Ci ho pensato (anche perché gli elementi non mi mancano) ma questo presuppone una decisione del minore che creerebbe ulteriori tensioni.
E non sono sicuro che nostro figlio sceglierebbe di stare con me, nonostante il clima che a volte si crea.
L'alternativa sarebbe sottoporre la questione al giudice della separazione ma dubito fortemente che, senza la volontà espressa del minore, si potrebbe giungere ad un risultato di quel tipo.
Peraltro, non sarebbe il minore che si trasferisce armi e bagagli dal padre ma, al limite, sarebbe la madre a dover cedere il posto di genitore collocatario.
Per carità, non conosco la situazione delle relazioni del minore con i genitori e, dunque, ogni previsione ha il valore di una estrapolazione. L' ho ritenuto un caveat implicito.
La relazione del maschio adolescente con la madre conta parecchio nella fase di crescita e formazione caratteriale. Con qualche diversità, succede anche a generi invertiti (femmina adolescente con padre). È un momento formativo della identità del giovane, compresa l'emersione dei connotati sessuali, dove si verifica naturalmente un contraddittorio nell' ambito familiare con le figure di riferimento.
È stata una delle ragioni che mi hanno indotto a rimanere nella coppia (ormai definitivamente saltata) per vivere quel momento di crescita della figlia. Per come sono andate le cose, è stata una mia scelta che è risultata azzeccata. Posso dire che ne è valsa la pena...
Vi sono dei dati derivanti dalla mia esperienza (vissuta e/o osservata) che mi sono sembrati ricorrenti nella tua vicenda.
Sul piano formale certamente il cambio di collocazione del minore va consacrato in sede giudiziale. Questo avviene quando nei fatti è già maturata la scelta del minore, però. Il giudice sancisce un fenomeno già realizzato, se i genitori sono intelligenti nel capire i rispettivi ruoli ed hanno a cuore il benessere dell' adolescente.
Il ruolo genitoriale è una delle prove più difficili da svolgere, lo si comprende appieno molto più avanti nella vita. Diciamo a cose fatte, quando si può fare più poco o niente per il/la figlio/a divenuto/a adulto/a.
Forse, solo stargli vicino.
Il fatto che frequenti o meno altri uomini non mi sembra rilevante.
Semplicemente, sul piano relazionale è un elemento che agevola (trigger) la scelta del minore, ove veda nel genitore non collocatario una disponibilità ad accoglierlo.