Come farei senza Santa Subito?

Actorus

Utente di lunga data
Per concludere...
E' una grande donna, è equilibrata, sa usare la diplomazia in modo eccezionale.
Non so che cosa veda in me, a volte penso di non meritarla e il più delle volte la guardo dormire e mi struggo.
Ma la adoro e la faccio sentire amata e importante ogni giorno.
Ma so anche che lei è la pianta e io il simbionte, lei potrebbe vivere senza di me, io no.
Questa è la mia Kriptonite
Visto, delle volte è vero il detto : si chiude una porta e si apre un portone!
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Ci si accorge di vivere con grandi persone solo in queste occasioni eccezionali.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Alphonse02

Utente di lunga data
è abbastanza tipico. la nascita, la morte e la salute del nucleo familiare allargato la governano le donne, da sempre
Abbastanza, appunto. Direi pure, sempre meno.

Non è sempre così, adesso quelle donne "normali" cominciano a scarseggiare.
Per il semplice fatto che il senso della famiglia, l'orgoglio di essere la roccia sulla quale si poggia la costruzione delle relazioni familiari, il centro delle comunicazioni di parenti ed affini, il sicuro riferimento dei figli, sono tutti principi alquanto corrosi dall'esigenza di realizzazione personale, sia nella sfera lavorativa che sentimentale (e mettiamoci pure quella sessuale, che non guasta affatto).

Poi, va riconosciuto che le risorse caratteriali, fisiche nonché di tempo e disponibilità sono quelle che sono.
Per tutti, indipendentemente dal genere.
Se le impieghi per certe finalità, non ce n'è abbastanza per coprire tutte le altre.
Alla fine, è una questione di priorità, che ciascuno fissa per conto suo.

Ho visto donne moderne ed emancipate, nel Nord-Europa, reagire a quel tipo di disgrazie (che possono capitare a tutti) in modo pratico ed ego-referenziale, affidando al sistema di welfare il malato (anche per scarico di qualche residuo di coscienza) e pensando poi alle conseguenze per sé, a partire dai propri genitori figuriamoci quelli del partner, lo stesso dicasi per fratelli e sorelle.

La storia di una conoscente della mia compagna mi è rimasta impressa ...
Sposata con un marito manager, entrambi quarantenni, una figlia sui 6 anni. Lei stessa impegnata a fare carriera in una società di assicurazioni. Due ambiziosi, uniti dalla voglia di arrivare.
Al marito capita un "burn-out" sul piano lavorativo (forse pure in famiglia subiva qualche stress di troppo) e crolla psichicamente. Viene ricoverato in clinica specializzata, la moglie lo va a trovare e si informa sulle condizioni e prospettive presso il personale medico, si accerta di quelle che sono le possibilità di recupero (pure ai fini lavorativi, ecc.).
Fa le sue valutazioni, vende la macchina sportiva del marito (incassando il prezzo, come destinato al benessere della figlia) e presenta richiesta di divorzio, accolta rapidamente.
Si disfa di lui, trattandolo come un pacco postale ...
Pensa alla figlia ed al suo personale benessere.
Per quello che servono, altri uomini si trovano senza grandi difficoltà.
Non sono casi isolati, proprio no.

Un caso estremo ? Forse, ma fa pensare.
Perché è un atteggiamento umano sempre più diffuso e non ci puoi fare niente.
Solo prenderne atto.

Per quello che mi riguarda, quando i miei genitori si sono avvicinati alla fine, sia io che mio fratello ci siamo trovati soli, ci siamo rimboccati le mani e ci siamo dati da fare. Dividendoci tra vite professionali e vicinanza ed assistenza a nostro padre e nostra madre, alternandoci. Fino alla fine di entrambi. Mia figlia è stata di grande aiuto, e un po' le cugine. Le nostre compagne, neanche a parlarne ... ci sono gli ospedali, le cliniche, gli specialisti. Basta qualche visita (negli orari consentiti), il cellulare per fare gli auguri ed atti di presenza.
Poi, la forma viene rispettata: presenti ai funerali, accanto ai rispettivi compagni.

Se uno non capisse che, poverette, non è tanto colpa loro quanto quella dell'educazione. dell'ambiente sociale e della scala delle priorità (e dunque dei valori) nei quali si sono formate, confesso che d'istinto prevarrebbe la voglia di assestare solo dei bei calci in c.....

O altrimenti, mantenere le relazioni - finché durano - ripagando con egual moneta.
Triste, ma bisogna vivere con realismo.

(...)
E' una grande donna, è equilibrata, sa usare la diplomazia in modo eccezionale.
Non so che cosa veda in me, a volte penso di non meritarla e il più delle volte la guardo dormire e mi struggo.
Ma la adoro e la faccio sentire amata e importante ogni giorno.
Ma so anche che lei è la pianta e io il simbionte, lei potrebbe vivere senza di me, io no.
Questa è la mia Kriptonite
Trattala con molta riconoscenza e cura, come dici di fare, dandole tutta la considerazione che merita.
E' una donna "normale" ma che, nei fatti, è eccezionale.
Alla fine, sei stato fortunato nella vita e lo hai capito bene, perché hai sperimentato ben altre sensibilità, nella tua esperienza (da quello che ho capito leggendo la tua storia).
I valori (veri) di ogni persona si scoprono nel tempo.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Abbastanza, appunto. Direi pure, sempre meno.

Non è sempre così, adesso quelle donne "normali" cominciano a scarseggiare.
Per il semplice fatto che il senso della famiglia, l'orgoglio di essere la roccia sulla quale si poggia la costruzione delle relazioni familiari, il centro delle comunicazioni di parenti ed affini, il sicuro riferimento dei figli, sono tutti principi alquanto corrosi dall'esigenza di realizzazione personale, sia nella sfera lavorativa che sentimentale (e mettiamoci pure quella sessuale, che non guasta affatto).

Poi, va riconosciuto che le risorse caratteriali, fisiche nonché di tempo e disponibilità sono quelle che sono.
Per tutti, indipendentemente dal genere.
Se le impieghi per certe finalità, non ce n'è abbastanza per coprire tutte le altre.
Alla fine, è una questione di priorità, che ciascuno fissa per conto suo.

Ho visto donne moderne ed emancipate, nel Nord-Europa, reagire a quel tipo di disgrazie (che possono capitare a tutti) in modo pratico ed ego-referenziale, affidando al sistema di welfare il malato (anche per scarico di qualche residuo di coscienza) e pensando poi alle conseguenze per sé, a partire dai propri genitori figuriamoci quelli del partner, lo stesso dicasi per fratelli e sorelle.

La storia di una conoscente della mia compagna mi è rimasta impressa ...
Sposata con un marito manager, entrambi quarantenni, una figlia sui 6 anni. Lei stessa impegnata a fare carriera in una società di assicurazioni. Due ambiziosi, uniti dalla voglia di arrivare.
Al marito capita un "burn-out" sul piano lavorativo (forse pure in famiglia subiva qualche stress di troppo) e crolla psichicamente. Viene ricoverato in clinica specializzata, la moglie lo va a trovare e si informa sulle condizioni e prospettive presso il personale medico, si accerta di quelle che sono le possibilità di recupero (pure ai fini lavorativi, ecc.).
Fa le sue valutazioni, vende la macchina sportiva del marito (incassando il prezzo, come destinato al benessere della figlia) e presenta richiesta di divorzio, accolta rapidamente.
Si disfa di lui, trattandolo come un pacco postale ...
Pensa alla figlia ed al suo personale benessere.
Per quello che servono, altri uomini si trovano senza grandi difficoltà.
Non sono casi isolati, proprio no.

Un caso estremo ? Forse, ma fa pensare.
Perché è un atteggiamento umano sempre più diffuso e non ci puoi fare niente.
Solo prenderne atto.

Per quello che mi riguarda, quando i miei genitori si sono avvicinati alla fine, sia io che mio fratello ci siamo trovati soli, ci siamo rimboccati le mani e ci siamo dati da fare. Dividendoci tra vite professionali e vicinanza ed assistenza a nostro padre e nostra madre, alternandoci. Fino alla fine di entrambi. Mia figlia è stata di grande aiuto, e un po' le cugine. Le nostre compagne, neanche a parlarne ... ci sono gli ospedali, le cliniche, gli specialisti. Basta qualche visita (negli orari consentiti), il cellulare per fare gli auguri ed atti di presenza.
Poi, la forma viene rispettata: presenti ai funerali, accanto ai rispettivi compagni.

Se uno non capisse che, poverette, non è tanto colpa loro quanto quella dell'educazione. dell'ambiente sociale e della scala delle priorità (e dunque dei valori) nei quali si sono formate, confesso che d'istinto prevarrebbe la voglia di assestare solo dei bei calci in c.....

O altrimenti, mantenere le relazioni - finché durano - ripagando con egual moneta.
Triste, ma bisogna vivere con realismo.



Trattala con molta riconoscenza e cura, come dici di fare, dandole tutta la considerazione che merita.
E' una donna "normale" ma che, nei fatti, è eccezionale.
Alla fine, sei stato fortunato nella vita e lo hai capito bene, perché hai sperimentato ben altre sensibilità, nella tua esperienza (da quello che ho capito leggendo la tua storia).
I valori (veri) di ogni persona si scoprono nel tempo.
Io sono sempre stata dell'idea che si raccoglie ciò che si semina...la moglie di @Warlock a detta di lui ha un rapporto bellissimo con il padre di lui..se vuoi bene ad una persona ti viene naturale stargli accanto nei momenti difficili...io ho avuto un suocero con cui non c'è mai stato un buon rapporto...tutt'altro...avesse avuto bisogno lui io non ci sarei stata per coerenza...sempre detto a mio marito...va bene essere donne caritatevoli ma ipocrite anche no....
 

danny

Utente di lunga data
Abbastanza, appunto. Direi pure, sempre meno.

Non è sempre così, adesso quelle donne "normali" cominciano a scarseggiare.
Per il semplice fatto che il senso della famiglia, l'orgoglio di essere la roccia sulla quale si poggia la costruzione delle relazioni familiari, il centro delle comunicazioni di parenti ed affini, il sicuro riferimento dei figli, sono tutti principi alquanto corrosi dall'esigenza di realizzazione personale, sia nella sfera lavorativa che sentimentale (e mettiamoci pure quella sessuale, che non guasta affatto).

Poi, va riconosciuto che le risorse caratteriali, fisiche nonché di tempo e disponibilità sono quelle che sono.
Per tutti, indipendentemente dal genere.
Se le impieghi per certe finalità, non ce n'è abbastanza per coprire tutte le altre.
Alla fine, è una questione di priorità, che ciascuno fissa per conto suo.

Ho visto donne moderne ed emancipate, nel Nord-Europa, reagire a quel tipo di disgrazie (che possono capitare a tutti) in modo pratico ed ego-referenziale, affidando al sistema di welfare il malato (anche per scarico di qualche residuo di coscienza) e pensando poi alle conseguenze per sé, a partire dai propri genitori figuriamoci quelli del partner, lo stesso dicasi per fratelli e sorelle.

La storia di una conoscente della mia compagna mi è rimasta impressa ...
Sposata con un marito manager, entrambi quarantenni, una figlia sui 6 anni. Lei stessa impegnata a fare carriera in una società di assicurazioni. Due ambiziosi, uniti dalla voglia di arrivare.
Al marito capita un "burn-out" sul piano lavorativo (forse pure in famiglia subiva qualche stress di troppo) e crolla psichicamente. Viene ricoverato in clinica specializzata, la moglie lo va a trovare e si informa sulle condizioni e prospettive presso il personale medico, si accerta di quelle che sono le possibilità di recupero (pure ai fini lavorativi, ecc.).
Fa le sue valutazioni, vende la macchina sportiva del marito (incassando il prezzo, come destinato al benessere della figlia) e presenta richiesta di divorzio, accolta rapidamente.
Si disfa di lui, trattandolo come un pacco postale ...
Pensa alla figlia ed al suo personale benessere.
Per quello che servono, altri uomini si trovano senza grandi difficoltà.
Non sono casi isolati, proprio no.

Un caso estremo ? Forse, ma fa pensare.
Perché è un atteggiamento umano sempre più diffuso e non ci puoi fare niente.
Solo prenderne atto.

Per quello che mi riguarda, quando i miei genitori si sono avvicinati alla fine, sia io che mio fratello ci siamo trovati soli, ci siamo rimboccati le mani e ci siamo dati da fare. Dividendoci tra vite professionali e vicinanza ed assistenza a nostro padre e nostra madre, alternandoci. Fino alla fine di entrambi. Mia figlia è stata di grande aiuto, e un po' le cugine. Le nostre compagne, neanche a parlarne ... ci sono gli ospedali, le cliniche, gli specialisti. Basta qualche visita (negli orari consentiti), il cellulare per fare gli auguri ed atti di presenza.
Poi, la forma viene rispettata: presenti ai funerali, accanto ai rispettivi compagni.

Se uno non capisse che, poverette, non è tanto colpa loro quanto quella dell'educazione. dell'ambiente sociale e della scala delle priorità (e dunque dei valori) nei quali si sono formate, confesso che d'istinto prevarrebbe la voglia di assestare solo dei bei calci in c.....

O altrimenti, mantenere le relazioni - finché durano - ripagando con egual moneta.
Triste, ma bisogna vivere con realismo.



Trattala con molta riconoscenza e cura, come dici di fare, dandole tutta la considerazione che merita.
E' una donna "normale" ma che, nei fatti, è eccezionale.
Alla fine, sei stato fortunato nella vita e lo hai capito bene, perché hai sperimentato ben altre sensibilità, nella tua esperienza (da quello che ho capito leggendo la tua storia).
I valori (veri) di ogni persona si scoprono nel tempo.
Esattamente.
Io ho presente in generale molto di più una situazione come tu la descrivi che quella di Warlock.
 

danny

Utente di lunga data
Io sono sempre stata dell'idea che si raccoglie ciò che si semina...la moglie di @Warlock a detta di lui ha un rapporto bellissimo con il padre di lui..se vuoi bene ad una persona ti viene naturale stargli accanto nei momenti difficili...io ho avuto un suocero con cui non c'è mai stato un buon rapporto...tutt'altro...avesse avuto bisogno lui io non ci sarei stata per coerenza...sempre detto a mio marito...va bene essere donne caritatevoli ma ipocrite anche no....
È una visione consolatoria quella del merito.
Sì spera sempre di ottenere ciò che si è seminato, ma è una speranza che confligge con la situazione descritta da Alphonse.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
È una visione consolatoria quella del merito.
Sì spera sempre di ottenere ciò che si è seminato, ma è una speranza che confligge con la situazione descritta da Alphonse.
Ci sono anche persone menefreghista...io ho raccontato la mia esperienza...io aiuto volentieri le persone a cui tengo...non riesco a cambiare opinione su una persona nel momento del bisogno... più facile che aiuti uno sconosciuto piuttosto che della gente che se ne è sempre sbattuta di me o peggio ancora che mi ha fatto del male gratuito ...nel caso di @Warlock penso che il buon rapporto della sua compagna con il padre di lui sia stato la cosa predominante nel fare muovere lei.
 

spleen

utente ?
Di uno che quando ti svegli lo trovi che ti guarda 🫣😂
Come al solito bisogna spiegarvi tutto.
Quello che intendo io e credo anche @Warlock non è che uno si metta a fissarvi sbavando mentre state dormendo, o che si metta a fissarvi chissà in che modo, chissà per quali secondi fini libidinosi mentre avete gli occhi chiusi.
E' una sfumatura, uno sguardo che dura magari due secondi. Un notare il ciuffetto di capelli che vi si para sul viso quando siete distese con gli occhi chiusi, la piega piena del seno che fa capolino sottto il pigiama.
O magari al bar con gli amici, quando ridete e vi si illuminano gli occhi, quando siete accanto e posate una mano sulla spalla, quando state sedute davanti al televisore e fate quella espressione stupita da una notizia, quando al cinema vi appoggiate per un film commovente...

Voi volete essere "viste" e prendete in giro chi vi vede, chi pensa a voi, chi si accorge di voi e chi vi apprezza perchè gli state accanto.
E poi ve ne uscite con discorsi come sopra.
Preferite essere la carne da cannone dell' egoista di turno? Del machone che non deve chiedere mai? Del narcisista patologico che non vi distingue, nella sua testa dalla penultima fiamma?

Siete delle inzenzibbbili. 😁
 

danny

Utente di lunga data
Ci sono anche persone menefreghista...io ho raccontato la mia esperienza...io aiuto volentieri le persone a cui tengo...non riesco a cambiare opinione su una persona nel momento del bisogno... più facile che aiuti uno sconosciuto piuttosto che della gente che se ne è sempre sbattuta di me o peggio ancora che mi ha fatto del male gratuito ...nel caso di @Warlock penso che il buon rapporto della sua compagna con il padre di lui sia stato la cosa predominante nel fare muovere lei.
Sicuramente anche la scala di valori e la bontà d'animo di lei.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Abbastanza, appunto. Direi pure, sempre meno.

Non è sempre così, adesso quelle donne "normali" cominciano a scarseggiare.
Per il semplice fatto che il senso della famiglia, l'orgoglio di essere la roccia sulla quale si poggia la costruzione delle relazioni familiari, il centro delle comunicazioni di parenti ed affini, il sicuro riferimento dei figli, sono tutti principi alquanto corrosi dall'esigenza di realizzazione personale, sia nella sfera lavorativa che sentimentale (e mettiamoci pure quella sessuale, che non guasta affatto).

Poi, va riconosciuto che le risorse caratteriali, fisiche nonché di tempo e disponibilità sono quelle che sono.
Per tutti, indipendentemente dal genere.
Se le impieghi per certe finalità, non ce n'è abbastanza per coprire tutte le altre.
Alla fine, è una questione di priorità, che ciascuno fissa per conto suo.

Ho visto donne moderne ed emancipate, nel Nord-Europa, reagire a quel tipo di disgrazie (che possono capitare a tutti) in modo pratico ed ego-referenziale, affidando al sistema di welfare il malato (anche per scarico di qualche residuo di coscienza) e pensando poi alle conseguenze per sé, a partire dai propri genitori figuriamoci quelli del partner, lo stesso dicasi per fratelli e sorelle.

La storia di una conoscente della mia compagna mi è rimasta impressa ...
Sposata con un marito manager, entrambi quarantenni, una figlia sui 6 anni. Lei stessa impegnata a fare carriera in una società di assicurazioni. Due ambiziosi, uniti dalla voglia di arrivare.
Al marito capita un "burn-out" sul piano lavorativo (forse pure in famiglia subiva qualche stress di troppo) e crolla psichicamente. Viene ricoverato in clinica specializzata, la moglie lo va a trovare e si informa sulle condizioni e prospettive presso il personale medico, si accerta di quelle che sono le possibilità di recupero (pure ai fini lavorativi, ecc.).
Fa le sue valutazioni, vende la macchina sportiva del marito (incassando il prezzo, come destinato al benessere della figlia) e presenta richiesta di divorzio, accolta rapidamente.
Si disfa di lui, trattandolo come un pacco postale ...
Pensa alla figlia ed al suo personale benessere.
Per quello che servono, altri uomini si trovano senza grandi difficoltà.
Non sono casi isolati, proprio no.

Un caso estremo ? Forse, ma fa pensare.
Perché è un atteggiamento umano sempre più diffuso e non ci puoi fare niente.
Solo prenderne atto.

Per quello che mi riguarda, quando i miei genitori si sono avvicinati alla fine, sia io che mio fratello ci siamo trovati soli, ci siamo rimboccati le mani e ci siamo dati da fare. Dividendoci tra vite professionali e vicinanza ed assistenza a nostro padre e nostra madre, alternandoci. Fino alla fine di entrambi. Mia figlia è stata di grande aiuto, e un po' le cugine. Le nostre compagne, neanche a parlarne ... ci sono gli ospedali, le cliniche, gli specialisti. Basta qualche visita (negli orari consentiti), il cellulare per fare gli auguri ed atti di presenza.
Poi, la forma viene rispettata: presenti ai funerali, accanto ai rispettivi compagni.

Se uno non capisse che, poverette, non è tanto colpa loro quanto quella dell'educazione. dell'ambiente sociale e della scala delle priorità (e dunque dei valori) nei quali si sono formate, confesso che d'istinto prevarrebbe la voglia di assestare solo dei bei calci in c.....

O altrimenti, mantenere le relazioni - finché durano - ripagando con egual moneta.
Triste, ma bisogna vivere con realismo.



Trattala con molta riconoscenza e cura, come dici di fare, dandole tutta la considerazione che merita.
E' una donna "normale" ma che, nei fatti, è eccezionale.
Alla fine, sei stato fortunato nella vita e lo hai capito bene, perché hai sperimentato ben altre sensibilità, nella tua esperienza (da quello che ho capito leggendo la tua storia).
I valori (veri) di ogni persona si scoprono nel tempo.
Scusami, ma tu esprimi rancore per chi non si sente di prodigarsi in un lavoro di cura.
Pure per chi non conosci in modo profondo e ha divorziato da un marito in casa di cura psichiatrica.
Tra l’altro uno dei casi estremi, insieme a quello delle vedove bianche degli emigrati che non si facevano più vedere, era proprio quello di una persona con malattia psichiatrica a cui era inumano restare legati.
Certo era propaganda e la propaganda è sempre terra terra. Era terra terra anche quella contraria e faceva pensare a un uomo che si trovava una donna giovane e avrebbe potuto abbandonare moglie e magari figli.
Tu hai espresso il tuo pensiero in modo altrettanto grezzo. Solo che non c’è la giustificazione della propaganda.
Tu hai accudito tuo padre nel fine vita? Bravo.
Ma noi dovremmo avere un welfare che dia assistenza a tutti, anche chi figli e figlie non ne ha.
Poi percepisco anche strisciante una attribuzione della responsabilità del lavoro di cura alle donne. Il lavoro gratuito di cura a cui spontaneamente, senza alcuna riflessione, pensano tutti e tutte, quando c’è “bisogno“ è da estirpare.
Quante volte ho sentito colleghe dire che hanno avuto figli SOLE. Non erano single. Si riferivano al fatto che, emigrate al nord, non avevano la famiglia vicina e, di conseguenza, non avevano la mamma/nonna su cui far conto per accudire i figli. Non rispondevo, ma mi veniva da ridere. Chi immaginava avessi io? A parte che in tempi non sospetti, quando stava benissimo, mia madre aveva chiarito che non avrei dovuto fare conto su di lei per i miei figli, oggettivamente quando li ho avuti, con tutta la buona non sarebbe neppure stata in grado di occuparsene. I suoceri erano lontani dall’altra parte della città. Io comunque avrei scelto il nido. Ed è stata una esperienza bellissima per me e per miei figli.
Perché mai persone giovani dovrebbero appoggiarsi a chi giovane non è? Poi ci saranno ancora adesso nonni in buona salute che hanno piacere. Una mia amica l’ha fatto per pochi mesi, finché la nipotina non è entrata al nido, ma quando la piccola ha iniziato la frequenza, ha fatto festa, perché era estenuante.
E tu sei stato bravo con tuo padre. Ma era in casa o in una struttura? Non avevi preso personale? Sei robusto? Io ho avuto mio padre malato quando ero giovane, ma non ero in grado di sollevarlo, non avevo la forza e la tecnica. Se poi parliamo di lavarlo, so benissimo che mai avrebbe voluto. Sarebbe stata per lui una umiliazione inaccettabile.
Scusa ho voluto presentare un punto di vista diverso che non dà per scontato il lavoro di cura.
 

Etta

Utente di lunga data
io aiuto volentieri le persone a cui tengo...non riesco a cambiare opinione su una persona nel momento del bisogno... più facile che aiuti uno sconosciuto piuttosto che della gente che se ne è sempre sbattuta di me o peggio ancora che mi ha fatto del male gratuito ...
Idem.
 

Warlock

Utente di lunga data
Come al solito bisogna spiegarvi tutto.
Quello che intendo io e credo anche @Warlock non è che uno si metta a fissarvi sbavando mentre state dormendo, o che si metta a fissarvi chissà in che modo, chissà per quali secondi fini libidinosi mentre avete gli occhi chiusi.
E' una sfumatura, uno sguardo che dura magari due secondi. Un notare il ciuffetto di capelli che vi si para sul viso quando siete distese con gli occhi chiusi, la piega piena del seno che fa capolino sottto il pigiama.
O magari al bar con gli amici, quando ridete e vi si illuminano gli occhi, quando siete accanto e posate una mano sulla spalla, quando state sedute davanti al televisore e fate quella espressione stupita da una notizia, quando al cinema vi appoggiate per un film commovente...

Voi volete essere "viste" e prendete in giro chi vi vede, chi pensa a voi, chi si accorge di voi e chi vi apprezza perchè gli state accanto.
E poi ve ne uscite con discorsi come sopra.
Preferite essere la carne da cannone dell' egoista di turno? Del machone che non deve chiedere mai? Del narcisista patologico che non vi distingue, nella sua testa dalla penultima fiamma?

Siete delle inzenzibbbili. 😁
Non avrei saputo spiegarlo meglio
 

Brunetta

Utente di lunga data
Come al solito bisogna spiegarvi tutto.
Quello che intendo io e credo anche @Warlock non è che uno si metta a fissarvi sbavando mentre state dormendo, o che si metta a fissarvi chissà in che modo, chissà per quali secondi fini libidinosi mentre avete gli occhi chiusi.
E' una sfumatura, uno sguardo che dura magari due secondi. Un notare il ciuffetto di capelli che vi si para sul viso quando siete distese con gli occhi chiusi, la piega piena del seno che fa capolino sottto il pigiama.
O magari al bar con gli amici, quando ridete e vi si illuminano gli occhi, quando siete accanto e posate una mano sulla spalla, quando state sedute davanti al televisore e fate quella espressione stupita da una notizia, quando al cinema vi appoggiate per un film commovente...

Voi volete essere "viste" e prendete in giro chi vi vede, chi pensa a voi, chi si accorge di voi e chi vi apprezza perchè gli state accanto.
E poi ve ne uscite con discorsi come sopra.
Preferite essere la carne da cannone dell' egoista di turno? Del machone che non deve chiedere mai? Del narcisista patologico che non vi distingue, nella sua testa dalla penultima fiamma?

Siete delle inzenzibbbili. 😁
Ovviamente capisco l’amore e la tenerezza. La capivo meno quando era provata per me, quando mio padre o mia madre mi hanno fatto un paio di volte una foto quando dormivo “come un angioletto”. Quando vedevo la foto sviluppata mi infastidivo (oh niente da pedofili) perché non ero stata consapevole. Poi l’ho provato per i miei figli quando li ho visti abbandonati nel sonno e tanto belli, pure ora 😂, ma anche loro ne sono infastiditi.
L‘immagine di un compagno che ti fissa nella notte è inquietante e l’ho rilevata con umorismo, le faccine servono per questo per consentire a noi, non raffinati scrittori e frettolosi scriventi, di far capire che si scherza.
 

spleen

utente ?
Ovviamente capisco l’amore e la tenerezza. La capivo meno quando era provata per me, quando mio padre o mia madre mi hanno fatto un paio di volte una foto quando dormivo “come un angioletto”. Quando vedevo la foto sviluppata mi infastidivo (oh niente da pedofili) perché non ero stata consapevole. Poi l’ho provato per i miei figli quando li ho visti abbandonati nel sonno e tanto belli, pure ora 😂, ma anche loro ne sono infastiditi.
L‘immagine di un compagno che ti fissa nella notte è inquietante e l’ho rilevata con umorismo, le faccine servono per questo per consentire a noi, non raffinati scrittori e frettolosi scriventi, di far capire che si scherza.
Guarda che lo avevo capito.
Sennò mica vi davo delle inzenzibbili.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Scusami, ma tu esprimi rancore per chi non si sente di prodigarsi in un lavoro di cura.
Pure per chi non conosci in modo profondo e ha divorziato da un marito in casa di cura psichiatrica.
Tra l’altro uno dei casi estremi, insieme a quello delle vedove bianche degli emigrati che non si facevano più vedere, era proprio quello di una persona con malattia psichiatrica a cui era inumano restare legati.
Certo era propaganda e la propaganda è sempre terra terra. Era terra terra anche quella contraria e faceva pensare a un uomo che si trovava una donna giovane e avrebbe potuto abbandonare moglie e magari figli.
Tu hai espresso il tuo pensiero in modo altrettanto grezzo. Solo che non c’è la giustificazione della propaganda.
Tu hai accudito tuo padre nel fine vita? Bravo.
Ma noi dovremmo avere un welfare che dia assistenza a tutti, anche chi figli e figlie non ne ha.
Poi percepisco anche strisciante una attribuzione della responsabilità del lavoro di cura alle donne. Il lavoro gratuito di cura a cui spontaneamente, senza alcuna riflessione, pensano tutti e tutte, quando c’è “bisogno“ è da estirpare.
Quante volte ho sentito colleghe dire che hanno avuto figli SOLE. Non erano single. Si riferivano al fatto che, emigrate al nord, non avevano la famiglia vicina e, di conseguenza, non avevano la mamma/nonna su cui far conto per accudire i figli. Non rispondevo, ma mi veniva da ridere. Chi immaginava avessi io? A parte che in tempi non sospetti, quando stava benissimo, mia madre aveva chiarito che non avrei dovuto fare conto su di lei per i miei figli, oggettivamente quando li ho avuti, con tutta la buona non sarebbe neppure stata in grado di occuparsene. I suoceri erano lontani dall’altra parte della città. Io comunque avrei scelto il nido. Ed è stata una esperienza bellissima per me e per miei figli.
Perché mai persone giovani dovrebbero appoggiarsi a chi giovane non è? Poi ci saranno ancora adesso nonni in buona salute che hanno piacere. Una mia amica l’ha fatto per pochi mesi, finché la nipotina non è entrata al nido, ma quando la piccola ha iniziato la frequenza, ha fatto festa, perché era estenuante.
E tu sei stato bravo con tuo padre. Ma era in casa o in una struttura? Non avevi preso personale? Sei robusto? Io ho avuto mio padre malato quando ero giovane, ma non ero in grado di sollevarlo, non avevo la forza e la tecnica. Se poi parliamo di lavarlo, so benissimo che mai avrebbe voluto. Sarebbe stata per lui una umiliazione inaccettabile.
Scusa ho voluto presentare un punto di vista diverso che non dà per scontato il lavoro di cura.
Infatti...si da per scontato che le persone attorno siano li ad aspettare di aiutarci...io ho sempre avuto l'aiuto di mia mamma per le bimbe ma lo chiese lei di occuparsene...io mi ero attivata per il nido...per la seconda comunque mi feci aiutare da una babysitter perché per mia mamma due erano troppe da sostenere da sola...quello che volevo dire nel mio intervento è che l'aiuto deve venire dal cuore...non dal fatto che io sia la donna di casa e mi devo sobbarcare i problemi di salute di tutto il parentado...spesso sento parlare male di donne che non si sono volute occupare dei genitori o dei suoceri( gli uomini anche se spariscono nel momento del bisogno sono sempre giustificati) senza mai chiedersi il perché del loro comportamento...ripeto...io per le persone a cui tengo ci sarò sempre e mi farò in quattro per non fare mancare niente ma questo indipendentemente dal fatto che sono una donna...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Guarda che lo avevo capito.
Sennò mica vi davo delle inzenzibbili.
L’ho letto.
Però dopo aver descritto una serie di momenti di tenerezza. Ho risposto a quello.
I miei figli ogni tanto sono in imbarazzo. Non sempre lo esprimo. Anche perché altrimenti passerei ogni momento con loro a fare elogi e so che è fastidioso.
 
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