Classico o scientifico?

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Hellseven

Utente di lunga data
Anche perché non credo che ai ragazzi più o meno normali la scuola piaccia tanto. Nel senso che salvo pochi fortunati, la maggior parte la vive comunque come una costrizione più o meno stringente ...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Beh, no. In realtà siamo nati, idealmente, per fare quello che ci pare e piace. Idealmente.
Ma poi valutiamo sempre le situazioni e capiamo che oltre il piacere dobbiamo sobbarcarci anche del dovere.
Magari se si passano 5 anni contenti di studiare è meglio.
 

free

Escluso
quando ho fatto lo scritto di economia politica c'erano quelli del classico che non sapevano risolvere un sistema di primo grado a due incognite, sono rimasta un po' allibita
ma forse erano loro particolarmente scarsi, chissà
 

tullio

Utente di lunga data
Fatti salvi le attitudini del giovane in causa, i suoi gusti e le sue speranze, considererei questo:
come dice Fantastica la scuola sta cambiando e non è prevedibile come sarà tra pochi anni e, dunque, impossibile fare programmi a lungo termine. In particolare non è pensabile un nesso diretto preparazione scolastica-lavoro.
Le scuole di oggi non sono quelle di 15 anni fa e le esperienze trascorse contano sino ad un certo punto.
Occorre mettere inconto una buona dose di fortuna. La gran parte dei professori delle superiori sono preparati ma non sono motivati. E non sempre sono capaci di motivare. Così rischi di capitare nella scuola/sezione iellata e tutti i ragionamenti preventivi vanno a farsi friggere.
La scuola NON prepara alla vita. Alcuni prof possono farlo ma conta il punto precedente.
Piaccia o non piaccia il classico di oggi, soprattutto nelle città, ha anche un carattere socialmente elitario. Non dovrebbe essere, anzi si dovrebbe fare che non sia...però è così. Non è più solo la scuola dei "bravi" ma è anche, molto, la scuola dei "ricchi" o di chi si presenta come tale. Questa una cosa che forse non conta nulla o forse conta molto: meglio saperlo.
Dal punto di vista contenutistico scientifico e classico sono largamente simili. Cito due casi: il dirigente (effettivo) del servizio meteorologico dell'aeronautica, laureato in fisica, è uscito dal classico; il rettore di un importante seminario religioso, laureato in filosofia, è uscito dallo scientifico (e dunque non sa il greco).
Poiché la questione iniziale non chiamava in causa altri indirizzi evito di chiamarli in causa.
Sostanzialmente la questione, alla fine, riguarda il greco. Vale la pena? C'è un sacco di gente sveglia e felice senza conoscerlo; la gran parte di coloro che lo hanno studiato dopo un po' lo dimenticano e non sanno più neppure leggerlo (ma ci aspettiamo che un medico, un avvocato, un dirigente, un tassista... a 40 anni si ricordi l'ottativo?). Ha un particolare valore formativo? mah... d'altra parte personalmente sono contento di averlo studiato e di poterlo leggere e non conosco nessuno che è infelice perché lo ha studiato. Quindi se uno studente ama molto lo studio direi che varrebbe la pena...però spesso uno studente scopre di amare lo studio proprio alle superiori...
Sostanzialmente, a parità di condizioni, chiedessero a me un consiglio, suggerirei il calssico, feme le considerazioni precedenti.
Soprattutto, greco o non greco, contano le scuole e, sempre mettendo in conto la cosa della fortuna, cercherei di sapere non se è meglio il classico o lo scientifico ma se _quel_ liceo classico è serio e se _quel_ liceo scientifico è serio.
 

JON

Utente di lunga data
Magari se si passano 5 anni contenti di studiare è meglio.
Ma prendi l'esempio di H7, pensi che se il figlio stesse facendo una scelta tra piacere e dovere sarebbe cosi indeciso?

Sceglierebbe senza tentennamenti. In un caso o nell'altro è pur sempre un dovere e di solito con le costrizioni non siamo cosi contenti. Se ho capito bene, sceglierebbe di più lo scientifico ma tentenna per le potenzialità riconosciute del classico. Vuole il meglio delle potenzialità non del piacere, purtroppo la scuola non è cosi. La si vive come preludio del proprio futuro, pur scegliendo in base alle proprie preferenze. E' lavoro, altro che piacere, anche se come un lavoro può dare le sue soddisfazioni. Ma non mi pare una passeggiata.
 

giorgiocan

Utente prolisso
Ma si, dal classico fai poi quello che vuoi.
Non sono d'accordo. Ho fatto il classico, non lo rifarei sotto tortura. Sono appassionato di scienze e tecnologie e rimpiango il non essermi trovato in grado di affrontare una carriera universitaria in quei settori. Semplicemente, salvo eroiche eccezioni, non sei sufficientemente preparato.
Rimane (quella umanistica) una scelta formativa eccellente, ma il sistema italiano di girare attorno alle cose 10 anni prima di provare a farle è una sòla colossale. Se è portato per la matematica, non avrei dubbi: scientifico o tecnico "serio". Il titolo è rivendibile anche all'estero, sempre più spesso.
 

JON

Utente di lunga data
Non sono d'accordo. Ho fatto il classico, non lo rifarei sotto tortura. Sono appassionato di scienze e tecnologie e rimpiango il non essermi trovato in grado di affrontare una carriera universitaria in quei settori. Semplicemente, salvo eroiche eccezioni, non sei sufficientemente preparato.
Rimane (quella umanistica) una scelta formativa eccellente, ma il sistema italiano di girare attorno alle cose 10 anni prima di provare a farle è una sòla colossale. Se è portato per la matematica, non avrei dubbi: scientifico o tecnico "serio". Il titolo è rivendibile anche all'estero, sempre più spesso.
Ma vedi, infatti credo sia il dilemma nel caso di H7. Se si predilige un indirizzo scientifico, scegliere il classico diventa veramente una decisione sofferta.

Avresti detto la stessa cosa se la tua carriera universitaria, ad esempio, fosse stata medicina?
Proprio per quello che dici, nel mio caso, consiglierei lo scientifico a mio figlio. E sono portato a pensare lo stesso per H7. Ma non possiamo intrometterci più di tanto.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Ma prendi l'esempio di H7, pensi che se il figlio stesse facendo una scelta tra piacere e dovere sarebbe cosi indeciso?

Sceglierebbe senza tentennamenti. In un caso o nell'altro è pur sempre un dovere e di solito con le costrizioni non siamo cosi contenti. Se ho capito bene, sceglierebbe di più lo scientifico ma tentenna per le potenzialità riconosciute del classico. Vuole il meglio delle potenzialità non del piacere, purtroppo la scuola non è cosi. La si vive come preludio del proprio futuro, pur scegliendo in base alle proprie preferenze. E' lavoro, altro che piacere, anche se come un lavoro può dare le sue soddisfazioni. Ma non mi pare una passeggiata.
Lo studio può essere piacere, se la scuola è giusta.
 

Fantastica

Utente di lunga data
Fatti salvi le attitudini del giovane in causa, i suoi gusti e le sue speranze, considererei questo:
come dice Fantastica la scuola sta cambiando e non è prevedibile come sarà tra pochi anni e, dunque, impossibile fare programmi a lungo termine. In particolare non è pensabile un nesso diretto preparazione scolastica-lavoro.
Le scuole di oggi non sono quelle di 15 anni fa e le esperienze trascorse contano sino ad un certo punto.
Occorre mettere inconto una buona dose di fortuna. La gran parte dei professori delle superiori sono preparati ma non sono motivati. E non sempre sono capaci di motivare. Così rischi di capitare nella scuola/sezione iellata e tutti i ragionamenti preventivi vanno a farsi friggere.
La scuola NON prepara alla vita. Alcuni prof possono farlo ma conta il punto precedente.
Piaccia o non piaccia il classico di oggi, soprattutto nelle città, ha anche un carattere socialmente elitario. Non dovrebbe essere, anzi si dovrebbe fare che non sia...però è così. Non è più solo la scuola dei "bravi" ma è anche, molto, la scuola dei "ricchi" o di chi si presenta come tale. Questa una cosa che forse non conta nulla o forse conta molto: meglio saperlo.
Dal punto di vista contenutistico scientifico e classico sono largamente simili. Cito due casi: il dirigente (effettivo) del servizio meteorologico dell'aeronautica, laureato in fisica, è uscito dal classico; il rettore di un importante seminario religioso, laureato in filosofia, è uscito dallo scientifico (e dunque non sa il greco).
Poiché la questione iniziale non chiamava in causa altri indirizzi evito di chiamarli in causa.
Sostanzialmente la questione, alla fine, riguarda il greco. Vale la pena? C'è un sacco di gente sveglia e felice senza conoscerlo; la gran parte di coloro che lo hanno studiato dopo un po' lo dimenticano e non sanno più neppure leggerlo (ma ci aspettiamo che un medico, un avvocato, un dirigente, un tassista... a 40 anni si ricordi l'ottativo?). Ha un particolare valore formativo? mah... d'altra parte personalmente sono contento di averlo studiato e di poterlo leggere e non conosco nessuno che è infelice perché lo ha studiato. Quindi se uno studente ama molto lo studio direi che varrebbe la pena...però spesso uno studente scopre di amare lo studio proprio alle superiori...
Sostanzialmente, a parità di condizioni, chiedessero a me un consiglio, suggerirei il calssico, feme le considerazioni precedenti.
Soprattutto, greco o non greco, contano le scuole e, sempre mettendo in conto la cosa della fortuna, cercherei di sapere non se è meglio il classico o lo scientifico ma se _quel_ liceo classico è serio e se _quel_ liceo scientifico è serio.
Quoto. soprattutto l'ultima frase. La differenza vera la fa quello specifico istituto. ​Vedi un po' a Napoli come siete messi.
 
Io propongo un bellissimo Istituto Tecnico o Professionale.
Purtroppo non si sa mai cosa si vorrà fare, se si vorrà proseguire o meno, se si avrà la possibilità di farlo e se si avrà la capacità anche.
Indi per cui credo sia ottimo pensare a una scuola che permetta l'ingresso nel mondo del lavoro (anche se coi tempi che corrono...) piuttosto che alle differenze tra scientifico o classico...che alla fine ce ne sono poche e sono semplicente differenze basate sulle personali attitudini.
Io mi sento di quotare...
Ho notizie di scuole che COME nel resto d'Europa...
Rilasciano un diploma no?
Un diploma utile per il tuo lavoro...

Per me il liceo è oggi una scuola obsoleta.

Per esempio un mio nipote è diventato perito meccanico.
Poi è entrato nel mondo del lavoro come perito.
Poi dal lavoro mi fa, mi sento limitato perchè non capisco come funzionano le cose...e come progettarle...

E si è iscritto ad ingegneria.

Con il liceo classico o scientifico non sarebbe MAI entrato nel mondo del lavoro in quel modo.
 

Nausicaa

sfdcef
Io ho fatto il classico e poi ho preso un percorso prettamente scientifico. E non ho sentito carenze dovute al liceo.
alla fine la scuola superiore oltre a nozioni quello che davvero dovrebbe insegnarti è come studiare, come trovare la risposta alle domande e ai problemi che ti si pongono.
E questo insegnamento non dipende tanto dal classico o scientifico ma dai professori che ti capitano (ergo, gran fortuna serve)
Se posso permettermi, suggerirei un giretto nei due istituti per parlare col preside e capire che aria tira... Ma forse è tardi...

Se no, dipende davvero tutto solo dai gusti del ragazzo, se pensa di poter apprezzare la letteratura greca o preferisce farsi due ore di matematica in più.

Facci sapere!
 

spleen

utente ?
Per scegliere una scuola bisogna riflettere a fondo su 4 punti.

Il primo riguarda le attitudini personali. Le scuole dell’obbligo dovrebbero proprio fare quello, far emergere le capacità specifiche, purtroppo spesso non è così ed allora bisogna cercare comunque di capire da altri indizi.

Il secondo riguarda i gusti personali e le aspettative di ciascuno. E' logico che a 14 anni sia difficile se non impossibile vedere la propria vita futura, ma è buona cosa per ciascuno imporsi con serenità degli obbiettivi massimi e minimi, pianificando di volta in volta ed aggiustando talvolta il tiro. Bisogna abituare i nostri ragazzi a ragionare in grande, a prescindere se poi si troveranno degli insegnanti all’altezza o meno, gli insegnanti se sono bravi meglio, se saranno mediocri pazienza, (in Italia non si possono cacciare),non per questo ci si deve far scoraggiare.

Il terzo punto riguarda noi genitori. Bisogna fare un bagno di umiltà e chiedersi se nella scelta della scuola dei figli non siamo in realtà noi ad imporre più o meno inconsciamente delle scelte che poi vanno a limitare effettivamente le loro possibilità future, non bisogna proiettare le nostre di aspettative, rischiamo di frustrarli.

Il quarto riguarda perchè no, il lavoro. E' legittimo. Non tutti i settori sono in crisi, sembrerebbe che ad esempio: ricerca sui materiali, nanotecnologie, meccanica di precisione, enogastronomico, robotica, biotecnologie, mecatronica, energie rinnovabili e altri, offrano ancora grosse opportunità nel presente e anche nel futuro. Notare bene che quelle citate richiedono tutte delle competenze specifiche in fatto scientifico e soprattutto tecnologico. Le scuole a indirizzo tecnico, in Italia, vengono snobbate dalla nostra pseudo classe dirigente che fatica a considerare altre scuole al di fuori dei licei, con il risultato che dalle mie parti ad esempio le aziende faticano a trovare giovani tecnici ed ingegneri, preparati da inserire.
Nell’azienda dove lavoravo mi è capitato di selezionare per l’assunzione alcuni ingegneri che provenivano da liceo scientifico e da Istituti tecnici, bene, inaspettatamente i migliori erano quelli che prima erano stati all’ ITIS . Cosa per altro confermatami da colleghi di altre aziende. Perché? - Semplicemente, al di là delle differenze personali, erano molto più preparati a risolvere problemi di natura pratica e ad analizzare i problemi logistici.
Questa è la mia opinione e la mia esperienza.
 
Ultima modifica:

Apollonia

Utente di lunga data
Nell’azienda dove lavoravo mi è capitato di selezionare per l’assunzione alcuni ingegneri che provenivano da liceo scientifico e da Istituti tecnici, bene, inaspettatamente i migliori erano quelli che prima erano stati all’ ITIS . Cosa per altro confermatami da colleghi di altre aziende. Perché? - Semplicemente, al di là delle differenze personali, erano molto più preparati a risolvere problemi di natura pratica e ad analizzare i problemi logistici.
Questa è la mia opinione e la mia esperienza.
Perché inaspettatamente? Lo sbocco naturale dell'itis dovrebbe essere ingegneria!
 

Apollonia

Utente di lunga data
Mi sento di dirti che la scuola attualmente è in continua evoluzione, e che la scuola è fatta soprattutto dagli insegnanti e dai presidi. Non esiste più come trent'anni fa la distinzione netta fra classico e scientifico, anche per i vari indirizzi che si sono formati nel corso delle varie riforme.
Cerca di informarti sugli insegnanti che ci sono nelle varie scuole, sentendo magari fratelli maggiori o cugini, e chiedi loro le impressioni. Ricorda che gli insegnanti validi sono coloro che sono severi e pignoli, ma assertivi e comunicativi con i ragazzi. Diffida di quelli che promuovono tutti, come di quelli che bocciano tutti.
Attualmente, come scriveva qualcuno, gli insegnanti sono preparati ma non motivati. Alcuni vivacchiano, sapendo bene che i presidi hanno le mani legate e non possono licenziarli, se non per gravissimi motivi. Fra i gravissimi motivi non rientrano il fancazzismo in classe e il sei politico a tutti. Altri fanno il lavoro anche per loro.
Come possiamo evitare gli elementi negativii? Difficilissimo, se non impossibile. In ogni consiglio di classe spesso capita un soggetto del genere succitato. La fortuna, a volte, aiuta.
Ricorda inoltre che la matematica delle medie e' ben diversa da quella delle superiori, anche se per un ragazzino portato e magari appassionato, il fatto di dover stare a risolvere equazioni tremende e problemi impossibili può essere uno stimolo e una sfida.
Poi, secondo me, un ITIS fatto bene vale più di un liceo fatto con i piedi.
Ah, un'altra cosa. A mio avviso, a differenza di ciò che pensa Brunetta, gli insegnanti delle medie sono in grado di indirizzare nel percorso scolastico. Sempre che sappiano fare il loro mestiere.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
Fatti salvi le attitudini del giovane in causa, i suoi gusti e le sue speranze, considererei questo:
come dice Fantastica la scuola sta cambiando e non è prevedibile come sarà tra pochi anni e, dunque, impossibile fare programmi a lungo termine. In particolare non è pensabile un nesso diretto preparazione scolastica-lavoro.
Le scuole di oggi non sono quelle di 15 anni fa e le esperienze trascorse contano sino ad un certo punto.
Occorre mettere inconto una buona dose di fortuna. La gran parte dei professori delle superiori sono preparati ma non sono motivati. E non sempre sono capaci di motivare. Così rischi di capitare nella scuola/sezione iellata e tutti i ragionamenti preventivi vanno a farsi friggere.
La scuola NON prepara alla vita. Alcuni prof possono farlo ma conta il punto precedente.
Piaccia o non piaccia il classico di oggi, soprattutto nelle città, ha anche un carattere socialmente elitario. Non dovrebbe essere, anzi si dovrebbe fare che non sia...però è così. Non è più solo la scuola dei "bravi" ma è anche, molto, la scuola dei "ricchi" o di chi si presenta come tale. Questa una cosa che forse non conta nulla o forse conta molto: meglio saperlo.
Dal punto di vista contenutistico scientifico e classico sono largamente simili. Cito due casi: il dirigente (effettivo) del servizio meteorologico dell'aeronautica, laureato in fisica, è uscito dal classico; il rettore di un importante seminario religioso, laureato in filosofia, è uscito dallo scientifico (e dunque non sa il greco).
Poiché la questione iniziale non chiamava in causa altri indirizzi evito di chiamarli in causa.
Sostanzialmente la questione, alla fine, riguarda il greco. Vale la pena? C'è un sacco di gente sveglia e felice senza conoscerlo; la gran parte di coloro che lo hanno studiato dopo un po' lo dimenticano e non sanno più neppure leggerlo (ma ci aspettiamo che un medico, un avvocato, un dirigente, un tassista... a 40 anni si ricordi l'ottativo?). Ha un particolare valore formativo? mah... d'altra parte personalmente sono contento di averlo studiato e di poterlo leggere e non conosco nessuno che è infelice perché lo ha studiato. Quindi se uno studente ama molto lo studio direi che varrebbe la pena...però spesso uno studente scopre di amare lo studio proprio alle superiori...
Sostanzialmente, a parità di condizioni, chiedessero a me un consiglio, suggerirei il calssico, feme le considerazioni precedenti.
Soprattutto, greco o non greco, contano le scuole e, sempre mettendo in conto la cosa della fortuna, cercherei di sapere non se è meglio il classico o lo scientifico ma se _quel_ liceo classico è serio e se _quel_ liceo scientifico è serio
.
:up:
 
Ultima modifica:

Apollonia

Utente di lunga data
Inaspettatamente perchè pensavamo di trovarli piu o meno allo stesso livello.
Ciao
Se l'itis è stato fatto BENE, e' di gran lunga migliore di un liceo!
 

AnnaBlume

capziosina random
Sono in larga parte d'accordo con Tullio e certamente con Fantastica: la differenza la fa quella specifica scuola. Un cattivo liceo è la peggior scelta. Detto questo, per me classico tutta la vita, e la differenza risiede proprio nelle parole di Brunetta. Per imparare come funzionano le cose o le leggi 'fisiche' del mondo il tempo ci sarà. Ma gli strumenti di conoscenza dell'umano, dell'umano mezzo -la parola-, dell'umano fine -gli scopi anche politici-, della parola poetica anche antica e della riflessione filosofica 'spinta'-il pensiero- o si acquisiscono dai 14 ai 19 o molto, molto, molto difficilmente lo si farà in seguito. Per come la vedo io, al classico si impara un metodo, interpretativo/speculativo, più che una serie di meriti; dato quel metodo si può studiare tutto, e per quel tutto c'è l'università. Ma torno alle considerazioni fatte prima: meglio un buon liceo di un liceo all'acqua di rose. Un buon tecnico (se esistono ancora dopo le varie riforme) per me può essere un'opzione valida solo ed esclusivamente nel caso che l'università non la si dia per scontata e in questo, scusate, ma sono limitata. Io parto sempre dando l'università come certa; al tempo non farla era l'unica opzione, anche mentale, che non ebbi mai e di tutte le cose possibili, non è certo questo imprinting che devo rimproverare ai miei.
 
Per scegliere una scuola bisogna riflettere a fondo su 4 punti.

Il primo riguarda le attitudini personali. Le scuole dell’obbligo dovrebbero proprio fare quello, far emergere le capacità specifiche, purtroppo spesso non è così ed allora bisogna cercare comunque di capire da altri indizi.

Il secondo riguarda i gusti personali e le aspettative di ciascuno. E' logico che a 14 anni sia difficile se non impossibile vedere la propria vita futura, ma è buona cosa per ciascuno imporsi con serenità degli obbiettivi massimi e minimi, pianificando di volta in volta ed aggiustando talvolta il tiro. Bisogna abituare i nostri ragazzi a ragionare in grande, a prescindere se poi si troveranno degli insegnanti all’altezza o meno, gli insegnanti se sono bravi meglio, se saranno mediocri pazienza, (in Italia non si possono cacciare),non per questo ci si deve far scoraggiare.

Il terzo punto riguarda noi genitori. Bisogna fare un bagno di umiltà e chiedersi se nella scelta della scuola dei figli non siamo in realtà noi ad imporre più o meno inconsciamente delle scelte che poi vanno a limitare effettivamente le loro possibilità future, non bisogna proiettare le nostre di aspettative, rischiamo di frustrarli.

Il quarto riguarda perchè no, il lavoro. E' legittimo. Non tutti i settori sono in crisi, sembrerebbe che ad esempio: ricerca sui materiali, nanotecnologie, meccanica di precisione, enogastronomico, robotica, biotecnologie, mecatronica, energie rinnovabili e altri, offrano ancora grosse opportunità nel presente e anche nel futuro. Notare bene che quelle citate richiedono tutte delle competenze specifiche in fatto scientifico e soprattutto tecnologico. Le scuole a indirizzo tecnico, in Italia, vengono snobbate dalla nostra pseudo classe dirigente che fatica a considerare altre scuole al di fuori dei licei, con il risultato che dalle mie parti ad esempio le aziende faticano a trovare giovani tecnici ed ingegneri, preparati da inserire.
Nell’azienda dove lavoravo mi è capitato di selezionare per l’assunzione alcuni ingegneri che provenivano da liceo scientifico e da Istituti tecnici, bene, inaspettatamente i migliori erano quelli che prima erano stati all’ ITIS . Cosa per altro confermatami da colleghi di altre aziende. Perché? - Semplicemente, al di là delle differenze personali, erano molto più preparati a risolvere problemi di natura pratica e ad analizzare i problemi logistici.
Questa è la mia opinione e la mia esperienza.
Io metterei il tuo quarto punto come primo.
Infatti l'università di vicenza è stata premiata dall'Europa e ribadisco EUROPA...
Per l'alto collegamento con il mondo del lavoro.

Cioè da quel che ho capito gli industriali vicentini hanno detto...
Ok...finanziamo questa università...ma voi fate corsi per preparare il personale che ci serve eh?
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Top