e pure questo è colpa dei comunisti

danny

Utente di lunga data
Credo che questo sia uno dei principali problemi della nostra società, spendiamo per futilità invece di acquistare beni durevoli.
L'italia che cresceva era quella degli anni '60-'90 con un livello di spesa "voluttuaria" e futile molto più bassa di oggi.
Le persone acquistavano case, le arredavano, acquistavano automobili e beni durevoli in generale, . Il portafoglio di spesa degli italiani è uno specchio del loro declino .
Non è un caso che tutti i negozi abbiano chiuso e siamo rimasti i cinesi.
Manco le pile Duracell ti compri oggi.
Risparmi comprando le tarocche cinesi.
Il declino lo vedi nella qualità dei prodotti acquistati.
 

ventodelnord

Utente di lunga data
Ma certo.
Sarà l'ultima cosa che taglieremo.
Per ora abbiamo smesso di fare vacanze invernali e ponti.
Tagliamo su tutto per continuare a fare le vacanze, ben consapevoli che il nostro livello di vita non è più lo stesso.
Vinted e Subito sono un'ottima risorsa.
È un andamento progressivo, non una fase.
Il che vuole dire che per continuare a fare le vacanze dovremo in futuro tagliare su altro.
E un giorno taglieremo anche sulle vacanze.
Il nostro benessere deriva tra l'altro dalle eredità di mia moglie, mica dai nostri stipendi...
Prova a metterla in un altro modo: tu produci una ricchezza almeno equivalente al potere di acquisto e quindi al tenore di vita che ritieni giusto avere?

Se sì allora ti stai "vendendo male" se no ti stai lamentando senza motivo.
 

danny

Utente di lunga data
Prova a metterla in un altro modo: tu produci una ricchezza almeno equivalente al potere di acquisto e quindi al tenore di vita che ritieni giusto avere?

Se sì allora ti stai "vendendo male" se no ti stai lamentando senza motivo.
Ma infatti.
È stato solo un colpo di culo che l'Italia abbia avuto un ceto medio con una buona qualità di vita e capace di comprare anche case vacanze, facendo numerosi figli e andando in pensione a 50 anni.
Per noi è giusto che vada in vacca, così come per una buona parte di chi vive in Europa.
I nostri figli ovviamente andranno nel mondo dove potranno lavorare producendo ricchezza.
O si rassegnereranno a contare sulla vendita della casa dei genitori.
 

ventodelnord

Utente di lunga data
Mi accorgo che stiamo tagliando.
Che non potremmo ricomprare da zero la casa, ma nemmeno cambiare la cucina.
Le auto hanno 8 anni e non siamo in grado di cambiarle.
Ormai compriamo quasi tutto usato quando prima compravamo nuovo.
Tagliamo sulla spesa.
Niente vacanze invernali, quando un tempo era la norma.
Non devi osservare ciò che hai ma la direzione.
Pian piano noi abbiamo rinunciato a qualcosa, ma questa direzione è Comune a molti e questo impatta sull'economia palesemente.
Non vederlo può illudere che non ci siano cambiamenti, ma la tendenza generale è verso ulteriori tagli.
Che impatteranno sul lavoro di tutti.
Potrebbe essere che stai rinunciando a qualcosa che in realtà non potevi permetterti in una prospettiva di lungo periodo, succede a molti, ci sono momenti nella vita in cui per un complesso di cose si ha la possibilità di un miglioramento del tenore di vita, ma se uno se lo gioca tutto, soprattuto in spese che non generano utilità future, come le vacanze, i viaggi, le cene fuori, belle macchine.. poi inevitabilmente nel successivo ciclo di declino ci si trova doppiamente spazzati.
 

Nicky

Utente di lunga data
Ho trovato questi dati:
"Le famiglie italiane hanno un reddito disponibile medio annuo di 39.343 euro. Questo è quanto emerge dall’ultima indagine di Banca d’Italia sulle entrate dei nuclei familiari del nostro Paese dopo avere escluso le tasse e avere incluso ogni tipo di trasferimento di denaro, che sia il salario, la pensione, un sussidio o una rendita.
Se invece consideriamo il valore mediano, questo è molto più basso, di 28.005 euro. Significa che metà delle famiglie guadagna di più e metà di meno di questa cifra. Il fatto che i due valori siano molto diversi implica una disuguaglianza molto elevata"
Quindi questa cifra, 28.005, può aiutare a capire che sotto si è poveri. Solo che questa cifra, da soli, con una casa di proprietà, è una cosa, se il nucleo familiare è più ampio, un'altra.
 

Gaia

Utente di lunga data
Non hai figli, appunto.
Se non li avessimo avremmo più soldi in tasca.
Non compriamo a rate, compriamo usato, vendendo usato.
Se mi serve qualcosa la compro per più rivenderla allo stesso prezzo.
Mia figlia è piena di vestiti comprati a due euro su Vinted o sulle bancarelle dei marocchini.
Guarda io ho ripulito l’armadio st’estate. Ho lasciato n. 5 completi da lavoro e 7 maglie.
Il resto buttato tutto . Era mondezza comprata a pochi euro. E tanto valeva.
ho comprato da poco un completo e un montone. Le uniche cose che ho comprato quest’anno. Non comprerò altro.
Possiedo oggi solo due paia di jeans e tre paia di scarpe (buone). Le altre le ho buttate tutte.
Mobili in legno che così si riparano. Non alla moda ma devono svolgere il proprio compito e lo fanno egregiamente.
Il mio è un cambio di mood. Torno alle origini quando la gente comprava solo se c’era necessità e solo cose che valessero i soldi spesi. Perché i soldi non sono altro che il nostro tempo.
 

ventodelnord

Utente di lunga data
Ma infatti.
È stato solo un colpo di culo che l'Italia abbia avuto un ceto medio con una buona qualità di vita e capace di comprare anche case vacanze, facendo numerosi figli e andando in pensione a 50 anni.
Per noi è giusto che vada in vacca, così come per una buona parte di chi vive in Europa.
I nostri figli ovviamente andranno nel mondo dove potranno lavorare producendo ricchezza.
O si rassegnereranno a contare sulla vendita della casa dei genitori.
Non è stato n colpo di culo, è stata una congiuntura favorevole, ma negli anni '60 - '90 gli italiani creavano tanta ricchezza. Il problema è averla sputtanata in cazzate.
 

ventodelnord

Utente di lunga data
Guarda io ho ripulito l’armadio st’estate. Ho lasciato n. 5 completi da lavoro e 7 maglie.
Il resto buttato tutto . Era mondezza comprata a pochi euro. E tanto valeva.
ho comprato da poco un completo e un montone. Le uniche cose che ho comprato quest’anno. Non comprerò altro.
Possiedo oggi solo due paia di jeans e tre paia di scarpe (buone). Le altre le ho buttate tutte.
Mobili in legno che così si riparano. Non alla moda ma devono svolgere il proprio compito e lo fanno egregiamente.
Il mio è un cambio di mood. Torno alle origini quando la gente comprava solo se c’era necessità e solo cose che valessero i soldi spesi. Perché i soldi non sono altro che il nostro tempo.
Si bisogna ritornare a spendere per cose durevoli e ridurre le futilità, sono quelle che ci uccidono la nostra economia sottraendo una fetta troppo grande della ricchezza prodotta.
 

danny

Utente di lunga data
Potrebbe essere che stai rinunciando a qualcosa che in realtà non potevi permetterti in una prospettiva di lungo periodo, succede a molti, ci sono momenti nella vita in cui per un complesso di cose si ha la possibilità di un miglioramento del tenore di vita, ma se uno se lo gioca tutto, soprattuto in spese che non generano utilità future, come le vacanze, i viaggi, le cene fuori, belle macchine.. poi inevitabilmente nel successivo ciclo di declino ci si trova doppiamente spazzati.
Ascolta...
Tutto quello che per te è futile è guadagno per altri.
Il tenore di vita basso riduce l'economia reale, e tutto quello che noi non compriamo impoverisce chi non vende e chi non produce.
Nessuno Stato è mai cresciuto senza fare crescere i cittadini, e tutte le politiche del passato volte a favorire le politiche del lavoro erano funzionali a fare crescere l'economia reale.
Poi è arrivata l'economia finanziaria e nelle imprese sono subentrati i figli di e i mediocri, che non hanno saputo sfruttare quel traino che in passato ci ha reso tra le prime dieci potenze industriali nel mondo.
Abbiamo lasciato andare via le persone più ambiziose e importato servi a basso costo.
E svenduto il nostro patrimonio culturale e industriale, la nostra politica energetica, la nostra politica internazionale.
Il valore di uno stato non si misura dal fatto che uno compri o meno un iPhone, ma da fattori di macroeconomia che non proiettano il nostro stato tra quelli in crescita nel futuro.
Il problema è che dell'economia reale ormai non interessa più un cazzo a nessuno: a Milano si costruiscono case di lusso per fondi immobiliari, destinate a restare vuote, e la gente si sposta per vivere nell'hinterland, si rassegna a una vita da pendolare con servizi sempre più scadenti.
Certo, la risposta è che uno può anche vivere altrove e non a Milano.
Ma a parte piccoli paesi in provincia, il fenomeno si sta estendendo a tutte le grandi città.

Si bisogna ritornare a spendere per cose durevoli e ridurre le futilità, sono quelle che ci uccidono la nostra economia sottraendo una fetta troppo grande della ricchezza prodotta.
Cioè?

Guarda io ho ripulito l’armadio st’estate. Ho lasciato n. 5 completi da lavoro e 7 maglie.
Il resto buttato tutto . Era mondezza comprata a pochi euro. E tanto valeva.
ho comprato da poco un completo e un montone. Le uniche cose che ho comprato quest’anno. Non comprerò altro.
Possiedo oggi solo due paia di jeans e tre paia di scarpe (buone). Le altre le ho buttate tutte.
Mobili in legno che così si riparano. Non alla moda ma devono svolgere il proprio compito e lo fanno egregiamente.
Il mio è un cambio di mood. Torno alle origini quando la gente comprava solo se c’era necessità e solo cose che valessero i soldi spesi. Perché i soldi non sono altro che il nostro tempo.
Quello che non compri è lavoro in meno per chi vende e produce.
È parte del problema.
 

Gaia

Utente di lunga data
Quello che non compri è lavoro in meno per chi vende e produce.
È parte del problema.
No, io non sono un criceto su una ruota . Chi non vende troverà altro. Io compro ciò che effettivamente ha un valore perché do’ valore al mio tempo, quello speso per guadagnarmeli quei soldi.
compro ciò che assume valore per me e che chiaramente puo’ essere diverso per ognuno. Ma facci caso? Quante cose hai in casa che stanno lì a prendere polvere e che in effetti non usi.
ecco se vieni in casa mia c’è l’eco. Nessun soprammobile, nessuna cosa superflua. Avevo tanti orologi e li ho venduti al mercatino. Me ne basta uno. Quando si romperà lo comprerò nuovo, magari costoso ma sarà unico.
Piatti e bicchieri sto usando quelli del servizio bello. Prima compravo quello da tutti i giorni ogni tot tempo. Ora non più.
libri solo Kindle. Ho l’abbonamento e leggo ciò che è Unlimited.
vivo con molta più semplicità e sinceramente anche le finanze ringraziano.
Per le auto (necessarie a noi per il lavoro) ho fatto impianto a gas. E con 30 euro a settimana ci faccio 100 km al giorno.
marito non fa straordinari a lavoro. Abbiamo deciso che preferiamo avere meno ma stare più tempo assieme. E così lui alle 16 stacca e torna a casa. A lavoro ci portiamo il pranzo da casa e a studio ho la macchinetta del caffè. Se capita vado a pranzo fuori.
Io mi sento meglio dacché vivo così.
poi ogni settimana andiamo a cena o a teatro. Prima non lo facevamo.
Segnati su un’agenda ogni euro che spendete e vedrai che ne spendo a cazzo tanti anche tu.
mio sono rimasta allucinata da quanti soldi buttavo (tanti acquisti da pochi euro, ma erano tanti)
 

danny

Utente di lunga data
... Lo sapete che i beni durevoli non esistono più?
Provate a cercare un ricambio per un computer, per un'auto, una TV, una caldaia, che abbia più di 5 o 10 anni...
Provate a fare determinate operazioni con un apparecchio non aggiornabile, qualsiasi cosa, anche una macchina stampatrice.
I vestiti... Il tessile in Italia è in crisi.
L'industria laniera non ne parliamo.
I tessuti idem.
I ricambi sempre più si producono in Cina: cercare un cazzo di condensatore?
Ali Express. O simili.
Non esiste nulla di ciò con cui state ora interagendo che sia italiano.
In Giappone rottamano auto di 5-6 anni, sono spietati con la revisioni.
Da noi arriviamo ormai ai 15 anni per un veicolo.
E a volte senza manco cambiare le gomme...
 

danny

Utente di lunga data
No, io non sono un criceto su una ruota . Chi non vende troverà altro. Io compro ciò che effettivamente ha un valore perché do’ valore al mio tempo, quello speso per guadagnarmeli quei soldi.
compro ciò che assume valore per me e che chiaramente puo’ essere diverso per ognuno. Ma facci caso? Quante cose hai in casa che stanno lì a prendere polvere e che in effetti non usi.
ecco se vieni in casa mia c’è l’eco. Nessun soprammobile, nessuna cosa superflua. Avevo tanti orologi e li ho venduti al mercatino. Me ne basta uno. Quando si romperà lo comprerò nuovo, magari costoso ma sarà unico.
Piatti e bicchieri sto usando quelli del servizio bello. Prima compravo quello da tutti i giorni ogni tot tempo. Ora non più.
libri solo Kindle. Ho l’abbonamento e leggo ciò che è Unlimited.
vivo con molta più semplicità e sinceramente anche le finanze ringraziano.
Per le auto (necessarie a noi per il lavoro) ho fatto impianto a gas. E con 30 euro a settimana ci faccio 100 km al giorno.
marito non fa straordinari a lavoro. Abbiamo deciso che preferiamo avere meno ma stare più tempo assieme. E così lui alle 16 stacca e torna a casa. A lavoro ci portiamo il pranzo da casa e a studio ho la macchinetta del caffè. Se capita vado a pranzo fuori.
Io mi sento meglio dacché vivo così.
poi ogni settimana andiamo a cena o a teatro. Prima non lo facevamo.
Segnati su un’agenda ogni euro che spendete e vedrai che ne spendo a cazzo tanti anche tu.
mio sono rimasta allucinata da quanti soldi buttavo (tanti acquisti da pochi euro, ma erano tanti)
È una tua scelta ma se fossero tutti come te l'economia reale andrebbe decisamente peggio.
Non dico che non ci si debba sentire virtuosi ad essere parsimoniosi, ma non è auspicabile che lo sia per tutti e nemmeno per tanti.
È giusto che sia una scelta personale ma non è per nulla una soluzione.
Io tutto quello che non uso lo vendo e compro oggetti che uso col ricavato.
Pochi di noi lavorano in campi in cui si producano cose effettivamente utili.
D'altronde anche musica, teatro, danza, vacanze, cultura sono futilità.
Sì può fare a meno di fare fare ai figli un corso di danza o di canto, ma se lo facessero tutti gli insegnanti non lavorerebbero più.
E ai tempi dei miei nonni nemmeno si andava in palestra.
No, le ferie sì, la famosa villeggiatura, due mesi l'anno in montagna per mia nonna casalinga e mia madre piccola.
 

danny

Utente di lunga data
Non è stato n colpo di culo, è stata una congiuntura favorevole, ma negli anni '60 - '90 gli italiani creavano tanta ricchezza. Il problema è averla sputtanata in cazzate.
Sono stati anni di crescita economica.
I nostri anni di crisi economica.
La differenza sta, semplificando, tutto in questo.
 

Gaia

Utente di lunga data
È una tua scelta ma se fossero tutti come te l'economia reale andrebbe decisamente peggio.
Non dico che non ci si debba sentire virtuosi ad essere parsimoniosi, ma non è auspicabile che lo sia per tutti e nemmeno per tanti.
È giusto che sia una scelta personale ma non è per nulla una soluzione.
Io tutto quello che non uso lo vendo e compro oggetti che uso col ricavato.
Pochi di noi lavorano in campi in cui si producano cose effettivamente utili.
D'altronde anche musica, teatro, danza, vacanze, cultura sono futilità.
Sì può fare a meno di fare fare ai figli un corso di danza o di canto, ma se lo facessero tutti gli insegnanti non lavorerebbero più.
E ai tempi dei miei nonni nemmeno si andava in palestra.
No, le ferie sì, la famosa villeggiatura, due mesi l'anno in montagna per mia nonna casalinga e mia madre piccola.
Io non lo so se è na soluzione. So solo che ora posso dare l’anticipo per comprarmi la casetta col giardino.
E affittare la mia agli studenti così mi pagano entrambi i mutui.
 

ventodelnord

Utente di lunga data
Ascolta...
Tutto quello che per te è futile è guadagno per altri.
Il tenore di vita basso riduce l'economia reale, e tutto quello che noi non compriamo impoverisce chi non vende e chi non produce.
Nessuno Stato è mai cresciuto senza fare crescere i cittadini, e tutte le politiche del passato volte a favorire le politiche del lavoro erano funzionali a fare crescere l'economia reale.
Poi è arrivata l'economia finanziaria e nelle imprese sono subentrati i figli di e i mediocri, che non hanno saputo sfruttare quel traino che in passato ci ha reso tra le prime dieci potenze industriali nel mondo.
Abbiamo lasciato andare via le persone più ambiziose e importato servi a basso costo.
E svenduto il nostro patrimonio culturale e industriale, la nostra politica energetica, la nostra politica internazionale.
Il valore di uno stato non si misura dal fatto che uno compri o meno un iPhone, ma da fattori di macroeconomia che non proiettano il nostro stato tra quelli in crescita nel futuro.
Il problema è che dell'economia reale ormai non interessa più un cazzo a nessuno: a Milano si costruiscono case di lusso per fondi immobiliari, destinate a restare vuote, e la gente si sposta per vivere nell'hinterland, si rassegna a una vita da pendolare con servizi sempre più scadenti.
Certo, la risposta è che uno può anche vivere altrove e non a Milano.
Ma a parte piccoli paesi in provincia, il fenomeno si sta estendendo a tutte le grandi città.
Quello che per me è futile è il guadagno per altri , se è un prodotto o un servizio italiano, se vai a fare le vacanze ai Caraibi (non so dove vai in vacanza) in Italia non resta nulla.

Le ragioni del declino italiano sono tante complesse e interconnesse,
Il primo è un modello industriale basato su aziende troppo piccole per il mercato di oggi, e già mostrava i suoi limiti trenta anni fa.
Poi c'è la corruzione di un sistema politico che dal 1945 al 1989 non prevedeva alternanza.
Poi c'è il consociativismo per cui in un sistema che non prevedeva alternanza politica si è concesso ai lavoratori di lavorare poco ed andar in pensione presto agli imprenditori e liberi professionisti di non pagare le tasse, alle mafie di controllare interi territori e settori industriali.
Però fino alla metà degli anni '80 gli italiani hanno lavorato e risparmiato, poi non so come sono riusciti a convincerli che non era più necessario, tutto ha cominciato a sfaldarsi. Credo che tutto sia nato dal cambiamento radicale delle dinamiche del debito pubblico , per cui in un decennio si sono messi molti soldi nelle tasche degli italiani facendo lievitare un debito che oggi ci inchioda a politiche di bilancio restrittive.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quello che per me è futile è il guadagno per altri , se è un prodotto o un servizio italiano, se vai a fare le vacanze ai Caraibi (non so dove vai in vacanza) in Italia non resta nulla.

Le ragioni del declino italiano sono tante complesse e interconnesse,
Il primo è un modello industriale basato su aziende troppo piccole per il mercato di oggi, e già mostrava i suoi limiti trenta anni fa.
Poi c'è la corruzione di un sistema politico che dal 1945 al 1989 non prevedeva alternanza.
Poi c'è il consociativismo per cui in un sistema che non prevedeva alternanza politica si è concesso ai lavoratori di lavorare poco ed andar in pensione presto agli imprenditori e liberi professionisti di non pagare le tasse, alle mafie di controllare interi territori e settori industriali.
Però fino alla metà degli anni '80 gli italiani hanno lavorato e risparmiato, poi non so come sono riusciti a convincerli che non era più necessario, tutto ha cominciato a sfaldarsi. Credo che tutto sia nato dal cambiamento radicale delle dinamiche del debito pubblico , per cui in un decennio si sono messi molti soldi nelle tasche degli italiani facendo lievitare un debito che oggi ci inchioda a politiche di bilancio restrittive.
Pensa cosa avrebbe fatto l’Italia governata bene.
Un paese senza materie prime che è nel G7.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
... Lo sapete che i beni durevoli non esistono più?
Provate a cercare un ricambio per un computer, per un'auto, una TV, una caldaia, che abbia più di 5 o 10 anni...
Provate a fare determinate operazioni con un apparecchio non aggiornabile, qualsiasi cosa, anche una macchina stampatrice.
I vestiti... Il tessile in Italia è in crisi.
L'industria laniera non ne parliamo.
I tessuti idem.
I ricambi sempre più si producono in Cina: cercare un cazzo di condensatore?
Ali Express. O simili.
Non esiste nulla di ciò con cui state ora interagendo che sia italiano.
In Giappone rottamano auto di 5-6 anni, sono spietati con la revisioni.
Da noi arriviamo ormai ai 15 anni per un veicolo.
E a volte senza manco cambiare le gomme...
io lo scorso anno ho trovato i ricambi per una caldaia che ha ormai 18 anni. il problema siete voi del paesone
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Pensa cosa avrebbe fatto l’Italia governata bene.
Un paese senza materie prime che è nel G7.
Ma aveva un gran spirito imprenditoriale , grandi e piccole imprese che interagivano.
Producevamo tutto internamente.
Oggi non è più possibile anche i più importanti marchi importano il prodotto finito.
Ci siamo globalizzati
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma aveva un gran spirito imprenditoriale , grandi e piccole imprese che interagivano.
Producevamo tutto internamente.
Oggi non è più possibile anche i più importanti marchi importano il prodotto finito.
Ci siamo globalizzati
Lo so.
 
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