Un'altra ragazza scomparsa

Spettrale

Utente di lunga data
Certo. Però non è che chi non ha figli non capisce. La sensibilità non viene dalle gonadi.
Ci sono plurigenitori con la sensibilità e la comprensione di un geranio secco.
Sono d'accordo..
Ci sono genitori che si sentono tali..solo perché hanno partorito...
per tutto il resto...ci vuole il veterinario 🤣🤣🤣🤣🤣
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ho chiesto se gli uomini (e anche le donne) riconoscono che nella loro formazione di genere è entrata quella complicità tra pari che fa distinguere tra 1) quelle che te la danno (troiette, cagne, facili, popolari ecc a seconda del tempo e dei termini in uso nel contesto) molto apprezzate perché soddisfano le tue pulsioni 2) le stronze/troie che la danno, ma non a te 3) le gattemorte/profumiere che hanno il piacere del flirt, ma poi in fin dei conti non te la danno 3) quelle che ti fanno sentire che la danno solo a te e quindi potresti perfino sposarle 4) quelle che…
@Alphonse02 ha gentilmente risposto raccontando il suo percorso sentimentale in cui il sesso veniva fatto alla fine di un fidanzamento in cui ci si metteva alla prova. Ma ha delineato un mondo in cui nessuno faceva le distinzioni di cui sopra.
"... nel cuore aveva un volo di gabbiani, ma un corpo che aveva detto troppi sì, negli occhi la paura del domani, come un ragazzo me ne innamorai ..." (da "Anima Mia", 1973).

Non è che non esistessero quelle tipologie di ragazze, per noi maschietti: ne eravamo coscienti (sapevamo contare il numero degli accompagnatori che raggiungevano la meta e degli aspiranti che prendevano "buche") ma, sinceramente non ci soffermavamo sulla catalogazione sistematica, che piace tanto oggi.

In concreto, a che serve ? Non aumenta la chances di riuscirci.
E chi è così stupido da rilasciare quel tipo di informazioni ad altri competitors ? Poi, per svilire la reputazione di qualche ragazza ?

Certe valutazioni ce le tenevamo dentro. E' capitato che qualche amico si innamorasse di ragazze "facili" e nessuno ha aperto bocca.

Provarci o innamorarsi di una donna erano (e rimangono) questioni individuali, che non dovrebbero essere condivise (semmai solo con amici/he fidati/e). Non ne ho mai fatto oggetto di comunicazione ad amici o parenti.

Allora, si dà ragione a chi sostiene che prima di Internet e dei social media (almeno 30 anni fa) c'era molta più discrezione e più rispetto, verso l'altro sesso. E che adesso il modo di relazionarsi appare più sguaiato, volgare e, tutto sommato, svilente.
 

Brunetta

Utente di lunga data
"... nel cuore aveva un volo di gabbiani, ma un corpo che aveva detto troppi sì, negli occhi la paura del domani, come un ragazzo me ne innamorai ..." (da "Anima Mia", 1973).

Non è che non esistessero quelle tipologie di ragazze, per noi maschietti: ne eravamo coscienti (sapevamo contare il numero degli accompagnatori che raggiungevano la meta e degli aspiranti che prendevano "buche") ma, sinceramente non ci soffermavamo sulla catalogazione sistematica, che piace tanto oggi.

In concreto, a che serve ? Non aumenta la chances di riuscirci.
E chi è così stupido da rilasciare quel tipo di informazioni ad altri competitors ? Poi, per svilire la reputazione di qualche ragazza ?


Certe valutazioni ce le tenevamo dentro. E' capitato che qualche amico si innamorasse di ragazze "facili" e nessuno ha aperto bocca.

Provarci o innamorarsi di una donna erano (e rimangono) questioni individuali, che non dovrebbero essere condivise (semmai solo con amici/he fidati/e). Non ne ho mai fatto oggetto di comunicazione ad amici o parenti.

Allora, si dà ragione a chi sostiene che prima di Internet e dei social media (almeno 30 anni fa) c'era molta più discrezione e più rispetto, verso l'altro sesso. E che adesso il modo di relazionarsi appare più sguaiato, volgare e, tutto sommato, svilente.
Allora confermi che, nel tuo contesto amicale e sociale, la disponibilità delle ragazze era un elemento considerato, ma con educazione.
Non ti sfiora nemmeno ora che possa essere strano non considerare i maschi in base alla loro disponibilità?
 

Marjanna

Utente di lunga data
Ho chiesto se gli uomini (e anche le donne) riconoscono che nella loro formazione di genere è entrata quella complicità tra pari che fa distinguere tra 1) quelle che te la danno (troiette, cagne, facili, popolari ecc a seconda del tempo e dei termini in uso nel contesto) molto apprezzate perché soddisfano le tue pulsioni 2) le stronze/troie che la danno, ma non a te 3) le gattemorte/profumiere che hanno il piacere del flirt, ma poi in fin dei conti non te la danno 3) quelle che ti fanno sentire che la danno solo a te e quindi potresti perfino sposarle 4) quelle che…
@Alphonse02 ha gentilmente risposto raccontando il suo percorso sentimentale in cui il sesso veniva fatto alla fine di un fidanzamento in cui ci si metteva alla prova. Ma ha delineato un mondo in cui nessuno faceva le distinzioni di cui sopra.
Quando fai queste domande, che presumo sarebbero rivolte a capire le nuove generazioni di giovani, vai a indagare su risposte di persone che la loro gioventù se la sono lasciata alle spalle da un pezzo. Non sui giovani.
Detto questo personalmente non ho mai creduto a queste categorizzazioni, che sembrano una lista stilata da un ragazzino che passa in rassegna le ragazze presenti ad una festa. Una semplificazione efficace in un contesto da rimorchio, termini che comunque nel tempo sono stati espressi qui da persone intorno ai 50 anni, io ho forti dubbi che vi siano nei giovani, tanto più usando i termini dei cinquantenni.
Gatta morta l’ho sentito utilizzato per la prima volta in tv, riferito ad una concorrente nella prima edizione del Grande Fratello. Non sapevo neppure cosa significasse. Mai sentito prima, da nessuno, ne uomini ne donne.
Non ho mai sentito una donna, nel conoscere altre donne, o frequentarle in ambienti di studio o lavoro, usare di sua iniziativa il termine troia. Ho sentito tanti uomini usare il termine troia, quello si, e a fronte dei miei dubbi assicurarmi che ci sono le donne troie.
Comunque trovo che questa divisione di classifica sia poco rappresentativa delle nuove generazioni.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando fai queste domande, che presumo sarebbero rivolte a capire le nuove generazioni di giovani, vai a indagare su risposte di persone che la loro gioventù se la sono lasciata alle spalle da un pezzo. Non sui giovani.
Detto questo personalmente non ho mai creduto a queste categorizzazioni, che sembrano una lista stilata da un ragazzino che passa in rassegna le ragazze presenti ad una festa. Una semplificazione efficace in un contesto da rimorchio, termini che comunque nel tempo sono stati espressi qui da persone intorno ai 50 anni, io ho forti dubbi che vi siano nei giovani, tanto più usando i termini dei cinquantenni.
Gatta morta l’ho sentito utilizzato per la prima volta in tv, riferito ad una concorrente nella prima edizione del Grande Fratello. Non sapevo neppure cosa significasse. Mai sentito prima, da nessuno, ne uomini ne donne.
Non ho mai sentito una donna, nel conoscere altre donne, o frequentarle in ambienti di studio o lavoro, usare di sua iniziativa il termine troia. Ho sentito tanti uomini usare il termine troia, quello si, e a fronte dei miei dubbi assicurarmi che ci sono le donne troie.
Comunque trovo che questa divisione di classifica sia poco rappresentativa delle nuove generazioni.
Queste classificazioni le ho imparate qui.
E di ragazzi non ce ne sono.
 

Marjanna

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data

Marjanna

Utente di lunga data
Non hai mai notato classificazioni qui?
Che siano state scritte qui da adulti l’ho letto anche io, però non ho capito il collegamento con la violenza inflitta alla ragazza da un suo coetaneo di 22 anni, mi pareva si stesse parlando di quello pagine fa, e dei giovani in generale.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che siano state scritte qui da adulti l’ho letto anche io, però non ho capito il collegamento con la violenza inflitta alla ragazza da un suo coetaneo di 22 anni, mi pareva si stesse parlando di quello pagine fa, e dei giovani in generale.
No. Partendo dal fatto, ho cercato di portare verso una riflessione sulla idea di donne (e conseguenza di uomini) che si ha.
Non è che i giovani vengano fuori dal nulla.
@Alphonse02 ha detto che la sua è stata una esperienza educata.
La mia no. Io ho subito molestie è il catcalling nemmeno lo consideravo molestie. Sono stata apostrofata in vari modi e indipendentemente dal mio comportamento.
E, per me, non c’è cambiamento attuale. I ragazzini delle medie ancora adesso si permettono di insultare, ma soprattutto dividono le ragazzine secondo quella classificazione. E le canzoni trap di questo parlano.
Questo disprezzo che talvolta sfocia in odio per le femmine che rifiutano il maschio o che accettano altri maschi mi pare sempre lo stesso.
 

Marjanna

Utente di lunga data
No. Partendo dal fatto, ho cercato di portare verso una riflessione sulla idea di donne (e conseguenza di uomini) che si ha.
Non è che i giovani vengano fuori dal nulla.
@Alphonse02 ha detto che la sua è stata una esperienza educata.
La mia no. Io ho subito molestie è il catcalling nemmeno lo consideravo molestie. Sono stata apostrofata in vari modi e indipendentemente dal mio comportamento.
E, per me, non c’è cambiamento attuale. I ragazzini delle medie ancora adesso si permettono di insultare, ma soprattutto dividono le ragazzine secondo quella classificazione. E le canzoni trap di questo parlano.
Questo disprezzo che talvolta sfocia in odio per le femmine che rifiutano il maschio o che accettano altri maschi mi pare sempre lo stesso.
Devo ancora capire bene il collegamento però.

In parte mi trovo in accordo con quanto esprimi, che in qualche modo si formino delle "categorizzazioni", però il tutto emerge da quando gli ormoni portano a guardarsi come sessi diversi. Io a volte passo davanti ad una scuola media e quando vedo i ragazzini entrare o uscire (a volte rimango bloccata perchè tutti parcheggiano esattamente davanti l’entrata, manco avessero figli zoppi), ora, vedo dei bambini, eppure ricordo che quando ero io alle medie, non ci vedevamo come bambini, e le dinamiche spesso erano anche molto crude. A partire da quella età, si possono creare dei modi per diversificarsi, e un modo per capire il sesso opposto, può essere quello di creare una sorta di linee guida, per descrivere noi portatrici di sacre vagine :D
Poi crescendo certe classificazioni rimangono, ma dubito un padre ad esempio si metta a classificare la propria figlia come profumiera, poi ci sarà anche quello che vedendo un figlio soffrire per una morosa gli andrà a dire che stava con una zoccola, ma insomma... chi ha un minimo di testa poi capisce.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Devo ancora capire bene il collegamento però.

In parte mi trovo in accordo con quanto esprimi, che in qualche modo si formino delle "categorizzazioni", però il tutto emerge da quando gli ormoni portano a guardarsi come sessi diversi. Io a volte passo davanti ad una scuola media e quando vedo i ragazzini entrare o uscire (a volte rimango bloccata perchè tutti parcheggiano esattamente davanti l’entrata, manco avessero figli zoppi), ora, vedo dei bambini, eppure ricordo che quando ero io alle medie, non ci vedevamo come bambini, e le dinamiche spesso erano anche molto crude. A partire da quella età, si possono creare dei modi per diversificarsi, e un modo per capire il sesso opposto, può essere quello di creare una sorta di linee guida, per descrivere noi portatrici di sacre vagine :D
Poi crescendo certe classificazioni rimangono, ma dubito un padre ad esempio si metta a classificare la propria figlia come profumiera, poi ci sarà anche quello che vedendo un figlio soffrire per una morosa gli andrà a dire che stava con una zoccola, ma insomma... chi ha un minimo di testa poi capisce.
Troppi non capiscono.
Io mi domando come si formino le classificazioni. Cioè ho ben chiaro gli effetti degli ormoni, le pulsioni fortissime e le frustrazioni che le ragazzine possono causare ai ragazzini. Ho anche chiaro che chi è più aggressivo, quindi anche con più pulsioni, dato che tutto dipende dagli ormoni, è anche dominante sui coetanei.
Ma poi se l’esito anche da adulti è quella classificazione, la prendiamo come una puntuale descrizione o la rifiutiamo?
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Allora confermi che, nel tuo contesto amicale e sociale, la disponibilità delle ragazze era un elemento considerato, ma con educazione.
Non ti sfiora nemmeno ora che possa essere strano non considerare i maschi in base alla loro disponibilità?
Non ho difficoltà ad ammettere che nel contesto sociale in cui sono stato immerso, persino attuale, la disponibilità delle ragazze e delle donne è sempre stato un elemento di valutazione dal versante maschile.
Però, intendiamoci (la mia è anche la generazione che ha vissuto nell'adolescenza l'epocale rivoluzione del 1967-8), non più per una sorta di "infamità" dovuta all'atteggiamento di disponibilità sessuale in sé ("corpo che ha detto troppi sì") ma per una diffidenza (forse da chiamare, più correttamente, paura ancestrale) nell'accettare una disinvoltura femminile nei costumi (pur nel superamento del tabù della verginità) che suonava e suona come piena libertà (finanche volubilità) di scelta del partner, che si risolveva nel timore maschile di non affidabilità, non attitudine al mantenimento di una convivenza stabile.

A parziale discarico di questo atteggiamento maschilista, deprecabile quanto si vuole, ma presente nel subconscio, valga la notazione che, con il progressivo cammino di accettazione dell'equiparazione di genere (nel secolo scorso) un miglioramento c'è stato e, in aggiunta, è divenuta critica anche la valutazione della promiscuità dal lato maschile. Sempre in termini di attitudine a formare una famiglia.
Un cambiamento di opinione, dunque, nel senso di una "pari inaffidabilità", che permane nel perimetro del pre-concetto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non ho difficoltà ad ammettere che nel contesto sociale in cui sono stato immerso, persino attuale, la disponibilità delle ragazze e delle donne è sempre stato un elemento di valutazione dal versante maschile.
Però, intendiamoci (la mia è anche la generazione che ha vissuto nell'adolescenza l'epocale rivoluzione del 1967-8), non più per una sorta di "infamità" dovuta all'atteggiamento di disponibilità sessuale in sé ("corpo che ha detto troppi sì") ma per una diffidenza (forse da chiamare, più correttamente, paura ancestrale) nell'accettare una disinvoltura femminile nei costumi (pur nel superamento del tabù della verginità) che suonava e suona come piena libertà (finanche volubilità) di scelta del partner, che si risolveva nel timore maschile di non affidabilità, non attitudine al mantenimento di una convivenza stabile.

A parziale discarico di questo atteggiamento maschilista, deprecabile quanto si vuole, ma presente nel subconscio, valga la notazione che, con il progressivo cammino di accettazione dell'equiparazione di genere (nel secolo scorso) un miglioramento c'è stato e, in aggiunta, e è divenuta critica anche la valutazione della promiscuità dal lato maschile. Sempre in termini di attitudine a formare una famiglia.
Un cambiamento di opinione, dunque, nel senso di una "pari inaffidabilità", che permane nel perimetro del pre-concetto.
Però dobbiamo vederle queste cose e non considerarle giuste.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Troppi non capiscono.
Io mi domando come si formino le classificazioni. Cioè ho ben chiaro gli effetti degli ormoni, le pulsioni fortissime e le frustrazioni che le ragazzine possono causare ai ragazzini. Ho anche chiaro che chi è più aggressivo, quindi anche con più pulsioni, dato che tutto dipende dagli ormoni, è anche dominante sui coetanei.
Ma poi se l’esito anche da adulti è quella classificazione, la prendiamo come una puntuale descrizione o la rifiutiamo?
 

Brunetta

Utente di lunga data

Marjanna

Utente di lunga data
Dove l’hai pescato? 😂
Pillole di cinematografia italiana!
Vedi l’esito è che ti ci fai una risata 🤪

Il problema è quando pensi ci sia da ridere e qualcuno invece tira fuori coltelli.
Per questo non capisco il collegamento.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Pillole di cinematografia italiana!
Vedi l’esito è che ti ci fai una risata 🤪

Il problema è quando pensi ci sia da ridere e qualcuno invece tira fuori coltelli.
Per questo non capisco il collegamento.
È un film orrendo. Certamente andava incontro a un gusto del pubblico per …le tette. In mancanza di porno.
Concorre certamente come mille altre cose, ma è più uno specchio, di un elemento formativo.
 

Marjanna

Utente di lunga data
È un film orrendo. Certamente andava incontro a un gusto del pubblico per …le tette. In mancanza di porno.
Concorre certamente come mille altre cose, ma è più uno specchio, di un elemento formativo.
Vabè però il punto è che su certe cose ci siamo passati in tanti, e sappiamo bene che a volte le ferite di relazioni in quella età possono esserci, poi si cresce, si pensa al lavoro, alle bollette e la visione si allarga. Io leggendo qui i miei coetanei, più o meno, come già scritto in passato vedo per certi versi le stesse battute, lo stesso approccio, che osservavo da bambina nei "grandi". Anche considerando le diverse sfumature caratteriali, e chi è più riflessivo, chi più dolce, chi più superficiale. Non è una critica, o almeno non vorrebbe essere tale, è che mi pare proprio una fotocopia.
Si guarda ai giovani tentando di capire un mondo lontano, ma quel mondo eravamo noi.
E anzichè tendere una mano, un adulto capita si offenda per un post di una ragazza che ha perso la sorella, che pare l’unica a provare a dire qualcosa di sensato, in mezzo a tante frasi fatte. Qualcuno ha detto che è una ragazza matura, io non lo penso, la gente "matura" non si spenderebbe in parole per cambiare le cose.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Vabè però il punto è che su certe cose ci siamo passati in tanti, e sappiamo bene che a volte le ferite di relazioni in quella età possono esserci, poi si cresce, si pensa al lavoro, alle bollette e la visione si allarga. Io leggendo qui i miei coetanei, più o meno, come già scritto in passato vedo per certi versi le stesse battute, lo stesso approccio, che osservavo da bambina nei "grandi". Anche considerando le diverse sfumature caratteriali, e chi è più riflessivo, chi più dolce, chi più superficiale. Non è una critica, o almeno non vorrebbe essere tale, è che mi pare proprio una fotocopia.
Si guarda ai giovani tentando di capire un mondo lontano, ma quel mondo eravamo noi.
E anzichè tendere una mano, un adulto capita si offenda per un post di una ragazza che ha perso la sorella, che pare l’unica a provare a dire qualcosa di sensato, in mezzo a tante frasi fatte. Qualcuno ha detto che è una ragazza matura, io non lo penso, la gente "matura" non si spenderebbe in parole per cambiare le cose.
Ma io non credo che tutto sia fotocopia.
Forse sono immatura come Elena.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Ma io non credo che tutto sia fotocopia.
Forse sono immatura come Elena.
Elena è una ragazza giovane, che in qualche modo, in conseguenza di questa drammatica vicenda, si è trovata in mano il potere dei media, altrimenti i politici certo non avrebbero interesse a cosa lei scrive nei social. Per centralità di attenzione giornalistica le viene data parola, ma la sua parola non è quella del dottore, di qualche illustre figuro, e si vede. È fuori dagli schemi del potere.
Tu hai un altra età, non puoi essere come lei.
 
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