Sono nebbia...

Gaia

Utente di lunga data
Convintissimo. Aspettavo una risposta tua con ansia :LOL:
Non ho risposte da darti.
del resto non sono quel tipo di nullipara.
Mi fa solo sorridere che parli di un futuro che altro non è che lo specchio distorto della vita di tua figlia/o e non il tuo.
Il tuo sarà esattamente come il mio. Morirai come tutti, dopo aver vissuto la tua vita che avrai riempito delle cose che ti fanno stare bene. Per te sono i figli e immagino anche altro (diversamente, che tristezza! sich!!). Per me e’ altro e tutti vissero felici e contenti per come avranno potuto e saputo fare e alla fine moriranno, con lo sfintere allegro e incontinente.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Non ho risposte da darti.
del resto non sono quel tipo di nullipara.
Mi fa solo sorridere che parli di un futuro che altro non è che lo specchio distorto della vita di tua figlia/o e non il tuo.
Il tuo sarà esattamente come il mio. Morirai come tutti, dopo aver vissuto la tua vita che avrai riempito delle cose che ti fanno stare bene. Per te sono i figli e immagino anche altro (diversamente, che tristezza! sich!!). Per me e’ altro e tutti vissero felici e contenti per come avranno potuto e saputo fare e alla fine moriranno, con lo sfintere allegro e incontinente.
Vai tranquilla la risposta sotto non è per te lo so che oltre una riga non leggi, per fortuna qui ho il mio pubblico :LOL:

Onestamente no, Gaia. La transgenerazionalità e il retaggio sono componenti fondamentali dell’equilibrio psicologico di una persona. Servono a proiettare l’oggi nel domani, a dare profondità a ciò che si fa e a ciò che si è. Senza quella proiezione, la vita rischia di ridursi a una sequenza di esperienze bidimensionali, dove tutto resta confinato nel presente e niente trova una risonanza nel tempo.

Non si tratta di vivere di luce riflessa, anzi. Mia figlia, per esempio, ha rimesso a posto molte più cose di quante ne abbia incasinate - e credimi, ne ha incasinate parecchie - ma è proprio in quella dinamica di costruzione e riparazione, di trasmissione e trasformazione, che la vita acquista spessore. È un passaggio di testimone, una linea che continua, anche se in forme diverse.

Nel mio percorso ho conosciuto davvero tanta gente, e penso che ne avrei conosciuta di meno se avessi fatto il politico. Con il tempo ho scelto di non legare il mio destino a chi vive senza quella dimensione generativa — non solo biologica, ma anche simbolica — perché per me la vita è tridimensionale. E vivere in 2D, per quanto confortevole possa sembrare, resta sempre un’esperienza riduttiva. E mi fa male.

Chi riesce davvero ad andare oltre la mancanza di figli, trovando un senso proiettato nel futuro, appartiene a una categoria ristretta: parliamo di figure apicali, nell’arte, nella scienza o nella politica. Persone che hanno l’ambizione di incidere sul proprio tempo, di lasciare un segno, un’orma visibile o invisibile. È una forma diversa di paternità o maternità, ma altrettanto impegnativa. Ma di pochi.

Poi, certo, esistono anche le vite che si chiudono in un cerchio perfetto e autosufficiente: la casa lasciata ai nipoti, la domenica al lago, il telecomando come scettro del piccolo regno domestico, le ore spese sui social o nei forum a sgranare opinioni come rosari digitali. Tutto legittimo, per carità. Ma da lì a considerarlo un orizzonte, ce ne passa.

La verità è che il futuro per me non è solo quello che verrà, ma anche e soprattutto quello che lasciamo dietro di noi, come impronta. Ed è lì che si misura la differenza fra chi vive pensando di morire e chi vive sapendo di continuare, in una forma o nell’altra.

Poi non penso che per te sia un problema sapere che non scoperemo mai :LOL:
 

Gaia

Utente di lunga data
Vai tranquilla la risposta sotto non è per te lo so che oltre una riga non legge, per fortuna qui ho il mio pubblico :LOL:

Onestamente no, Gaia. La transgenerazionalità e il retaggio sono componenti fondamentali dell’equilibrio psicologico di una persona. Servono a proiettare l’oggi nel domani, a dare profondità a ciò che si fa e a ciò che si è. Senza quella proiezione, la vita rischia di ridursi a una sequenza di esperienze bidimensionali, dove tutto resta confinato nel presente e niente trova una risonanza nel tempo.

Non si tratta di vivere di luce riflessa, anzi. Mia figlia, per esempio, ha rimesso a posto molte più cose di quante ne abbia incasinate - e credimi, ne ha incasinate parecchie - ma è proprio in quella dinamica di costruzione e riparazione, di trasmissione e trasformazione, che la vita acquista spessore. È un passaggio di testimone, una linea che continua, anche se in forme diverse.

Nel mio percorso ho conosciuto davvero tanta gente, e penso che ne avrei conosciuta di meno se avessi fatto il politico. Con il tempo ho scelto di non legare il mio destino a chi vive senza quella dimensione generativa — non solo biologica, ma anche simbolica — perché per me la vita è tridimensionale. E vivere in 2D, per quanto confortevole possa sembrare, resta sempre un’esperienza riduttiva. E mi fa male.

Chi riesce davvero ad andare oltre la mancanza di figli, trovando un senso proiettato nel futuro, appartiene a una categoria ristretta: parliamo di figure apicali, nell’arte, nella scienza o nella politica. Persone che hanno l’ambizione di incidere sul proprio tempo, di lasciare un segno, un’orma visibile o invisibile. È una forma diversa di paternità o maternità, ma altrettanto impegnativa. Ma di pochi.

Poi, certo, esistono anche le vite che si chiudono in un cerchio perfetto e autosufficiente: la casa lasciata ai nipoti, la domenica al lago, il telecomando come scettro del piccolo regno domestico, le ore spese sui social o nei forum a sgranare opinioni come rosari digitali. Tutto legittimo, per carità. Ma da lì a considerarlo un orizzonte, ce ne passa.

La verità è che il futuro per me non è solo quello che verrà, ma anche d soprattutto quello che lasciamo dietro di noi, come impronta. Ed è lì che si misura la differenza fra chi vive pensando di morire e chi vive sapendo di continuare, in una forma o nell’altra.

Poi non penso che per te sia un problema sapere che non scoperemo mai :LOL:
Faccio come i giudici. Leggo l’inizio e la fine 😂😂
Sono oltremodo onorata del fatto che non scoperemo mai.
E anche molto sollevata.
 

Etta

Utente di lunga data
Gli uomini più tardi. Noi non scadiamo.
Ma i senza figli fanno tutti la stessa fine, tranne poche rare eccezioni.
Gli uomini senza figli si dividono in due categorie: chi vuole/accetta di fare figli e chi non ne vuole e vuole fare la “bella vita”.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Ma guarda che una può avere solo voglia di scopare senza per forza essere etichettata come puttana! Ogni tanto non capisco i tuoi ragionamenti
Entra nella sua logica per favore.
Lei non fa ragionamenti, non li ha mai fatti.
Lei deve solo controbattere, tu dici A lei dice B e via di seguito.
Se capisci questo, capisci tutto di lei Ae ci vai anche d’accordo.
 
Ultima modifica:

Pincopallino

Utente di lunga data
No, però se i tempi sono molto diversi, non ci si trova. Oltre alla fortuna di trovare persone affini, ci vuole la fortuna di trovare persone con gli stessi tempi.
Frase verissima questa.
Ci sono percorsi di vita che possono portare due perfetti estranei a desiderare la stessa situazione nello stesso momento e con la stessa consapevolezza di essere lì a desiderarla.
Se i due estranei si incontrano e, sfiga vuole si piacciono pure, le porte del motel si aprono, resta solo da scegliere il dove e il quando.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Screenshot_20251014_211409_Facebook.jpg

Perché le nullipare hanno vite vuote che riempiono di cagate. Soprattutto dopo i 40. Perdono quella dimensione di futuro che solo i figli possono dare.
Si riempiono di fisime e paure e muoiono senza aver fatto pace col mondo.
E oggi mi gira bene.
Pensavo perché temi possano chiederti un marmocchio.😀

Vai tranquilla la risposta sotto non è per te lo so che oltre una riga non leggi, per fortuna qui ho il mio pubblico :LOL:

Onestamente no, Gaia. La transgenerazionalità e il retaggio sono componenti fondamentali dell’equilibrio psicologico di una persona. Servono a proiettare l’oggi nel domani, a dare profondità a ciò che si fa e a ciò che si è. Senza quella proiezione, la vita rischia di ridursi a una sequenza di esperienze bidimensionali, dove tutto resta confinato nel presente e niente trova una risonanza nel tempo.

Non si tratta di vivere di luce riflessa, anzi. Mia figlia, per esempio, ha rimesso a posto molte più cose di quante ne abbia incasinate - e credimi, ne ha incasinate parecchie - ma è proprio in quella dinamica di costruzione e riparazione, di trasmissione e trasformazione, che la vita acquista spessore. È un passaggio di testimone, una linea che continua, anche se in forme diverse.

Nel mio percorso ho conosciuto davvero tanta gente, e penso che ne avrei conosciuta di meno se avessi fatto il politico. Con il tempo ho scelto di non legare il mio destino a chi vive senza quella dimensione generativa — non solo biologica, ma anche simbolica — perché per me la vita è tridimensionale. E vivere in 2D, per quanto confortevole possa sembrare, resta sempre un’esperienza riduttiva. E mi fa male.

Chi riesce davvero ad andare oltre la mancanza di figli, trovando un senso proiettato nel futuro, appartiene a una categoria ristretta: parliamo di figure apicali, nell’arte, nella scienza o nella politica. Persone che hanno l’ambizione di incidere sul proprio tempo, di lasciare un segno, un’orma visibile o invisibile. È una forma diversa di paternità o maternità, ma altrettanto impegnativa. Ma di pochi.

Poi, certo, esistono anche le vite che si chiudono in un cerchio perfetto e autosufficiente: la casa lasciata ai nipoti, la domenica al lago, il telecomando come scettro del piccolo regno domestico, le ore spese sui social o nei forum a sgranare opinioni come rosari digitali. Tutto legittimo, per carità. Ma da lì a considerarlo un orizzonte, ce ne passa.

La verità è che il futuro per me non è solo quello che verrà, ma anche e soprattutto quello che lasciamo dietro di noi, come impronta. Ed è lì che si misura la differenza fra chi vive pensando di morire e chi vive sapendo di continuare, in una forma o nell’altra.

Poi non penso che per te sia un problema sapere che non scoperemo mai :LOL:
marmocchi.
'a sgranare opinioni come rosari digitali'

Ti ho già detto che devi scrivere un libro.
 

Martina Bianchi

Utente di lunga data
Prima non lo puoi sapere, direi che se ne vale la pena un assaggio lo si può sempre dare (mettiamo il caso di una tipa che ti attizza anche se sai perfettamente che ci sono tante e tali differenze che non potrà mai iniziare davvero nulla)
No jim fidati, certe volte è meglio guardare in faccia la realtà. Se con una persona si parte molto male dall'inizio non ha senso farci nulla oltre al sesso. A meno che non sei masochista o uno che deliberatamente vuole perdere tempo sperperando energie in rapproti insoddisfacenti.

Perché le nullipare hanno vite vuote che riempiono di cagate. Soprattutto dopo i 40. Perdono quella dimensione di futuro che solo i figli possono dare.
Si riempiono di fisime e paure e muoiono senza aver fatto pace col mondo.
E oggi mi gira bene.
😂dalla tua descrizione ho pensato a un paio di persone che conosco. Però per completare il quadretto ti chiedo: a livello lavorativo queste donne che descrivi così come stanno messe? Si sono realizzate?Perchè molto secondo me dipende pure da quello.

Gli uomini senza figli si dividono in due categorie: chi vuole/accetta di fare figli e chi non ne vuole e vuole fare la “bella vita”.
Ma onestamente parlo senza avere figli però a me sembra più facile riempire la vita se hai figli rispetto al fatto che non ne hai. Nel primo caso sei costretto dagli eventi e molti infatti vanno pure in crisi quando il nido si svuota, chi invece non ha figli e magari nemmeno una relazione fatica molto di più a scegliere giorno per giorno che direzione vuole prendere. Pure un eccesso di scelta genera angoscia.
 
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Jim Cain

Utente di lunga data
No jim fidati, certe volte è meglio guardare in faccia la realtà. Se con una persona si parte molto male dall'inizio non ha senso farci nulla oltre al sesso. A meno che non sei masochista o uno che deliberatamente vuole perdere tempo sperperando energie in rapproti insoddisfacenti
Se si parte molto male dall'inizio il letto è un miraggio.
E anche se si parte così cosi.
 

Nicky

Utente di lunga data
Ma onestamente parlo senza avere figli però a me sembra più facile riempire la vita se hai figli rispetto al fatto che non ne hai.
La vita è piena, non c'è bisogno di riempirla.
Pur senza figli, non ho mai avvertito l'urgenza di dover riempire la vita con qualcosa. Bisogna fidarsi, tutto qui, e lasciare che le cose ti vengano incontro.
 

jack-jackson

Utente di lunga data
Gli uomini senza figli si dividono in due categorie: chi vuole/accetta di fare figli e chi non ne vuole e vuole fare la “bella vita”.
Per la seconda categoria non è detto che sia sempre e solo per fare la bella vita, può essere semplicemente sentirsi inadatti a diventare genitori vuoi per le responsabilità che ne derivano vuoi per la sensazione di completezza senza di essi, magari anche per la paura di affrontare quel tipo di percorso.
 

Martina Bianchi

Utente di lunga data
La vita è piena, non c'è bisogno di riempirla.
Pur senza figli, non ho mai avvertito l'urgenza di dover riempire la vita con qualcosa. Bisogna fidarsi, tutto qui, e lasciare che le cose ti vengano incontro.
Mah a me le cose che ottengo non piovono in testa (parlo dell ambito accademico). Men che meno le persone.
Non credo nel caso ma nella scelte. Forse tu parli di opportunità.
Però anche se le opportunità vanno e vengono sei tu a dover scegliere una direzione.
 
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The Reverend

Utente di lunga data
Entra nella sua logica per favore.
Lei non fa ragionamenti, non li ha mai fatti.
Lei deve solo controbattere, tu dici A lei dice B e via di seguito.
Se capisci questo, capisci tutto di lei Ae ci vai anche d’accordo.
Ma difatti la prendevo per il naso!
Mi fa divertire un casino perché non si arrabbia mai nonostante tante le dicono peste e corna 😂
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Gli uomini senza figli si dividono in due categorie: chi vuole/accetta di fare figli e chi non ne vuole e vuole fare la “bella vita”.
Naah. Le persone si dividono in gente arida e gente in un arida. I senza figli si inaridiscono prima, tutto qua.
Sai quanta gente millanta di volere i figli e se lo racconta e poi stringi stringi non li fa?
 
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