15 anni

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Personalmente la trovo una preoccupazione assurda. Io sono il genitore, io ho il compito di educare i miei figli e di dargli tutti gli strumenti, attraverso quello che sono e faccio, per crearsi una sua opinione delle cose che potrà assomigliare alla mia, ma che ha la facoltà di divergere anche totalmente.

Scusa, e se non gli dici tu che sei la madre cosa è giusto e sbagliato, a chi va affidato questo compito? Qualcuno deve pur tracciare una via educativa nella vita di un bambino/adolescente, no?
Ritieniti quotata nei secoli dei secoli amen.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
per tornare in tema.
conosco da vicino un caso in cui è accaduto proprio questo.
due quindicenni hanno avuto rapporti sessuali con conseguente
gravidanza e parto.
sì, parto. :blank:
voi come vi sareste comportati, foste stati i rispettivi genitori?
Non ci sarebbero tante alternative.
Cercherei di collaborare con mia figlia nella gestione del bambino senza però renderle facile la vita. Avrebbe l'opportunità di imparare concretamente cosa sia un fatto che ti cambia la vita per sempre.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
obbligare no...indirizzare?
nel caso che conosco si è indirizzato, infatti.
solo che la famiglia di lui non saltava dalla gioia.
figuriamoci col secondo.
IndiriZare in maniera più che decisa, almeno io la penso così ma poi appunto la decisione credo debba essere loro. Non so se intervengano u serviI sociali o altro.
Io penso che a un errore (da cretini) sarebbe il caso di non aggiungerne un altro
 

Horny

Utente di lunga data
Non ci sarebbero tante alternative.
Cercherei di collaborare con mia figlia nella gestione del bambino senza però renderle facile la vita. Avrebbe l'opportunità di imparare concretamente cosa sia un fatto che ti cambia la vita per sempre.
lasceresti decidere a lei quindi, volesse interrompere la gravidanza?
 

Brunetta

Utente di lunga data
però

Non si può neanche accorgersi che dei quindicenni sono solo dei quindicenni quando si verificano le naturali conseguenze del sesso.
Il mio stupore nasceva proprio dal credere che, in situazioni agevolate, dei quindicenni si sarebbero comportati in modo responsabile.
Magari non li consideriamo maturi per tante cose, perché considerarli maturi per il sesso quando dobbiamo ancora sollecitarli per studiare per le interrogazioni?
 

Horny

Utente di lunga data
IndiriZare in maniera più che decisa, almeno io la penso così ma poi appunto la decisione credo debba essere loro. Non so se intervengano u serviI sociali o altro.
Io penso che a un errore (da cretini) sarebbe il caso di non aggiungerne un altro
sì, sono intervenuti assistenti sociali (tuttora).
la madre di lei ha condizionato la vicenda a monte e a valle.
francamente, conoscendo bene questa donna....a mettermi nei
panni dei genitori di lui :scared::scared::scared:
 

Horny

Utente di lunga data
Non si può neanche accorgersi che dei quindicenni sono solo dei quindicenni quando si verificano le naturali conseguenze del sesso.
Il mio stupore nasceva proprio dal credere che, in situazioni agevolate, dei quindicenni si sarebbero comportati in modo responsabile.
Magari non li consideriamo maturi per tante cose, perché considerarli maturi per il sesso quando dobbiamo ancora sollecitarli per studiare per le interrogazioni?
chiaramente emerge il contrario.
il motivo è che pure la madre di lei ha un cervello da quindicenne.

a no, certo. infatti dubito moooooolto che mio figlio sarà precoce nel sesso.
dovrò spiegargli molto bene di non emulare nessuno, né sentirsi condizionato.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
lasceresti decidere a lei quindi, volesse interrompere la gravidanza?
Se questa fosse la sua decisione finale, dopo averle dato tutte le opportunità e averla messa in condizione di scegliere liberamente, non potrei oppormi.
Di certo non cercherei di convincerla a farlo.
 

Lucrezia

Utente di lunga data
Non si può neanche accorgersi che dei quindicenni sono solo dei quindicenni quando si verificano le naturali conseguenze del sesso.
Il mio stupore nasceva proprio dal credere che, in situazioni agevolate, dei quindicenni si sarebbero comportati in modo responsabile.
Magari non li consideriamo maturi per tante cose, perché considerarli maturi per il sesso quando dobbiamo ancora sollecitarli per studiare per le interrogazioni?
Sì, tu hai ragione. Ed è vero anche il contrario, di caso in caso: che laddove regnano troppi no, e troppi scontri, spesso il figlio rimane con un lato per sempre infantile, per sempre in ribellione contro il genitore a prescindere, anche da adulto, anche quano diventa genitore lui stesso. C'è un equilibrio, ma quell'equilibrio presumo sia unico per ogni individuo per ogni nucleo famigliare. Per me il mistero di essere genitore è maestoso e terribile. Mi sono sempre chiesta, come si faccia a sentire quel che è più giusto, quando ci si accorga per la prima volta che un figlio è una creatura completamente diversa da sé e persino che quello che poteva essere ottimo per noi da piccoli, per lui è un trauma e viceversa. Io continuo a chiedermi se saprò separare quel che sapevo io o che era giusto per me da piccola con quello che saprà e sarà un figlio. Come si fa, come fate? Come decidete cosa giova maggiormente a un figlio? Con l'istinto, pian piano con l'esperienza? Con delle regole decise prima in maniera teorica? Basandosi sulla propria infanzia, sulle cose ben riuscite e quelle da evitare? Come si fa? Chiedo perché per me rimane, appunto, un magnifico mistero.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, tu hai ragione. Ed è vero anche il contrario, di caso in caso: che laddove regnano troppi no, e troppi scontri, spesso il figlio rimane con un lato per sempre infantile, per sempre in ribellione contro il genitore a prescindere, anche da adulto, anche quano diventa genitore lui stesso. C'è un equilibrio, ma quell'equilibrio presumo sia unico per ogni individuo per ogni nucleo famigliare. Per me il mistero di essere genitore è maestoso e terribile. Mi sono sempre chiesta, come si faccia a sentire quel che è più giusto, quando ci si accorga per la prima volta che un figlio è una creatura completamente diversa da sé e persino che quello che poteva essere ottimo per noi da piccoli, per lui è un trauma e viceversa. Io continuo a chiedermi se saprò separare quel che sapevo io o che era giusto per me da piccola con quello che saprà e sarà un figlio. Come si fa, come fate? Come decidete cosa giova maggiormente a un figlio? Con l'istinto, pian piano con l'esperienza? Con delle regole decise prima in maniera teorica? Basandosi sulla propria infanzia, sulle cose ben riuscite e quelle da evitare? Come si fa? Chiedo perché per me rimane, appunto, un magnifico mistero.
Credo che si faccia come per ogni cosa: si cerca di tradurre in pratica i propri principi, con una grande attenzione per interpretare i bisogni di un figli senza credere che un bambino sia in grado né di consapevolezza né di espressione esplicita.

Si può anche leggere qualche libro. Male non fa :mexican:
 

Nicka

Capra Espiatrice
... su quel che ho messo in grassetto non concordo proprio :)

Perché se fosse come dici tu, i genitori sarebbero il parametro della infallibilità. Dovremmo tutti quanti avere genitori infallibili. Che non stanno manco a farsi le domande e le discussioni che stiamo facendo noi in questo preciso istante. E dovrebbero esistere verità pressoché universali.

E viceversa - altra cosa a cui non credo - quando un figlio fa un errore la colpa sarebbe del genitore sempre e comunque.

No.

Secondo me un buon genitore ti fornisce un modello. Ed indicazioni su ciò che è bene e ciò che è male. Ti dà dei "valori", ti consegna dei contenitori, ti sta vicino mentre TU riempi questi contenitori. Delle tue esperienze. Nel tuo percorso di vita.

Parli di "errori fatti in maniera consapevole": cosa intendi? Esperienze che andavano consciamente contro i parametri della tua educazione? Bè... è strano. Perché per mia esperienza sono assai pochi gli errori che si fanno consciamente. Che la consapevolezza di avere commesso un errore di solito giunge quando è tardi, mica prima.
Perché non esistono, sti parametri quasi granitici. :)
Ma no, per carità...quale infallibilità?
Io intendevo semplicemente che più che dare indicazioni riguardo al vivere secondo il proprio vissuto e il modello che i genitori incarnano non si può fare. Siamo tutti esseri umani, con pregi e difetti, tutti facciamo errori e proprio in virtù di questo possiamo indicare la via per non farne. Al netto del fatto che è l'errore, secondo me, che fa crescere.

Per errori fatti in maniera consapevole intendo esattamente quello che ho detto.
Tu hai la tua esperienza, io invece ho la mia e tante delle cose che ho fatto sono state errori coscienti e consapevoli e voluti. E di certo non l'ho capito dopo che stavo per sbagliare, ma prima. Non è questione di parametri granitici, è solo questione di scegliere per se stessi una strada da percorrere, per una serie di motivi.
C'è chi procede su una strada pulita, dritta, senza intoppi e chi invece decide di andar per sentieri impervi, inciampando e graffiandosi con le sterpaglie. Ma la propria strada è sempre una scelta. :)
 

oro.blu

Never enough
per tornare in tema.
conosco da vicino un caso in cui è accaduto proprio questo.
due quindicenni hanno avuto rapporti sessuali con conseguente
gravidanza e parto.
sì, parto. :blank:
voi come vi sareste comportati, foste stati i rispettivi genitori?
mi sarebbe venuto un coccolone...però che si può fare? Si accetta con gioia una creatura...

:)
 

Lucrezia

Utente di lunga data
Divertente.
Fino ad un paio di anni fa, andare a dormire in casa del mio lui d'allora, stessa stanza, appartamento non vuoto, era un dramma.
A 16-17 anni tutti avevano la loro vita sessuale abbastanza regolare, comunque, ma mai alla luce del sole rispetto ai loro genitori. Quello era inammissibile.

Comunque a parte le regole familiari interne, quello che mi preoccupa di più dei 15enni è la mancanza di educazione sessuale/sentimentale, e non in fatto che facciano sesso (cosa abbastanza comune d'altronde). La mia generazione è rimasta totalmente diseducata, ed è stato un problema sia per chi ha iniziato a 15 sia per chi ha iniziato a 20.

La questione di "lasciar loro la casa/camera" è problematica proprio perchè io non la leggo tanto come una forma di educazione quanto di incoraggiamento (che invece è stupido e inutile). Poi dipende dalle famiglie.
Ciao. Si, è anche cosa culturale. Ad esempio, anni dopo, quando io e il mio compagno, convivente da anni, andavamo a Napoli dai genitori, non potevamo dormire nello stesso letto. Nonostante loro sapessero che vivevamo insieme e si facessero anzi occasionalmente ospitare da noi. Ma da adolescenti, il passare i week end insieme non era tanto una questione sessuale, era una cosa sociale, un 'entrare nella famiglia'. Perché per il sesso ci si sarebbe comunque arrabattati facilmente. Ma credo fosse, per noi un essere riconosciuti e per gli adulti inquadrare la vita relazionale dell'adolescente in una forma conosciuta e non trasgressiva.
In che senso senti che sia mancata l'educazione sentimental-sessuale? Che cosa pensi ci avrebbero dovuto insegnare o trasmettere di diverso per aiutarci ad essere più consapevoli? Da un punto di vista generazionale o personale
 

Lucrezia

Utente di lunga data
Credo che si faccia come per ogni cosa: si cerca di tradurre in pratica i propri principi, con una grande attenzione per interpretare i bisogni di un figli senza credere che un bambino sia in grado né di consapevolezza né di espressione esplicita.

Si può anche leggere qualche libro. Male non fa :mexican:
Sì. E magari è più naturale e spontaneo di quel che temo io :carneval:
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Sì. E magari è più naturale e spontaneo di quel che temo io :carneval:
In effetti vi fate delle seghe assurde.
Basta pensare che per i tuoi figli ( o futuri figli, non so) tu sei l'unica madre che possono avere. Bella o brutta, intelligente o sciocca, empatia o anaffettiva: sei tu la loro madre.
E non devi aver pura a fare delle scelte.
Come con tutto ciò che è importante anche con i figli ci vuole buon senso.
Non si può trattarli da esseri incapaci di intendere e di volere, ma nemmeno da nostri pari.
 

danny

Utente di lunga data
A 9 anni io e i miei amici andavamo in pineta, ci spogliavamo nudi e giocavamo.
I genitori non sapevano nulla, non immaginavano nulla, stavano seduti sulla panchina.
Lo facevamo di nascosto.
A 11 giocavo a nascondino la sera, avevamo l'ora di rientro, ma se volevamo potevamo fare qualsiasi cosa.
Una mia amica ogni sera limonava con uno diverso. I genitori non sapevano niente.
Io avrei voluto fare "tutto" a partire dai 12, ma non beccavo niente, a differenza di altri miei amici un po' più grandicelli che potevano già andare in discoteca la domenica pomeriggio.
In terza media c'era già chi faceva sesso e ricordo delle foto di nudo di una ragazza di seconda che si era fatto un mio compagno.
Quelle di 15 ci sembravano grandi e non ci filavano di striscio, di solito uscivano con ragazzi più grandi di loro.
Avevo una compagna in terza media che usciva con quelli che avevano la macchina.
Malgrado l'intenzione ho cominciato a piacere alle ragazze a 16 anni, prima ero troppo infantile.
Mia moglie aveva 17 anni quando andammo insieme in vacanza da soli e non ero il suo primo ragazzo fisso, a 14 anni stava con uno di 20, per dire.
Prima di lei avevo un'altra ragazza. Ricordo che mio padre ci prestò casa sua, per stare più comodi, perché in auto non era il massimo.
Un'altra mia tipa aveva avuto la sua prima esperienza anale a 15 anni.
Il suo primo pompino a 11.
Gli ormoni si scatenano a quell'età, e in contemporanea le prime ribellioni.
I genitori escono dalla tua vita, io mi vergognavo pure di farmi vedere insieme a mia madre, questo poteva essere di dileggio presso i miei coetanei.
CI preoccupiamo del sesso, ma all'epoca il problema principale era la droga.
Circolava già alle medie. Il secondo problema era il bullismo, la violenza che serpeggiava tra i coetanei, le prese in giro (si arrivava alle mani e agli sputi, e una volta un ragazzino mi minacciò col coltello).
I pedofili: le mamme dell'epoca erano ignoranti, non percepivano l'esistenza di questo problema, e quindi racconti in merito ne ho raccolti.
Questo è quello che ricordo del mio periodo.
I ragazzini di oggi sono mediamente più protetti da adulti consapevoli ma restano molto da soli e accedono ai contenuti pornografici che offre internet senza troppi problemi, usano tantissimo i social network (per chi li conosce sa di quali contenuti sto parlando).
I genitori dovrebbero fornire l'assistenza necessaria per garantire la pluralità di informazioni che un web dove si usa il verbo "escile" troppo spesso non può garantire.
Non parlare di sesso con i propri figli, anche ad età in cui sembrano ancora bambini, far finta che non esistano le pulsioni è per me sbagliato. Se questo vuol dire anche assecondarli nella ricerca del sesso perché no.
Non sto parlando solo di un rapporto completo, che può avvenire a 14 come a 20 ma di sesso, che può anche essere petting o altro, che richiede intimità.
Non è facile, lo ammetto, ma è necessario.
 
Ultima modifica:

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
A 9 anni io e i miei amici andavamo in pineta, ci spogliavamo nudi e giocavamo.
I genitori non sapevano nulla, non immaginavano nulla, stavano seduti sulla panchina.
Lo facevamo di nascosto.
A 11 giocavo a nascondino la sera, avevamo l'ora di rientro, ma se volevamo potevamo fare qualsiasi cosa.
Una mia amica ogni sera limonava con uno diverso. I genitori non sapevano niente.
Io avrei voluto fare "tutto" a partire dai 12, ma non beccavo niente, a differenza di altri miei amici un po' più grandicelli che potevano già andare in discoteca la domenica pomeriggio.
In terza media c'era già chi faceva sesso e ricordo delle foto di nudo di una ragazza di seconda che si era fatto un mio compagno.
Quelle di 15 ci sembravano grandi e non ci filavano di striscio, di solito uscivano con ragazzi più grandi di loro.
Avevo una compagna in terza media che usciva con quelli che avevano la macchina.
Malgrado l'intenzione ho cominciato a piacere alle ragazze a 16 anni, prima ero troppo infantile.
Mia moglie aveva 17 anni quando andammo insieme in vacanza da soli e non ero il suo primo ragazzo fisso, a 14 anni stava con uno di 20, per dire.
Prima di lei avevo un'altra ragazza. Ricordo che mio padre ci prestò casa sua, per stare più comodi, perché in auto non era il massimo.
Un'altra mia tipa aveva avuto la sua prima esperienza anale a 15 anni.
Il suo primo pompino a 11.
Gli ormoni si scatenano a quell'età, e in contemporanea le prime ribellioni.
I genitori escono dalla tua vita, io mi vergognavo pure di farmi vedere insieme a mia madre, questo poteva essere di dileggio presso i miei coetanei.
CI preoccupiamo del sesso, ma all'epoca il problema principale era la droga.
Circolava già alle medie. Il secondo problema era il bullismo, la violenza che serpeggiava tra i coetanei, le prese in giro (si arrivava alle mani e agli sputi, e una volta un ragazzino mi minacciò col coltello).
I pedofili: le mamme dell'epoca erano ignoranti, non percepivano l'esistenza di questo problema, e quindi racconti in merito ne ho raccolti.
I ragazzini di oggi sono mediamente più protetti da adulti consapevoli ma restano molto da soli e accedono ai contenuti pornografici che offre internet senza troppi problemi, usano tantissimo i social network (per chi li conosce sa di quali contenuti sto parlando).
I genitori dovrebbero fornire l'assistenza necessaria per garantire la pluralità di informazioni che un web dove si usa il verbo "escile" troppo spesso non può garantire.
Non parlare di sesso con i propri figli, anche ad età in cui sembrano ancora bambini, far finta che non esistano le pulsioni è per me sbagliato. Se questo vuol dire anche assecondarli nella ricerca del sesso perché no.
Non sto parlando solo di un rapporto completo, che può avvenire a 14 come a 20 ma di sesso, che può anche essere petting o altro, che richiede intimità.
Non è facile, lo ammetto, ma è necessario.
Io non ho fatto particolari studi in materia e in più ho un'esperienza molto limitata, ma secondo me stai facendo una grande confusione.
Parlare di sessualità ai figli e parlare della loro sessualità sono due cose ben diverse.
La prima compete ai genitori e agli educatori in generale, la seconda agli amici e alle persone fidate con cui sono in confidenza.
Assecondarli nella ricerca del sesso?
Mi auguro vivamente che tu stia scherzando.
 

oro.blu

Never enough
In effetti vi fate delle seghe assurde.
Basta pensare che per i tuoi figli ( o futuri figli, non so) tu sei l'unica madre che possono avere. Bella o brutta, intelligente o sciocca, empatia o anaffettiva: sei tu la loro madre.
E non devi aver pura a fare delle scelte.
Come con tutto ciò che è importante anche con i figli ci vuole buon senso.
Non si può trattarli da esseri incapaci di intendere e di volere, ma nemmeno da nostri pari.
Sono d'accordo con te. Ognuno conosce i propri figli e fa le scelte dettate dalla propria coscienza e consapevolezza.
Secondo me dare troppa libertà di decisione a dei ragazzini facendogli fare quello che gli passa per la testa senza vincoli o senza no gli preclude dall'imparare che nella vita ci sono anche dei no e che le cose vanno conquistate.
Poi anche i genitori sbaglino. Io sono sempre convinta che avrei potuto essere migliore.
 

oro.blu

Never enough
A 9 anni io e i miei amici andavamo in pineta, ci spogliavamo nudi e giocavamo.
I genitori non sapevano nulla, non immaginavano nulla, stavano seduti sulla panchina.
Lo facevamo di nascosto.
A 11 giocavo a nascondino la sera, avevamo l'ora di rientro, ma se volevamo potevamo fare qualsiasi cosa.
Una mia amica ogni sera limonava con uno diverso. I genitori non sapevano niente.
Io avrei voluto fare "tutto" a partire dai 12, ma non beccavo niente, a differenza di altri miei amici un po' più grandicelli che potevano già andare in discoteca la domenica pomeriggio.
In terza media c'era già chi faceva sesso e ricordo delle foto di nudo di una ragazza di seconda che si era fatto un mio compagno.
Quelle di 15 ci sembravano grandi e non ci filavano di striscio, di solito uscivano con ragazzi più grandi di loro.
Avevo una compagna in terza media che usciva con quelli che avevano la macchina.
Malgrado l'intenzione ho cominciato a piacere alle ragazze a 16 anni, prima ero troppo infantile.
Mia moglie aveva 17 anni quando andammo insieme in vacanza da soli e non ero il suo primo ragazzo fisso, a 14 anni stava con uno di 20, per dire.
Prima di lei avevo un'altra ragazza. Ricordo che mio padre ci prestò casa sua, per stare più comodi, perché in auto non era il massimo.
Un'altra mia tipa aveva avuto la sua prima esperienza anale a 15 anni.
Il suo primo pompino a 11.
Gli ormoni si scatenano a quell'età, e in contemporanea le prime ribellioni.
I genitori escono dalla tua vita, io mi vergognavo pure di farmi vedere insieme a mia madre, questo poteva essere di dileggio presso i miei coetanei.
CI preoccupiamo del sesso, ma all'epoca il problema principale era la droga.
Circolava già alle medie. Il secondo problema era il bullismo, la violenza che serpeggiava tra i coetanei, le prese in giro (si arrivava alle mani e agli sputi, e una volta un ragazzino mi minacciò col coltello).
I pedofili: le mamme dell'epoca erano ignoranti, non percepivano l'esistenza di questo problema, e quindi racconti in merito ne ho raccolti.
Questo è quello che ricordo del mio periodo.
I ragazzini di oggi sono mediamente più protetti da adulti consapevoli ma restano molto da soli e accedono ai contenuti pornografici che offre internet senza troppi problemi, usano tantissimo i social network (per chi li conosce sa di quali contenuti sto parlando).
I genitori dovrebbero fornire l'assistenza necessaria per garantire la pluralità di informazioni che un web dove si usa il verbo "escile" troppo spesso non può garantire.
Non parlare di sesso con i propri figli, anche ad età in cui sembrano ancora bambini, far finta che non esistano le pulsioni è per me sbagliato. Se questo vuol dire anche assecondarli nella ricerca del sesso perché no.
Non sto parlando solo di un rapporto completo, che può avvenire a 14 come a 20 ma di sesso, che può anche essere petting o altro, che richiede intimità.
Non è facile, lo ammetto, ma è necessario.
Tutti noi abbiamo fatto le nostre esperienze chi prima chi poi. Così sarà per i nostri figli. Tra lo spiegare ad un bambino/ragazzo l'importanza di certe scelte e situazioni e concedere che facciano quello che vogliono quando lo vogliono in ambiente protetto solo perché così pensiamo che siano sotto controllo o tutelati per me è un errore.
Il giusto o il sbagliato, il momento debito per un azione canno insegnati con l'educazione. Ed è logico che poi i ragazzi facciano in coscienza o di nascosto. Lo abbiamo fatto tutti. Ma pensare di assecondarli solo perché bon si vadano a cacciare in guai più grossi non esiste....perché lo faranno lo stesso. É nell'essere figli la voglia di fare qualcosa di nascosto.
Credo ci voglia solo buon senso da parte dei genitori a capire le situazioni. Imporre paletti dove servono e lasciare libertà sufficiente a guadagnarsi la maturità delle proprie scelte.
 
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