@Brunetta io non ho una soluzione per ogni cosa. Ma i ragazzi più grandi potrebbero tranquillamente uscire alle 14, e inserire ore per materie nuove e approfondimenti.
Durante il Covid lo hanno fatto, anche se in quel caso per lasciare vuote le aule più piccole e lasciando a casa i ragazzi una volta a settimana.
L’orario nuovo era stato accettato di buon grado.
Tu come lo affronteresti il tema? Coi divieti? Implementando la formazione?
In questi giorni sono un po’ demotivata ad argomentare. Mi hanno già detto più volte che sono scema e non mi sembra utile impegnarmi.
Ma ci provo.
Chi non è una persona competente di scuola (a volte pure i ministri) tende a pensare che la scuola debba rispondere a tutte le problematiche. Ma soprattutto tende a pensare che si possa dare una formazione educativa, come se fosse una materia.
Per questo vengono fatte richieste in successione o in contemporanea di educazione civica, educazione ai media, educazione sessuale, educazione ai sentimenti, educazione al rispetto di genere, educazione alla responsabilità informatica, educazione anti tabagismo, prevenzione delle dipendenze ecc.
Queste proposte sono prevalentemente campate per aria, soprattutto perché non prevedono stanziamenti e non tengono conto che le ore in cui bambini e i ragazzi possono stare a scuola sono limitate, non solo per la possibilità di reggere ore di insegnamento, così come vengono pensate, anche per la presenza del personale di bidelleria (ben oltre l’orario delle “lezioni“ perché devono pulire) e altre spese come elettricità e riscaldamento (è intuibile che spegnere tutto ore dopo costa) ma per i più grandi anche i trasporti.
Ma queste proposte vengono caldeggiate da associazioni di psicologi, informatici ecc. perché sono occasioni di occupazione.
Ma la formazione dei bambini e ragazzi non funziona così.
L’educazione civica, al rispetto reciproco e al superamento dei pregiudizi, la cura del patrimonio culturale e artistico e dell’ambiente si fa ogni giorno, partendo dalla scuola dell‘infanzia.
Si fa facendo rispettare gli arredi, il lavoro dei bidelli, non facendo ripulire dopo le attività solo le bambine, inserendo nel percorso didattico delle varie materie la conoscenza della complessità.
Se il lavoro viene fatto bene (ma ci vogliono investimenti per avere insegnanti formati e competenti e con la possibilità di lavorare con piccoli gruppi, in laboratori, ma anche in classe) tutti questi apprendimenti creano una competenza di base.
Le basi della informatica poi verranno fatte all’interno di matematica e fisica.
In breve
414 likes, 32 comments - dimaggio_tmi on November 28, 2024: "Per info sul programma Drug Abuse and Resistance Education (DARE) e sulla Awareness Campaign si veda la pagina di Paul Phillips su LinkedIn Ah, dimenticavo, i programmi per la riduzione della violenza di genere basati sull'ipotesi che...
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