E' chiaro che non sei un musicista, pazienza, non è una colpa, ma ti invito a schierarti con chi ne capisce, please! Non si parla di gusti, si parla di differenza di qualità, e da questo punto di vista non c'è il minimo dubbio.
Ecco l'articolo del sito degli operaklikki:
Inops, potentem dum vult imitari, perit. Ascoltando e vedendo il nostrano concerto di capodanno trasmesso in diretta dalla televisione italiana dalla Fenice di Venezia, in luogo del tradizionale Concerto di Capodanno dalla Sala d’oro degli Amici della Musica di Vienna, non può non venire in mente la favola della rana e del bue.
In questo caso la competizione fra la nostra rana ed il bue viennese, qui come nella favola di Fedro del tutto tetragono a coloro che cercano di imitarlo, non ha esiti altrettanto nefasti, ma si ammanta una buona dose di ridicolo.
Da qualche anno, infatti, ci interroghiamo sul senso di questa manifestazione, brutta e pedissequa imitazione del Concerto di Capodanno, imposta agli Italiani all’ora di pranzo, relegando in differita quello Viennese.
Introdotto da una avvilente pantomima, danzata sulle note del Barbiere di Siviglia, abbiamo avuto il solito sgraziato e mal assortito programma che vedeva alternarsi, senza alcun criterio, sinfonie, cori ed arie d’opera, note al colto all’inclita, incluso l’immancabile Va’ pensiero buono per tutte le stagioni, quindi anche per gli auguri.
Non poteva mancare sul podio un grande nome come Georges Prêtre, giusto contrappunto a Daniel Barenboim, che dirige svogliatamente questa ennesima espressione di mediocre provincialismo italiano; stranamente, lo scorso anno, sul podio dei Filarmonici, ci parve molto più ispirato.
Ovviamente non ci sono state risparmiate miserande coreografie ambientate nelle sale del Palazzo di Schönbrunn. Scusate, lapsus calami, intendevamo dire ambientati fra le calli, palazzi e cortili di Venezia.
Per favore rendeteci la diretta Concerto di Capodanno da Vienna o almeno spiegateci il significato di tutto ciò!