Certo, è così che vanno le cose, probabilmente nella maggior parte dei casi.
Ma si creano quelle "crepe" (cui faceva cenno
@twinpeaks) che possono segnare il modo di ragionare e di comportarsi nella vita adulta, con il rischio di divenire, anche a distanza di tempo, degli adulti disadattati.
Da quello che ho capito, la soluzione meno dannosa sarebbe quella di permettere ai figli di aprirsi e confidare le loro angosce e paure nell'immediatezza, possibilmente ad un adulto del quale si fidino (meglio se preparato professionalmente).
In questo senso, sarebbe da rivalutare e rendere istituzionale la presenza di uno psicologo (molto preparato) in ambiente scolastico. Ne parlavo giorni fa con mia figlia, che opera come docente in un liceo da alcuni anni.
So che in alcuni ambienti scolastici (per lo più parificati) si è istituito questo tipo di servizio tramite convenzioni con centri specializzati. Ho partecipato ad un paio di convegni ai quali sono stato invitato da addetti ai lavori.