Brunetta
Utente di lunga data
Sì.???
Adesso sul modulo c è l indicazione se avvalersi o meno dell insegnamento della religione cattolica...
Fin dalla scuola dell’infanzia. Si “salvano” solo al nido.
Sì.???
Adesso sul modulo c è l indicazione se avvalersi o meno dell insegnamento della religione cattolica...
Appunto...c è sto modulo da compilare...mica è obbligatoria ma già quando facevo io le superiorisono anni ormai che l'ora di religione è facoltativa
ma infatti stiamo dicendo tutti la stessa cosaAppunto...c è sto modulo da compilare...mica è obbligatoria ma già quando facevo io le superiori![]()
Ho postato il link del concordato dell’84Appunto...c è sto modulo da compilare...mica è obbligatoria ma già quando facevo io le superiori![]()
it.wikipedia.org
La tua frase riprende un aforisma di Confucio: Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.Perchè ci sono colpe imperdonabili
Se era riferito al mio commento non è che volessi dare dell’egocentrico a Perplesso. Non è che a prescindere dietro qualsiasi commento si nasconda una critica o un dito puntato.Tutti noi siamo egocentrici e percepiamo la nostra esperienza non solo come universale, ma anche come la migliore.
Questo non è sorprendente perché è sulla base della nostra esperienza che costruiamo la nostra identità e la nostra idea di mondo. Altre identità e altre idee di mondo mettono in discussione noi stessi.
Ma è una cosa nota a tutti ed evidente nelle cose che girano nei social sullo schema “Noi che eravamo giovani negli anni 60 o 70 o 80 o 90 o 2000” in cui vi è un elenco di cose, chiaramente individuate in opposizione alla normativa vigente, come “non usavamo la cintura di sicurezza “ oppure “andavamo in bicicletta senza protezione“ o “andavano in motorino in due” ecc.
Queste “catene” hanno grande successo perché rispondono al bisogno di conferma della personale esperienza come assoluta.
Questo attaccamento al proprio passato e identificazione generazionale si accentua più abbiamo la possibilità di vedere che altre persone o i giovani hanno modi di vivere e riferimenti differenti.
Lo studio della storia e della geografia antropica dovrebbe aiutarci a vedere come il cambiamento è insito nell’umanità e che non ha alcuna utilità attaccare cambiamenti culturali su cui non abbiamo potere.
La religione non è più il riferimento della maggioranza della popolazione. Non è che di per sé sia gravissimo. È grave il vuoto valoriale. Ma ogni società aggiorna i propri valori.
Certamente, come era stato segnalato sin dagli anni sessanta da molti intellettuali, il consumismo e il liberismo hanno portato a una moltiplicazione dei valori e la cultura attuale forza le differenze generazionali a scopo commerciale e politico.
Ma funziona rimpiangere il passato?
Non mi riferivo al tuo post, ho fatto una riflessione sullo svolgimento della discussione.Se era riferito al mio commento non è che volessi dare dell’egocentrico a Perplesso. Non è che a prescindere dietro qualsiasi commento si nasconda una critica o un dito puntato.
Neppure ho dato una lettura di rimpianto verso il passato, sono scambi di vedute a cui poi può seguire una riflessione.
Trovo normale fare riferimento al passato, a quanto si è visto e vissuto, non vuol dire necessariamente avere un attaccamento ad esso (che sia positivo o negativo, di esaltazione o rifiuto).
Personalmente non sento di aver ricevuto forti pressioni dal contesto religioso, anche se non nego che abbiano lavorato nelle paure, specialmente nella prima adolescenza, quando gli ormoni entrano in tumulto.
Quando ho visitato altri paesi, ho trovato normale rispettare gli usi e costumi, anche quelli dati da altre religioni.
Tu nel concreto a cosa ti riferisci con vuoto valoriale? Perchè anche alle nostre generazioni veniva attribuito, lo stesso a certi ragazzi degli anni 60 dai loro "vecchi".
conosco l'aforisma di Confucio, ovviamente. essendo forse il più famoso dei suoi. e come tutti gli aforismi sono interpretabili. l'idea di far scorrere i propri pensieri non di vendetta ma di sollievo per una giustizia terrena ottenuta è interessante, ma io penso proprio al vedere certuni andarsi a schiantareLa tua frase riprende un aforisma di Confucio: Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.
Parla di un fiume, che rappresenta lo scorrere della vita, eventi che fanno il loro corso, e invita a non sprecare energia in vendette.
Non vuol dire letteralmente che prima o poi avverà una qualche giustizia, ma che noi stessi potremmo mutare e anche i nostri pensieri di vendetta potrebbero scorrere nel fiume stesso. Trattenerli è trattenere energia negativa dentro di noi. E’ un invito a staccarsi dal proprio ego.
Mentre nelle tue parole tu rimani attaccato a ciò che esprimi, anche nominando speranza.
Non sei la prima persona che sento usare questa frase, declinandola, per questo ti ho chiesto cosa rappresentasse per te.
I livelli coinvolti sono molteplici.Però mi viene anche da pensare che dipende dalla storia che si è vissuta.
Ci fu una sera, non molto tempo fa, che mi feci una bella full immersion con vari racconti, opinioni riguardo la guerra.
Quella sera e per tutta la notte salì un vento fortissimo, assieme a pioggia.
L’indomani ho trovato davanti al portone di casa un pettirosso morto, proprio appena aperta la porta.
L’ho guardato, il corpo era intatto, nessuna ferita o graffio, ho quindi desunto che il vento forte lo aveva fatto sbattere, provocando probabilmente un’emorragia interna.
Nonostante questa considerazione, una parte di me si è ritrovata a vedere quasi un simbolo, in quell’uccellino morto, che non avrebbe visto la primavera.
La religione cristiana, che abbiano noi, si porta dietro parte del paganesimo. Perdite, carestie portano in qualche modo credo a crearsi dei simboli, magari degli appigli.
Oggi so che ciò a cui guardava mia madre, nella religione, era espressione delle sue fragilità, ma da bambina ne avevo una visione molto parziale.
"chiedi ad un bambino chi è gesù e ti risponderà una statua" non parla di gesù, della religione piuttosto che delle tradizioni.guarda che il problema è che tu non hai capito che quella che oggi è una metafora potrebbe tornare reale domani.
come non hai capito che le diversità stanno sparendo e che non te ne accorgi non mi sorprende, perchè non le vedevi neanche prima.
come non hai capito che la mia non è paura, ma tristezza per quello che si va a perdere. paradossalmente sono più speranzoso di quanto tu immagini, di poter recuperare il maltolto.
se proprio devo aver paura di qualcosa, è di non campare abbastanza per vedere i cadaveri galleggiare sul fiume. ammetto che invecchiando sto diventando più stronzo. un pò me ne dispiaccio.

Come dicevo a perpli, quella citazione non fa riferimento al contenuto ma ad un funzionamento.I bambini sono molto più genuini e spontanei e alla domanda "Chi è Gesù?" darebbero risposte più intelligenti di "È una statua".
Mia figlia per evitare che una sua amichetta venisse messa nella lista di chi non aveva mangiato, si spazzolava anche i suoi piattianche mia figlia a scuola non mangia, ma non mette il cibo in tasca, lo lascia nel piattoio però devo pagarlo lo stesso
Univa l'utile al dilettevole.Mia figlia per evitare che una sua amichetta venisse messa nella lista di chi non aveva mangiato, si spazzolava anche i suoi piatti![]()
E faceva benissimoMia figlia per evitare che una sua amichetta venisse messa nella lista di chi non aveva mangiato, si spazzolava anche i suoi piatti![]()
Mi limito ad osservare che quasi nessuno riesce a parlare il linguaggio dei bambini. Ho citato Paolo non a caso, già si sapeva sta cosa 2000 anni orsono."chiedi ad un bambino chi è gesù e ti risponderà una statua" non parla di gesù, della religione piuttosto che delle tradizioni.
La metafora non riguarda il contenuto.
Ma riguarda invece un funzionamento cognitivo.
Ossia il fatto che i bambini si fermano al concreto.
La figlia di @omicron ne è uno splendido e bellissimo esempio.
gesù ha due padri e una madre!
Ossia vive in una famiglia che pratica apertamente e serenamente il poliamore.
E non se lo è inventato lei.
Gliel'hanno detto.
Le hanno detto che gesù è figlio di dio, ed è nato da giuseppe e maria.
Lei, concreta, vede quello che le mostrano.
gesù ha un padre, dio e un altro padre che sta con maria, sua madre, ossia giuseppe.
Ergo è figlio di dio, giuseppe e maria. Tutti insieme. Fluidamente.
Pensiero concreto.
E' col pensiero simbolico, che verrà crescendo, che riuscirà ad individuare i piani, il significato di figlio dell'uomo, modo in cui gesù stesso si nomina in segno di adempimento delle profezie secondo le scritture, mandato dal padre per salvare gli uomini con la sua morte e resurrezione.
Pensiero simbolico.
E il grassetto è esattamente il motivo per cui dicevo che non avevi capito la metafora.
L'hai legata alla tradizione invece che al funzionamento cognitivo sintetizzato in essa.
Spero di esser riuscita a spiegarmi meglio.
Le diversità esistono, geneticamente, biologicamente, culturalmente.
La questione non è vederle o non vederle, ma assumerle oppure no.
E io assumo la diversità come motore creativo e cifra dell'evoluzione. (non soltanto umana).
Io e non soltanto io, per inciso.
Ci sono fiori di studi che se ne occupa e che necessariamente se ne dovranno sempre più occupare anche a seguito dell'evoluzione tecnologica in atto. (basti pensare alla retroazione percettiva della modifica di una foto e l'impatto che questo ha sulle mappe cognitive e sulla costruzione della percezione - individuale e sociale - della realtà.).
Certo non vivo il conflitto fra norma e diversità.
Ma anzi, le vedo in dinamica.
Quindi la perdita, connaturata alla vita, ogni vita, è vita.
Spazio per altro che verrà.
Sono molto curiosa invece di quel che verrà. E di quel che sarà.
Spero di vederne almeno una parte.
Riguardo i cadaveri sul fiume, mi hai fatto venire in mente un meme che mi ha mostrato una ragazzina
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Ho ridacchiato un sacco.
E' veramente una bellissima prospettiva!
non vedo, insalata a parte, cosa ci sia di non mangiabileE faceva benissimo
Certo, quando come oggi hanno la minestra di fagioli, la platessa e l’insalata, io li capisco quando i bambini non mangiano![]()
Non è solo linguaggio.Mi limito ad osservare che quasi nessuno riesce a parlare il linguaggio dei bambini. Ho citato Paolo non a caso, già si sapeva sta cosa 2000 anni orsono.
Questo non toglie nulla al fatto che si -dovrebbe- saper parlare anche a loro.