Dipendenze ( droghe, alcol, fumo )

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LDS

Utente di lunga data
nel racconto l'alcol non c'entra col tradimento in se.
carver si riferisce al modo di gestirsi la vita in generale.
leggilo, è toccante.

per quanto riguarda i taluni utenti,
loro sostengono questo:
bevendo vengono meno i freni inibitori,
quindi ci si meno trattiene e può accadere si ceda a determinate
pulsioni che da sobri si tende a frenare per svariati motivi,
ad esempio per riguardo verso il partner, per rispetto verso certi valori,
per coerenza con un progetto, per salvaguardia dei propri interessi.
e altro.
le pulsioni relative alla sfera sessuale sono certamente tra queste.
cio' non vuol dire che tutti abbiano bisogno di bere per dar
sfogo a certe pulsioni.
tu non sei fra questi, magari, invece, Laure sì.
io di sicuro sì. e via dicendo.
no lei no.
non l'ha mai fatto.
l'ha fatto quando evidentemente la nostra storia si stava spegnendo per lei.
non era la prima volta che usciva e non era la prima volta che beveva e non mi ha tradito.
è successo assai dopo per altri motivi. non a colpa dell'alcol.

Lei disse, sai ho bevuto e non so cosa ho fatto. Una scusa del cazzo proprio, infantile, un modo per scaricare le responsabilità sull'alcol invece che su se stessi.
una cosa che non ho accettato e non accetterò mai.

la responsabilità delle nostre azioni è strettamente personale, non scaricabile su altri avvenimenti.
 

LDS

Utente di lunga data
Per quanto riguarda me, ho avuto seri problemi con l'alcol e adesso quasi non bevo, o cmq molto poco, molto leggero e raramente.
dall'età di 18 all'età di 24 anni non ho bevuto praticamente niente. anzi ti dirò, mi faceva pure schifo.
nemmeno una birra. alcol zero in assoluto.
a 24 anni, a casa di un amico molto benestante, venne aperta una bottiglia per un occasione particolare molto costosa.
mi venne chiesto cosa ne pensassi.
risposi: non mi dice niente.

tuttavia rimase impresso nel mio palato il sapore di quel vino.
a distanza di anni, dopo aver studiato, bevuto, e provato una quantità di vini enorme mi sono detto, madonna, era veramente un gran vino quello. Per riavere le stesse sensazioni, per riavere un vino in bocca che durasse così tanto ho dovuto aspettare anni prima di ritrovarlo.
Questo capodanno abbiamo festeggiato insieme abbiamo bevuto Montrachet, e mi sono ricordato di quel momento.
Un piacere indescrivibile e un momento emotivamente coinvolgente oggi, quanto ridicolo, insulso e senza parole allora.

non dimenticherò mai le sensazioni provate quel giorno perché se oggi sono a londra a lavorare in uno dei più grandi ristoranti del mondo a contatto con i migliori vini della terra è anche grazie a quel bicchiere.
 

Dalida

Utente di lunga data
dall'età di 18 all'età di 24 anni non ho bevuto praticamente niente. anzi ti dirò, mi faceva pure schifo.
nemmeno una birra. alcol zero in assoluto.
a 24 anni, a casa di un amico molto benestante, venne aperta una bottiglia per un occasione particolare molto costosa.
mi venne chiesto cosa ne pensassi.
risposi: non mi dice niente.

tuttavia rimase impresso nel mio palato il sapore di quel vino.
a distanza di anni, dopo aver studiato, bevuto, e provato una quantità di vini enorme mi sono detto, madonna, era veramente un gran vino quello. Per riavere le stesse sensazioni, per riavere un vino in bocca che durasse così tanto ho dovuto aspettare anni prima di ritrovarlo.
Questo capodanno abbiamo festeggiato insieme abbiamo bevuto Montrachet, e mi sono ricordato di quel momento.
Un piacere indescrivibile e un momento emotivamente coinvolgente oggi, quanto ridicolo, insulso e senza parole allora.

non dimenticherò mai le sensazioni provate quel giorno perché se oggi sono a londra a lavorare in uno dei più grandi ristoranti del mondo a contatto con i migliori vini della terra è anche grazie a quel bicchiere.
Ho capito. Rispetto le cose di cui parli ma non mi dicono nulla e non mi appassionano. Inoltre, come ti ho detto, ho bevuto principalmente per stordirmi. Si parlava di dipendenze, bastanpo' con sti ristoranti. :D
 

Horny

Utente di lunga data
no lei no.
non l'ha mai fatto.
l'ha fatto quando evidentemente la nostra storia si stava spegnendo per lei.
non era la prima volta che usciva e non era la prima volta che beveva e non mi ha tradito.
è successo assai dopo per altri motivi. non a colpa dell'alcol.

Lei disse, sai ho bevuto e non so cosa ho fatto. Una scusa del cazzo proprio, infantile, un modo per scaricare le responsabilità sull'alcol invece che su se stessi.
una cosa che non ho accettato e non accetterò mai.

la responsabilità delle nostre azioni è strettamente personale, non scaricabile su altri avvenimenti.
il fatto che avesse sempre bevuto senza tradirti non vuole dire nulla.
certo, la responsabilità, sbronzi o meno, rimane.
 

Horny

Utente di lunga data
Ho capito. Rispetto le cose di cui parli ma non mi dicono nulla e non mi appassionano. Inoltre, come ti ho detto, ho bevuto principalmente per stordirmi. Si parlava di dipendenze, bastanpo' con sti ristoranti. :D
si, io pure, solo per stordirmi.
il gusto dell'alcol non mi piace neppure,
tranne che per rarissime tipologie.
poi, infatti, che c'entra stà cosa dei ristoranti con le dipendenze
non capisco.
 

Horny

Utente di lunga data
se vogliamo parlare di dipendenze,
ne ho un nutrito repertorio.
ci sono soggetti che sono particolarmente predisposti,
sia per ragioni chimiche che comportamentali.
la mia dipendenza più forte è stata avere
effetto da stordimento con alcol non mangiando.
lì non è questione di chissà che quantità....
quando feci gli esami del sangue specifici
si stupirono tutti: erano davvero piuttosto buoni :cool:
potevo ingannare pure i medici.
 

LDS

Utente di lunga data
Ho capito. Rispetto le cose di cui parli ma non mi dicono nulla e non mi appassionano. Inoltre, come ti ho detto, ho bevuto principalmente per stordirmi. Si parlava di dipendenze, bastanpo' con sti ristoranti. :D
e l'ho capito.

io non bevo per stordirmi, la trovo una cosa ridicola.
per quale motivo devo stare male con una cosa che amo!

mi piacerebbe avere qualche intervento di qualcuno che si fa le canne....
 

Dalida

Utente di lunga data
se vogliamo parlare di dipendenze,
ne ho un nutrito repertorio.
ci sono soggetti che sono particolarmente predisposti,
sia per ragioni chimiche che comportamentali.
la mia dipendenza più forte è stata avere
effetto da stordimento con alcol non mangiando.
lì non è questione di chissà che quantità....
quando feci gli esami del sangue specifici
si stupirono tutti: erano davvero piuttosto buoni :cool:
potevo ingannare pure i medici.
Anche io mangiavo poco. Sarebbe meglio parlarne in qualche sexione privata.
 

LDS

Utente di lunga data
si, io pure, solo per stordirmi.
il gusto dell'alcol non mi piace neppure,
tranne che per rarissime tipologie.
poi, infatti, che c'entra stà cosa dei ristoranti con le dipendenze
non capisco.

ho una dipendenza con il lavoro.

non credo di riuscire ad avere una conversazione normale con qualcuno senza parlare del mio lavoro :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io continuo a pensare che tutto questo dirigere il problema su una sostanza, un comportamento sia "deviante" dal fulcro della questione. E in un qualche modo sia anche una complicazione.

Ne faccio a meno, riesco non riesco, voglio, non voglio...sono mentalizzazioni.

Penso invece che quello che si vede, che è evidente, è che utilizzare una data sostanza o assumere un determinato comportamento siano risposte comportamentali ad un malessere interno. Ad una costruzione del sè di un certo tipo.
Tentativi di adattamento forse.

Tanto che la scelta di una sostanza, per esempio, piuttosto che di un'altra non è casuale. Ma è invece corrispondente ad uno stato che la persona non è in grado di creare senza quella sostanza o quel comportamento.

Uso le sostanze che sono più evidenti: un tossico di roba non sarà un tossico di coca. Potrà usare la coca, meglio se unita alla roba, ma non avrà bisogno della coca per rispondere alle proprie esigenze.

La roba è un utero, è calda, rilassante, coccola. Scalda. Calma. Stati dell'essere a cui la coca non può rispondere, visto che la roba è un depressivo del sistema nervoso e la coca uno stimolante.

Si chiamano psicoattive mica per caso...attivano stati particolari. In assenza della sostanza la persona non è autonomamente in grado di creare quel particolare stato che ricerca o forse non è in grado di crearlo all'intensità che la sostanza porta.
Il tutto unito al piacere. Di cui raramente si parla. Ma le dipendenze, prima di esplodere in comportamenti problematici sono assolutamente piacevoli. Senza quel piacere non sarebbe un problema farne a meno.

E anche qui la situazione poi si complica, perchè quello che si ricerca è il primo piacere provato. L'assuefazione, da un punto di vista psicologico ed emotivo, è esattamente questo. Per riprovare quel piacere iniziale ho la necessità di aumentare la sostanza, il comportamento. Dal punto di vista fisiologico è il corpo che tollera dosi sempre maggiori di quel tipo di sostanza. Fino ad arrivare al punto di rottura in cui basta un minimo per arrivare al "pieno".

Ed è in questa escalation che nascono i problemi e la perdita del centro di sè e quindi del controllo.

La persona è tutta tesa alla ricerca di quel piacere primario.

In comunità ho visto uomini bersi il profumo pur di sentire l'alcol.

Una persona lo sa che mentre "ricerca" quello stato, sta facendo dei danni, più o meno grossi, ma la tensione a quello vince. E i danni perdono di importanza non appena il piacere si ritrova.
Poi partono le maledizioni, i buoni propositi, gli impegni, e di contro la distruzione di sè, nella conferma di non essere in grado, di non riuscire a farne a meno...ma il piacere chiama di nuovo.

Ed è terribile confermarsi ogni volta di non riuscire, di non essere capace.

Non è un caso che spesso chi dipende da ..... sia anche depresso.

Chiedersi poi chi arrivi prima, se la depressione o la risposta problematica...boh, a me sembra sia un po' chiedersi se arriva prima l'uovo o la gallina. Sono convinta che la questione risieda molto più in profondità. Anche la depressione non è altro, in fondo che una risposta adattiva "mal riuscita", dal punto di vista della qualità della vita così come è socialmente intesa.

E questo tipo di meccanismo, che è particolarmente evidente con le sostanze, funziona anche nei comportamenti compulsivi delle addiction da gioco, da sesso e anche nelle relazioni affettive, pur essendo meno evidente.

La difficoltà è individuare in che modo quel piacere possa essere creato in maniera autonoma dalla persona.
Ed è in questo nodo che si risolve o meno la questione. sempre semplificando di molto.

Di mio, quando sento che per provare una determinata sensazione ho la necessità di "aiutarmi" perchè da sola non riesco...so che potenzialmente ho di fronte un problema.

Sono una tabagista, perchè senza la sigaretta determinate sensazioni non me le so creare. Perchè se non ho le sigarette sento di dovermele procurare.

So che il problema c'è e non è gravissimo perchè riesco a posticipare l'assunzione secondo le mie necessità. E per necessità intendo anche il rimanere inserita in un contesto lavorativo o anche ricreativo che mi chiede di non fumare.
So che non è gravissimo perchè riesco a posticipare il piacere della sigaretta con una certa libertà. E perchè ho piaceri in virtù dei quali il piacere della sigaretta entra in secondo piano.
Ma ho bisogno di stabilire comunque un termine oltre il quale io posso riprendere l'assunzione.

Ma riconosco il problema perchè quel termine è importante e mi costa fatica spostarlo dopo essermi creata quel traguardo. E se devo spostarlo è un'operazione razionale che faccio, di autoconvincimento. E mentre lo faccio sento disagio, tendo ad innervosirmi, tendo ad avere i pensieri che si dirigono sul desiderio di accendermi una sigaretta. Faccio più fatica a rimanere concentrata.

So che il mio controllo e anche la mia libertà sulla cosa è relativo e limitato nel tempo. Tanto che immaginarmi senza sigarette da adesso fino alla fine della mia vita mi risulta impossibile.

Fra le varie dipendenze riconosco che questa dal punto di vista sociale e della qualità della mia vita è una di quelle a basso impatto sul breve termine. Sul lungo so che rischio un cancro. MA neanche questo pensiero diventa motivante.

Se mi parlo sinceramente so di essere dipendente dalla nicotina.

La grossa differenza con altri tipi di sostanze è che l'impatto sociale di questo tipo di sostanza è "basso" e il fatto che esistano ancora posti in cui posso fumare liberamente lo tiene basso.

A volte mi chiedo cosa farei se rendessero illegale la nicotina...non lo so. A dire il vero. E quel non lo so, mi dice chiaramente quanto pesa la presenza della nicotina nella mia vita.
 

LDS

Utente di lunga data
è una cosa che mi hanno detto i miei coinquilini.

ma ti rendi conto che non fai altro che parlare di lavoro.
il mondo non gira intorno al vino per la gente normale....

mi hanno detto che sono peggio di un drogato.

parlo, parlo, parlo solo di quello....

e che ci posso fare....
le altre cose che mi interessano sono gli scacchi e il cinema.

credo di essere una persona tutto sommato noiosa.
 

LDS

Utente di lunga data
bellissimo intervento ipazia.

quando ho insegnato scacchi in un centro di recupero per drogati, non è che avessi tanta voglia di approfondire le dinamiche che portano qualcuno a demolirsi la vita, ma ricordo che parlando con i medici su quelli che potessero essere i soggetti più a rischio dissero che ci sono persone che rischiano immediatamente in quando dotati di scarsa personalità, grossi problemi personali, poca fiducia in se stessi e autostima pari a zero e quelli che riescono a gestire la " dipendenza " lasciandola circoscritta ad eventi sporadici.

c'è una grossa differenza fra il farsi una striscia di coca al mese il sabato sera e farsi di coca ogni giorno.

personalmente sono sempre stato lontano anni luce dal mondo delle droghe perché terrorizzato da quello che possano fare al cervello.

onestamente, dopo aver visto in che condizioni sono ridotte le persone, il terrore anche solo ad avvicinarsi a questo genere di sostanze mi fa bollire il sangue.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
bellissimo intervento ipazia.

quando ho insegnato scacchi in un centro di recupero per drogati, non è che avessi tanta voglia di approfondire le dinamiche che portano qualcuno a demolirsi la vita, ma ricordo che parlando con i medici su quelli che potessero essere i soggetti più a rischio dissero che ci sono persone che rischiano immediatamente in quando dotati di scarsa personalità, grossi problemi personali, poca fiducia in se stessi e autostima pari a zero e quelli che riescono a gestire la " dipendenza " lasciandola circoscritta ad eventi sporadici.

c'è una grossa differenza fra il farsi una striscia di coca al mese il sabato sera e farsi di coca ogni giorno.

personalmente sono sempre stato lontano anni luce dal mondo delle droghe perché terrorizzato da quello che possano fare al cervello.

onestamente, dopo aver visto in che condizioni sono ridotte le persone, il terrore anche solo ad avvicinarsi a questo genere di sostanze mi fa bollire il sangue.

Tendiamo a restare ancorati sempre alla sostanza..proprio perchè il problema...anzi, il comportamento che potrebbe diventare problematico è sfuggente e suscettibile di molteplici variabili.

Quale è la differenza?

Dal punto di vista legale i rischi sono pressochè gli stessi, specialmente da quando hanno tolto la dose permessa personale.
E, a questo punto, rischiare casini per una striscia, mi fa porre tutta una serie di domande. Che senso ha? Perchè corro rischi alti per una pippata? cosa mi dà di così importante da non poter scegliere di non farlo?

Dal punto di vista dei rischi sulla salute mi verrebe da dire che sul breve termine sono forse più alti quelli che corre chi si fa una pippata il sabato sera, che non è ben dentro il giro, che non conosce bene la sostanza, che non conosce bene chi gliela passa...e, in gerco, quelli del sabato sera sono i "polli" a cui vendere di tutto. E quando dico di tutto, intendo di tutto.
Sul lungo termine...posso anche vedere la differenza...ma anche no. Che il lungo termine dipende da come è andato il breve termine.

Dal punto di vista dell'impatto sociale, sì..messa così parrebbe basso.

Ma...il fatto che comunque ci sia la necessità di attuare un comportamento che, e io questo lo ritengo di primaria importanza, è illegale, mi fa porre tutta una serie di domande.

Perchè il sabato sera, per dire, ho bisogno di farmi una pippata in amicizia? Quale è il significato?

L'esempio della coca...scusami, mi pare il meno azzeccato. Ho scelto la sigaretta apposta, innanzitutto perchè davvero ne dipendo ma anche perchè è comunque ancora una sostanza legale.

E quando parlo di sostanze la questione della legalità non me la posso dimenticare.

E questo vale anche per l'alcol. Se bermi la mia birra il sabato sera mi porta a farmi ritirare la patente perchè ho superato il limite prescritto dalla legge..capisci che ho un bel problema. Perchè non riesco a non bere? A non attuare comunque comportamenti rischiosi?

La questione dei comportamenti a rischio, correlata all'utilizzo di sostanze è poco toccata, ma è altrettanto importante se si sta parlando di dipendenze.

Uno dei risvolti rilevanti della dipendenza è proprio il non riuscire a tenere in controllo i comportamenti rischiosi, in un'escalation che porta alle conseguenze estreme ed assolutamente evidenti.

La dipendenza, come insieme di comportamenti problematici, non nasce dal nulla...è un percorso. Io penso.
 

zadig

8=D
Parliamone.

visto che qua oramai tutti pensano che sia un alcolista, discutiamo su cosa sia per voi una dipendenza, quanto dannosa sia e cosa vi induca a pensare che sia pericolosa non tanto per la saluta, ma soprattutto per la mente.

Per me dipendenza significa perdere il controllo di una parte molto importante della mia vita che è la libertà di scelta.

Io sono sempre stato libero di scegliere se fare qualcosa o non farla.

Un alcolista, un drogato, un fumatore, un giocatore incallito, loro non hanno scelta, il loro cervello li impone di continuare.

Un conto è un vizio, non discuto pericoloso, è chiaro che il mio fegato soffre di più di quello di una persona che non beve niente; un altro, invece, è una dipendenza in cui si instaurano meccanismi mentali che condizionano il normale svolgimento della vita di una persona, dallo svegliarsi la mattina all'andare a dormire la sera.
tranquillo, non è colpa del vino se sei sciroccato e se ragioni a cazzo di cane.
 

ToyGirl

Utente di lunga data
è una cosa che mi hanno detto i miei coinquilini.

ma ti rendi conto che non fai altro che parlare di lavoro.
il mondo non gira intorno al vino per la gente normale....

mi hanno detto che sono peggio di un drogato.

parlo, parlo, parlo solo di quello....

e che ci posso fare....
le altre cose che mi interessano sono gli scacchi e il cinema.

credo di essere una persona tutto sommato noiosa.
Non sei noioso, secondo me, è che magari il vino ti interessa il 90% e il resto il 10% :D
 

disincantata

Utente di lunga data
è una cmolto. ..he mi hanno detto i miei coinquilini.

ma ti rendi conto che non fai altro che parlare di lavoro.
il mondo non gira intorno al vino per la gente normale....

mi hanno detto che sono peggio di un drogato.

parlo, parlo, parlo solo di quello....

e che ci posso fare....
le altre cose che mi interessano sono gli scacchi e il cinema.

credo di essere una persona tutto sommato noiosa.
Già ammetterlo è un modo per cercare di cambiare.

Mio marito e' sicuramente appassionato di musica e strumenti musicali ma io no l'ho mai sentito parlare in casa di quello.

Sono io ogni tanto a chiedere spiegazioni o informazioni a cui risponde educatamente ma finisce lì.

Fuori casa se ne occupa e molto.

Potresti provare a distinguere il lavoro dalla vita privata. Il vino o qualunque altro oggetto non può diventare un ossessione. Neppure per te. Inoltre puoi benissimo innamorarti di una astemia. Guiderebbe lei.
 
Ultima modifica:

aristocat

Utente iperlogica
Parliamone.

visto che qua oramai tutti pensano che sia un alcolista, discutiamo su cosa sia per voi una dipendenza, quanto dannosa sia e cosa vi induca a pensare che sia pericolosa non tanto per la saluta, ma soprattutto per la mente.

Per me dipendenza significa perdere il controllo di una parte molto importante della mia vita che è la libertà di scelta.

Io sono sempre stato libero di scegliere se fare qualcosa o non farla.

Un alcolista, un drogato, un fumatore, un giocatore incallito, loro non hanno scelta, il loro cervello li impone di continuare.

Un conto è un vizio, non discuto pericoloso, è chiaro che il mio fegato soffre di più di quello di una persona che non beve niente; un altro, invece, è una dipendenza in cui si instaurano meccanismi mentali che condizionano il normale svolgimento della vita di una persona, dallo svegliarsi la mattina all'andare a dormire la sera.
Il tipo di condizionamento che intendi tu è dato sicuramente dalle dipendenze (fumo/alcool/stupefacenti vari)... aggiungerei anche altri comportamenti di natura ossessivo compulsiva (es., grattarsi sempre oppure mangiarsi le unghie e la pelle intorno... tra gli esempi meno gravi).

La persona che soffre di OCD o che è dipendente da sostanze varie si trova a vivere tante volte al giorno più o meno questa sequenza di momenti:


  • Senso di fastidio/stress/tensione/altra causa scatenante
  • reazione (fumo, drink, mangiarsi le unghie, ecc.) durante la quale sei quasi in stato di trance
  • senso di sollievo immediato e di brevissima durata.

Il confine tra vizio e dipendenza/patologia è molto sottile e soggettivo...
Se io che sono astemia comincio a bere 3 birre al giorno, vuol dire che devo cominciare a preoccuparmi.
Se io sono un adulto montanaro bavarese che ha sempre bevuto 3 boccaloni al giorno di birra, non mi sto comportando bene e forse non avrò mai la forza di cambiare abitudini... ma resta comunque un vizio che tengo sotto controllo e che non faccio sfociare in dipendenza grave.

Arrivare a riconoscere che si ha qualche dipendenza è un importante passo avanti, comunque mai sufficiente per uscirne del tutto.
E anche quando, con tanto sforzo e dolore, riesci finalmente a tenere a bada una dipendenza/comportamento compulsivo, a uscirne fuori... resta una sola certezza.
Che non ti sei mai liberato per sempre da questa tua "debolezza".
Farà sempre parte di te e resterà in un cantuccio, dovrai sempre restare vigile per non ricadere di nuovo in questo vortice.

Ognuno di noi ha le sue debolezze e bisogna solo ringraziare il Cielo quando queste sono trascurabili, e non pregiudicano tanto la tua qualità di vita.

ari
 
Stato
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