Uno su tre.

Jim Cain

Utente di lunga data


Se smantelli scientemente da più di trent'anni a questa parte l'istruzione pubblica, per dare vita alla scuola-azienda sostituendo ai temi i test a crocette (come per l'Invalsi) non possono che essere questi i risultati.
 

spleen

utente ?
Per la verità, leggendo l'articolo sembra che i peggiori in assoluto siano i 55-65enni, dunque sembra una faccenda di funzionamento cronica.

Ma non preoccupiamoci, tra poco arriva l'intelligenza artificiale e non servirà più nessun esame....:cool:
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
mah, dalle medie uscivano dei semi analfabeti anche 35-40 anni fa
 

Delfi1999

Utente di lunga data


Se smantelli scientemente da più di trent'anni a questa parte l'istruzione pubblica, per dare vita alla scuola-azienda sostituendo ai temi i test a crocette (come per l'Invalsi) non possono che essere questi i risultati.
E' quello che sostengo da tanto tempo.
 

Brunetta

Utente di lunga data


Se smantelli scientemente da più di trent'anni a questa parte l'istruzione pubblica, per dare vita alla scuola-azienda sostituendo ai temi i test a crocette (come per l'Invalsi) non possono che essere questi i risultati.
Non capisco lo stupore.
Nella tua città i vecchi (non dico i tuoi genitori) parlano italiano?
 

Brunetta

Utente di lunga data


Se smantelli scientemente da più di trent'anni a questa parte l'istruzione pubblica, per dare vita alla scuola-azienda sostituendo ai temi i test a crocette (come per l'Invalsi) non possono che essere questi i risultati.
Comunque le competenze che mancano a cui si riferisce la ricerca (condizione presente da decenni e non capisco lo stupore *) sono di comprensione, non di produzione e non si risolverebbe con il ritorno a metodologie “tradizionali“ che hanno solo mantenuto sacche di abbandono scolastico e di analfabetismo di ritorno.

*siamo un paese che è arrivato al dopoguerra con percentuali di analfabeti spaventosi, rispetto agli altri paesi europei. E la scuola non è riuscita a colmare se non in misura limitata questo problema.
 

Marjanna

Utente di lunga data


Se smantelli scientemente da più di trent'anni a questa parte l'istruzione pubblica, per dare vita alla scuola-azienda sostituendo ai temi i test a crocette (come per l'Invalsi) non possono che essere questi i risultati.
Beccatevi il testo integrale allora 😆
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Non capisco lo stupore.
Nella tua città i vecchi (non dico i tuoi genitori) parlano italiano?
Non è stupore, un semplice (e grave) dato di fatto.

Per rispondere alla tua domanda, nella mia città la gran parte delle persone anziane parlano certamente italiano, ovviamente - come dappertutto - in alcuni casi con una cadenza locale più o meno marcata.

Negli anni ho notato che mentre in passato anche i soggetti meno fortunati si sforzavano di parlare in italiano e cercavano di parlare in dialetto il meno possibile (forse perché si vergognavano), adesso l'uso del dialetto non è più visto come qualcosa di cui vergognarsi.

In alcuni casi cent'anni di alfabetizzazione non hanno sortito grandi risultati.
 
Ultima modifica:

Jim Cain

Utente di lunga data
Per la verità, leggendo l'articolo sembra che i peggiori in assoluto siano i 55-65enni, dunque sembra una faccenda di funzionamento cronica.

Ma non preoccupiamoci, tra poco arriva l'intelligenza artificiale e non servirà più nessun esame....:cool:
Se sento parlare molti ragazzi tra i 15 e i 20 anni e li paragono ai coetanei degli anni 80 e 90 mi si accappona la pelle.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è stupore, un semplice (e grave) dato di fatto.

Per rispondere alla tua domanda, nella mia città la gran parte delle persone anziane parlano certamente italiano, ovviamente - come dappertutto - in alcuni casi con una cadenza locale più o meno marcata.

Per rispondere alla tua domanda, che esula dal post, negli anni ho notato che mentre in passato anche i soggetti meno fortunati si sforzavano di parlare in italiano e cercavano di parlare in dialetto il meno possibile (forse perché si vergognavano), adesso l'uso del dialetto non è più visto come qualcosa di cui vergognarsi.

In alcuni casi cent'anni di alfabetizzazione non hanno sortito grandi risultati.
Io ho verificato ovunque che a livello sociale basso, corrisponde bassa scolarizzazione e bassa comprensione del testo.
È una constatazione, non un giudizio.
Certamente era un compito difficile dare competenze a tutti. Non ha funzionato ovunque.
Basta vedere i dati aggregati per regione.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Io ho verificato ovunque che a livello sociale basso, corrisponde bassa scolarizzazione e bassa comprensione del testo.
È una constatazione, non un giudizio.
Certamente era un compito difficile dare competenze a tutti. Non ha funzionato ovunque.
Basta vedere i dati aggregati per regione.
Diciamo che è più grave adesso di quarant'anni fa ?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Diciamo che è più grave adesso di quarant'anni fa ?
Non lo so.
I dati relativi all’analfabetismo totale sono confortanti.
L’analfabetismo funzionale è più difficile da debellare perché l’ interferenza dei social contestualmente a contenuti più complessi, che fanno riferimento a conoscenze pregresse, rendono i testi più difficili.
In televisione vi è stato un rinnovato spirito pedagogico che propone come gioco il significato delle parole. Dai vari giochi constatiamo non conoscenza di parole che di erano d’uso comune cinquant’anni fa, ma cinquant’anni fa non sarebbero state comprese parole ora di uso comune.
Per la mia esperienza di prove INVALSI posso dire che sono stati proposti testi, anche di fiabe, che un tempo non avrebbero suscitato le stesse difficoltà che presentano ora. Per esempio aia, guardacaccia o pozzo erano cose conosciute da tutti i bambini, ora no.
Non conosco le prove che sono state proposte agli adulti.
Credo che tutti vediamo sui social persone che non capiscono i testi.
 

ologramma

Utente di lunga data
Per la verità, leggendo l'articolo sembra che i peggiori in assoluto siano i 55-65enni, dunque sembra una faccenda di funzionamento cronica.

Ma non preoccupiamoci, tra poco arriva l'intelligenza artificiale e non servirà più nessun esame....:cool:
Sai che sto usando per cose generiche ,questa famosa intelligenza artificiale.
Domando è lei mi risponde e dà molti consigli su ogni argomento, non è malvagia è anche modesta perché se ti dà consigli su dieta , problemi articolari prima te li dà ma poi ,dico io paracula, dovresti interpellare un medico ,un fisiatra un dietista dicendo che devi essere seguito perché ogni persona ha il suo adattamento😭.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
La Statistica, poesia di Trilussa

Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.

Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.

Er compagno scompagno:
Io che conosco bene l'idee tue
so' certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni.
No, no - rispose er Gatto senza core -
io non divido gnente co' nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno
,
ma quanno magno so' conservatore.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Quindi in 35-40 non si sono fatti grandi passi avanti, il che mi pare grave.
E' grave che non ci sia un riconoscimento (economico) di chi si impegna negli studi.
Se ci pensi una volta i genitori spronavano i figli nello studio affinche avessero una vita migliore della loro.
Oggi pet mettere a posto gli scaffali al supermercato ti chiedono la laurea.
E fortemente svalutata l'istruzione.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Non lo so.
I dati relativi all’analfabetismo totale sono confortanti.
L’analfabetismo funzionale è più difficile da debellare perché l’ interferenza dei social contestualmente a contenuti più complessi, che fanno riferimento a conoscenze pregresse, rendono i testi più difficili.
In televisione vi è stato un rinnovato spirito pedagogico che propone come gioco il significato delle parole. Dai vari giochi constatiamo non conoscenza di parole che di erano d’uso comune cinquant’anni fa, ma cinquant’anni fa non sarebbero state comprese parole ora di uso comune.
Per la mia esperienza di prove INVALSI posso dire che sono stati proposti testi, anche di fiabe, che un tempo non avrebbero suscitato le stesse difficoltà che presentano ora. Per esempio aia, guardacaccia o pozzo erano cose conosciute da tutti i bambini, ora no.
Non conosco le prove che sono state proposte agli adulti.
Credo che tutti vediamo sui social persone che non capiscono i testi.
Con i social ormai tutto e diventato visivo, i testi vengono riportati attraverso "chiacchiere", io a volte tolgo l'audio e leggo i sottotutoli(quando ci sono) perche non capisco quello che dicono.
Eh lo so l'eta' fa brutti scherzi
 

ologramma

Utente di lunga data
E' grave che non ci sia un riconoscimento (economico) di chi si impegna negli studi.
Se ci pensi una volta i genitori spronavano i figli nello studio affinche avessero una vita migliore della loro.
Oggi pet mettere a posto gli scaffali al supermercato ti chiedono la laurea.
E fortemente svalutata l'istruzione.
Non è svalutata ma la mancanza di impiego per chi o si diploma o si laurea ne fa ,da molti anni ,la situazione .
Cioè io bminsono diplomato in una materia scientifica ,eravamo i primi cinquecentomila disoccupati in Italia ,erano gli anni 70 e con il tempo non è andato meglio.
Esempio ma anche altri mio coetanei diplomato in un istituto tecnico industriale ,pensa lo presero in una azienda come ragioniere , ah mettiamoci anche che nel mio periodo bisognava avere la famosa raccomandazione.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Non è svalutata ma la mancanza di impiego per chi o si diploma o si laurea ne fa ,da molti anni ,la situazione .
Cioè io bminsono diplomato in una materia scientifica ,eravamo i primi cinquecentomila disoccupati in Italia ,erano gli anni 70 e con il tempo non è andato meglio.
Esempio ma anche altri mio coetanei diplomato in un istituto tecnico industriale ,pensa lo presero in una azienda come ragioniere , ah mettiamoci anche che nel mio periodo bisognava avere la famosa raccomandazione.
In chr senso mancanza di impegno
 

Alphonse02

Utente di lunga data
In chr senso mancanza di impegno
La mancanza alla quale fa riferimento @ologramma concerne l'impiego, cioè (come l' interpreto io), la grande difficoltà al termine degli studi di sbocco sul mercato del lavoro.
E qui, il lapsus del correttore automatico di @Ginevra65 in realtà può essere azzeccato.
C'è stata molta mancanza di impegno (nella classe politica e nelle famiglie) nel fare corrispondere il bagaglio di conoscenze acquisite dai giovani al termine degli studi all'attività lavorativa che si è trovata in concreto (sì, molto spesso attraverso il sistema delle raccomandazioni). Aggiungo alla mia personale analisi, che complice di quella mancanza di impegno del sistema politico e delle famiglie è stata anche la mancanza di una qualsiasi integrazione sistematica tra studio e lavoro, che è stata (ed è) cruciale in altri sistemi educativi dell'Europa settentrionale.

Noi italiani dal dopoguerra (anni '50 del XX secolo) siamo andati avanti nell'opera di ricostruzione in modo improvvisato.
Chi poteva (grazie alle famiglie) studiava ma non esisteva un sostegno di orientamento al lavoro in funzione del corso di studi intrapreso. Non parliamo di qualsiasi orientamento alla scelta del corso degli studi.

Certo, dovevamo preoccuparci della grande analfabetizzazione di larghi strati socialmente bassi della popolazione e ci siamo concentrati su quello, senza avere una visione strategica di largo respiro nel ridisegnare il sistema educativo nazionale in modo integrato con la società industriale che si stava costruendo. Un'occasione che è stata persa, IMO.

L'analfabetizzazione di base era diffusa, l'ho vista di persona in Italia ancora dopo quasi 40 anni dalla fine della seconda guerra mondiale.

Ricordo al centro di addestramento di leva nel Piemonte, dove il mio scaglione (maschi nati a cavallo degli anni '50 e '60) era composto da 620 reclute in gran parte provenienti dall'Italia Centro Meridionale e dalle Isole. Tra le quali reclute c'erano 1 laureato (chi scrive), 17 studenti universitari e 602 ragazzi che, in parte consistente avevano solo la licenza media inferiore o non avevano completato gli studi medi superiori (liceo, istituti professionali).
E, con mia avvilita sorpresa, non mi capacitavo di come tanti di quei commilitoni mi venissero a chiedere aiuto per scrivere brevi messaggi sulle cartoline (non lunghe lettere) alla famiglia o alla fidanzata. E mi raccontavano le loro storie ...

Poi, in altro intervento dirò cosa penso sulla attendibilità di rilevamenti statistici che sono basati su categorie di valutazione che mal si applicano alla popolazione di un paese che è ancora in dissonanza intellettuale rispetto al sistema educativo anglo-sassone e nord-europeo, che è dominante nel mondo del lavoro moderno.
 
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