Domanda Esistenziale

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
.
Rompessero? Se vedi davanti a te una persona indecisa e ti proponi di aiutarla stai rompendo? Se ha deciso non la devi ovviamente fare sentire un mostro, ma influenzare la sua decisione dicendo che tanto non e’niente, a me sembra allucinante.
Volevo fare l’amniocentesi del primo figlio. Avevo 27 anni. Il mio ginecologo riuscì a incutermi un terrore folle tanto che non la feci
Scopri in seguito che era obiettore di coscienza
Cambiato ginecologo il giorno dopo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sono Il 24,5% nel 2020 le donne con precedenti esperienze abortive. Sono tante. Decidi in modo sofferto di abortire e poi ci ricaschi di nuovo?
le giovanissime sono poche e questo e’ un buon segno.. ma, la maggior parte, a livello statistico, sono tra i 25 e i 34 anni.
Sono sicura che per molte sia una scelta sofferta , davvero devastante.. ma se la societa’ ti dice che basta prendere una pastiglia e ti metti su un water (da sola).. ed e’ tutto finito… e che tanto quello che espelli e’ solo un grumo di cellule.. ci credi. Non voglio assolutamente accusare chi non se la sente e abortisce, ma mi spiace pensare che, semplificando, si possa lasciare anche solo uno spiraglio di rischio da parte di chi, senza preservativo, invece di rimandare o di rifiutare dice.. vabbe’ , se capita abortisco.
Penso che quello che hai fatto non sia un buon utilizzo del dato.
Sulle recidive intendo.

Quello è un dato da aprire e analizzare, e con attenzione. Contestualizzandolo e correlandolo.
In particolare oggi.

A fronte di una costante diminuzione delle interruzioni, rimane alto in proporzione quello sulla recidiva.
Perchè?

Forse sarebbe interessante andare a vedere chi.
Per esempio si potrebbe scoprire che sono principalmente straniere.
Il che significa che spesso sono donne che non hanno accesso, per cultura, alla contraccezione.
E si ritrovano in mezzo ad una cultura come la nostra, che ha svolto un suo percorso riguardo la sessualità, e la loro cultura di provenienza. Che di percorso ne ha fatto un altro.
E fra l'altro servirebbe anche correlare la presenza di straniere negli anni, che è in costante aumento, portando ad un aumento anche delle recidive.
In un contesto di questo tipo, la contraccezione farmacologica di emergenza è un aspetto interessante, permette una libertà di movimento che per noi italiane ha un senso e per le straniere ne ha un altro.

L'Italia è comunque uno dei paesi con questi indicatori ai livelli più bassi a livello internazionale.

Mancano dati specifici sulla questione.
Ma di questioni aperte per una analisi onesta ce ne sono parecchie.

La semplificazione, specialmente oggi, non è una strada sensata se l'obiettivo è quello di spingere l'educazione all'utilizzo dell'interruzione come extrema ratio in considerazione della complessità emergente e che nei prossimi anni lo sarà ancora di più.
 
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Jacaranda

Utente di lunga data
Per fortuna non mi sono mai trovata a dover pensare ad abortire.
Se decidessi, una cosa che proprio non potrei sopportare è qualcuno che cerca di farmi cambiare idea. Se mi dovessero dire “ ti aiutiamo noi” potrei attaccarle alla giugulare
Se decido di abortire vorrei solo che qualcuno mostrasse comprensione per me e mi aiutasse a farlo nel più breve tempo possibile
Certamente. Se decidi. Ma se avessi avuto dei dubbi con uno dei tuoi figli, avresti preferito qualcuno che ti dicesse “tanto e’ un grumo?
Se hai deciso non vai al consultorio a chiedere pareri.
credo si faccia confusione tra chi davanti a chi ha deciso si scaglia con posizioni assolutiste e chi cerca di fornire soluzioni e creare reti di supporto alla bisogna. Se non ci sei dentro non puoi capire quanto ti possa pesare portare avanti una gravidanza che non vuoi, ma quello che contesto e’ il far passare un “nascituro in potenza”, come il nulla cosmico… che da un lato solleva gli animi di chi proprio non se la sente, ma che puo’ far pensare che non sia tutto sto granche’ in chi il figlio se lo potrebbe serenamente tenere.
Riporto il caso di un’amica che non era certa di volere un figlio che aveva sempre desiderato. Il trovarsi davanti al test l’aveva mandata in crisi e manco lei se lo spiegava.
si e’ sentita dire appunto che se non se la sentiva..amen..tanto quello mica era un bambino… in realta’ voleva solo essere tranquillizzata
Ed e’ andata piu’ in confusione.
Alla fine l’ha tenuto ed e’ felice della scelta. Mon c’era alcun motivo per non averlo. Era in coppia stabile con un lavoro.
Ricorda con orrore quel passaggio in consultorio (in centro a milano eh)..
tu ti riferisci a un estremo (l’accusa) ma io mi riferisco all’altro.. (la superficializzazione)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
tu ti riferisci a un estremo (l’accusa) ma io mi riferisco all’altro.. (la superficializzazione)
Entrambe vi riferite ad una lacuna formativa. :)

Il consultorio è un passaggio praticamente obbligato.
Se si vuole avviare l'iter. A prescindere dalla sua conclusione.

Sarebbe interessante andare a vedere come vien gestito il personale nei consultori.
Che tipo di preparazione ha.
Che di tipo di supervisione ha.
Quali sono i ritmi e le condizioni di lavoro.
I mezzi concreti a disposizione per il concreto realizzarsi degli aiuti previsti dalla normativa.

Tenendo conto che la maggior parte del personale è al femminile e transfert e controtranfert sono all'ordine del giorno.
Il più delle volte senza adeguato supporto per il personale. Che ne avrebbe estremamente bisogno invece.

Un medico donna, che praticava l'aborto e che collaborava in alcuni interventi di eduzione alla sessualità a livello europeo portava dati interessanti a riguardo. A sostegno della necessità di interventi di supervisione per combattere il born out a cui era esposto il personale sanitario e socio sanitario.

Per esempio l'incidenza degli obiettori (solo in Lombardia 5 ospedali sono al 100% di presenza di obiettori, in altri 11 si aggira intorno all'80%, disattendendo di fatto l'applicabilità della norma) si riversava senza pietà sui medici non obiettori che ritrovavano a svolgere in un giorno anche tre o quattro o cinque interruzioni, come un macchinario. Un carico di lavoro, anche psicologico, pesantissimo.

Rimanendo solo sull'aspetto psico emotivo, è naturale prevedibile e pure previsto che si scatenino tutta una serie di difese, arcaiche.
Fra cui la minimizzazione.
E non superficializzazione.

Il ricorso alla descrizione scientifica, è una forma di distanziamento da una questione il cui impatto emotivo viene scaricato senza pietà su chi agisce concretamente per il rispetto non solo di una normativa.

Si può decidere di mettersi a discutere sul giusto e sullo sbagliato oppure iniziare a ragionare sulla complessità di un quadro osservandolo da molteplici prospettive.
 
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Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Certamente. Se decidi. Ma se avessi avuto dei dubbi con uno dei tuoi figli, avresti preferito qualcuno che ti dicesse “tanto e’ un grumo?
Se hai deciso non vai al consultorio a chiedere pareri.
credo si faccia confusione tra chi davanti a chi ha deciso si scaglia con posizioni assolutiste e chi cerca di fornire soluzioni e creare reti di supporto alla bisogna. Se non ci sei dentro non puoi capire quanto ti possa pesare portare avanti una gravidanza che non vuoi, ma quello che contesto e’ il far passare un “nascituro in potenza”, come il nulla cosmico… che da un lato solleva gli animi di chi proprio non se la sente, ma che puo’ far pensare che non sia tutto sto granche’ in chi il figlio se lo potrebbe serenamente tenere.
Riporto il caso di un’amica che non era certa di volere un figlio che aveva sempre desiderato. Il trovarsi davanti al test l’aveva mandata in crisi e manco lei se lo spiegava.
si e’ sentita dire appunto che se non se la sentiva..amen..tanto quello mica era un bambino… in realta’ voleva solo essere tranquillizzata
Ed e’ andata piu’ in confusione.
Alla fine l’ha tenuto ed e’ felice della scelta. Mon c’era alcun motivo per non averlo. Era in coppia stabile con un lavoro.
Ricorda con orrore quel passaggio in consultorio (in centro a milano eh)..
tu ti riferisci a un estremo (l’accusa) ma io mi riferisco all’altro.. (la superficializzazione)
Per quello che leggo e ho sentito se sei indecisa fanno tutto il possibile per convincerti a tenerlo
Se fossi indecisa non chiederei parere a esttanei che dopo 9 mesi non vedrò più e che non capirei come potrebbero aiutarmi.
Chiederei a chi mi è vicino, se non avessi nessuno vicino non ci sarebbe una scelta da fare, secondo me
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Penso che quello che hai fatto non sia un buon utilizzo del dato.
Sulle recidive intendo.

Quello è un dato da aprire e analizzare, e con attenzione. Contestualizzandolo e correlandolo.
In particolare oggi.

A fronte di una costante diminuzione delle interruzioni, rimane alto in proporzione quello sulla recidiva.
Perchè?

Forse sarebbe interessante andare a vedere chi.
Per esempio si potrebbe scoprire che sono principalmente straniere.
Il che significa che spesso sono donne che non hanno accesso, per cultura, alla contraccezione.
E si ritrovano in mezzo ad una cultura come la nostra, che ha svolto un suo percorso riguardo la sessualità, e la loro cultura di provenienza. Che di percorso ne ha fatto un altro.
E fra l'altro servirebbe anche correlare la presenza di straniere negli anni, che è in costante aumento, portando ad un aumento anche delle recidive.
In un contesto di questo tipo, la contraccezione farmacologica di emergenza è un aspetto interessante, permette una libertà di movimento che per noi italiane ha un senso e per le straniere ne ha un altro.

L'Italia è comunque uno dei paesi con questi indicatori ai livelli più bassi a livello internazionale.

Mancano dati specifici sulla questione.
Ma di questioni aperte per una analisi onesta ce ne sono parecchie.

La semplificazione, specialmente oggi, non è una strada sensata se l'obiettivo è quello di spingere l'educazione all'utilizzo dell'interruzione come extrema ratio in considerazione della complessità emergente e che nei prossimi anni lo sarà ancora di più.
Straniera o italiana fa la differenza con quello che ho inteso dire? .
La straniera che per la prima volta e’ andata al consultorio per ritrovarsi sotto i ferri una seconda volta come e’ stata aiutata? Le hanno spiegato in cosa consiste la contraccezione?
Non e’ stata aiutata. Punto.Se penso ad alcune straniere che conosco con una forte impostazione cattolica, non posso neppure immaginare il senso di colpa postumo.

Come l’italiana con un accesso diverso alla cultura ma recidiva (ce ne sono parecchie), come sono state aiutate? (Il 12%?.. sono circa 8.000 l’anno).
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Per quello che leggo e ho sentito se sei indecisa fanno tutto il possibile per convincerti a tenerlo
Se fossi indecisa non chiederei parere a esttanei che dopo 9 mesi non vedrò più e che non capirei come potrebbero aiutarmi.
Chiederei a chi mi è vicino, se non avessi nessuno vicino non ci sarebbe una scelta da fare, secondo me
Tu.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Straniera o italiana fa la differenza con quello che ho inteso dire? .
La straniera che per la prima volta e’ andata al consultorio per ritrovarsi sotto i ferri una seconda volta come e’ stata aiutata? Le hanno spiegato in cosa consiste la contraccezione?
Non e’ stata aiutata. Punto.Se penso ad alcune straniere che conosco con una forte impostazione cattolica, non posso neppure immaginare il senso di colpa postumo.

Come l’italiana con un accesso diverso alla cultura ma recidiva (ce ne sono parecchie), come sono state aiutate? (Il 12%?.. sono circa 8.000 l’anno).
Fa differenza nei termini in cui il dato viene utilizzato in modo parziale.
E quindi smette di essere un descrittore quantitativo di realtà e diviene un descrittore qualitativo (senza averne i requisiti) utilizzabile strumentalmente e in senso ideologico. :)

Metti insieme, in modo confuso e con un alto grado di emotività, diversi livelli della questione in questo tuo post.

La questione della contraccezione è complessa. E per niente banale.
20 anni fa qui in italia del nord la distribuzione di preservativi e la connessa educazione alla sessualità non solo è stata ferocemente strumentalizzata per fini politici (del tutto escludenti questioni di ordine educativo e sanitario, come invece sarebbe compito della politica sociale) e poi culturali. Per ottenere schieramenti.
Dal 2002 in avanti gli interventi finanziati a questi scopi sono stati praticamente eliminati.
Quelli non eliminati sono in mano a personale non formato adeguatamente. Rimanendo leggera su "adeguatamente".

I consultori sono tendenzialmente gestiti dal terzo settore (stesso settore che si è occupato di educazione alla sessualità su indicazione istituzionale).
Quali sono "gli aiuti" concreti a disposizione? Il sostegno per gli operatori? La formazione? Il compenso?
Presenza di mediatori?
Come si risponde all'incidenza dell'obiezione e alle sue ripercussioni? Concretamente intendo.
Che tradotto è "quale è il peso sociale dato alla applicabilità della legge non come contraccettivo ma come extrema ratio".

Nonostante questo, e nonostante i risultati previsti non siano stati raggiunti, perlomeno si riesce a parlare di contraccezione nella cultura italiana.
Per quanto ancora il fenomeno delle donne che si affidano al mitico ogino piuttosto che al salto dell'uccello sia preoccupantemente alto.
Ancora nella nostra cultura il gap fra maschi e femmine a livello di contraccezione è alto. E la contraccezione è affidata, per non dire delegata, alla femmina (non uso donna a ragion veduta, visto che l'età di inizio rapporti è in media attorno ai 12/13 anni).

Nonostante questo, dal 1983 la tendenza all'interruzione è costantemente in diminuzione. Compresa la recidiva. E sono dati che spiccano in positivo a livello internazionale.

L'arrivo delle straniere, non quelle che conosci tu od io che fanno opinione ma non dato, è un elemento di ulteriore complessità.
In un fenomeno processuale. Che non può essere letto all'ultimo anno a disposizione. Decontestualizzandolo.

La provenienza migrante, calcolata istat nel 2019 (ossia dati disponibili pubblicamente che però non riescono a conteggiare il sommerso transitante o stanziale clandestinamente) stima che più o meno in italia ci sono 5 milioni di stranieri. Con una leggera sproporzione sulle donne.

Dei poco più di 5 milioni di cittadini stranieri residenti in Italia, circa 2,5 milioni sono europei (di cui 1,4 milioni proviene da Paesi appartenenti all’UE), 1.150.627 provengono dagli Stati africani (22,2%, soprattutto dai Paesi dell’Africa settentrionale e occidentale) e 1,1 milioni (22,6%) dall’Asia.
La presenza straniera è maggiormente concentrata nelle Regioni del Centro-Nord (84%), e in particolare nel Nord-Ovest (34,2%).

Questo per citare dati che non siano "mia cuggina". Fonte iss.

Poi, per leggere i dati, servirebbe andare a vedere il livello di scolarizzazione per esempio (ti anticipo che la maggioranza ha se va bene licenza media). E questo incide parecchio sulle competenze necessarie a discutere apertamente un cambio di cultura. Oppure il livello di integrazione, piuttosto che li territorio e lo stile di vita di provenienza (dire nord africa è non dire niente a riguardo). E questo sarebbe comunque solo la punta dell'iceberg per una analisi seria.

Tutto questo, come incide sulla già scarsa potenza di fuoco in termine di aiuti concreti per chi recide nelle interruzioni?

Poi sarebbe interessante prendere e andare a vedere le percentuali di recidiva in relazione alla etnia specifica.
E sono quasi pronta a scommettere che la maggioranza avviene in culture in cui il maschio ha ancora un ruolo predominante e la donna e ancora vista come "minus". E da questo non sono per niente escluse le culture con influenza cattolica. Anzi.

E questo implica che la libertà della donna ad autodeterminarsi in termini preventivi è quantomeno limitata. E spesso nascosta. (vedi accesso a terapia farmacologica di emergenza, per fortuna oggi essente da ricetta e quindi accessibile senza dover passare per canali ufficiali, che spesso si trasformano, in termini di conseguenze per la donna, in botte....altro che sensi di colpa).

Insomma.
Mettere punti, allo stato dell'arte, è una operazione più ideologica che concreta.

E fra l'altro, impedisce di leggere la situazione in modo complesso creando gli spazi per l'azione che tu stessa auspichi, ossia le possibilità CONCRETE di sostegno alle donne, in considerazione e a prescindere dalla provenienza di credo e cultura.

E si apre qui l'altro capitolo.
La normativa prescriverebbe una azione volta alla rimozione degli ostacoli per una maternità che permette e considera il benessere della donna e direttamente del nascituro.

Parliamo di soldi.
Quanto è stanziato per interventi di questo tipo?
Ossia, come prescriverebbe la norma, per rimuovere le barriere.

Non ho dati alla mano.
Ma ho il forte sospetto che se si arriva a contributi di 4-5 euro all'anno (per uno o due anni se va bene), e non per tutte, c'è da leccarsi le dita.

A fronte di non occupazione in caso di gravidanza, in particolare proprio nelle fasce più basse, che sono poi quelle che a naso direi tendono ad utilizzare peggio lo strumento normativo.

A fronte di un mercato del lavoro che riserva alla maternità l'angolino delle orecchie dell'asino.
A fronte di un mercato del lavoro che penalizza la maternità E la rende una scelta out out.

Tutto questo per dire che la questione è complessa, sempre la si voglia affrontare da un punto di vista pragmatico e non ideologico.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Aggiungo.

Se si vuole fare educazione alla sessualità, all'autodeterminazione si entra in campo educativo e formativo.
Compiti delegati quasi del tutto alle famiglie ora come ora.

E qui la domanda nasce spontanea...le 30enni che accedono in più alta percentuale, da chi sono state educate?
Con chi hanno discusso di contraccezione? Di autodeterminazione? Di dignità del proprio piacere?

E i 30enni.

Le persone dentro i dati hanno un percorso alle spalle. Educativo e formativo.

Il dato finale, ha anche un utilizzo interessante.
Ossia la possibilità di valutare la validità degli interventi formativi ed educativi attuati.

In prevenzione.
E in prospettiva di corresponsabilità sociale.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
ed il succo del discorso sarebbe......?
Sarebbe che cucinare la polenta sul fuoco è un processo molto più lento e laborioso che comprare quella istantanea e buttarla sul fornello in una pentola a casaccio.
Che fra l'altro presuppone, la polenta istantanea intendo, neanche il saper con che farina si fa la polenta. :)
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Fa differenza nei termini in cui il dato viene utilizzato in modo parziale.
E quindi smette di essere un descrittore quantitativo di realtà e diviene un descrittore qualitativo (senza averne i requisiti) utilizzabile strumentalmente e in senso ideologico. :)

Metti insieme, in modo confuso e con un alto grado di emotività, diversi livelli della questione in questo tuo post.

La questione della contraccezione è complessa. E per niente banale.
20 anni fa qui in italia del nord la distribuzione di preservativi e la connessa educazione alla sessualità non solo è stata ferocemente strumentalizzata per fini politici (del tutto escludenti questioni di ordine educativo e sanitario, come invece sarebbe compito della politica sociale) e poi culturali. Per ottenere schieramenti.
Dal 2002 in avanti gli interventi finanziati a questi scopi sono stati praticamente eliminati.
Quelli non eliminati sono in mano a personale non formato adeguatamente. Rimanendo leggera su "adeguatamente".

I consultori sono tendenzialmente gestiti dal terzo settore (stesso settore che si è occupato di educazione alla sessualità su indicazione istituzionale).
Quali sono "gli aiuti" concreti a disposizione? Il sostegno per gli operatori? La formazione? Il compenso?
Presenza di mediatori?
Come si risponde all'incidenza dell'obiezione e alle sue ripercussioni? Concretamente intendo.
Che tradotto è "quale è il peso sociale dato alla applicabilità della legge non come contraccettivo ma come extrema ratio".

Nonostante questo, e nonostante i risultati previsti non siano stati raggiunti, perlomeno si riesce a parlare di contraccezione nella cultura italiana.
Per quanto ancora il fenomeno delle donne che si affidano al mitico ogino piuttosto che al salto dell'uccello sia preoccupantemente alto.
Ancora nella nostra cultura il gap fra maschi e femmine a livello di contraccezione è alto. E la contraccezione è affidata, per non dire delegata, alla femmina (non uso donna a ragion veduta, visto che l'età di inizio rapporti è in media attorno ai 12/13 anni).

Nonostante questo, dal 1983 la tendenza all'interruzione è costantemente in diminuzione. Compresa la recidiva. E sono dati che spiccano in positivo a livello internazionale.

L'arrivo delle straniere, non quelle che conosci tu od io che fanno opinione ma non dato, è un elemento di ulteriore complessità.
In un fenomeno processuale. Che non può essere letto all'ultimo anno a disposizione. Decontestualizzandolo.

La provenienza migrante, calcolata istat nel 2019 (ossia dati disponibili pubblicamente che però non riescono a conteggiare il sommerso transitante o stanziale clandestinamente) stima che più o meno in italia ci sono 5 milioni di stranieri. Con una leggera sproporzione sulle donne.

Dei poco più di 5 milioni di cittadini stranieri residenti in Italia, circa 2,5 milioni sono europei (di cui 1,4 milioni proviene da Paesi appartenenti all’UE), 1.150.627 provengono dagli Stati africani (22,2%, soprattutto dai Paesi dell’Africa settentrionale e occidentale) e 1,1 milioni (22,6%) dall’Asia.
La presenza straniera è maggiormente concentrata nelle Regioni del Centro-Nord (84%), e in particolare nel Nord-Ovest (34,2%).

Questo per citare dati che non siano "mia cuggina". Fonte iss.

Poi, per leggere i dati, servirebbe andare a vedere il livello di scolarizzazione per esempio (ti anticipo che la maggioranza ha se va bene licenza media). E questo incide parecchio sulle competenze necessarie a discutere apertamente un cambio di cultura. Oppure il livello di integrazione, piuttosto che li territorio e lo stile di vita di provenienza (dire nord africa è non dire niente a riguardo). E questo sarebbe comunque solo la punta dell'iceberg per una analisi seria.

Tutto questo, come incide sulla già scarsa potenza di fuoco in termine di aiuti concreti per chi recide nelle interruzioni?

Poi sarebbe interessante prendere e andare a vedere le percentuali di recidiva in relazione alla etnia specifica.
E sono quasi pronta a scommettere che la maggioranza avviene in culture in cui il maschio ha ancora un ruolo predominante e la donna e ancora vista come "minus". E da questo non sono per niente escluse le culture con influenza cattolica. Anzi.

E questo implica che la libertà della donna ad autodeterminarsi in termini preventivi è quantomeno limitata. E spesso nascosta. (vedi accesso a terapia farmacologica di emergenza, per fortuna oggi essente da ricetta e quindi accessibile senza dover passare per canali ufficiali, che spesso si trasformano, in termini di conseguenze per la donna, in botte....altro che sensi di colpa).

Insomma.
Mettere punti, allo stato dell'arte, è una operazione più ideologica che concreta.

E fra l'altro, impedisce di leggere la situazione in modo complesso creando gli spazi per l'azione che tu stessa auspichi, ossia le possibilità CONCRETE di sostegno alle donne, in considerazione e a prescindere dalla provenienza di credo e cultura.

E si apre qui l'altro capitolo.
La normativa prescriverebbe una azione volta alla rimozione degli ostacoli per una maternità che permette e considera il benessere della donna e direttamente del nascituro.

Parliamo di soldi.
Quanto è stanziato per interventi di questo tipo?
Ossia, come prescriverebbe la norma, per rimuovere le barriere.

Non ho dati alla mano.
Ma ho il forte sospetto che se si arriva a contributi di 4-5 euro all'anno (per uno o due anni se va bene), e non per tutte, c'è da leccarsi le dita.

A fronte di non occupazione in caso di gravidanza, in particolare proprio nelle fasce più basse, che sono poi quelle che a naso direi tendono ad utilizzare peggio lo strumento normativo.

A fronte di un mercato del lavoro che riserva alla maternità l'angolino delle orecchie dell'asino.
A fronte di un mercato del lavoro che penalizza la maternità E la rende una scelta out out.

Tutto questo per dire che la questione è complessa, sempre la si voglia affrontare da un punto di vista pragmatico e non ideologico.
.
Grazie per aver fornito piu’ dati che vanno ad avvalorare il concetto per cui sono sempre cazzi della donna e per cui si fa prima a dire che un grumo non e’ niente. O volevi comunicare altro? 😃 .
Che la questione sia complessa mi sembra alquanto evidente, .. che poi bastano due googolate per andare oltre eh.. e sciorinare piu’ dati.. questo se si vuole e lo si ritiene opportuno per il buon esito della discussione. (Se l’intento e’ quello).
Se si e’ capito il senso di quello che volevo dire, bene..se si cerca un modo fazioso per cavillare , bene uguale. Ciascuno impiega il proprio tempo come crede. Che il tempo e’ prezioso.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Certo io. Tu chiederesti sapendo che farebbero di tutto per fartelo tenere e senza poter far nulla per aiutarti? Tu chiederesti a persone estranee aiuto quanto è evidente che non possono dartene? Cosa chiedi a chi non può darti una soluzione e propende solo a non farti abortire?
Mi ricorda la coppia al corso preparto che ci disse che ogni figlio è una benedizione e che poi la provvidenza aiuta sempre. Mi ricordo la risata generale
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
.
Grazie per aver fornito piu’ dati che vanno ad avvalorare il concetto per cui sono sempre cazzi della donna e per cui si fa prima a dire che un grumo non e’ niente. O volevi comunicare altro? 😃 .
Che la questione sia complessa mi sembra alquanto evidente, .. che poi bastano due googolate per andare oltre eh.. e sciorinare piu’ dati.. questo se si vuole e lo si ritiene opportuno per il buon esito della discussione. (Se l’intento e’ quello).
Se si e’ capito il senso di quello che volevo dire, bene..se si cerca un modo fazioso per cavillare , bene uguale. Ciascuno impiega il proprio tempo come crede. Che il tempo e’ prezioso.
Che siano cazzi della donna è una evidenza.
Non è neppure necessario sottolinearlo.

Che a tutte le donne non siano accessibili gli strumenti per farsene carico con cognizione è un'altra evidenza.

Che motiva il tentare di non ideologicizzare un discorso complesso rendendolo superficiale e continuando l'annosa, seppur crudele, guerra di donne alle donne.

Che rende quel "ti aiuto" un movimento emotivo senza strumenti concreti.
Che scarica ulteriori pesi molto concreti sulle donne, le più fragili fra l'altro, insieme al carico del giudizio morale che porta al senso di colpa di cui parlavi in altro tuo post, dispiacendoti, oltre che alla cristallizzazione della possibilità di cambiamento. E portando nelle più attrezzate reazioni stile "attacco alla giugulare".

Un aiuto di forma e non di sostanza, che distrugge invece che cucire reti sociali.

I dati avrebbero questa funzione.
Se usati con cognizione e senza strumentalizzazione ideologica.

Come dici, dipende dall'intento.

Allargare il quadro oppure usare la mannaia...o, per rimanere in tema, il cucchiaio, senza la stessa esperienza delle mammane però. :)
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Certo io. Tu chiederesti sapendo che farebbero di tutto per fartelo tenere e senza poter far nulla per aiutarti? Tu chiederesti a persone estranee aiuto quanto è evidente che non possono dartene? Cosa chiedi a chi non può darti una soluzione e propende solo a non farti abortire?
Mi ricorda la coppia al corso preparto che ci disse che ogni figlio è una benedizione e che poi la provvidenza aiuta sempre. Mi ricordo la risata generale
Scusate se mi intrometto, ma se per tenerlo intendi crescerlo, l'alternativa è solo fra tenerlo o sopprimerlo?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Scusate se mi intrometto, ma se per tenerlo intendi crescerlo, l'alternativa è solo fra tenerlo o sopprimerlo?
C’è’ la possibilità di darlo in adozione
A parte che penso sia difficilissimo tenerlo in grembo 9 mesi e poi darlo in adozione
Dopodiché ti sembra che sia una società dove un gesto simile non ti crea critiche pesanti che si aggiungono al dolore che già stai provando?
A parole tutto molto bello. Poi lasci tuo figlio in un ospedale in maniera anonima e si muove tutta l’opinione pubblica che tenta di convincerti a cambiare idea. Nessuno dice: brava non hai abortito e gli hai permesso di vivere. Capiamo la tua scelta torna alla tua vita . No. Tutti a dire torna che ti aiutiamo. Ma come cazzo la aiutate? Glielo mantenete a vita? Ma che ne sapete delle sue motivazioni.
la donna che pochi giorni fa ha fatto questa scelta secondo me ha pensato dopo che forse era meglio abortire visto che quella che viene data come possibilità a un non aborto diventa motivo per indagare sulle tue decisioni
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
C’è’ la possibilità di darlo in adozione
A parte che penso sia difficilissimo tenerlo in grembo 9 mesi e poi darlo in adozione
Dopodiché ti sembra che sia una società dove un gesto simile non ti crea critiche pesanti che si aggiungono al dolore che già stai provando?
A parole tutto molto bello. Poi lasci tuo figlio in un ospedale in maniera anonima e si muove tutta l’opinione pubblica che tenta di convincerti a cambiare idea. Nessuno dice: brava non hai abortito e gli hai permesso di vivere. Capiamo la tua scelta torna alla tua vita . No. Tutti a dire torna che ti aiutiamo. Ma come cazzo la aiutate? Glielo mantenete a vita? Ma che ne sapete delle sue motivazioni.
la donna che pochi giorni fa ha fatto questa scelta secondo me ha pensato dopo che forse era meglio abortire visto che quella che viene data come possibilità a un non aborto diventa motivo per indagare sulle tue decisioni
Quindi meglio sopprimere che rischiare di far fare una vita di merda a lui, nonché sopportare la pressione della collettività, è così?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Quindi meglio sopprimere che rischiare di far fare una vita di merda a lui, nonché sopportare la pressione della collettività, è così?
No non è meglio. È una scelta dolorosa e pesante
Contestavo chi parla di aiuti o di scelte che spesso non sono scelte o meglio sono decisioni che vengono invece che apprezzate criticate pesantemente
Se scelgo di dare in adozione in forma anonima voglio restare anonima come prevede la legge. Se non è così non facciamola passare come una possibile scelta
Io credo che bisogna fare tutto il possibile per non restare incinta e mi fa incazzare chi parla di “capitato” perché non capita se usi le giuste precauzioni. Ma che non ci sia scelta che non subisca ulteriori traumi mi sembra evidente
Ho amiche che hanno praticato aborto terapeutico che hanno vissuto esperienze devastanti in ospedale, trattate di merda da chi dovrebbe aiutarti e sistenerti
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
No non è meglio. È una scelta dolorosa e pesante
Contestavo chi parla di aiuti o di scelte che spesso non sono scelte o meglio sono decisioni che vengono invece che apprezzate criticate pesantemente
Se scelgo di dare in adozione in forma anonima voglio restare anonima come prevede la legge. Se non è così non facciamola passare come una possibile scelta
Io credo che bisogna fare tutto il possibile per non restare incinta e mi fa incazzare chi parla di “capitato” perché non capita se usi le giuste precauzioni. Ma che non ci sia scelta che non subisca ulteriori traumi mi sembra evidente
Ho amiche che hanno praticato aborto terapeutico che hanno vissuto esperienze devastanti in ospedale, trattate di merda da chi dovrebbe aiutarti e sistenerti
"No non è meglio" cosa vuol dire? Se non è meglio allora lo metti al mondo, se è meglio lo sopprimi. Preciso che per "meglio" ovviamente intendo il male minore
 
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