Non hai colto il senso della frase, fermandoti al solo significato letterale.
Eppure sei un avvocato: ci si aspetterebbe almeno una certa capacità di comprendere i testi e i concetti, anche astratti.
Quando dici “mio marito”, vuoi forse intendere che ti appartiene come un oggetto e che potresti perfino regalarlo?
Non occorre che tu risponda: è ovviamente una domanda retorica.
Tu, credo, esprimi valori in modo equivocabile, forse per una tua assertività che diventa aggressiva.
L’aggettivo possessivo, nei confronti delle persone, non ha un significato uguale allo stesso aggettivo riferito a oggetti.
L’aggettivo possessivo riferito alle persone ha un significato di reciprocità “sei mio perché sono tuo”. È una assunzione di definizione di responsabilità. Si dice il mio amico, un mio amico, uno dei miei amici, un mio collega ecc.
Capisco la ribellione di Gaia nei confronti di una certa possessività maschile, che credo non la tocchi, ma che soprattutto lei tema fortemente, sia per aver visto gli aspetti deteriori, sia proprio per l’assunzione di responsabilità reciproca.