Questa è una domanda ingenua...e che ne so? varia con le persone...le sensibilità...il vissuto...la vita che conduci...gli interessi che hai...la forza di guardarti in faccia e voler indagare sui perchè.... io mi son iscritta qui ad agosto scorso...fino a settembre recitavo un mantra... ora sembro da mesi un'altra persona... in realtà non sono affatto un'altra...son la stessa che ero e che ha capito perchè e dove ha potuto sbagliare tanto...non rinnego che ho fatto ciò che ho fatto per amore vero, reale, non bastassero solo gli 8 anni a testimoniarlo, ma rinnego che certe cose proprio mi sforzavo di non vcederle, di non capirle, di accettarle...ho dovuto indagare sui perchè...ho dovuto accettare di sentirmiin un certo modo, che nulla avrebbe cancellato d me certe macchie... ma ho ammesso cose lampanti, giuste, sacrosante che una personcina normale, assennata, retta nel resto dell'esistenza non poteva aver ignorato... a me è bastato poco...chiamala fortuna, io la chiamerei introspezione, la chiamerei non aver paura di ammettere se stessi, la chiamerei voglia di vivere e di non voler razzolare diversamente da come dentro ti senti, da come appari all'esterno... non vle mai la pena snaturare se stessi per riconcorrere chimere...non è quanta più fatica fai, quante più acrime getti, uanto più i castelli son belli e possenti, quanto più il travaglio esiste a rendere la storia mirabile, bella, desiderabile...... il sentirsi il pepe addosso, il desiderio costante, il battito cardiaco accelerato, il volersi mostrare al top per conquistarsi un pezzo di un paradiso artificiale che forse solo noi vediamo tale non è estrema fatica...è fatica inutile...ciò che paga nella vita è la realtà...fatta di gioeie e dolori, di stanchezza e di euforia e anche e soprttutto di nulla...quel nulla che è spesso tanto normale cme il respirare e lo sbatter di ciglia....
Non è che l'altro più irragiungibile è più diventa a noi desiderabile.... l'altro dovrebbe esser maggiormente desiderabile quante più bellezze interiori ed esteriori possiede, quante virtù in comune con noi abbia, quanto sia in grado di migliorare noi stessi non peggiorarci o imbrigliarci nel suo stesso pantano.....ora,
detto tra noi, una persona che mente ad un'altra persona a mente fredda accanto, se avessimo 20-25-30 e non avessimo avuto esperienza grande della vita, la vorremmo con noi? la giudicheremmo una persona in grado di migliorarci? vorremmo che nostra sorella, fratello, figlio o figlia incontrasse nel suo cammino e soffrisse per simil uomo o donna? non è il tradimento che fa male...è la menzogna. il non condividere le noie, le paure, le incomprensioni e le scorrettezze,
il mascherare con ancora miglior sorrisi ciò che si sta facendo alle spalle... noi non lo augureremo al nostro peggior nemico, figuriamoci a chi amiamo un simil comportamento....e allora come abbiamo fatto ad amare persone che - seppur belle, simpatiche, briose, passionali, e con mille doti - mancavano di una dote fondamento dell'incontro con l'altro essere umano? parlo del rispetto, non dell'onestà...
A tutti piace sentirsi sul filo del rasoio, esser considerati fighi, vivere un sesso al top, vivere un amore contrastato come fossimo eroi da fiaba, promesse quanto più forti quanto più irrealizzabili.... ma quella non è realtà, è finzione di realtà... la realtà è dire "che palle, pure stasera lavori? che palle pure domani bisogna andare a fare il carico di bottiglie d'acqua? che palle, dove è la camicia stirata o te la stiro io la camicia se non hai tempo?"....ecco, questa è la vita reale... quando una meravigliosa amant si trasforma nelal tua compagna per la vita diventa non finzione di realtà ma realtà, e ti apparirà simile a quelal che ti sta accanto...a cui dovresti comunque portar rispetto... starci insieme è rispetto...lasciarla è rispetto...mentirle non è rispetto...
Quando queste cose le avrai capite per processi che non son così semplici come banalmente li scrivo nelle risultanmze allora capirai perchè dove e come hai sbagliato...su te stesso...su lei...sui due che non se lo apsettavan mai da voi due...
Chiamala fortuna...chiamala introspezione...chiamala capacità di volersi guardar dentro...a me è servito un periodo brevissimo per capire e tante cose di lui e di me...e riappropriarmi di me stessa... (e andare anche oltre senza che me lo sraei mai aspettato nè che lo cercasis affatto!

)...a me è servito parlare a voce alta da sola, in casa a me stessa (sì, sì, hai letto bene...come quando tenti di dimostrare al professore quel terorema dal nome difficile...tesi...ipotesi...risoluzione...) e parlare qui dentro....altro non è servito...