Concordo su questa tua ultima affermazione. Secondo te sarebbe stato più rispettoso sentirsi dire: "sto pensando ad un altro"? "sto pensando che potrei stare bene con un altro"? Forse si. Forse "dopo" l'eventuale prova potrebbe rimanere di più di quello che c'era...
So perfettamente che quasi nessuno condivide il fatto di essere in tentazione di tradire con il partner. Richiede coraggio e volontà di confrontarsi.
Dando per scontato che si passi il confine della fedeltà, mi sembra che il rispetto sia ridotto a ben poca cosa. Certo, c'è pure che si sostiene che tradire con molta discrezione sia una forma di rispetto, non vuoi creare dolore e problemi.
Allora diciamo che ciascuno ha una propria concezione del rispetto. Come anche di amore, ecc.
Io credo che tradire sia mancanza di rispetto per l'altro in sé, ma esiste comunque una graduatoria di gravità. Che conta parecchio se si vuole cercare di ricostruire una relazione di coppia. Nel senso che se il tradimento è stato occasionale e non ripetuto, è molto meno grave di chi compie tradimenti occasionali a catena o instaura una relazione extra vera e propria che si trascina nel tempo.
Poi, ogni situazione è unica, per l'originalità del contesto ambientale e per la personalità dei protagonisti. Ognuno può raccontare la propria esperienza ed i convincimenti che si è formato e li mette qui a disposizione per dibatterli, non per imporre conclusioni.
Senza farti cercare nei vecchi post, quando ho scoperto il tradimento di mia moglie, mi sono allontanato immediatamente per farmi passare la rabbia per alcuni giorni. Poi, quando ho ragionato più freddamente ho chiesto alla moglie se volesse troncare la relazione extra. Alla sua risposta negativa (si era innamorata) ho ritenuto di separarmi (consensualmente) per rispetto nei suoi confronti (altrimenti avrei fatto la sep. giudiziale) e per riprendermi la mia libertà. Da quel momento ho considerato finito il matrimonio, rimaneva solo una figlia come grande dono della vita.
Dopo 7/8 mesi di separazione è stata mia moglie a tornare da me e chiedere di rimetterci insieme. Non ha rinnegato la sua esperienza né chiesto perdono. Ho accettato la sua offerta (non ho dichiarato alcun perdono, peraltro non richiesto) ma ho inteso superare la parentesi matrimonio ormai concluso, ripartendo su basi diverse e chiarendo che era un tentativo onesto (che richiedeva impegno da entrambi) ma senza garanzie di riuscita.
Come in tante storie simili, l'entusiasmo del traditore per il ripristino della coppia dura un certo tempo (meno di un anno, nel mio caso), dopo si entra in una palude di crisi dalla quale non si riesce ad uscire (entrambi i partners sono scontenti). A quel punto (due anni) sono uscito definitivamente dalla nuova coppia che avevamo cercato di formare, senza successo.
Avevi chiesto "
Come si fa a non farsi cambiare da questa botta". Ecco, ti ho esposto la mia vicenda. Si cambia, in ogni caso. Non ti illudere che si torna come prima, non esiste e te lo hanno scritto tanti altri. Non è detto che cambiare sia una conseguenza negativa, però. L'importante è non piangersi addosso ma reagire.
Ah ... concludo. Mi sono rifatto una vita e sono ancora insieme alla mia nuova compagna da oltre venti anni.