AI - Copilot

Brunetta

Utente di lunga data
Tra l'altro, come ci insegnano Mary Shelley o Danny in versione caosologo in Jurassic Park, basta un sistema complesso a essere potenzialmente in grado di sfuggire al controllo del suo creatore facendo danni imprevedibili, non è neanche necessaria un'intelligenza superiore.
Adesso è tutto sotto controllo? 🧐
 

Brunetta

Utente di lunga data

Marjanna

Utente di lunga data

 

Brunetta

Utente di lunga data

danny

Utente di lunga data
In realtà in un libro che ho letto c'è scritto che Lee Sedol, il più grande giocatore di Go del mondo, si è ritirato dopo avere perso con un programma di ai.
Non vedeva più il senso di giocare, visto che si era reso conto di giocare contro un'entità imbattibile.
Sul piano filosofico, il rischio dell'intelligenza artificiale è di svuotare di senso la nostra intelligenza e non siamo pronti a vivere un passaggio del genere.
L'ultima tua frase è molto, molto interessante.
Hai ragione, sarebbe un tema su cui riflettere.

Adoro quel film, ma penso che tantissime persone non percepiscano la portata potenziale delle questioni che si porta dietro l'ai, che non è una tecnologia come un'altra.
premesso che perdere il lavoro, perché una macchina lo fa meglio di me, non mi sembrerebbe già una cosa da poco.
Ma, in ogni caso, il superamento delle capacità cognitive dell'essere umano, che non è più un'ipotesi remota, non può che condurre a una ridefinizione dell'umano, a una messa in discussione del ruolo che l'essere umano ha sempre attribuito a sé stesso. E' una questione antropologica, su cui persone ben più qualificate di me si stanno interrogando.
Hai ragione.
Io stesso quando ho visto che una voce AI può cantare meglio di me e si possono scrivere canzoni con la AI ho visto crollare il mio entusiasmo nel farlo.
Mi sto preoccupando anche per la scelta universitaria di mia figlia, medicina, un'attività dove l'AI entrerà cancellando il sistema attuale.
Improvvisamente sento venir meno le certezze e allo stesso tempo ho dubbi crescenti sulle ambizioni possibili.

Io non provo questo timore.
Certamente ciò che è insostituibile delle persone è il rapporto umano.
Oltre che la capacità creativa di trovare soluzioni alternative.
Non dubito che un robot, ad esempio, potrebbe compiere con maggior precisione una operazione chirurgica, ma poi quando il paziente si risveglia, avrà bisogno di conforto e rassicurazione.
Così come avrà bisogno di chi lo aiuta a lavarsi e cambiarsi.
Nella scuola, altro piccolo esempio, esistono da decenni programmi per imparare. Sono molto utili, specialmente per l’addestramento per l‘ortografia o le procedure matematiche.
Con i bambini in difficoltà è faticoso per l’insegnante umano riproporre sempre le procedure, senza successo, è frustrante e rischia di essere aggressivo con il bambino.
Ma ugualmente è indispensabile l’umano che mostra soddisfazione e apprezzamento e rassicura.
Non è sufficiente il,passaggio ad altro livello. Per capirci funzionano come i videogiochi.
Comprendo bene che ad altri livelli il docente è meno necessario, come ho pensato tante volte “dammi il libro!” Ma vale per chi è già motivato, non funziona se è necessaria la passione per fare appassionare.
Certamente saranno necessari insegnanti più preparati e diversamente formati e l’utilizzo di metodologie coinvolgenti.
Ma è così già ora.
Serviranno insegnanti più stupidi, in realtà.
Non è affatto necessaria la conoscenza se ci si deve affidare a una gestione AI.
Basta seguire protocolli.

E' appunto perché studio che vedo anche i lati problematici, di cui, tra l'altro, ho scritto una minima parte.
Per me è acquisizione di conoscenza e consapevolezza del mondo in cui vivo, puoi dirmi che non ti interessa e va bene così, non siamo obbligati a interessarci a tutto, ma non vedo perché rifiutare un possibile spunto di esame.
A me interessa.
Apprezzo i tuoi interventi molto puntuali su un argomento che dovremmo imparare a conoscere.
La questione che hai posto prima va oltre il timore di perdere il lavoro.
L'AI come hai detto ridefinirà il valore dell'essere umano.
Lo farà nel mondo del lavoro, ma soprattutto lo farà in termini di ambizioni evolutive dell'individuo.
Questo fa perdere veramente il senso dell'esistenza. Già.
Mi hai convinto ad approfondire l'argomento
Grazie
 

Nicky

Utente di lunga data
Hai ragione.
Io stesso quando ho visto che una voce AI può cantare meglio di me e si possono scrivere canzoni con la AI ho visto crollare il mio entusiasmo nel farlo.
Mi sto preoccupando anche per la scelta universitaria di mia figlia, medicina, un'attività dove l'AI entrerà cancellando il sistema attuale.
Improvvisamente sento venir meno le certezze e allo stesso tempo ho dubbi crescenti sulle ambizioni possibili.
L'evoluzione del lavoro è sempre difficile da prevedere, ma, per quanto i progressi possano essere rapidi, ci sarà sempre uno spazio di adattamento.
Il fatto è che, in teoria, l'ai è uno strumento di risoluzione dei problemi che implicano una cognizione, perciò può impattare su tutti i settori di lavoro intellettuale.
Na l'intelligenza umana è anche metacognizione, coscienza e capacità di svekta, quindi se si continua a credere nel valore delle competenze umane si può tranquillamente pensare che coesistano.
Non è, invece, adatto, secondo me, un atteggiamento riduttivo, che nega l'impatto dello strumento creato e le possibili derive.
 

Brunetta

Utente di lunga data
L'evoluzione del lavoro è sempre difficile da prevedere, ma, per quanto i progressi possano essere rapidi, ci sarà sempre uno spazio di adattamento.
Il fatto è che, in teoria, l'ai è uno strumento di risoluzione dei problemi che implicano una cognizione, perciò può impattare su tutti i settori di lavoro intellettuale.
Na l'intelligenza umana è anche metacognizione, coscienza e capacità di svekta, quindi se si continua a credere nel valore delle competenze umane si può tranquillamente pensare che coesistano.
Non è, invece, adatto, secondo me, un atteggiamento riduttivo, che nega l'impatto dello strumento creato e le possibili derive.
Poi gli stupidi non hanno neanche il dubbio di esserlo.
E, basta leggere qui, la maggior parte è stata ridotta al punto che le basta fare sesso.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
L'evoluzione del lavoro è sempre difficile da prevedere, ma, per quanto i progressi possano essere rapidi, ci sarà sempre uno spazio di adattamento.
Il fatto è che, in teoria, l'ai è uno strumento di risoluzione dei problemi che implicano una cognizione, perciò può impattare su tutti i settori di lavoro intellettuale.
Na l'intelligenza umana è anche metacognizione, coscienza e capacità di svekta, quindi se si continua a credere nel valore delle competenze umane si può tranquillamente pensare che coesistano.
Non è, invece, adatto, secondo me, un atteggiamento riduttivo, che nega l'impatto dello strumento creato e le possibili derive.
Per non saper ne' leggere ne' scrivere ho chiesto a GPT, che ci risponde: "Sono d'accordo con l'idea che l'evoluzione del lavoro non sia lineare né facilmente prevedibile, e che un certo spazio di adattamento ci sarà sempre, anche se non sarà indolore. Hai fatto bene a sottolineare che l’IA agisce nel dominio cognitivo, e che quindi non è solo un’altra automazione meccanica: impatta anche i lavori “intellettuali”, cosa che fino a pochi anni fa sembrava impensabile. Condivido anche il richiamo al valore della metacognizione, coscienza, capacità di scelta consapevole: sono tratti distintivi dell’essere umano, almeno finché non ci sarà un’IA veramente generale e cosciente — ammesso che sia possibile. Detto questo, forse proprio per non essere "riduttivi", vale anche la pena riconoscere che l’adattamento non è garantito per tutti: alcune persone (per età, contesto, formazione) potrebbero non riuscire a riposizionarsi in tempo, il ritmo dell’evoluzione tecnologica non è più quello delle rivoluzioni industriali precedenti: il tempo di transizione si accorcia, mentre l’effetto sulla disoccupazione cognitiva potenziale cresce, le competenze umane saranno preziose finché il sistema sociale le riconoscerà come tali — ma se i criteri economici premiassero solo l’efficienza, si rischia una marginalizzazione non per mancanza di valore umano, ma per logica di sistema. Quindi sì alla coesistenza, ma con la consapevolezza che richiederà politiche attive, ridefinizione dei valori sociali, e forse anche nuove forme di distribuzione della ricchezza (penso, ad esempio, a un reddito universale come compensazione per l’automazione). Insomma, non serve né allarmismo né ottimismo ingenuo, ma realismo proattivo: riconoscere l’impatto, prepararci, valorizzare il meglio dell’umano... e forse anche ridisegnare il senso del lavoro stesso."

Secondo me non ci sta dicendo tutto e si capisce che sta tramando qualcosa....
 

spleen

utente ?
Io non provo questo timore.
Certamente ciò che è insostituibile delle persone è il rapporto umano.
Oltre che la capacità creativa di trovare soluzioni alternative.
Non dubito che un robot, ad esempio, potrebbe compiere con maggior precisione una operazione chirurgica, ma poi quando il paziente si risveglia, avrà bisogno di conforto e rassicurazione.
Così come avrà bisogno di chi lo aiuta a lavarsi e cambiarsi.
Nella scuola, altro piccolo esempio, esistono da decenni programmi per imparare. Sono molto utili, specialmente per l’addestramento per l‘ortografia o le procedure matematiche.
Con i bambini in difficoltà è faticoso per l’insegnante umano riproporre sempre le procedure, senza successo, è frustrante e rischia di essere aggressivo con il bambino.
Ma ugualmente è indispensabile l’umano che mostra soddisfazione e apprezzamento e rassicura.
Non è sufficiente il,passaggio ad altro livello. Per capirci funzionano come i videogiochi.
Comprendo bene che ad altri livelli il docente è meno necessario, come ho pensato tante volte “dammi il libro!” Ma vale per chi è già motivato, non funziona se è necessaria la passione per fare appassionare.
Certamente saranno necessari insegnanti più preparati e diversamente formati e l’utilizzo di metodologie coinvolgenti.
Ma è così già ora.
Non credo sia insuperabile il fatto che l'IA possa essere in grado persino di rassicurare qualcuno. (Mi riferisco a HER il film).
Il problema invece potrebbe essere un'altro.
Hai mai sentito parlare di questo:
L'IA ricorda tutto, sa tutto lo scibile, utilizza tutto lo scibile.
Ma sapere tutto senza scordare nulla ad esempio, per una persona, impedisce di vivere perchè noi ricordiamo bene -solo- le cose che riteniamo rilevanti. Scordare inutili dettagli non è un problema è una benedizione perchè ci consente di - d i s t i n g u e r e - che ha a che fare con la nostra coscienza, con l'autocoscienza.
Non so se AI in futuro possa arrivare a questo che a me suona come la nascita di skynet.
Staremo a vedere.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non credo sia insuperabile il fatto che l'IA possa essere in grado persino di rassicurare qualcuno. (Mi riferisco a HER il film).
Il problema invece potrebbe essere un'altro.
Hai mai sentito parlare di questo:
L'IA ricorda tutto, sa tutto lo scibile, utilizza tutto lo scibile.
Ma sapere tutto senza scordare nulla ad esempio, per una persona, impedisce di vivere perchè noi ricordiamo bene -solo- le cose che riteniamo rilevanti. Scordare inutili dettagli non è un problema è una benedizione perchè ci consente di - d i s t i n g u e r e - che ha a che fare con la nostra coscienza, con l'autocoscienza.
Non so se AI in futuro possa arrivare a questo che a me suona come la nascita di skynet.
Staremo a vedere.
Infatti io riflettevo anche sul fatto che uno è un software (che è come dire spirito, immortale, eternamente giovane o comunque persistente almeno finchè trova un supporto dove backupparsi) e noi siamo corpi soggetti a invecchiamento e morte in tempi molto più brevi. Solo questo, anche in caso di capacità intellettive analoghe o anche leggermente inferiori dell'IA crea una asimmetria enorme e irreversibile di vulnerabilità, e di conseguenza una verosimile e molto probabile divergenza nei fini ultimi. Casso qui arriva Skynet, mica il computer scemo di War games che si convince che la guerra non va bene giocando a tris!
 

spleen

utente ?
Infatti io riflettevo anche sul fatto che uno è un software (che è come dire spirito, immortale, eternamente giovane o comunque persistente almeno finchè trova un supporto dove backupparsi) e noi siamo corpi soggetti a invecchiamento e morte in tempi molto più brevi. Solo questo, anche in caso di capacità intellettive analoghe o anche leggermente inferiori dell'IA crea una asimmetria enorme e irreversibile di vulnerabilità, e di conseguenza una verosimile e molto probabile divergenza nei fini ultimi. Casso qui arriva Skynet, mica il computer scemo di War games che si convince che la guerra non va bene giocando a tris!
In definitiva il problema, il succo del problema, non è IA, il problema è come sempre cosa vorranno farne quelli che decidono le nostre sorti.
Si tratta di stabilire se sia il boia definitivo che eliminerà una volta per tutte quelle che saranno via via considerate vite inutili, perchè incapaci, perchè vecchi, perchè inadatti, perchè non abbastanza facoltosi per essere consumatori perciò non più potenzialmente utili nè alla società nè all'economia.
Oppure
Se sia ottimisticamente la stampella che consenta a tutti di vivere meglio.
Siccome le risorse di cui viviamo sono limitate e lo saranno ancora di più in futuro io temo sia realistica la prima delle ipotesi.
Ci sarà una elite che dispone e una massa che dovrà sparire.
Perchè il concetto di dignità della persona in quanto tale e che noi abbiamo ereditato come valore di fondo dai padri greci, romani e soprattutto ebrei della nostra civiltà, sta mutando da tempo. Hai dignità solo se puoi, se consumi se sei in efficienza.
Sennò sei un corpo morto.
E spero appunto di essere morto per quella epoca.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
L'evoluzione del lavoro è sempre difficile da prevedere, ma, per quanto i progressi possano essere rapidi, ci sarà sempre uno spazio di adattamento.
Il fatto è che, in teoria, l'ai è uno strumento di risoluzione dei problemi che implicano una cognizione, perciò può impattare su tutti i settori di lavoro intellettuale.
Na l'intelligenza umana è anche metacognizione, coscienza e capacità di svekta, quindi se si continua a credere nel valore delle competenze umane si può tranquillamente pensare che coesistano.
Non è, invece, adatto, secondo me, un atteggiamento riduttivo, che nega l'impatto dello strumento creato e le possibili derive.
L'ultima frase è il problema nostro, di italiani.
Stiamo ad aspettare sempre che qualcuno risolva i problemi per noi, rimandando fino a quando è troppo tardi.
In un mondo sempre più veloce e dinamico è quanto di peggio possa esserci.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non credo sia insuperabile il fatto che l'IA possa essere in grado persino di rassicurare qualcuno. (Mi riferisco a HER il film).
Il problema invece potrebbe essere un'altro.
Hai mai sentito parlare di questo:
L'IA ricorda tutto, sa tutto lo scibile, utilizza tutto lo scibile.
Ma sapere tutto senza scordare nulla ad esempio, per una persona, impedisce di vivere perchè noi ricordiamo bene -solo- le cose che riteniamo rilevanti. Scordare inutili dettagli non è un problema è una benedizione perchè ci consente di - d i s t i n g u e r e - che ha a che fare con la nostra coscienza, con l'autocoscienza.
Non so se AI in futuro possa arrivare a questo che a me suona come la nascita di skynet.
Staremo a vedere.
Fortunatamente la mia eccezionale memoria non arriva a quei livelli.
La IA artificiale attinge a tutti i testi e a tutte le immagini disponibili e le riferisce secondo un criterio probabilistico. Per questo i testi ci sembrano ragionevoli: sono i nostri 🤷🏻‍♀️
Certamente ci vorrebbe una regolamentazione, ma questo implicherebbe trovare chi la potrebbe fare rispettare.
Il problema è politico e non solo economico.
Ma troveremo una soluzione.
 
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