Nome o soprannome. Come dicevo mi piace nominare a modo mio, in particolare quelli con cui scopo
Lo spaccciatore..è un po' il discorso delle etichette.
Alcuni li chiamo per nome in ogni caso.
Alcuni mi accompagnavano a casa di notte quando arrivavo tardi col treno e girar da sola per la città non era una genialata. Mi proteggevano.
Altri mi "curavano" la macchina, nel senso che visto che si facevano e spacciavano sotto casa mia, mi ero accordata perchè tenessero anche d'occhio la mia macchina e facessero girare la voce sul non scassinarla.
Altri rompevano i coglioni. Ma li chiamavo rompicoglioni.
Quelli che mi sono capitati a lavoro, in percorso, li ho chiamati parassiti. Era il mio nomignolo per loro e con loro
Poi, se sono a giro e vedo uno losco che fa passaggi di mano, lo chiamo genericamente spacciatore.
Ma io sono ben consapevole che quello è un individuo. Che ha una storia. Che ha una vita. Che ha emozioni.
Che è ben oltre l'etichetta che io gli posso appiccicare per semplificarmi la vita. E la vita, con l'etichetta la semplifico fondamentalmente a me.
Io penso che le etichette siano utili.
Ma trovo miope e superficiale usarle credendo di aver riassunto un significato.
Capisco che la velocità faccia molto comodo.
La mia etichetta è stata troia per dire. Per anni.
Mi è sempre piaciuto un sacco giocarci con chi la usava perchè non sapeva fare altro...le etichette descrivono chi le usa. Sono grandi contenitori di conoscenza dell'altro.
