Ciao Diletta.
Da buon distratto quale sono, solo oggi ho letto il tuo 3d.
Permettimi di fare la mia solita "conferenza" che oramai ha stufato e ristufato gli abitué del forum ma che trovo necessaria di fronte a dubbi di questa natura.
La semplice osservazione sincera delle cose umane ci mostra quanto noi si sia legati ben più alle necessità materiali che a quelle della coscienza, tanto da ammantare spessissimo ed in modo spudoratamente ipocrita di parole altisonanti, circonvoluzioni filosofiche e toni poetici molti dei nostri più plateali egoismi ed istinti.
Tra questi il dominante è in assoluto il sesso.
L'uomo - inteso come animale maschio di razza umana - come moltissimi altri maschi di altre razze animali è programmato istintivamente per ingravidare il maggior numero di femmine. Ciò, chiaramente, per garantire la più nutrita prole possibile che porti avanti il proprio patrimonio genetico (Dawkins docet). Ciò comporta numerosi corollari:
- il fatto che il maschio non si faccia remore di fedeltà (detta anche "sindrome di 'ndò cojo cojo")
- il fatto che sul numero di femmine possedute si basi il "valore" di sè
('mmazza aò! Quanto sò mmaschio!)
- Il fatto che non venga accettata l'interferenza di altri maschi che potrebbero ingravidare le proprie femmine e quindi distrarle dalla propria prole ("Leviti 'i ccà; 'un nni scassari 'a minchia!! Sinnò a schifìu finisce!!!")
- Il fatto che data la struttura sociale attuale, ingravidare non conviene molto (vedi "alimenti") per cui al giorno d'oggi il maschio umano prevalentemente preferisce dare "'na bbotta" pro-forma (una o più, ma sempre pro-forma), giusto per stabilire il traguardo raggiunto e tirare la classica righetta da sbarrare poi a cinque per cinque.
La donna - intesa come animale femmina di razza umana - ha altre esigenze, rispetto al maschio.
In primis, dovendo spendere una notevole quantità di energie nella gestazione e nella successiva cura della prole, si trova a dover scegliere un patrimonio genetico di un certo livello, capace quindi di garantire una buona probabilità di sopravvivenza ai figli. Di contro necessita pure che il maschio sia elemento valido pure per il mantenimento e la protezione del nucleo famigliare, quindi si innesca quel meccanismo a causa del quale io ho da tempo coniato il famoso detto: "le donne si trombano i tori e si sposano i somari", o quantomeno sono geneticamente programmate per farlo.
I corollari sono:
- che la femmina umana tenderà ad accoppiarsi prevalentemente (statisticamente, non in assoluto) con il maschio più "forte" (sinonimi: figo, ricco, macho, furbo) salvo poi rendersi conto che questo non sempre è garanzia di stabilità famigliare (spesso nemmeno di costruzione di una famiglia).
- che nel caso in cui invece la femmina dovesse scegliere il "somaro" al posto del "toro", a volte si rende conto che ciò non soddisfa del tutto i suoi gusti in termini di valutazione del maschio.
- che in molti casi le donne sono disposte a subire le peggio cose dai peggiori elementi contro ogni apparente logica (L'omm' è omm', e ha dda menà).
- che molti uomini di grande valore (ma anche molti pirla) si sono visti usati senza mai essere veramente stimati dalle proprie donne (le quali poi a volte si strombazzano giovinetti e meno giovinetti più confacenti allo stereotipo del "maschio").
Questo, intendiamoci, è un sunto, ma da qui si può partire per prendere in considerazione pressochè ogni tipo di storia di coppia.
Ah, dimenticavo: si, c'è pure un poco di coscienza e di sentimenti sinceri in queste cose, ma il più delle volte non rappresentano altro che un "rumore di fondo" ai limiti della rilevabilità strumentale.
Passiamo quindi, dopo questa dotta dissertazione, a rispondere al tuo 3d:
Il tuo ometto si è orgogliosamente dichiarato "tombeur de femme" prima del matrimonio? Se ne è giustificato con l'espressione "L'uomo è cacciatore"?
Bene, non ha torto! No, come spiegato ha perfettamente ragione....... salvo un fatto: quel "rumore di fondo" della coscienza è l'unica cosa che pare distinguere gli esseri umani dagli altri animali, e sarebbe davvero triste se non la prendessimo in considerazione, pur tenue che sia.
Intendo dire che non è certo (a mio avviso) un delitto quello di aver svolazzato di fiore in fiore. Strenuo sostenitore, come già detto più volte anche ultimamente del principio "'Na lavada e 'na sciugada e l'è tàant 'me gnànca 'véla druàda", ritengo che allorché tra due persone si sia instaurato un solido rapporto di affetto, rispetto e sincerità, tutto quello che è pura "biologia" (o chimica, come si usa dire) non sia di alcun danno.
Caso diverso allorché nella coppia uno dei due pretende esclusività di questa "apertura", mal o per nulla accettando che il partner si ritenga a sua volta libero di sfogare i terreni istinti. Ben diverso quindi quando il segreto, la bugia, l'inganno vanno ad annullare ogni forma di rispetto.
Ora tu puoi certo scegliere di dare il classico colpo di spugna, cancellare tutto il passato sgradito nella speranza e nella fiducia che tuo marito abbia davvero appeso le palle al chiodo, ma certo non si può dire, nell'ottica moderna, che lui abbia fatto una bella figura.
Ci si ricordi sempre, quando di guarda il proprio partner, che esso è prima di ogni altra cosa un animale, e che per quanta coscienza umana possa possedere, è impensabile che egli riesca sempre ed in ogni caso a rinunciare alla propria animalità, a controllare il proprio istinto. Lo si consideri pure quando ci si guarda allo specchio, ma (consiglio personale per tentare di essere sempre migliori di noi stessi) non giustifichiamocene.