Genitori e sport

Foglia

utente viva e vegeta
Io lascerei decidere a mio figlio se continuare ad allenarsi senza gareggiare, spiegandogli comunque come hai già fatto che una sconfitta non significa nulla
Sì, lui testualmente mi ha detto: "sai mamma, l'ultima volta ho perso". Vero, ma altrettanto vero che ha dato parecchio filo da torcere a una ragazzina certamente più esperta di lui (cintura arancione), e che ha combattuto bene, provandoci a vincere..... Questo per me è stato l'importante, quello che mi ha fatto dire, malgrado il risultato, che era andato bene. Lui vede che ha perso, difficile fargli passare il concetto che puoi combattere da schifo, trovarne uno più indietro di te, e vincere, oppure mettercela tutta, avere un avversario più forte, e perdere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, lui testualmente mi ha detto: "sai mamma, l'ultima volta ho perso". Vero, ma altrettanto vero che ha dato parecchio filo da torcere a una ragazzina certamente più esperta di lui (cintura arancione), e che ha combattuto bene, provandoci a vincere..... Questo per me è stato l'importante, quello che mi ha fatto dire, malgrado il risultato, che era andato bene. Lui vede che ha perso, difficile fargli passare il concetto che puoi combattere da schifo, trovarne uno più indietro di te, e vincere, oppure mettercela tutta, avere un avversario più forte, e perdere.
Ma ogni bambino ha i suoi tempi di maturazione.
È normale (nel senso che è una reazione comune a molti bambini) che possa piacere l’allenamento e non la competizione.
C’è chi accetta la competizione in allenamento e non come esibizione.
Dipende dalla età e dal carattere.
Rassicurarlo di aver fatto bene, paradossalmente può accentuare la sua ritrosia, perché è comunque un giudizio.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Ma ogni bambino ha i suoi tempi di maturazione.
È normale (nel senso che è una reazione comune a molti bambini) che possa piacere l’allenamento e non la competizione.
C’è chi accetta la competizione in allenamento e non come esibizione.
Dipende dalla età e dal carattere.
Rassicurarlo di aver fatto bene, paradossalmente può accentuare la sua ritrosia, perché è comunque un giudizio.
Sull'ultima parte ci rifletto un attimo, grazie ;)
 

Nono

Utente di lunga data
Io ho una certa esperienza di insegnamento sport a bambini/ragazzi.
Ed è capitato di avere atleti molto competitivi ed altri più timorosi.
Spesso entrambi non riescono ad accettare la sconfitta.
Io dicevo loro che un campione si vede nella sconfitta ed uno dei motti era "oggi ho vinto perché mi sono divertito"
Devono comunque imparare ad accettare la sconfitta senza drammi e farne lezione, se no rischiano di essere poi degli adulti stressati.
Lo sport è uno spaccato ed una scuola di vita ed è estremamente educativo nei giovani.
Non credo che debba essere per forza finalizzato alla competizione.
Ritengo che il compito di un genitore sia anche quello di stimolare, incoraggiare, motivare i ragazzi.
Ora, nel tuo caso, io guarderei più al lato ludico che a quello competitivo.
Si diverte il tuo ragazzo? Questo è l'importante.
Gli piace quello sport? Non gli piacerebbe fare uno sport di squadra dove magari si sentirebbe "protetto" dai compagni?
Fagli queste domande. Fai che sia un gioco.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Una domanda, un consiglio, e un aiuto.... perché so di non essere totalmente obiettiva ;)

Figli, sport, e gare: quando è giusto assecondare la loro volontà di non farle, e quando è giusto spronarli a provare?

Spiego meglio: dopo la prima gara, in cui mio figlio le ha prese, ora è titubante ad affrontare la seconda. Ho provato a spiegargli che è assolutamente normale "perdere", soprattutto se - alla prima esperienza - ci si confronta con chi sicuramente ha già avuto più esperienze alle spalle, più allenamento, eccetera. Io ho una visione abbastanza agonistica dello sport, pur mantenendo l'idea che, all'età di mio figlio, deve essere qualcosa di assolutamente "ludico", li deve divertire anzitutto. Suo padre, quando ieri sera gli ho comunicato che lui non intenderebbe fare la prossima gara, ha detto che, a quel punto, è anche inutile fargli seguire uno sport, che lo sport deve essere finalizzato appunto al confronto sul terreno di gara. La penso come lui (non sulla inutilità di fare comunque sport, ma sul fatto che poter fare gare da piccoli sia un'ottima opportunità di crescita) bma..... è la mia visione, dello sport. Che ne dite? Insisto con mio figlio, o prendo atto, e pazienza per una gara saltata?
Gareggiare è il modo per mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti, come una verifica a scuola.
Se prendi un brutto voto non significa che non sei bravo ma che hai solo bisogno di trovare il tuo metodo di studio e che magari, in quella materia, hai bisogno di lavorare più di altri. Non è che ti rifiuti di fare il prossimo compito in classe, anzi, l'insufficienza ti deve portare a studiare con maggiore attenzione, ad impegnarti di più.
Le sconfitte dovrebbero proprio insegnare a migliorarsi, non ad arrendersi.
 

patroclo

Utente di lunga data
Sì, lui testualmente mi ha detto: "sai mamma, l'ultima volta ho perso". Vero, ma altrettanto vero che ha dato parecchio filo da torcere a una ragazzina certamente più esperta di lui (cintura arancione), e che ha combattuto bene, provandoci a vincere..... Questo per me è stato l'importante, quello che mi ha fatto dire, malgrado il risultato, che era andato bene. Lui vede che ha perso, difficile fargli passare il concetto che puoi combattere da schifo, trovarne uno più indietro di te, e vincere, oppure mettercela tutta, avere un avversario più forte, e perdere.
...dalla prima domanda sembrava dovesse qualificarsi per gareggiare alle olimpiadi...ma se si tratta di cinture arancioni :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

fatelo divertire senza pressione, se lo ama come sport sarà naturalmente portato a fare gli scontri e al confronto
 

Brunetta

Utente di lunga data
Gareggiare è il modo per mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti, come una verifica a scuola.
Se prendi un brutto voto non significa che non sei bravo ma che hai solo bisogno di trovare il tuo metodo di studio e che magari, in quella materia, hai bisogno di lavorare più di altri. Non è che ti rifiuti di fare il prossimo compito in classe, anzi, l'insufficienza ti deve portare a studiare con maggiore attenzione, ad impegnarti di più.
Le sconfitte dovrebbero proprio insegnare a migliorarsi, non ad arrendersi.
Non ce l’ho con te, ma la retorica dello sport e dell’impegno alla americana, a me ha frantumato quelle che non ho.
Esistono persone che, per quanto si possano impegnare ed esercitare, comunque non ottengono i risultati attesi e la competizione scolastica o sportiva è inevitabilmente inadeguata.
La retorica dell’impegno non crea normali e sane frustrazioni, nega la possibilità del fallimento, perché sono gli adulti che non accettano il proprio
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Non ce l’ho con te, ma la retorica dello sport e dell’impegno alla americana, a me ha frantumato quelle che non ho.
Esistono persone che, per quanto si possano impegnare ed esercitare, comunque non ottengono i risultati attesi e la competizione scolastica o sportiva è inevitabilmente inadeguata.
La retorica dell’impegno non crea normali e sane frustrazioni, nega la possibilità del fallimento, perché sono gli adulti che non accettano il proprio
Se un bambino decide di fare calcio ma, nonostante la costanza e l'impegno, non raggiunge risultati, significa che non è lo sport adatto a lui. Succede, bisogna sapere riconoscere i propri limiti.
Non mi sembra però il caso del figlio di Foglia che ha fatto una sola gara.
Nella vita quante sfide facciamo?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se un bambino decide di fare calcio ma, nonostante la costanza e l'impegno, non raggiunge risultati, significa che non è lo sport adatto a lui. Succede, bisogna sapere riconoscere i propri limiti.
Non mi sembra però il caso del figlio di Foglia che ha fatto una sola gara.
Nella vita quante sfide facciamo?
Appunto. Quindi non è vero che impegnandosi può diventare Maradona o laurearsi in fisica nucleare.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Appunto. Quindi non è vero che impegnandosi può diventare Maradona o laurearsi in fisica nucleare.
Forse ho capito male io ma, se non erro, il figlio di Foglia ha partecipato ad una sola gara.
Fossero anni che fa Carate (non so bene quale arte marziale faccia) proporrei di cambiare.
Se poi per lui la competizione non è importante, amen. Si divertirà, si terrà in forma, imparerà la disciplina che non è cosa da poco.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Forse ho capito male io ma, se non erro, il figlio di Foglia ha partecipato ad una sola gara.
Fossero anni che fa Carate (non so bene quale arte marziale faccia) proporrei di cambiare.
Se poi per lui la competizione non è importante, amen. Si divertirà, si terrà in forma, imparerà la disciplina che non è cosa da poco.
Mi sembrava una affermazione generale.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Forse ho capito male io ma, se non erro, il figlio di Foglia ha partecipato ad una sola gara.
Fossero anni che fa Carate (non so bene quale arte marziale faccia) proporrei di cambiare.
Se poi per lui la competizione non è importante, amen. Si divertirà, si terrà in forma, imparerà la disciplina che non è cosa da poco.
E' judo, sì, e calcolando le interruzioni dovute al covid, lo pratica da circa un annetto. Ha fatto per ora una sola gara, per me le gare sono (come dici tu) momento di verifica. Però anch'io ho un limite: ne ho sempre fatte, mi ci divertivo parecchio, ma ero anche un (bel) pò più grande di lui ;)
Quindi pure io non so se "spingerlo" un pochetto (come mi verrebbe naturale fare, anche senza andare negli eccessi del pensiero di suo padre), oppure accettare il fatto che non voglia fare questa gara, attendere di vedere se nel frattempo desidera continuare questo sport (ora lo pratica un paio di volte alla settimana, ma ha iniziato con una), per poi provare a riproporgli la verifica nel caso in cui lo volesse continuare anche il prossimo anno.

Boh.... abbiamo ancora un paio di giorni per pensarci: proverò a riparlargliene. E' ancora piccoletto, in effetti non è detto che - specialmente alla sua età - competizione sia sinonimo di divertimento. Strano comunque, perché alla scorsa che ha fatto si era parecchio divertito. Gli era dispiaciuto sì, di avere perso il combattimento, ma alla fine c'era una medaglia per tutti, ed è stata un'occasione per stare con i suoi amici e confrontarsi anche all'esterno. Se si trattasse di una verifica a scuola, ovviamente, farei di tutto perché trovasse lo stimolo a far bene: ma le verifiche di scuola sono anche inevitabili, per dire, ci sono e devono essere fatte. Le gare in uno sport non devono nemmeno essere vissute come una sofferenza, e ci mancherebbe altro.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
E' judo, sì, e calcolando le interruzioni dovute al covid, lo pratica da circa un annetto. Ha fatto per ora una sola gara, per me le gare sono (come dici tu) momento di verifica. Però anch'io ho un limite: ne ho sempre fatte, mi ci divertivo parecchio, ma ero anche un (bel) pò più grande di lui ;)
Quindi pure io non so se "spingerlo" un pochetto (come mi verrebbe naturale fare, anche senza andare negli eccessi del pensiero di suo padre), oppure accettare il fatto che non voglia fare questa gara, attendere di vedere se nel frattempo desidera continuare questo sport (ora lo pratica un paio di volte alla settimana, ma ha iniziato con una), per poi provare a riproporgli la verifica nel caso in cui lo volesse continuare anche il prossimo anno.

Boh.... abbiamo ancora un paio di giorni per pensarci: proverò a riparlargliene. E' ancora piccoletto, in effetti non è detto che - specialmente alla sua età - competizione sia sinonimo di divertimento. Strano comunque, perché alla scorsa che ha fatto si era parecchio divertito. Gli era dispiaciuto sì, di avere perso il combattimento, ma alla fine c'era una medaglia per tutti, ed è stata un'occasione per stare con i suoi amici e confrontarsi anche all'esterno. Se si trattasse di una verifica a scuola, ovviamente, farei di tutto perché trovasse lo stimolo a far bene: ma le verifiche di scuola sono anche inevitabili, per dire, ci sono e devono essere fatte. Le gare in uno sport non devono nemmeno essere vissute come una sofferenza, e ci mancherebbe altro.
Bisogna capire le sue vere motivazioni. Se non gli piace il Judo inutile insistere. Se invece ha paura di perdere nuovamente il discorso è diverso. Al limite faresti bene a dargli tempo. Insistere non porta da nessuna parte. Quando si sentirà pronto riprenderà le gare.
È piccolo ma nemmeno tanto.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Se un bambino decide di fare calcio ma, nonostante la costanza e l'impegno, non raggiunge risultati, significa che non è lo sport adatto a lui. Succede, bisogna sapere riconoscere i propri limiti.
Non mi sembra però il caso del figlio di Foglia che ha fatto una sola gara.
Nella vita quante sfide facciamo?
Uno dei miei figli, nel suo sport, ha gareggiato per la nazionale italiana al fianco di atleti delle fiamme gialle e della gdf.
Per la stagione 2022 non è stato convocato perche altri hanno fatto meglio di lui.
La forma mentis che gli ha trasmesso il suo coach, prevede che il risultato sia esserci non vincere o perdere.
Quindi il bambino che non ottiene risultati, di fatto lo ha già ottenuto essendo li.
Mio figlio una volta mi disse: papà stiamo gareggiando in 1521 ma il podio ha tre posti. Se tutti quelli che non ci salgono si deprimono rimarremmo a gareggiare in tre, essendo che lui bene o male a podio ci arriva sempre.
Mai più mi permisi di fare una osservazione positiva o negativa sulla sua prestazione. Se fa bene o fa male gioisco e soffro dentro di me, mi limito ad essere lì ed a dargli il mio supporto morale (se e quando lo vuole).
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Uno dei miei figli, nel suo sport, ha gareggiato per la nazionale italiana al fianco di atleti delle fiamme gialle e della gdf.
Per la stagione 2022 non è stato convocato perche altri hanno fatto meglio di lui.
La forma mentis che gli ha trasmesso il suo coach, prevede che il risultato sia esserci non vincere o perdere.
Quindi il bambino che non ottiene risultati, di fatto lo ha già ottenuto essendo li.
Mio figlio una volta mi disse: papà stiamo gareggiando in 1521 ma il podio ha tre posti. Se tutti quelli che non ci salgono si deprimono rimarremmo a gareggiare in tre, essendo che lui bene o male a podio ci arriva sempre.
Mai più mi permisi di fare una osservazione positiva o negativa sulla sua prestazione. Se fa bene o fa male gioisco e soffro dentro di me, mi limito ad essere lì ed a dargli il mio supporto morale (se e quando lo vuole).
È lo spirito giusto, non si molla se si ama quello che si sta facendo. Lo sport è amore ma anche tanto sacrificio, lavoro.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
È lo spirito giusto, non si molla se si ama quello che si sta facendo. Lo sport è amore ma anche tanto sacrificio, lavoro.
E non dirmelo…quando gareggi a certi livelli per mantenere la alta la performance ti devi allenare tutti i giorni, inserendo dei giorni di scarico, ma comunque allenamento.
Avevo visto una intervista di Roberto Bolle ove diceva che lui si allena tutti i giorni 6/7 ore al giorno.
Mio figlio qualcosa meno ma comunque tutti i giorni.
 
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