Invece la mia sensazione è che il fallimento di un matrimonio sia vissuto da entrambi i coniugi (compreso il “colpevole”) come una tale fallimento personale e di vita, come una tragedia immane (io parlavo di tsunami) da richiedere un “colpevole” certo a cui “farla pagare”.
In molte parti della società emergono richieste giustizialiste anche per fatti che non riguardano personalmente. Credo che se facessimo una ricerca con termini come “buttare la chiave” o “pena di morte” i risultati recenti sarebbero innumerevoli.
Figuriamoci quando un evento ci tocca personalmente! Ma ancora di più questo bisogno di giustizia, ovvero di vendetta simbolica, quando ci tocca personalmente o ci pare sia uno specchio della nostra situazione!
Dicevo altrove che la conflittualità nella separazione molto spesso (non dico sempre

) non è che l’espressione esplicita in continuità con una conflittualità già presente nel matrimonio, magari occultata o repressa, e che nel tradimento aveva trovato uno sfogo o una esplicitazione.
Non credo che chi sia personalmente coinvolto possa essere in grado nella immediatezza della scoperta del tradimento, e tanto meno nella fase di separazione, di fare una analisi della relazione di questo tipo.
Però auspico che chi legge sia meno orientato in senso punitivo.