Il tradimento - 7 anni dopo

Nonècomecredi

Utente di lunga data
Responsabilità si, tante. Sarebbe stato più onesto, chiudere 7 anni fa. Ora mi sento sporca e carnefice
In questi casi un supporto psicologico può essere molto di aiuto. I pareri espressi qui si basano su vissuti personali. Ciò che più noto del tuo racconto sono:
a) la sofferenza generata dal comportamento di tuo marito, benché tu probabilmente lo amassi davvero;
b) la reazione ai suoi comportamenti, che ti hanno fatto sentire peggio, ovvero il tuo "tradimento", riporto tra virgolette, perché alla fine secondo me non si tratta di tradimento dato che sembra che tuo marito ormai non ti amava più, chiedendoti più volte una pausa con frequentazione di altri, ma soprattutto lasciando a te il fardello di tenere insieme la coppia ormai scoppiata.
Credo che un aiuto psicologico possa davvero aiutarti a fare chiarezza nella tua vita (e non nella tua ex relazione matrimoniale). Mi sembri una persona equilibrata, quindi ritroverai finalmente la tua tranquillità meritata
 

Nonècomecredi

Utente di lunga data
La mia storia è simile ma dalla parte di tuo marito.
Ho tradito e ho confessato perchè non reggevo i sensi di colpa e perchè gestire la relazione parallela mi stava, sia fisicamente che mentalmente, esaurendo.
Ricucito la relazione con, ad essere sincero, pochi sforzi da parte mia, dopo un po di anni passati, in cui abbiamo anche aperto un'attività insieme, lei mi tradisce, si innamora perdutamente dell'amante e mi lascia ad un passo dal matrimonio...
Ho perso tutto, fidanzata, negozio, casa...
Capisco te ma anche tuo marito... dopo un pò di anni, se continua la pesantezza, ti sembra di vivere come se la pena non finisse mai, e poi ti accorgi che la persona che ti infligge la pena per il tuo tradimento, commette lo stesso sbaglio e decide di mollare tutto... e ti accorgi che tutti i sacrifici che hai fatto per recuperare la coppia, il tuo "boia" non li compirà pur avendo fatto lo stesso sbaglio.
Dal punto di vista mio, per come l'ho vissuta, tu sei stata una vittima nel momento del tradimento, poi sei diventata il boia, quella con il coltello dalla parte del manico, perchè un traditore che rimane nella coppia si sente comunque sempre in difetto.
Ora sei diventata carnefice perchè hai deciso di molare tutto

Scrivo questo per cercare di farti capire cosa potrebbe provare tuo marito

E magari, stando un po separati, potreste elaborare essendo stati tutti e due traditi e traditori, seppur con motivazioni diverse ma tutte dovute ad un malessere individuale, e magari riavvicinarvi senza più rancori.

W.
W.
@warlok hai postato la tua storia?
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Noi per esempio non siamo persone litigiose, e tutto viene risolto nel dialogo più tranquillo.
Un bene per la famiglia, forse meno per la coppia.
La nostra coppia anche nell'ultima crisi si è comportata con fredda compostezza, i ragazzi non sono stupidi ma davvero non hanno il minimo sentore di un problema tra noi, e questo non rende le cose facili per la separazione.
sarà mica tutta sta fredda compostezza il problema?
 

Remigio

Utente
Il problema è che non essendo lui di mia esclusività, alla fine era chiaro che nemmeno io ero di sua esclusività.
Anzi ho pensato che per lui non era mica così importante come elemento nella coppia.
Quando mi disse, facciamo una pausa e ognuno è libero di frequentare altri... ha cancellato l'esclusività dal nostro matrimonio, creando le basi per una inevitabile rottura.
Si, è vero, però mi sembra che eri tu a rifiutare questa "pausa"
Poi però a tradire sei stata tu.
Ma non è questo il tuo errore primario.
Il tuo errore è stato di pregarlo di rimanere con te dopo il suo tradimento.
Ora con il tuo tradimento, agli occhi miei (forse solo miei) la vera traditrice della vostra relazione sei solo tu.
Hai fatto perdere a lui, ed anche a te stessa sette anni di vita, nei quali avreste potuto rifarvi una vita vera.
Comunque a questo punto non potete riaggiustare più niente.
Separatevi ma tutelate i figli.
Non fate pagare anche a loro i vostri errori.
 

iosolo

Utente di lunga data
Si, è vero, però mi sembra che eri tu a rifiutare questa "pausa"
Poi però a tradire sei stata tu.
Ma non è questo il tuo errore primario.
Il tuo errore è stato di pregarlo di rimanere con te dopo il suo tradimento.
Ora con il tuo tradimento, agli occhi miei (forse solo miei) la vera traditrice della vostra relazione sei solo tu.
Hai fatto perdere a lui, ed anche a te stessa sette anni di vita, nei quali avreste potuto rifarvi una vita vera.
Comunque a questo punto non potete riaggiustare più niente.
Separatevi ma tutelate i figli.
Non fate pagare anche a loro i vostri errori.
La vedo un po' rigida come posizione, ma vedo che molti la condividono.
Posso solo dire che quando riprovi dopo un tradimento non sai mica dove si va a finire... è un provare! Il provare implica mettere in gioco nuovamente la relazione con basi diverse, con persone diverse e con delle ferite dolorose che resteranno per sempre li. Si dice provare perché l'esito è incerto.
Io ci ho provato, questo è certo. Ci ho provato con la terapia di coppia, con l'impegno e con la fatica dei primi tempi, con la progettualità sempre insieme. Io ci ho provato, il fallimento della coppia anche dopo il tradimento è di tutti e due.

Sul perdere sette anni di vita, la trovo un affermazione talmente tanto strana che non so cosa rispondere. Perdere dove?! perdere in che senso... la vita si vive e non è che in una scelta o in un altra c'è una forma di spreco. La scelta è stata concorde, non gli ho mica puntato la pistola in testa ne tantomeno ricattandolo moralmente, sa anche che non avrei mai e poi mai, anche oggi me lo riconosce, creato problemi economici e liti.
Ci siamo dati una possibilità, sette anni fa dopo il tradimento, tre anni fa, quando le cose cominciavano a non rifunzionare ma le cose non hanno funzionato.

La vera traditrice sei solo tu... faccio più fatica a capirla, ma mi sento così in colpa che non riesco nemmeno a contestarla.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
La vedo un po' rigida come posizione, ma vedo che molti la condividono.
Posso solo dire che quando riprovi dopo un tradimento non sai mica dove si va a finire... è un provare! Il provare implica mettere in gioco nuovamente la relazione con basi diverse, con persone diverse e con delle ferite dolorose che resteranno per sempre li. Si dice provare perché l'esito è incerto.
Io ci ho provato, questo è certo. Ci ho provato con la terapia di coppia, con l'impegno e con la fatica dei primi tempi, con la progettualità sempre insieme. Io ci ho provato, il fallimento della coppia anche dopo il tradimento è di tutti e due.

Sul perdere sette anni di vita, la trovo un affermazione talmente tanto strana che non so cosa rispondere. Perdere dove?! perdere in che senso... la vita si vive e non è che in una scelta o in un altra c'è una forma di spreco. La scelta è stata concorde, non gli ho mica puntato la pistola in testa ne tantomeno ricattandolo moralmente, sa anche che non avrei mai e poi mai, anche oggi me lo riconosce, creato problemi economici e liti.
Ci siamo dati una possibilità, sette anni fa dopo il tradimento, tre anni fa, quando le cose cominciavano a non rifunzionare ma le cose non hanno funzionato.

La vera traditrice sei solo tu... faccio più fatica a capirla, ma mi sento così in colpa che non riesco nemmeno a contestarla.
Io credo che tu abbia interpretato Remigio, ma anche i 👍🏼 come un giudizio su di te. È invece, secondo me, una valutazione a posteriori. Ed è più per chi ha scritto o legge rispetto a tanta fatica, che vede che l‘auspicato superamento non c’è stato.
Poi è ovvio che nei sette anni avete vissuto e avete dato stabilità e belle esperienze e bei ricordi ai figli e a voi.
 

rotolina

Utente di lunga data
La vedo un po' rigida come posizione, ma vedo che molti la condividono.
Posso solo dire che quando riprovi dopo un tradimento non sai mica dove si va a finire... è un provare! Il provare implica mettere in gioco nuovamente la relazione con basi diverse, con persone diverse e con delle ferite dolorose che resteranno per sempre li. Si dice provare perché l'esito è incerto.
Io ci ho provato, questo è certo. Ci ho provato con la terapia di coppia, con l'impegno e con la fatica dei primi tempi, con la progettualità sempre insieme. Io ci ho provato, il fallimento della coppia anche dopo il tradimento è di tutti e due.

Sul perdere sette anni di vita, la trovo un affermazione talmente tanto strana che non so cosa rispondere. Perdere dove?! perdere in che senso... la vita si vive e non è che in una scelta o in un altra c'è una forma di spreco. La scelta è stata concorde, non gli ho mica puntato la pistola in testa ne tantomeno ricattandolo moralmente, sa anche che non avrei mai e poi mai, anche oggi me lo riconosce, creato problemi economici e liti.
Ci siamo dati una possibilità, sette anni fa dopo il tradimento, tre anni fa, quando le cose cominciavano a non rifunzionare ma le cose non hanno funzionato.

La vera traditrice sei solo tu... faccio più fatica a capirla, ma mi sento così in colpa che non riesco nemmeno a contestarla.
Avete tradito entrambi, su questo non ci piove. Io credo di averlo già detto, mi sembrava che tu avessi voluto provare e che lui invece dopo il tradimento avrebbe invece preso una pausa o l'avrebbe finita lì con te. Se quindi ricordo bene (altrimenti mi perdonera) io credo che tu hai scelto una strada non solo in salita ma anche incompatibile con i dati di fatto: se il traditore scoperto addirittura vacilla nel voler rimanere non ci sono le basi per nulla.
 

Eagle72

Utente di lunga data
Vedi che non hai letto nulla. Tipico di chi spara supposizioni. Ne riparliamo quando presti attenzione agli scritti, diversamente è inutile.
Non è questione di leggere. È vit vissuta e statistica. Non tutti i tradimenti diventano poi storie ufficiali. Pochissimi. Forse 1 su 10.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
La pausa di riflessione

Si, è vero, però mi sembra che eri tu a rifiutare questa "pausa"
Poi però a tradire sei stata tu.
Ma non è questo il tuo errore primario.
La questione di come si risolve la "pausa di riflessione" o "pausa-liberi tutti" nel dopo-scoperta del tradimento credo sia cruciale nella determinazione della prospettiva della coppia. Nel senso che, a seconda della sua accettazione o non, si determinano i percorsi di vita dei partners.

Però, occorre domandarsi, secondo me, cosa si celi veramente dietro la proposta o richiesta di quella "pausa".

Credo che chi la chiede miri a "raffreddare" la situazione di crisi, ormai emersa, nel rapporto di coppia con la implicita pretesa del traditore di avere il tempo di chiarirsi le idee sulla scelta tra rapporto ufficiale e rapporto clandestino ovvero la pretesa del tradito di scegliere tra la continuazione o la fine della relazione.

Nella maggior parte dei casi nasconde la speranza che il proprio distacco (leggi abbandono del rapporto ufficiale) sia meno doloroso (quindi, vi sia rassegnazione/accettazione nel tradito) e consenta di coltivare il rapporto extra, a prescindere se nel senso della sua continuazione o potenziale trasformazione in nuovo rapporto ufficiale. E quindi sia una escogitazione semplicemente strumentale del traditore per guadagnare tempo, avendo però chiaro l'obiettivo da perseguire (fine della coppia). Serve a poco o niente, dal punto di vista del partner tradito. Forse a calmarsi un po' e riordinare le idee.

Di converso, se la pausa la chiede il tradito, serve a decidere, con maggiore freddezza, quanto senso abbia continuare (su basi nuove da stabilire) o chiudere una volta per tutte la relazione.

In una minor parte dei casi, può servire genuinamente a domandarsi cosa si voglia fare, una volta emerso drammaticamente il dualismo comportamentale (piede in due scarpe): probabilmente è un segnale di una certa improvvisazione e leggerezza comportamentale nel tradire: non si è minimamente tenuto conto delle conseguenze dell'essere scoperti a tradire. E questo è, dal mio punto di vista, comunque grave e svilente.

Magari nel tradire c'è stata una infatuazione momentanea scambiata per passione duratura e si vuole verificare quanto sia importante in realtà; ma ciò vuol dire che si è vissuto il tradimento al di fuori della realtà, in un limbo di comoda irresponsabilità. Non è un indizio favorevole sulla personalità del traditore nella valutazione che dovrebbe compiere il tradito: dovrebbe far riflettere su come sia realmente il compagno scelto per formare la coppia.

Temo però che, al di là delle chiacchiere, per un recupero del rapporto vi debba essere nel traditore la PAURA delle conseguenze di cosa si è fatto. Anzi, quella paura si dovrebbe trasformare in PANICO, per scegliere convintamente di provare a rientrare nella comfort zone.
Allora, la "pausa" è breve (anche brevissima) perché dovrebbe servire a chiudere la relazione extra e tentare di farsi perdonare (accettare) dal partner tradito.

A prescindere dell'esito della verifica richiesta (ed accordata dal tradito) mi sembra che costituisca sintomo di una inconsistenza caratteriale che il tradito, a meno che non sia travolto da cieco e travolgente innamoramento, non possa fare a meno di considerare come una valutazione negativa del partner scelto al momento della formazione della coppia.

Per concludere, la richiesta di "pausa" è comunque un brutto segnale, un'avvisaglia che il rapporto di coppia è realmente finito o gravemente pregiudicato.
Quello che si può cercare di recuperare, in ipotesi, non è più il rapporto originario ma qualcosa di nuovo, che con il vecchio rapporto ha solo una vaga rassomiglianza.

Poi però a tradire sei stata tu.
Ma non è questo il tuo errore primario.
Il tuo errore è stato di pregarlo di rimanere con te dopo il suo tradimento.
Ora con il tuo tradimento, agli occhi miei (forse solo miei) la vera traditrice della vostra relazione sei solo tu.
Qui si colpevolizza al massimo la scelta del tradito @iosolo di insistere nell'aver pregato il marito di rimanere nella coppia con la prospettiva di offrire un vero "perdono" del tradimento abbinato ad una garanzia di incondizionata fedeltà.
Come a dire, che si è allettato il traditore con la prospettiva di un impegno massimo di essa tradita a farlo stare bene (che rasenta il sovra-umano), pur di fargli accettare di continuare la convivenza.
E allora, quando @iosolo ha scelto di tradire, dopo sette anni, è venuta meno alla garanzia data e diventa essa la sola vera traditrice.

Non mi convince affatto questa rappresentazione della vicenda, senza offesa.

Parto dalla mia concezione che sia impossibile un vero perdono (tesi da me sostenuta in apposito thread da me aperto), ma che da parte del tradito sia una mera accettazione dell'accaduto (tradimento) correlata alla promessa di darsi e dare una opportunità di continuare nella coppia.

L'errore - sempre secondo me - è di pensare che sia una continuazione della coppia. No, quella è finita con il tradimento, c'è poco da contestare.
La coppia si basa sulla esclusività bilaterale del rapporto.
Quando l'esclusività è violata salta il rapporto di coppia che si era instaurato. Quello che segue è un rapporto su basi nuove, che parte comunque minato, pregiudicato dal fatto storico del tradimento. E' molto più fragile del rapporto originario.

La mia valutazione è molto diversa: ci sono stati due tradimenti, ciascuno relativo ad un diverso rapporto di coppia.
Fa una bella differenza.

Hai fatto perdere a lui, ed anche a te stessa sette anni di vita, nei quali avreste potuto rifarvi una vita vera.
Comunque a questo punto non potete riaggiustare più niente.
Separatevi ma tutelate i figli.
Non fate pagare anche a loro i vostri errori.
Non mi convince che sia stata una perdita di tempo.
La ricostruzione di un (nuovo) rapporto di coppia richiede tempo e, data la debolezza congenita della nuova relazione, non è affatto detto che si riesca a superare la crisi originaria. Anche dopo anni, sono ferite che o non rimarginano completamente o lasciano cicatrici enormi.

Gli psicologi che mi è capitato di incontrare nella vita sono stati concordi nel dire che la "ricostruzione" di una nuova relazione tra i medesimi partners sopravvissuti al tradimento è sempre molto problematica (circa 50% di probabilità sulla carta di riuscita nel rimanere insieme).

Ecco, nel caso di @iosolo non è riuscita, probabilmente perché il primo traditore non si è impegnato a sufficienza (il compito più gravoso era il suo) e lei ha esaurito la sua tolleranza e speranza.

Non resta che prendere atto del fallimento del nuovo rapporto e separarsi civilmente, nell'interesse dei figli (che, temo, abbiano capito da tempo che le cose non andavano bene tra i genitori).
 

Brunetta

Utente di lunga data
La pausa di riflessione



La questione di come si risolve la "pausa di riflessione" o "pausa-liberi tutti" nel dopo-scoperta del tradimento credo sia cruciale nella determinazione della prospettiva della coppia. Nel senso che, a seconda della sua accettazione o non, si determinano i percorsi di vita dei partners.

Però, occorre domandarsi, secondo me, cosa si celi veramente dietro la proposta o richiesta di quella "pausa".

Credo che chi la chiede miri a "raffreddare" la situazione di crisi, ormai emersa, nel rapporto di coppia con la implicita pretesa del traditore di avere il tempo di chiarirsi le idee sulla scelta tra rapporto ufficiale e rapporto clandestino ovvero la pretesa del tradito di scegliere tra la continuazione o la fine della relazione.

Nella maggior parte dei casi nasconde la speranza che il proprio distacco (leggi abbandono del rapporto ufficiale) sia meno doloroso (quindi, vi sia rassegnazione/accettazione nel tradito) e consenta di coltivare il rapporto extra, a prescindere se nel senso della sua continuazione o potenziale trasformazione in nuovo rapporto ufficiale. E quindi sia una escogitazione semplicemente strumentale del traditore per guadagnare tempo, avendo però chiaro l'obiettivo da perseguire (fine della coppia). Serve a poco o niente, dal punto di vista del partner tradito. Forse a calmarsi un po' e riordinare le idee.

Di converso, se la pausa la chiede il tradito, serve a decidere, con maggiore freddezza, quanto senso abbia continuare (su basi nuove da stabilire) o chiudere una volta per tutte la relazione.

In una minor parte dei casi, può servire genuinamente a domandarsi cosa si voglia fare, una volta emerso drammaticamente il dualismo comportamentale (piede in due scarpe): probabilmente è un segnale di una certa improvvisazione e leggerezza comportamentale nel tradire: non si è minimamente tenuto conto delle conseguenze dell'essere scoperti a tradire. E questo è, dal mio punto di vista, comunque grave e svilente.

Magari nel tradire c'è stata una infatuazione momentanea scambiata per passione duratura e si vuole verificare quanto sia importante in realtà; ma ciò vuol dire che si è vissuto il tradimento al di fuori della realtà, in un limbo di comoda irresponsabilità. Non è un indizio favorevole sulla personalità del traditore nella valutazione che dovrebbe compiere il tradito: dovrebbe far riflettere su come sia realmente il compagno scelto per formare la coppia.

Temo però che, al di là delle chiacchiere, per un recupero del rapporto vi debba essere nel traditore la PAURA delle conseguenze di cosa si è fatto. Anzi, quella paura si dovrebbe trasformare in PANICO, per scegliere convintamente di provare a rientrare nella comfort zone.
Allora, la "pausa" è breve (anche brevissima) perché dovrebbe servire a chiudere la relazione extra e tentare di farsi perdonare (accettare) dal partner tradito.

A prescindere dell'esito della verifica richiesta (ed accordata dal tradito) mi sembra che costituisca sintomo di una inconsistenza caratteriale che il tradito, a meno che non sia travolto da cieco e travolgente innamoramento, non possa fare a meno di considerare come una valutazione negativa del partner scelto al momento della formazione della coppia.

Per concludere, la richiesta di "pausa" è comunque un brutto segnale, un'avvisaglia che il rapporto di coppia è realmente finito o gravemente pregiudicato.
Quello che si può cercare di recuperare, in ipotesi, non è più il rapporto originario ma qualcosa di nuovo, che con il vecchio rapporto ha solo una vaga rassomiglianza.



Qui si colpevolizza al massimo la scelta del tradito @iosolo di insistere nell'aver pregato il marito di rimanere nella coppia con la prospettiva di offrire un vero "perdono" del tradimento abbinato ad una garanzia di incondizionata fedeltà.
Come a dire, che si è allettato il traditore con la prospettiva di un impegno massimo di essa tradita a farlo stare bene (che rasenta il sovra-umano), pur di fargli accettare di continuare la convivenza.
E allora, quando @iosolo ha scelto di tradire, dopo sette anni, è venuta meno alla garanzia data e diventa essa la sola vera traditrice.

Non mi convince affatto questa rappresentazione della vicenda, senza offesa.

Parto dalla mia concezione che sia impossibile un vero perdono (tesi da me sostenuta in apposito thread da me aperto), ma che da parte del tradito sia una mera accettazione dell'accaduto (tradimento) correlata alla promessa di darsi e dare una opportunità di continuare nella coppia.

L'errore - sempre secondo me - è di pensare che sia una continuazione della coppia. No, quella è finita con il tradimento, c'è poco da contestare.
La coppia si basa sulla esclusività bilaterale del rapporto.
Quando l'esclusività è violata salta il rapporto di coppia che si era instaurato. Quello che segue è un rapporto su basi nuove, che parte comunque minato, pregiudicato dal fatto storico del tradimento. E' molto più fragile del rapporto originario.

La mia valutazione è molto diversa: ci sono stati due tradimenti, ciascuno relativo ad un diverso rapporto di coppia.
Fa una bella differenza.



Non mi convince che sia stata una perdita di tempo.
La ricostruzione di un (nuovo) rapporto di coppia richiede tempo e, data la debolezza congenita della nuova relazione, non è affatto detto che si riesca a superare la crisi originaria. Anche dopo anni, sono ferite che o non rimarginano completamente o lasciano cicatrici enormi.

Gli psicologi che mi è capitato di incontrare nella vita sono stati concordi nel dire che la "ricostruzione" di una nuova relazione tra i medesimi partners sopravvissuti al tradimento è sempre molto problematica (circa 50% di probabilità sulla carta di riuscita nel rimanere insieme).

Ecco, nel caso di @iosolo non è riuscita, probabilmente perché il primo traditore non si è impegnato a sufficienza (il compito più gravoso era il suo) e lei ha esaurito la sua tolleranza e speranza.

Non resta che prendere atto del fallimento del nuovo rapporto e separarsi civilmente, nell'interesse dei figli (che, temo, abbiano capito da tempo che le cose non andavano bene tra i genitori).
Direi che l’intervento dell’editor di Carver ti gioverebbe.
Premesso questo, sono d’accordo.
Io penso che non si tratta di perdonare o prendere atto o superare, si tratta di vedere, da parte del tradito, se con quella persona lì nuova si vuole costruire una relazione nuova, sapendo che è una persona che sa tradire.
So benissimo che i traditori negano di essere inaffidabili, ma non possono pretendere di essere considerati affidabili.
Anche con una persona nuova che ha tradito un’altra persona, io sarei diffidente a crederle.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Direi che l’intervento dell’editor di Carver ti gioverebbe.
Ok, got it ...

Non sono un fan del minimalismo letterario.
E non mi trovo a mio agio in questo forum che, nella realtà, è un ibrido tra una chat ed un forum.

Devo ricordarmi che quando vengo su Tradinet, vanno ridotte al minimo sia l'esposizione dei fatti che le parole usate per esprimere i commenti.

In compenso, intervengo poco, rapportando il numero di messaggi al tempo trascorso dall'iscrizione. Faccio poco danno.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Ok, got it ...

Non sono un fan del minimalismo letterario.
E non mi trovo a mio agio in questo forum che, nella realtà, è un ibrido tra una chat ed un forum.

Devo ricordarmi che quando vengo su Tradinet, vanno ridotte al minimo sia l'esposizione dei fatti che le parole usate per esprimere i commenti.

In compenso, intervengo poco, rapportando il numero di messaggi al tempo trascorso dall'iscrizione. Faccio poco danno.
Sono prolissa anch'io, quindi qua la mano. (y)
Se sintetizzo, ho sempre la sensazione di non spiegarmi abbastanza.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ok, got it ...

Non sono un fan del minimalismo letterario.
E non mi trovo a mio agio in questo forum che, nella realtà, è un ibrido tra una chat ed un forum.

Devo ricordarmi che quando vengo su Tradinet, vanno ridotte al minimo sia l'esposizione dei fatti che le parole usate per esprimere i commenti.

In compenso, intervengo poco, rapportando il numero di messaggi al tempo trascorso dall'iscrizione. Faccio poco danno.
😂
Solo credo che tanti ti saltino a piè’ pari. Perché è faticoso leggere post lunghi, soprattutto da smartphone.
Io ti trovo sempre interessante.
 

rotolina

Utente di lunga data
Ok apri statistica nel gruppo e vediamo. Manco il 10 per cento.
Al di là della questione di fondo, sulla quale sono d'accordo con te, ma ti pare che il forum faccia statistica? A parte i visitatori anonimi e gli iscritti che non hanno mai scritto, non so, di attivi saremo 60...forse?
 

rotolina

Utente di lunga data
La pausa di riflessione



La questione di come si risolve la "pausa di riflessione" o "pausa-liberi tutti" nel dopo-scoperta del tradimento credo sia cruciale nella determinazione della prospettiva della coppia. Nel senso che, a seconda della sua accettazione o non, si determinano i percorsi di vita dei partners.

Però, occorre domandarsi, secondo me, cosa si celi veramente dietro la proposta o richiesta di quella "pausa".

Credo che chi la chiede miri a "raffreddare" la situazione di crisi, ormai emersa, nel rapporto di coppia con la implicita pretesa del traditore di avere il tempo di chiarirsi le idee sulla scelta tra rapporto ufficiale e rapporto clandestino ovvero la pretesa del tradito di scegliere tra la continuazione o la fine della relazione.

Nella maggior parte dei casi nasconde la speranza che il proprio distacco (leggi abbandono del rapporto ufficiale) sia meno doloroso (quindi, vi sia rassegnazione/accettazione nel tradito) e consenta di coltivare il rapporto extra, a prescindere se nel senso della sua continuazione o potenziale trasformazione in nuovo rapporto ufficiale. E quindi sia una escogitazione semplicemente strumentale del traditore per guadagnare tempo, avendo però chiaro l'obiettivo da perseguire (fine della coppia). Serve a poco o niente, dal punto di vista del partner tradito. Forse a calmarsi un po' e riordinare le idee.

Di converso, se la pausa la chiede il tradito, serve a decidere, con maggiore freddezza, quanto senso abbia continuare (su basi nuove da stabilire) o chiudere una volta per tutte la relazione.

In una minor parte dei casi, può servire genuinamente a domandarsi cosa si voglia fare, una volta emerso drammaticamente il dualismo comportamentale (piede in due scarpe): probabilmente è un segnale di una certa improvvisazione e leggerezza comportamentale nel tradire: non si è minimamente tenuto conto delle conseguenze dell'essere scoperti a tradire. E questo è, dal mio punto di vista, comunque grave e svilente.

Magari nel tradire c'è stata una infatuazione momentanea scambiata per passione duratura e si vuole verificare quanto sia importante in realtà; ma ciò vuol dire che si è vissuto il tradimento al di fuori della realtà, in un limbo di comoda irresponsabilità. Non è un indizio favorevole sulla personalità del traditore nella valutazione che dovrebbe compiere il tradito: dovrebbe far riflettere su come sia realmente il compagno scelto per formare la coppia.

Temo però che, al di là delle chiacchiere, per un recupero del rapporto vi debba essere nel traditore la PAURA delle conseguenze di cosa si è fatto. Anzi, quella paura si dovrebbe trasformare in PANICO, per scegliere convintamente di provare a rientrare nella comfort zone.
Allora, la "pausa" è breve (anche brevissima) perché dovrebbe servire a chiudere la relazione extra e tentare di farsi perdonare (accettare) dal partner tradito.

A prescindere dell'esito della verifica richiesta (ed accordata dal tradito) mi sembra che costituisca sintomo di una inconsistenza caratteriale che il tradito, a meno che non sia travolto da cieco e travolgente innamoramento, non possa fare a meno di considerare come una valutazione negativa del partner scelto al momento della formazione della coppia.

Per concludere, la richiesta di "pausa" è comunque un brutto segnale, un'avvisaglia che il rapporto di coppia è realmente finito o gravemente pregiudicato.
Quello che si può cercare di recuperare, in ipotesi, non è più il rapporto originario ma qualcosa di nuovo, che con il vecchio rapporto ha solo una vaga rassomiglianza.



Qui si colpevolizza al massimo la scelta del tradito @iosolo di insistere nell'aver pregato il marito di rimanere nella coppia con la prospettiva di offrire un vero "perdono" del tradimento abbinato ad una garanzia di incondizionata fedeltà.
Come a dire, che si è allettato il traditore con la prospettiva di un impegno massimo di essa tradita a farlo stare bene (che rasenta il sovra-umano), pur di fargli accettare di continuare la convivenza.
E allora, quando @iosolo ha scelto di tradire, dopo sette anni, è venuta meno alla garanzia data e diventa essa la sola vera traditrice.

Non mi convince affatto questa rappresentazione della vicenda, senza offesa.

Parto dalla mia concezione che sia impossibile un vero perdono (tesi da me sostenuta in apposito thread da me aperto), ma che da parte del tradito sia una mera accettazione dell'accaduto (tradimento) correlata alla promessa di darsi e dare una opportunità di continuare nella coppia.

L'errore - sempre secondo me - è di pensare che sia una continuazione della coppia. No, quella è finita con il tradimento, c'è poco da contestare.
La coppia si basa sulla esclusività bilaterale del rapporto.
Quando l'esclusività è violata salta il rapporto di coppia che si era instaurato. Quello che segue è un rapporto su basi nuove, che parte comunque minato, pregiudicato dal fatto storico del tradimento. E' molto più fragile del rapporto originario.

La mia valutazione è molto diversa: ci sono stati due tradimenti, ciascuno relativo ad un diverso rapporto di coppia.
Fa una bella differenza.



Non mi convince che sia stata una perdita di tempo.
La ricostruzione di un (nuovo) rapporto di coppia richiede tempo e, data la debolezza congenita della nuova relazione, non è affatto detto che si riesca a superare la crisi originaria. Anche dopo anni, sono ferite che o non rimarginano completamente o lasciano cicatrici enormi.

Gli psicologi che mi è capitato di incontrare nella vita sono stati concordi nel dire che la "ricostruzione" di una nuova relazione tra i medesimi partners sopravvissuti al tradimento è sempre molto problematica (circa 50% di probabilità sulla carta di riuscita nel rimanere insieme).

Ecco, nel caso di @iosolo non è riuscita, probabilmente perché il primo traditore non si è impegnato a sufficienza (il compito più gravoso era il suo) e lei ha esaurito la sua tolleranza e speranza.

Non resta che prendere atto del fallimento del nuovo rapporto e separarsi civilmente, nell'interesse dei figli (che, temo, abbiano capito da tempo che le cose non andavano bene tra i genitori).
Ma se la coppia si basa sull'esclusivita', i sostenitori del finto matrimonio aperto, cosa sono? Certo non una coppia secondo me, se non forse una coppia di coinquilini ....amici se va bene che condividono un tetto, forse un conto corrente e spesso degli ignari figli (ringraziando che sono e aupicando rimangano ignari).
 
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