Berlusconi non ha tutti i torti!

Pincopallino

Utente di lunga data
Ti rifaccio la domanda: perché in Italia Olivetti, che aveva tecnologie all'avanguardia (e io ho avuto un M24 all'epoca) anche per il mercato consumer, non si è potuta sviluppare come Apple?
Perché Huawei in Italia non vende più un cazzo?
Perché Fiat praticamente sopravvive vendendo Jeep e avendo sede in Olanda, ma facendo ormai parte di un gruppo francese, che sicuramente deciderà la sua linea produttiva nel futuro?
Perché una cazzo di BMW che vendeva auto Isetta o auto disegnate da Michelotti o una Volkswagen che stava fallendo prima di Giugiaro, oggi sono leader mondiali?
Dove sono finite le nostre industrie farmaceutiche?
Perché noi, tra le principali potenze industriali del mondo, siamo andati in declino tanto da diventare oggi un paese ormai quasi depresso?
Quale sustrato ha offerto l'Italia per consentire a queste industrie di crescere?
Adesso, è ormai diventata tutto una serie di adempimenti da azzeccagarbugli per cui perdi tempo e spendi soldi.
Su gran parte dell’industria, costava e costa meno produrre altrove, anche questo da prima dell’Euro. Se porti fuori il background, te lo perdi, perché intanto che altrove producono, altrove imparano, tu diventi vecchio e non te ne frega più un caz. Olivetti è finita così grazie alla totale incapacità dei propri manager di evolversi, pensa che il primo tablet touch fu inventato proprio a Ivrea, ma non ci credettero, cedendo i segreti degli sviluppi proprio a due sconosciuti dei quali uno faceva Jobs ti cognome, figlio adottivo di una coppia californiana.
Meglio rimanere concentrati sulle macchine da scrivere, prima manuali e poi elettroniche, come la ET115 che usavo io alle superiori.
Siamo degli ottimi inventori, dei gran creativi, con un enorme senso estetico che gli altri si scordano tuttora, ma non siamo in grado di dare continuità per più generazioni, ma soprattutto pensiamo al nostro orticello, non abbiamo una visione di insieme ed a lungo termine sugli investimenti. Per fare soldi si deve spendere soldi e farli girare.
Il Silvio in parte lo ha compreso, oggi il suo gruppo cuba 30.000 dipendenti e l’azionariato di maggioranza appartiene ancora alla famiglia.
Ma già il figlio, Piersilvio la vede diversamente. Chissà i suoi eredi.
I gruppi industriali non hanno avuto un proseguo generazionale perche Interessato al tutto e subito, quindi che si fa? Produciamo le batterie Varta in India, che farne una ci costa 1000 lire anziché le 7000 lire italiane però continuiamo a venderle a 100.000 lire, guadagnando 99 anziché 93.
E tutti hanno fatto sto ragionamento, dalla pelletteria, alla scarpa, alla elettronica, all’auto, eh si anche la Fiat ha prodotto e produce in Polonia, India, Brasile, e pure le lampadine con il filo di tungsteno siamo andati a farle altrove e così la Leuci di Brivio ha lasciato a casa gli operai del lecchese, perché produrre a Wuhan con altro marchio più bello e più moderno costa un ventesimo.
E poi arriva l’euro, ventanni dopo che si è cominciato ad esportare la conoscenza, e si pensa che la crisi sia iniziata li.
Con l’avvento dell’euro, la silicon valley italiana che si sviluppava tra Agrate e Vimercate con tre colossi aveva già chiuso da mo. IBM ha chiuso due stabilimenti in sei mesi, Vimercate e Basiano, 7000 dipendenti, produzione spostata e andavo ancora a scuola altro che euro. Ne è rimasta una sede a segrate, ma ogni anno disinveste un pezzo. Alcatel di Vimercate sparita, oggi c’è un centro congressi vuoto al suo posto. ST, altro colosso sta in piedi e resiste e perché? Perché il socio di maggioranza è lo stato italiano, tramite Finmeccanica, lo stesso proprietario di Leonardo, che ci permette di continuare a produrre elicotteri da guerra qui sul nostro territorio. Se no puff….pure questa mega realtà.
Ti posso portare liste di aziende che hanno portato la produzione nei paesi invia di sviluppo ben prima dell’avvento dell’euro.
Solo che non fa comodo parlarne.
Viene più facile dare la colpa a Prodi per il cambio a cui è stato fissato il rapporto Lira/Euro. 1936,27.
 

danny

Utente di lunga data
Io credo che tutta la rabbia che si esprime contro i politici sia sempre di tipo adolescenziale.
Ovvero la rabbia che si prova quando si scopre che i genitori, considerati i nostri Dei onnipotenti, si rivelano persone normali (alcuni peggio della media, i genitori degli altri cucinano meglio e fanno uscire i figli) che non sanno tutto, non risolvono tutti i problemi e non possono darci tutto quello che desideriamo e che, magari, ci hanno indotto a considerare un diritto in nome della nostra eccezionalità. Già perché contemporaneamente il nostro corpo cambia e non siamo più i bimbi che, anche se oggettivamente e geneticamente brutti, comunque potevano suscitare tenerezza e ottenere attenzione e sorrisi. Il corpo cambia e non tutto insieme, magari crescono prima le gambe o non crescono abbastanza. Oppure cresce tutto il corpo e dopo il viso e ci vediamo orrendi e sproporzionati, con i brufoli, i capelli unti. Tutte cose che sappiamo dipendono da loro, quei mostri, che pure da bambini volevamo sposare o che costituivano un modello inarrivabile. Inoltre sono coloro che ci spiegavano le cose e improvvisamente li vediamo ignoranti (anche Piero Angela non sapeva tutto, doveva studiare) e pure arretrati e meschini a rifiutare il guacamole e preferire la carbonara.
La rabbia per vincere la tristezza da delusione è inevitabile.
Ecco per la politica è la stessa cosa. Di volta in volta cerchiamo di ritrovare i genitori antichi, quelli infallibili, il papà o la mamma che risolvevano tutto! Vogliamo questo genitore buono sia severissimo con gli altri, quelli brutti che ci rubano la merenda, e non sia mai che faccia una carezza al bimbo dei nuovi vicini, la rabbia aumenta se quel bimbo è diverso, ci sembra che ci dica che siamo sbagliati.
Così la rabbia si indirizza verso i politici più vecchi, perché siamo sempre adolescenti e i coetanei sono come noi, con la nostra stessa tristezza e rabbia, ci fidiamo dei coetanei.
È la contestazione giovanile permanente, anche da parte dei settantenni.
Aspé... non psicanalizziamo anche qui.
La rabbia è quella del coniuge tradito.
E' quella del condomino che scopre l'amministratore che becca mazzette e gli fa pagare di più con le spese condominiali.
E' quella di una persona adulta che non accetta la politica alla Vanna Marchi.
E' la frustrazione di vedere complicata la vita da persone che non si interessano a noi.
Io non so nemmeno se andrò mai in pensione. Non so se mia figlia troverà lavoro in Italia.
Non so se potrò tenere la mia auto o me lo vieteranno.
Non so se la mia ditta continuerà. Non so se avrò i soldi per le bollette.
La rabbia è di chi non può decidere più per sé ma un poco della sua libertà, a volte tanto di quella libertà, la deve affidare a uno che invece fa la bella vita.
La rabbia è quella di Renzo con Don Rodrigo.
 

danny

Utente di lunga data
Su gran parte dell’industria, costava e costa meno produrre altrove, anche questo da prima dell’Euro. Se porti fuori il background, te lo perdi, perché intanto che altrove producono, altrove imparano, tu diventi vecchio e non te ne frega più un caz. Olivetti è finita così grazie alla totale incapacità dei propri manager di evolversi, pensa che il primo tablet touch fu inventato proprio a Ivrea, ma non ci credettero, cedendo i segreti degli sviluppi proprio a due sconosciuti dei quali uno faceva Jobs ti cognome, figlio adottivo di una coppia californiana.
Meglio rimanere concentrati sulle macchine da scrivere, prima manuali e poi elettroniche, come la ET115 che usavo io alle superiori.
Siamo degli ottimi inventori, dei gran creativi, con un enorme senso estetico che gli altri si scordano tuttora, ma non siamo in grado di dare continuità per più generazioni, ma soprattutto pensiamo al nostro orticello, non abbiamo una visione di insieme ed a lungo termine sugli investimenti. Per fare soldi si deve spendere soldi e farli girare.
Il Silvio in parte lo ha compreso, oggi il suo gruppo cuba 30.000 dipendenti e l’azionariato di maggioranza appartiene ancora alla famiglia.
Ma già il figlio, Piersilvio la vede diversamente. Chissà i suoi eredi.
I gruppi industriali non hanno avuto un proseguo generazionale perche Interessato al tutto e subito, quindi che si fa? Produciamo le batterie Varta in India, che farne una ci costa 1000 lire anziché le 7000 lire italiane però continuiamo a venderle a 100.000 lire, guadagnando 99 anziché 93.
E tutti hanno fatto sto ragionamento, dalla pelletteria, alla scarpa, alla elettronica, all’auto, eh si anche la Fiat ha prodotto e produce in Polonia, India, Brasile, e pure le lampadine con il filo di tungsteno siamo andati a farle altrove e così la Leuci di Brivio ha lasciato a casa gli operai del lecchese, perché produrre a Wuhan con altro marchio più bello e più moderno costa un ventesimo.
E poi arriva l’euro, ventanni dopo che si è cominciato ad esportare la conoscenza, e si pensa che la crisi sia iniziata li.
Con l’avvento dell’euro, la silicon valley italiana che si sviluppava tra Agrate e Vimercate con tre colossi aveva già chiuso da mo. IBM ha chiuso due stabilimenti in sei mesi, Vimercate e Basiano, 7000 dipendenti, produzione spostata e andavo ancora a scuola altro che euro. Ne è rimasta una sede a segrate, ma ogni anno disinveste un pezzo. Al Castel di Vimercate sparita, oggi c’è un centro congressi vuoto al suo posto. ST, altro colosso sta in piedi e resiste e perché? Perché il socio di maggioranza è lo stato italiano, tramite Finmeccanica, lo stesso proprietario di Leonardo, che ci permette di continuare a produrre elicotteri da guerra qui sul nostro territorio. Se no puff….pure questa mega realtà.
Ti posso portare liste di aziende che hanno portato la produzione nei paesi invia di sviluppo ben prima dell’avvento dell’euro.
Solo che non fa comodo parlarne.
Viene più facile dare la colpa a Prodi per il cambio a cui è stato fissato il rapporto Lira/Euro. 1936,27.
Non fu esattamente tutto così. Inoltre, anche la Germania, gli Usa, Francia etc hanno delocalizzato come noi. Eppure...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Aspé... non psicanalizziamo anche qui.
La rabbia è quella del coniuge tradito.
E' quella del condomino che scopre l'amministratore che becca mazzette e gli fa pagare di più con le spese condominiali.
E' quella di una persona adulta che non accetta la politica alla Vanna Marchi.
E' la frustrazione di vedere complicata la vita da persone che non si interessano a noi.
Io non so nemmeno se andrò mai in pensione. Non so se mia figlia troverà lavoro in Italia.
Non so se potrò tenere la mia auto o me lo vieteranno.
Non so se la mia ditta continuerà. Non so se avrò i soldi per le bollette.
La rabbia è di chi non può decidere più per sé ma un poco della sua libertà, a volte tanto di quella libertà, la deve affidare a uno che invece fa la bella vita.
La rabbia è quella di Renzo con Don Rodrigo.
Tutte rabbie successive.
 

danny

Utente di lunga data
Tutte rabbie successive.
Manzoni secondo me aveva già descritto tutto.
Passato, presente e il futuro. Quello di adesso.
Quell'Italia è la stessa di oggi, tra azzeccagarbugli, bravi, Don Rodrigo, Monache di Monza, rivolte del pane, monatti, lanzichenecchi, pavidi come Don Abbondio e gente del popolo, che non sa dove sbattere la testa, vasi di terracotta costretti a viaggiare tra tanti vasi di ferro.
Quello che manco ora è solo la Provvidenza.
Il lieto fine fu un vizio di Manzoni.
Oggi Renzo morirebbe di peste al posto di Don Rodrigo.
E Lucia guadagnerebbe con OnlyFans, mentre Don Rodrigo sarebbe un divo in stile Gomorra.
Le rivolte del pane sarebbero sedate con gli idranti e le Monache di Monza farebbero il ministro dell'Istruzione.
Don Abbondio avrebbe mille cloni sui social, non più con la tonaca, ma con le bandiere giuste nel periodo giusto e le foto dei cazzi da mandare in chat.
E l'Innominato?
No, non esisterebbe più. Vivrebbe all'estero, con una moglie sudamericana.
Anita.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
E d'altronde anche Dante... in quel capolavoro di endecasillabi pretwitter che è l'Inferno della Commedia, in effetti ha anticipato di molto gli haters.

La rabbia crea capolavori.

Anche Guccini nel suo piccolo. E Masini....
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Non fu esattamente tutto così. Inoltre, anche la Germania, gli Usa, Francia etc hanno delocalizzato come noi. Eppure...
eppure hanno capacità imprenditoriale che noi ce la sogniamo. Dovremmo anche parlare della qualità di quel che si produceva. Fiat, per quanto la mia Uno non ha mai avuto problemi, non è stata in grado di vendere immagine di affidabilita‘ come invece i tedeschi con Bmw Audi VW e Mercedes hanno saputo fare. Non chiedere a un tedesco di creare, chiedi lui di industrializzare e ti mangia in insalata.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Manzoni secondo me aveva già descritto tutto.
Passato, presente e il futuro. Quello di adesso.
Quell'Italia è la stessa di oggi, tra azzeccagarbugli, bravi, Don Rodrigo, Monache di Monza, rivolte del pane, monatti, lanzichenecchi, pavidi come Don Abbondio e gente del popolo, che non sa dove sbattere la testa, vasi di terracotta costretti a viaggiare tra tanti vasi di ferro.
Quello che manco ora è solo la Provvidenza.
Il lieto fine fu un vizio di Manzoni.
Oggi Renzo morirebbe di peste al posto di Don Rodrigo.
E Lucia guadagnerebbe con OnlyFans, mentre Don Rodrigo sarebbe un divo in stile Gomorra.
Le rivolte del pane sarebbero sedate con gli idranti e le Monache di Monza farebbero il ministro dell'Istruzione.
Don Abbondio avrebbe mille cloni sui social, non più con la tonaca, ma con le bandiere giuste nel periodo giusto e le foto dei cazzi da mandare in chat.
E l'Innominato?
No, non esisterebbe più. Vivrebbe all'estero, con una moglie sudamericana.
Anita.
A te manca la Provvidenza. Io ce l’ho.
Ma la chiamo diversamente.
 

Brunetta

Utente di lunga data

danny

Utente di lunga data
eppure hanno capacità imprenditoriale che noi ce la sogniamo. Dovremmo anche parlare della qualità di quel che si produceva. Fiat, per quanto la mia Uno non ha mai avuto problemi, non è stata in grado di vendere immagine di affidabilita‘ come invece i tedeschi con Bmw Audi VW e Mercedes hanno saputo fare. Non chiedere a un tedesco di creare, chiedi lui di industrializzare e ti mangia in insalata.
Rollei, Leica... se le sono mangiate i giapponesi per questo.
Ma a parte questo, se andiamo alle auto, la nostra industria comincia il declino con la crisi del '73, l'aumento delle tasse su benzina e auto, specie per quelle di grossa cilindrata e sul diesel e quella cazzo di mania borghese nostrana di odiare le auto preferendo le bici, sempre per il popolo si intende, che si perpetua anche oggi.
Noi avevamo 130 e 132, Alfa 6 in canna (progetto rimandato) tutte benzina e assetate.
Lancia abortì il suo marchio con un 2000 benzina 4 cilindri con la Gamma, che non ci credeva neanche lei.
Nessun diesel, tranne un indecente Giulia con motore di un trattore (vero).
I tedeschi avevano auto più grandi, stipendi più adeguati per comprarle ma soprattutto i diesel di Mercedes e Opel, non tassati in patria e nel resto del mondo col superbollo.
I francesi Peugeot e Citroen.
Gli italiani cominciarono a comprare straniero per questo, perché avevano auto che da noi non c'erano ancora.
Fiat arrivò tardi, con 132, un modello ormai decrepito, e 131.
Ma non fece grandi numeri, perché in Italia per il superbollo il diesel era auto da grandi viaggiatori, che quindi non poteva fare grandi numeri in Italia.
Volkswagen fece la Golf diesel e fu l'inizio della fine.
Quella insieme al GTI sancì la fine dell'industria italiana.
La Golf era una piccola diesel e una desiderabile Berlinetta sportiva, due cose che in Italia non c'erano.
L'Italia recuperò terreno molto più tardi negli anni 80 e successivamente mise a punto progetti innovativi anche nel diesel, con il common Rail etc.
Ma era troppo tardi.
Se non avessimo avuto quei cazzoni che in Italia decisero che le auto erano prodotti da spennare, noi oggi domineremmo il mercato globale al pari di BMW o Volkswagen, che per inciso, annovera tra i marchi una ex consociata Fiat, la Seat.
Per non parlare di Alfa Romeo, le cui decisioni industriali seguivano le necessità elettorali del politico di turno...
O il De Mita per il progetto Arna, il primo tentativo di fabbrica transplant giapponese (le auto giapponesi in Italia erano contingentate!),
Questo intendo per sustrato.
E vogliamo parlare dello sviluppo industriale automobilistico spagnolo (ci hanno superati)? Osteggiato da Fiat e politici conniventi, con un Alfa Romeo scivolata in mano Fiat, con i risultati che vediamo tristemente adesso.
 
Ultima modifica:

spleen

utente ?
Come vedi @Jacaranda qui, piccola comunità ora prevalentemente di destra, c’è un sentimento diffuso simile al tuo.
Solo che una protesta generalizzata perché sono state elette persone che mai vorremmo al nostro tavolo in pizzeria è considerata inutile, insensata e controproducente.
Senza dire che l’ultima volta che è stata fatta è finita come sappiamo.
Con la meloni. per pura curiosità una pizza la prenderei... 😁
 

danny

Utente di lunga data
capisci quindi che dare la colpa all’avvento dell’euro non ha alcun senso?
L'euro comportò in breve alcuni svantaggi: l'aggancio a un cambio a noi (e alla Grecia) sfavorevole, mentre lo fu per la Germania.
Il fatto che il debito pubblico cominciò a non essere più comprato dai cittadini ma da banche europee, che hanno imposto garanzie che sono dei veri e propri lacci all'autonomia politica.
L'impossibilità di svalutare la moneta, cosa che costringe a svalutare altro, come i salari se necessario.
Il vantaggio fu per anni il basso costo del denaro e l'inflazione molto bassa, ma lo fu per noi come per il resto d'Europa.
Questi ultimi vantaggi sono decisamente sfumati.
Questi problemi e queste opportunità sono stati affrontati da una classe politica che non ha mai voluto il bene generale.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Sul cambio sfavorevole dell’Euro ho visto diversi pareri contrapposti. Ovviamente entrambe di parte.
 

Angie17

Utente di lunga data
L'euro comportò in breve alcuni svantaggi: l'aggancio a un cambio a noi (e alla Grecia) sfavorevole, mentre lo fu per la Germania.
Il fatto che il debito pubblico cominciò a non essere più comprato dai cittadini ma da banche europee, che hanno imposto garanzie che sono dei veri e propri lacci all'autonomia politica.
L'impossibilità di svalutare la moneta, cosa che costringe a svalutare altro, come i salari se necessario.
Il vantaggio fu per anni il basso costo del denaro e l'inflazione molto bassa, ma lo fu per noi come per il resto d'Europa.
Questi ultimi vantaggi sono decisamente sfumati.
Questi problemi e queste opportunità sono stati affrontati da una classe politica che non ha mai voluto il bene generale.
Sul cambio sfavorevole dell’Euro ho visto diversi pareri contrapposti. Ovviamente entrambe di parte.
Si certo quella è una prima parte del problema , ma poi una volta entrati c'erano vantaggi e svantaggi da affrontare. E poi chi doveva vigilare affinché i prezzi non raddoppiassero, di chi era responsabilità? Il governo di allora in carica ve lo ricordate sì ?

O il De Mita per il progetto Arna, il primo tentativo di fabbrica transplant giapponese (le auto giapponesi in Italia erano contingentate!),
L'ARNA ! :oops: 😱Che ricordo terribile che mi ha sbloccato! .. e per di più dopo pranzo! 🥴🤢
 
Ultima modifica:
Top