I sospetti minano la fiducia nella coppia e fanno danni....

hammer

Utente di lunga data
Però non tutti sono in grado di accettare certe parti nascoste della propria partner che sono sempre state tenute rigorosamente nascoste.
Sì, è vero. Però ognuno di noi ha parti più o meno nascoste.
Se una relazione funziona, e funziona bene, non vedo perché andare a scavare in storie sentimentali magari di decenni fa.
Erano altri tempi: cambiate le persone, cambiato tutto.
Se penso a me a vent’anni e a me oggi, mi sembra di guardare due persone diverse.
E credo che questo valga per tutti.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
I sunti di chatgpt li bocio, uno è troppo lungo, l'altro salta un punto essenziale...
@Bentley quindi tu non saresti stato disposto ad accettare che tua moglie in passato abbia fatto sesso solo per il gusto di fare sesso, senza essere innamorata, sintetizzando, perché questo non corrisponde all'immagine che hai di lei.
Occhio, perché voler vedere una persona in un solo modo e non accettare che possa avere varie parti in sé, in genere porta a parecchie delusioni.
Sarà stato per il black out. Ma cosa ha saltato che glielo dico?
 

Bentley

Utente
I sunti di chatgpt li bocio, uno è troppo lungo, l'altro salta un punto essenziale...
@Bentley quindi tu non saresti stato disposto ad accettare che tua moglie in passato abbia fatto sesso solo per il gusto di fare sesso, senza essere innamorata, sintetizzando, perché questo non corrisponde all'immagine che hai di lei.
Occhio, perché voler vedere una persona in un solo modo e non accettare che possa avere varie parti in sé, in genere porta a parecchie delusioni.
Una domanda sensata, senza offesa per gli altri. Capisco chi mi vede come una persona morbosa e pensante, credetemi che non lo sono, anzi sono abbastanza autoironico, però, ed è un però grosso per i tempi che viviamo, o forse è stato sempre così, nelle cose serie, e le relazioni umane sono cose più che serie, sono per l'assoluta lealtà, non amo le persone false, e ritengo che se un rapporto inizi con le menzogne, o peggio mostrando solo il lato di sé che fa più comodo, o peggio ancora recitando ciò che non si è, è di per sé un rapporto finto, o un rapporto di convenienza. Personalmente ho sempre desiderato di avere relazioni vere con persone vere. Non si tratta di accettare, perchè io non sono nessuno per dare bolli o sigilli, ma di essere consapevoli di avere, o aver avuto, al fianco, e parlo pure di storie passate, persone vere e sincere, che si sono mostrate per quello che sono. Visto che io ho sempre mostrato quelle che ero e quello che sono, mi sembra anche naturale averlo preteso, nel senso di volere una persona così. In passato ho avuto qualche storia con qualche ragazza che mi aveva, appena messi insieme, detto che oltre a due relazioni aveva avuto 3-4 frequentazioni in cui non si era insieme ma si usciva e faceva sesso; vi assicuro che il fatto di avermelo detto mi dava ancor più la prova che si fidasse di me, e che confessandomi un qualcosa che cmq la esponeva dimostrava la sua sicurezza in se stessa, ed infatti sono storie che sono finite poi per altre dinamiche.
Come già detto, io e mia moglie avevamo già avuto storie, e ci siamo raccontati reciprocamente, cosa normale nella conoscenza, tante volte, e lei, senza che io lo chiedessi, mi disse più volte che per fare sesso doveva essere innamorata e stare in una relazione, frasi dette da lei, a cui avevo creduto non per le frasi in sé ma perchè era, e d è, una persona molto emancipata, sicura di sé ed orgogliosa. Premesso che non mi sto giustificando, ma penso sia normale che se leggo di frasi di uno che l'ha frequentata che racconta di essere uscito, conosciuta in gruppo ed alla prima uscita hanno fatto sesso, mi sembra anche normale avere un sussulto. E' altrettanto normale poi che il mio errore è aver continuato ad avere dubbi dopo le sue parole a riguardo, e non, di fatto, averle creduto, perchè questo è avvenuto.
Ripeto, moglie e matrimonio a parte, per me è inconcepibile che in una relazione non vi sia totale sincerità e conoscenza reciproca, rispetto chi non la pensa così, ma ognuno ha la sua idea e preferenza.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
sto iniziando ad odiarvi tutti intensamente. ora mi fate un sunto come se lo doveste far leggere ad @omicron
 
Ultima modifica:

Bentley

Utente
ascolta?
hai figlie femmine?
Sì, due, che mi adorano, penso di essere anche un buon papà e, perdonami se te lo scrivo, non ritengo giusto che si debba parlare di questo. Ora sei tu che fai delle introspezioni eccessive, capisco che oramai vogliate, magari non tu, i maschi annacquati, ma di norma un uomo, un maschio, vive anche con una normale dose di "sana possessività" la propria sessualità, che anche a livello inconscio, purtroppo, ci condiziona. Se io corteggio una donna, la frequento, faccio il romantico, la voglio conoscere bene, ci innamoriamo e dopo un pò ci faccio l'amore, dandogli, reciprocamente, un valore importante, è normale che il dubbio che la stessa persona abbia scopato con uno due giorni dopo averlo conosciuto possa destabilizzarti e sminuire anche quello che si è vissuto/costruito prima. Non ti dico che è giusto, ti dico con sincerità che per molti maschi è così. Altro è se una donna ti dice che ha avuto storie più superficiali in passato, ma che conoscendo te vuole che sia diverso, il fatto che sia una persona sincera ti permette di andare oltre, anzi apprezzi la fiducia che ti dimostra essendo sincera.
 

Bentley

Utente
fava, magari non parlare a nome dei maschi nè degli uomini, che non è il caso. parla per te
Certo che parlo per me, così come non parlo per luoghi comuni e mode. Poi se mi dici che alla maggior parte degli uomini piace una donna che con loro ha fatto l'amore dopo mesi di corteggiamento e con altri dopo due ore allora alzo le mani, non conosco il genere maschile. Ma ripeto, parlo per me, e penso di aver scritto cose normalissime.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Rifatta riscrivere in stile Charles Bukowski è tutto un altro pianeta:

Avevo sempre pensato che la vera crepa non fosse il tradimento, ma la fiducia che si rompe.
Non serve un letto sbagliato, basta una parola detta male, una frase lasciata a metà.
È così che comincia a marcire una storia.
La mia non fece rumore.
Una parola, un ricordo, e tutto iniziò a scricchiolare.


Non ero un santo.
Avevo già avuto la mia dose di gelosia, di notti passate a guardare il soffitto.
Eppure, dopo vent’anni con lei — tre figli, una casa, un equilibrio fragile ma vero — pensavo di esserne uscito.
Lei era pulita, sincera.
Io mi fidavo.


Poi un giorno spunta quel quaderno.
Vecchi messaggi, frasi d’amore smozzicate, come sigarette spente a metà.
Li leggo.
E trovo una riga che mi si pianta addosso:
“quello che c’è stato tra noi”.
Una frase di niente.
Ma bastò.
Il cervello cominciò a lavorare come una mosca dentro un bicchiere.


Ne parlammo.
Lei disse che non c’era stato niente di serio, solo un paio di baci, un ragazzo che parlava troppo.
Io volevo crederle.
Giuro, volevo.
Ma le parole del tizio restavano lì, come una scheggia.


Passano i mesi.
Poi arriva un altro idiota, su internet, che si vanta di averla avuta.
Un coglione qualunque che si inventa una storia.
Lei si arrabbia, vuole denunciarlo.
Io le dico di lasciar stare.
Eppure dentro di me qualcosa scatta di nuovo.
Comincio a pensarci.
A rivedere tutto.
A fare domande.


Lei risponde, poi si stufa:
«Dovresti pensare a quello che io penso di te, non a quello che dice lui.»
Aveva ragione.
Ma io ormai non cercavo la verità.
Cercavo solo di non impazzire.


Così andava: qualche giorno tranquillo, poi il pensiero tornava.
Un chiodo che non esce più.
La mia mente faceva a pezzi vent’anni di vita per un dubbio marcio.


E a un certo punto capisci che non è più lei il problema.
Sei tu.
Il tuo cervello, la tua fame di controllo, la paura di perdere qualcosa che forse hai già perso.


La fiducia è come un bicchiere di vino.
Se lo spacchi una volta, non lo incolli più.
Puoi solo bere quello che resta e cercare di non tagliarti.
troppo asciutta. adesso gliela faccio rifare stile Palanhiuk


Comincia come un pomeriggio normale. Una pila di carte, la polvere che brilla nell’aria e il rumore sordo dei bambini al piano di sopra. Stai cercando bollette, o vecchie foto, o forse solo un senso di ordine. E invece trovi un blocco di appunti. Copertina azzurra, spirale arrugginita. Dentro, parole. Parole che non sono per te. Parole che non sapevi esistessero.


Prima le leggi distrattamente. Frasi d’amore, niente di grave. Ma poi il cervello si aggancia, come un uncino: “ti amo”, “mi manchi”, “quello che c’è stato tra noi”. Lo leggi e ti senti scivolare dentro una fossa che si scava da sola. Non importa se è vecchio, se sono vent’anni fa, se lei non era tua. La testa non conosce il calendario. È una macchina difettosa che risponde sempre a una sola parola: prima.


Le chiedi, con calma, cosa sono. Ti dice: roba vecchia, un ex, due uscite, qualche bacio, niente sesso. Lo dice così, come se parlasse di una febbre passata. Ti fidi. Anzi, credi di fidarti. Ma la tua mente ha un modo tutto suo di non lasciarti dormire. Ti ricordi di una storia di anni prima, una ragazza che ti aveva mentito, e capisci che la ferita non si era mai chiusa. Ti dici che è solo curiosità. Ti dici che vuoi capire. In realtà vuoi solo beccarla in fallo, perché sarebbe più facile accusarla che perdonarla.


Nei giorni dopo non succede niente di visibile. Solo il pensiero che si muove sottopelle. Guardi tua moglie, la stessa donna che ride ai tuoi figli, cucina, lavora, ti abbraccia, e pensi: non la conosco. Ti inventi domande nuove ogni giorno. “Dove vi siete visti?” “Ti piaceva?” “Perché non mi avevi detto che ti aveva scritto?” Ti risponde, ogni volta, la stessa cosa. Tu ascolti, annuisci, e la sera torni a fissare il soffitto.


Poi arriva la bomba. Una sua amica le scrive: ha conosciuto un tipo online, uno che dice di aver fatto sesso con lei vent’anni fa. Ti racconta tutto con gli occhi sbarrati e la voce ferma. Vuole denunciarlo. Tu le dici di lasciar perdere. È solo un idiota che vuole vantarsi. Ma dentro senti che qualcosa ti si accende. È il vecchio mostro, quello che dormiva sul fondo. La curiosità tossica. L’immaginazione pornografica. La parola quello che c’è stato tra noi torna a galla, con la bava intorno.


Ti fai mandare gli screenshot. Li leggi. Il tizio scrive schifezze, cose che non meriterebbero neanche di esistere. Ma le parole ti feriscono come se fossero vere. Le leggi una seconda volta, una terza. Ti dici: sta mentendo. Ma lo rileggi, e diventa un film dentro la testa, con lei in controluce. È la mente che fa montaggio automatico: riempie i vuoti con la peggiore immagine possibile.


Le mostri tutto. Lei si incazza, scrive a quell’uomo, lo insulta. Lui nega di conoscerla. Fine della storia, almeno per lei. Non per te. Ogni tre giorni torni sull’argomento. Le chiedi se è vero, se c’è stato qualcosa, se ti ha detto tutta la verità. Lei ti guarda come si guarda un pazzo gentile. Ti risponde. Ti spiega. Ti urla. Ti implora di smetterla. Ma tu sei intrappolato nella parte peggiore di te, quella che preferisce soffrire piuttosto che accettare di non sapere.


Lei ti dice che la offendi, che non ti riconosce più. E tu senti che ha ragione, ma non puoi fermarti. Sei come un tossico in astinenza da certezze. Ogni volta che ti rassicura, la pace dura un’ora. Poi cominci a immaginare di nuovo. Ti chiedi: “E se mentisse solo un po’?” “E se c’è stato, ma non vuole dirmelo?” Non dormi, non mangi. Le domande diventano l’unico dialogo che hai con te stesso.


Dopo sei mesi di marciume mentale, prendi il telefono. Lo cerchi, quel tipo. Lo trovi. Gli scrivi. Gli dici chi sei. Lui ti blocca. Ti sembra una confessione. Lo contatti da un altro numero. Ti blocca di nuovo. Ti senti vittima, investigatore, marito, bambino. Ti convinci che devi avere la verità, come se la verità potesse farti smettere di pensarci. Invece, la verità è solo un’altra droga.


Alla fine riesci a parlargli. Lo chiami. Gli chiedi conto delle sue parole. Lui prima nega, poi tentenna, poi racconta una versione che suona familiare: qualche bacio, due uscite, fine. Niente sesso. È la stessa storia che ti aveva detto tua moglie. La stessa parola per parola. Ti senti stupido. Ti senti svuotato. Ti viene da ridere, ma non ci riesci.


Poi succede qualcosa di ancora più assurdo. Il tipo scrive a tua moglie. Si scusa. Dice che ha inventato tutto, che voleva vantarsi, che non pensava che qualcuno avrebbe collegato i nomi. Tua moglie ti legge il messaggio, e tu ammetti di essere stato tu a cercarlo. Lei si chiude. Ti guarda come si guarda uno sconosciuto. Dice che ti sei fidato più di un estraneo che di lei. E ha ragione.


La notte, nel letto, la senti respirare accanto a te e ti chiedi come hai potuto ridurre tutto a un interrogatorio. Ti dici che l’amore non è un tribunale, ma hai già perso il processo. Eppure, qualcosa dentro comincia a capire. Capisci che non volevi davvero sapere. Volevi solo che lei fosse come te la sei immaginata. Pulita, immobile, intatta. Ma nessuno lo è. E tu meno di tutti.


Passano i giorni. Lei si chiude in un silenzio che pesa più di qualsiasi litigio. Tu provi a spiegarti, a dire che era solo paura. Lei ti risponde: “Hai ferito la persona che ti amava di più, solo perché non riesci a fidarti di niente.” È la frase che ti resta dentro. Da allora la senti ogni volta che provi a giustificarti.


Un anno dopo siete ancora insieme. Siete tornati a ridere, a dormire, a vivere. Ma ogni tanto, quando la vedi chinarsi a raccogliere qualcosa, o quando ti sorride distratta, pensi che dietro quel sorriso ci sia un mondo che non saprai mai. Ti pesa, ma ti fa anche pace. Perché hai capito che l’amore non è conoscere tutto: è scegliere chi credere anche quando la mente urla il contrario.


Adesso sai che la fiducia non si costruisce, si decide. È un salto nel buio che o fai o non fai. E se ti giri indietro mentre salti, cadi.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non ha scritto che il presunto ex è andato a raccontare in giro che la moglie di Bentley lo ha incontrato e la sera stessa gli è saltata addosso, così, tanto perché aveva voglia.
Adesso quelli di GPT mi sentono!
 

Nicky

Utente di lunga data
Certo che parlo per me, così come non parlo per luoghi comuni e mode. Poi se mi dici che alla maggior parte degli uomini piace una donna che con loro ha fatto l'amore dopo mesi di corteggiamento e con altri dopo due ore allora alzo le mani, non conosco il genere maschile. Ma ripeto, parlo per me, e penso di aver scritto cose normalissime.
Beh, no, è un pensiero frutto di una mentalità un po' arretrata, secondo la quale una donna per essere "degna" deve provare desiderio sessuale solo coniugato ai sentimenti e non deve avere la libertà di decidere che con un uomo vuole andare a letto subito e con un altro dopo mesi. Se una donna incontra un uomo con una mentalità del genere, può darsi che finisca con l'evitare di raccontare cose che potrebbero esporla a un giudizio negativo.
Non tutti gli uomini hanno questa mentalità.
Per il resto, le persone si mostrano per quello che sono in quel momento, la trasparenza non è dire tutto, ma è dire ciò che è rilevante.
 
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