è stimolante, ma noi abbiamo una mente "analogica" e ragioniamo in maniera diversa, se vuoi impropria e limitata. Impropria nel senso che ci da la possibilità di cercare quello che c'interessa scavalcando gli algoritmi che la rete ci offre, limitata perché certe possibilità non riusciamo a coglierle.
 

danny

Utente di lunga data
Ma adesso è tutto, o quasi, sulla rete ...è impensabile tornare indietro. Non è vero che la rete non è stimolante, ma noi abbiamo una mente "analogica" e ragioniamo in maniera diversa, se vuoi impropria e limitata. Impropria nel senso che ci da la possibilità di cercare quello che c'interessa scavalcando gli algoritmi che la rete ci offre, limitata perché certe possibilità non riusciamo a coglierle.
Io osservo l'approccio dei ragazzi, il metodo che apprendono oggi, e lo confronto con quello a cui necessariamente tutti, anche i più cialtroni, dovevano accedere qualche decennio fa.
Purtroppo i ragazzi diventano sempre più un contenitore, privati dello strumento che potrebbe fare di loro espressione di rinnovamento.
Diciamo che l'effetto è omologante: quando tu porti in rete tutto quanto tu diventi una parte della rete, per cui ne segui l'andamento.
L'approccio analogico non è un mio limite: per lavoro da decenni ormai uso strumenti on line.
L'editoria si misura da anni con queste nuove forme di comunicazione, in qualsiasi settore.
Le conseguenza sono una diminuzione dell'interesse degli utenti, costante nel tempo, e della professionalità degli operatori.
Io non leggo più riviste da anni perché sono diventate delle schifezze.
Ripeto: siamo nel mondo di Bradbury, ormai.
Questa che poteva diventare un'opportunità ormai ha assunto i tratti di un vero e proprio limite culturale ed evolutivo.
 

danny

Utente di lunga data
Porto un esempio:
approccio musicale di ieri.
Un compagno di classe ha 400 LP a casa. E' un appassionato di musica. Sull'argomento viene ritenuto un interlocutore sopra la media e gli amici lo sfruttano per farsi registrare le cassette. Lui promuove generi musicali, introducendo le novità, portando avanti il cambiamento.
approccio musicale di oggi:
ho Spotify e un milione di brani.
Ascolto quello che viene, e se non mi piace qualcosa passo alla canzone successiva.
Nessuna evoluzione.
Questo metodo riguarda ormai qualsiasi settore.
 

patroclo

Utente di lunga data
Porto un esempio:
approccio musicale di ieri.
Un compagno di classe ha 400 LP a casa. E' un appassionato di musica. Sull'argomento viene ritenuto un interlocutore sopra la media e gli amici lo sfruttano per farsi registrare le cassette. Lui promuove generi musicali, introducendo le novità, portando avanti il cambiamento.
approccio musicale di oggi:
ho Spotify e un milione di brani.
Ascolto quello che viene, e se non mi piace qualcosa passo alla canzone successiva.
Nessuna evoluzione.
Questo metodo riguarda ormai qualsiasi settore.
Ma mica è detto, come d'altronde all'epoca mica erano tantissimi ad avere collezioni strerminate di dischi, la maggior parte non andava oltre battisti o il dualismo beatles/rolling stones ...il "si stava meglio quando si stava peggio" lo prendi sempre troppo alla lettera
 

danny

Utente di lunga data
Ma mica è detto, come d'altronde all'epoca mica erano tantissimi ad avere collezioni strerminate di dischi, la maggior parte non andava oltre battisti o il dualismo beatles/rolling stones ...il "si stava meglio quando si stava peggio" lo prendi sempre troppo alla lettera
Difatti ancora oggi stiamo parlando di Beatles e Rolling Stones, non di Frah Quintale.
In realtà anche in casa dei miei, che non erano appassionatissimi di musica, trovavo centinaia di dischi, dalla classica alla leggera.
Io ho 32 giga di Mp3, ma quando mi stufo li cancello. Precarietà.
E' il metodo che è diverso: abbiamo molto di più, ma lo viviamo in maniera molto più superficiale, fregandocene.
Professionalmente parlando, porta a una consistente riduzione della professionalità e del numero di chi lavora nel settore.
E' lo stesso fenomeno che si osserva da anni nel mio settore: 30 anni fa lavorano un centinaio di persone per fare, degnamente e professionalmente, quello che può fare una sola persona, oggi, guadagnando un cazzo.
Io con Logic Pro ti posso fare una base, suonare trenta strumenti, mixare, chiudere col mastering, poi con Canva realizzare la copertina e distribuire sulle varie piattaforme.
In pratica da solo faccio quello che facevano musicisti, tecnici del suono, distributori, case discografiche, designer con un livello di profesisonalitò che io mi sogno.
Non è che si stava meglio quando si stava peggio: è semplicemente oggi tutto molto diverso.
L'approccio garantisce più opportunità per tutti, ma a fronte di quell'attimo di visibilità che ti garantisce hai molte meno garanzie di durare nel tempo o di guadagnare.
E comunque i Beatles sono eccezionali, ma se approcci Freddy Mercury o Michael Jackson hai compreso esattamente quello che intendo come professionalità ai massimi livelli nel pop/rock di massa, fenomeni irripetibili proprio perché non ci sono più le condizioni di partenza.
Oggi nei concerti degli artisti giovani spesso si usano le basi...
Esempio che vale per tutto il resto.
 
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danny

Utente di lunga data
Comunque, pensiamo alla capacità innovativa dei Beatles.
Le canzoni popolari erano sempre strutturalmente composte da strofa e ritornello con un accompagnamento musicale.
TI arrivano questi e mettono il ritornello all'inizio. Penso a una She loves You, nel 1964.
Una botta quel pezzo. Ti arrivava come una fucilata.
Oppure penso a un Morricone, con quelle intro che spaccavano e ti buttavano nel pezzo, raccontando tutt'altro.
Ormai ci abbiamo fatto l'orecchio, ma pensiamo a cosa dovevano pensare all'epoca ascoltando Morandi.
Ma anche un Celentano, con la sua 24.000 baci.
Magnifica: una intro pazzesca, e parte lui con un ritornello che ti resta impresso a lungo.
Celentano con i suoi pezzi era molto più destrutturato di tante canzoni di oggi.
Il ragazzo della via Gluck ha un ritornello modesto, e ciò che tutti ricordano di quel pezzo lo si trova nella strofa.
Mondo in Mi7 è praticamente tutto basato su un solo accordo.
Le innovazioni arrivano quando non esistono convenzioni, ma persone che le sanno accettare e promuovere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
C'è la stessa differenza che esiste tra l'ascolto di un 45 giri, che compravi tu, ascoltavi a casa più volte, fin quasi a impararlo a memoria, e quello di una playlist su Spotify.
Si incamerano contenuti senza arrivare mai ad approfondirli, con un margine di rischio nell'abbandono dopo i primi secondi (per cui devi proporre qualcosa che impatti da subito per non perdere l'attenzione).
E se non approfondisci nulla, poco ti resta, ma sostanzialmente l'approccio con cui cresci non contribuisce a formare lo spirito critico.
Quindi, a che serve?
Certamente non sono più i tempi degli incunaboli.
 

danny

Utente di lunga data
Certamente non sono più i tempi degli incunaboli.
Risposta scema.
Sintetizzo giusto perché stare a perdere tempo per risponderti articolatamente dopo averne perso altrettanto per scrivere diversi post che non hai cagato di striscio né capito non ha senso se interagisci così.
Bruciamo i musei e insegniamo ai bambini tutto attraverso le ragazzette di Instagram.
Che già hanno fatto abbastanza danni, eh.
Comunque è esattamente la dimostrazione di quello che intendo per superficialità del web.
Tutti i discorsi vanno esattamente e profondamente in vacca in questa maniera.
Nessuno riesce già ad approfondire e ad ascoltare, nemmeno con chi di certi argomenti ne sa qualcosa.
E chiudiamola qui, perché NON ha senso tentare di approndire qualsiasi argomento qui come su qualsiasi parte del web.
Parliamo di cazzate, dai.
Figa, tette, tartaruga ed estetica, col finale dei cazzi in chat. Le solite cose...
Il web inesorabilmente porta a questa deriva.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Risposta scema.
Sintetizzo giusto perché stare a perdere tempo per risponderti articolatamente non ha senso se interagisci così.
Bruciamo i musei e insegniamo ai bambini tutto attraverso le ragazzette di Instagram.
Che già hanno fatto abbastanza danni, eh.
Ho dato una risposta scema a una posizione rigida che dimostra che tu non sai immaginare che gli sviluppi possibili di ogni tecnologia o cambiamento culturale segue sempre strade impreviste. Esattamente come la novità dei Beatles è stata sottovalutata.
È evidente che la produzione culturale di massa, così come l’istruzione e la cultura deve abbassare il livello, se si rivolge a tutti.
Non puoi pensare alla tua limitata esperienza, come quella di tutti limitata, per valutare i cambiamenti. Il compagno con i 300 vinili lo avevi tu, io no.
Ma milioni di tuoi coetanei, non dico dei miei o dei genitori o nonni, non è che avevano un accesso alla cultura limitato come su Instagram i giovani o una esplorazione superficiale su internet. Milioni di persone in Italia, non andiamo a vedere nel mondo, non aveva accesso a niente. Un mio collega tuo coetaneo ha visto la prima macchina fotografica a 10 anni grazie agli zii che erano tornati al paese da Milano. Mi ha mostrato foto fatte male, ma che soprattutto denotano l’assoluta inconsapevolezza della propria immagine. Altro che approfondire! Non sapevano cosa fosse una biblioteca.
Tu hai avuto possibilità di approfondire i tuoi interessi che cent’anni prima sarebbero apparsi a chi era acculturato superficiali.
Lo scontro con te deriva dal fatto che, di qualsiasi cosa si parli, arrivi a una conclusione che viviamo tempi grami.
Non se ne può più!
 

danny

Utente di lunga data
È evidente che la produzione culturale di massa, così come l’istruzione e la cultura deve abbassare il livello, se si rivolge a tutti.
Evidente un paio di balle.
Stai facendo apologia della mediocrità, porcaccia la puttana della miseriaccia infame.:ROFLMAO::ROFLMAO:
A me non frega nulla di chi è ignorante, lo sarà ugualmente anche dopo aver letto quattro cagate sui social senza averne capito il senso.
E non me ne frega niente che la produzione di massa si abbassi di livello per andare a incontrare non si sa bene chi, visto che la massa continua ad ascoltare Beatles, Queen e Depeche Mode, cioè roba vecchia perché non apprezza quella nuova.
Mi fa cagare quest'epoca di perseguimento costante della mediocrità come obiettivo, che frustra chi ha qualche ambizione in più.
E' tutto terribilmente noioso, prima di tutto.
In seconda fase, qui non guadagna già un cazzo nessuno, con 'sta storia che dobbiamo abbassarci di livello progressivamente.
E ho spiegato anche perché.
Non ho citato Bradbury a caso.
PS La mia prima fotocamera è stata una Instamatic 33. Con 4 soldi fotografavi anche all'epoca.
La differenza alla base è sempre e solo l'interesse e la passione, con cui anche oggi come ieri puoi fare tutto, anche approfondire, leggendo e parlando con persone competenti, ciò che ti interessa.
Dopodiché, se vogliamo svaccare la discussione, a un cazzo mandato in chat preferisco un cazzo infilato nel posto giusto.
E' un esempio come tanti, ma che forse diventa più comprensibile di tante frasi per comprendere i limiti che sto cercando inutilmente di spiegare.
Ma poi, chi se ne frega, vivo bene lo stesso. Non è necessario proprio dover spiegare tutto.
Mannaggia a me quando cerco di parlare anche di qualcosa che non siano sempre le solite cose...
 
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