Sul “Venerdì” di Repubblica c'è la rubrica di Natalia Aspesi e sul numero di oggi c'è una lettera di un padre.
Sembra scritta apposta per questo 3D, sentite qua:
“...ho tradito mia moglie più e più volte, in alcune lei ha capito cosa stava accadendo, e ha affrontato la cosa, in altre non ha «visto». Mi ha perdonato, ha retto il timore della nostra famiglia.
Oggi non mi ama più. Succede. Per noia, consunzione, logoramento, o forse perché l'ho tradita, ma abbiamo tre figli meravigliosi, di 12, 10 e 8 anni, che sono la nostra gioia più grande. Noi due non ci amiamo più, a volte ci sopportiamo, di sicuro ci evitiamo, ci stiamo accuratamente lontani e cerchiamo di litigare il meno possibile, perché, quando accade, entrambi vediamo il dolore e lo sgomento negli occhi dei nostri figli. Allora le chiedo: è davvero la separazione la soluzione meno dannosa? Ma per chi? Forse per noi? E quando la smetteremo con questo dannato egoismo per cui esiste solo l'io? Guardo i miei bambini e penso che piuttosto che farli crescere senza di me e senza una famiglia, accetto una vita monca e detestabile, ma che sia migliore per loro. Sono stato un grandissimo egoista, non voglio esserlo ancora a scapito dei miei bambini. Lotterò per tenere unita questa famiglia ferita e lo farò per loro, non per me. Bisogna lottare, tener duro. Perché i miei figli hanno più diritti di me, i diritti dell'innocenza”.
Il punto di vista di questo padre è comprensibile e umano, anzi umanissimo. Impossibile biasimarlo, si può solo comprenderlo.
La Aspesi gli risponde impietosa ma illuminante come sempre. Leggete cosa dice, ecco il testo integrale:
“Lei è sicuro che i suoi figli si trovino bene in una famiglia che lei definisce «ferita»? E' certo che non si accorgano dell'assenza di amore tra i loro genitori che a malapena si sopportano? Quale idea si faranno del matrimonio, dell'amore, di una famiglia che sta insieme solo con l'ipocrisia? E se mai un giorno i vostri figli vi chiederanno perché avete scelto di essere infelici e voi gli risponderete «per voi», non li caricherete di una responsabilità che potrebbe ferirli molto? I vostri figli conosceranno certamente altri bambini figli di separati, che se la passano benissimo, anche perché non devono, come i vostri, assistere ogni tanto agli amari litigi tra genitori. Mi perdoni se sono dura: ma se teneva tanto alla famiglia, perché ha tradito sua moglie «più e più volte»? Perché non ha pensato, «più e più volte» che sua moglie poteva mandarla a quel paese, pretendendo la separazione? Oltretutto lei mi sembra troppo sicuro di sé: chi non le dice che sua moglie, che non l'ama più, si innamori di qualcuno e capisca che anche i vostri figli hanno il diritto di vedere almeno un genitore, se non tutti e due, assolutamente felice?”
Mi sembrava un contributo degno di essere letto qui.