Il tradimento ha mille facce

lolapal

Utente reloaded
Sono processi che però hanno un vantaggio, la lunghezza la decidi tu.

Il segreto è che se vuoi restare "dentro" hai ottimi motivi per restarci tutta la vita, e se ne vuoi uscire, basta la tua precisa volontà

È un pò come decidere boh.. di cambiare casa, o smettere di fumare, o cambiare lavoro

Può essere un processo lunghissimo o brevissimo, ma il bello è che la durata la decidi tu

Tu.. hai già deciso quando ti svincolerai dal tuo passato , non facendo ricadere su di esso le responsabilità del tuo modo di essere?

(Colpa di mi madre, quella briaona..etc.. etc..)
😵 Accidenti, superare il trauma di una violenza sessuale è come decidere di smettere di fumare: ma perché non ci ho pensato prima? Mi sarei risparmiata un sacco di beghe!
 

lolapal

Utente reloaded
Benvenuta @Chiocciola.
Mi sono letta un po’ tutto, e volevo provare a riassumere in poche parole l’argomento che stai portando: avendo letto più volte sul forum la locuzione “chi tradisce non ama il proprio partner ufficiale” hai pensato che, in parte anche per un tuo percorso personale, questa non è una cosa assoluta, ma che esistono delle situazioni per cui il tradimento fisico occasionale potrebbe essere una “risposta” (per usare il termine di @ipazia) a una dinamica interiore dovuta a un vissuto traumatico non risolto; per questo motivo il partner tradito non dovrebbe prenderla sul personale, e che l’amore che il traditore dichiara può essere sincero. Spero di aver capito e riassunto bene, sperando di non aver banalizzato.

Per quanto io possa essere d’accordo sul fatto che determinati traumi influenzino profondamente le dinamiche relazionali e la percezione di sé e della realtà (quindi anche dell’altro da sé, e delle relazioni che si stanno vivendo/costruendo/distruggendo), ho imparato che la linearità non fa parte dell’essere umano, benché alcuni vivano alla sua perenne ricerca.
Tra chi ha vissuto forti traumi ci sono profonde differenze di reazione e di conseguente vissuto, oltre che di consapevolezza: non è assolutamente detto che il partner ufficiale, per il fatto di esserlo, sia a conoscenza di quei traumi o che sia consapevole della loro portata o che abbia gli strumenti per capire che in verità l’altra persona quei traumi non li ha veramente superati, anche se afferma il contrario. Anche se si ama, o magari proprio perché si ama: è più difficile mettersi a nudo di fronte alla persona di cui siamo innamorati, che amare la persona che ci ha dato l’opportunità di metterci a nudo.
 

Chiocciola

Utente di lunga data
Benvenuta @Chiocciola.
Mi sono letta un po’ tutto, e volevo provare a riassumere in poche parole l’argomento che stai portando: avendo letto più volte sul forum la locuzione “chi tradisce non ama il proprio partner ufficiale” hai pensato che, in parte anche per un tuo percorso personale, questa non è una cosa assoluta, ma che esistono delle situazioni per cui il tradimento fisico occasionale potrebbe essere una “risposta” (per usare il termine di @ipazia) a una dinamica interiore dovuta a un vissuto traumatico non risolto; per questo motivo il partner tradito non dovrebbe prenderla sul personale, e che l’amore che il traditore dichiara può essere sincero. Spero di aver capito e riassunto bene, sperando di non aver banalizzato.

Per quanto io possa essere d’accordo sul fatto che determinati traumi influenzino profondamente le dinamiche relazionali e la percezione di sé e della realtà (quindi anche dell’altro da sé, e delle relazioni che si stanno vivendo/costruendo/distruggendo), ho imparato che la linearità non fa parte dell’essere umano, benché alcuni vivano alla sua perenne ricerca.
Tra chi ha vissuto forti traumi ci sono profonde differenze di reazione e di conseguente vissuto, oltre che di consapevolezza: non è assolutamente detto che il partner ufficiale, per il fatto di esserlo, sia a conoscenza di quei traumi o che sia consapevole della loro portata o che abbia gli strumenti per capire che in verità l’altra persona quei traumi non li ha veramente superati, anche se afferma il contrario. Anche se si ama, o magari proprio perché si ama: è più difficile mettersi a nudo di fronte alla persona di cui siamo innamorati, che amare la persona che ci ha dato l’opportunità di metterci a nudo.
Ciao Lolapal :)
si diciamo che il tuo riassunto è più valido di quello espresso precedentemente da altri... io in realtà non parlo nemmeno di tradimenti fisici occasionali, perché secondo me, le persone di cui parlo, non cercano affatto il sesso, quanto la sensazione che deriva da un incontro in cui l'altra parte essendo emozionalmente e fortemente coinvolta (cosa tipica delle fasi iniziali) ti mette al centro del suo mondo e del suo pensiero costantemente (la classica situazione, il mio primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera). L'approccio fisico poi è una cosa che ne può derivare, ma anche no. Ho fatto l'esempio di questa persona che conosco, che pur non volendosi spingere in una sfera fisica alla fine lo ha fatto pur di non perdere quella sensazione, quel rimando che le generava quel rapporto, visto che, tra persone adulte, la non concretizzazione nel corpo permette la sopravvivenza solo limitata di un dato rapporto che non sia amicale. Il suo bisogno non era tanto di quella persona in sé quindi, di questo "amante", quanto di come lei ritrovava sé stessa dentro quella relazione, era attaccata al riempimento del suo vuoto, più che a lui.

Come dici tu chi ha vissuto esperienze fortemente traumatiche ne sente l'influenza spesso nelle relazioni, e benché il tuo partner ufficiale possa conoscere i fatti che ti sono accaduti non è detto riesca a comprenderne fino in fondo i segni lasciati, e magari questo non perché non ci si sia messi a nudo o confidati, ma semplicemente perché un non vissuto immaginato non avrà mai la stessa concretezza di un vissuto esperito. Come chiedere a chi ha entrambi i genitori ad esempio di capire il dolore di perderne uno. Certo, tutti potranno immaginare che sia difficile e doloroso, ma quella sensazione di morte viscerale la saprà solo chi ci è passato.

Può essere quindi, che in un determinato momento di difficoltà, in cui magari siamo più fragili e un po' alla deriva, se magari non ritroviamo noi stessi nella coppia per quel che ci riesce a bastare (vedi momenti di down, disattenzioni, malcontenti ecc) si può perdere di lucidità più facilmente di chi invece, in qualche modo, sta in pace con se stesso.

Comunque si, come dici tu il mio intervento è stata una conseguenza di cose che ho letto spesso qua sopra, affermate come assolute verità, di cui non riconosco affatto il valore.

Dopo un tradimento scoperto?
Nei casi che ho conosciuto personalmente sono state situazioni spontaneamente condivise, non scoperte per caso

Ti dirò.. qui dentro lo abbiamo capito un pò tutti da un pezzo
Questo mi conforta 😅
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Ciao Lolapal :)
si diciamo che il tuo riassunto è più valido di quello espresso precedentemente da altri... io in realtà non parlo nemmeno di tradimenti fisici occasionali, perché secondo me, le persone di cui parlo, non cercano affatto il sesso, quanto la sensazione che deriva da un incontro in cui l'altra parte essendo emozionalmente e fortemente coinvolta (cosa tipica delle fasi iniziali) ti mette al centro del suo mondo e del suo pensiero costantemente (la classica situazione, il mio primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera). L'approccio fisico poi è una cosa che ne può derivare, ma anche no. Ho fatto l'esempio di questa persona che conosco, che pur non volendosi spingere in una sfera fisica alla fine lo ha fatto pur di non perdere quella sensazione, quel rimando che le generava quel rapporto, visto che, tra persone adulte, la non concretizzazione nel corpo permette la sopravvivenza solo limitata di un dato rapporto che non sia amicale. Il suo bisogno non era tanto di quella persona in sé quindi, di questo "amante", quanto di come lei ritrovava sé stessa dentro quella relazione, era attaccata al riempimento del suo vuoto, più che a lui.

Come dici tu chi ha vissuto esperienze fortemente traumatiche ne sente l'influenza spesso nelle relazioni, e benché il tuo partner ufficiale possa conoscere i fatti che ti sono accaduti non è detto riesca a comprenderne fino in fondo i segni lasciati, e magari questo non perché non ci si sia messi a nudo o confidati, ma semplicemente perché un non vissuto immaginato non avrà mai la stessa concretezza di un vissuto esperito. Come chiedere a chi ha entrambi i genitori ad esempio di capire il dolore di perderne uno. Certo, tutti potranno immaginare che sia difficile e doloroso, ma quella sensazione di morte viscerale la saprà solo chi ci è passato.

Può essere quindi, che in un determinato momento di difficoltà, in cui magari siamo più fragili e un po' alla deriva, se magari non ritroviamo noi stessi nella coppia per quel che ci riesce a bastare (vedi momenti di down, disattenzioni, malcontenti ecc) si può perdere di lucidità più facilmente di chi invece, in qualche modo, sta in pace con se stesso.

Comunque si, come dici tu il mio intervento è stata una conseguenza di cose che ho letto spesso qua sopra, affermate come assolute verità, di cui non riconosco affatto il valore.
Le cause di un tradimento sono diverse, ma ripeto, cercare cause non evidenti (traumi del passato, presunte trascuratezze ) non aiuta ad andare oltre. Continuerai ad arrovellarti e a cercare conferme che non potrai MAI avere.
Poi se le spiegazioni interiori convincono, bene, ma non si sta su un forum (o magari piu’ forum) cercando conferme i di convincere altri della propria posizione. Se non convincono realmente noi stessi, allora non e’ la strada giusta.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il limite di una persona va com-preso, per carità, chi è che può imporre ad un individuo di superare una cosa che non è in grado di fare? Ma se, prima di chiudersi alla possibilità di essere a sua volta com-prensivo ci si soffermasse un attimo su cosa c'è che ha composto e compone il mondo di una persona forse non varrebbe la pena?

Affermare "allora non mi ama/mai amato" non è un atto di rifiuto di com-prensione? E' nel diritto della persona, ma fortemente limitante, a meno che non ci siano già buoni motivi per pensare che sia effettivamente vero.

Ma se fino al giorno prima ci credevi all'amore del tuo partner è anche perché te lo ha dimostrato, fatto arrivare, e non solo con le parole altrimenti non saresti felice già da prima con tutta probabilità.

E allora se quell'amore ti arrivava e lo sentivi non può essere che forse valga la pena fare un salto evolutivo in questo senso? che era il principio del mio discorso.. che non significa diventare maestri Zen, significa solo aprirsi alla possibilità che non tutto sia sempre collocabile all'interno di uno schema preciso di bene/male, presenza/assenza, giusto/sbagliato ecc ecc..

Ovviamente se al rapporto ci tieni, se te ne frega niente manco vale la pena di fare lo sforzo...

P.s: io a qualcuno che pensa a me dopo 20 anni non girerei a largo :LOL:
Quel "ne vale la pena" che citi, non è un conto lineare.

Come ti ha scritto @lolapal, per quanto ci si sforzi di far tornare la linearità, l'essere umano non appartiene alla linearità.

Soprattutto non penso che la variabile dipendente sia l'amore, che sia quello in mezzo al tavolo.

In particolare se si sta parlando di individui con un vissuto problematico dove l'amore è qualcosa che somiglia molto alla relazione fra Alice e il Cappellaio Matto.

Non consideri, mi sembra, che stare in relazione con un individuo problematico o con vissuti problematici è indicativo anche della tipologia di vissuto che ha chi ci si mette con una persona problematica.

Siamo specchi. Più o meno distorti.

Un vissuto problematico non è semplicemente un vissuto problematico, ma è un linguaggio vero e proprio.
Il linguaggio descrive il mondo, oltre che se stessi. E compartecipa alla formazione delle mappe cognitive che un individuo struttura nella descrizione di se stesso, del mondo, di se stesso in relazione al mondo.

Questi sono gli echi di cui parlavo. Profondi e profondamente incisi.

Il ne vale la pena discende anche da questo linguaggio.
E dal sistema relazionale, inteso come la somma (maggiore delle parti) delle interazioni fra gli individui.

A volte, evoluzione è esattamente mettere il limite.
A volte è attraversarlo.

Non esiste una regola. Questo è il punto.
Che onestamente mi sembra tu non prenda in considerazione.

Non è questione di amore.
Quello semmai viene dopo (a sua volta somma maggiore della somma delle parti).

PS: se dopo 20 anni, in cui ognuno ha camminato per conto suo, te ne arrivi con le stesse identiche emozioni di 20 anni fa...non stai pensando a me, come essere in movimento. Ma stai pensando a te con me 20 anni fa. E mi stai trasformando in un monolite fisso e immobile. (a disposizione, senza il mio consenso, dei tuoi immaginari).
Anche no. E proprio perchè il mio vissuto problematico mi ha fatto sperimentare esattamente quel tipo di richiesta: essere fissa e immobile, una risposta alle necessità altrui. non esistere come individuo ma esistere come immaginario e attribuzione. Un essere nel non essere.


Come mai non gireresti a largo? come ti fa farebbe sentire essere pensata ancora dopo 20 anni?
 
Ultima modifica:

Chiocciola

Utente di lunga data
Le cause di un tradimento sono diverse, ma ripeto, cercare cause non evidenti (traumi del passato, presunte trascuratezze ) non aiuta ad andare oltre. Continuerai ad arrovellarti e a cercare conferme che non potrai MAI avere.
Poi se le spiegazioni interiori convincono, bene, ma non si sta su un forum (o magari piu’ forum) cercando conferme i di convincere altri della propria posizione. Se non convincono realmente noi stessi, allora non e’ la strada giusta.
Io non voglio convincere nessuno, ho detto la mia opinione perché parzialmente l'ho esperita e perché l'ho vista accadere ad una persona a me molto cara. Quindi, dato che ognuno riporta la sua visione del tradimento, ho riportato la mia, con tutta la consapevolezza che non tutti i casi sono uguali e non tutte le persone sono uguali.
 

patroclo

Utente di lunga data
Faccio un po' fatica a capire, parli in linea teorica generalizzando quando tutti i traditi e i traditori hanno un vissuto diverso ma con un fattore in comune "il tradimento".
A fronte dell'evento si aprono infiniti mondi, reazioni, rotture, momenti di crescita, dolori, liberazione. Se partiamo dal concetto di "ciò che non ti uccide ti fortifica", piuttosto che "dagli errori c'è solo da imparare" siamo tutti d'accordo (i luoghi comuni esistono per un motivo).
Dai l'impressione di essere la prima a sostenere in modo assoluto una tesi, che non è sbagliata, ma che personalmente trovo solo una tessera del puzzle, e un puzzle ha bisogno di tutte le tessere per essere finito.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
😵 Accidenti, superare il trauma di una violenza sessuale è come decidere di smettere di fumare: ma perché non ci ho pensato prima? Mi sarei risparmiata un sacco di beghe!
😂😂

...forse dovrei smettere di fumare 🧐🧐











naaahhh. Mi accendo una sigaretta vah..
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Io non voglio convincere nessuno, ho detto la mia opinione perché parzialmente l'ho esperita e perché l'ho vista accadere ad una persona a me molto cara. Quindi, dato che ognuno riporta la sua visione del tradimento, ho riportato la mia, con tutta la consapevolezza che non tutti i casi sono uguali e non tutte le persone sono uguali.
L’amante ei questo tuo amico, che fine ha fatto e che ruolo ha avuto nella vicenda?
 

Chiocciola

Utente di lunga data
Quel "ne vale la pena" che citi, non è un conto lineare.

Come ti ha scritto @lolapal, per quanto ci si sforzi di far tornare la linearità, l'essere umano non appartiene alla linearità.

Soprattutto non penso che la variabile dipendente sia l'amore, che sia quello in mezzo al tavolo.

In particolare se si sta parlando di individui con un vissuto problematico dove l'amore è qualcosa che somiglia molto alla relazione fra Alice e il Cappellaio Matto.

Non consideri, mi sembra, che stare in relazione con un individuo problematico o con vissuti problematici è indicativo anche della tipologia di vissuto che ha chi ci si mette con una persona problematica.

Siamo specchi. Più o meno distorti.

Un vissuto problematico non è semplicemente un vissuto problematico, ma è un linguaggio vero e proprio.
Il linguaggio descrive il mondo, oltre che se stessi. E compartecipa alla formazione delle mappe cognitive che un individuo struttura nella descrizione di se stesso, del mondo, di se stesso in relazione al mondo.

Questi sono gli echi di cui parlavo. Profondi e profondamente incisi.

Il ne vale la pena discende anche da questo linguaggio.
E dal sistema relazionale, inteso come la somma (maggiore delle parti) delle interazioni fra gli individui.

A volte, evoluzione è esattamente mettere il limite.
A volte è attraversarlo.

Non esiste una regola. Questo è il punto.
Che onestamente mi sembra tu non prenda in considerazione.

Non è questione di amore.
Quello semmai viene dopo (a sua volta somma maggiore della somma delle parti).

PS: se dopo 20 anni, in cui ognuno ha camminato per conto suo, te ne arrivi con le stesse identiche emozioni di 20 anni fa...non stai pensando a me, come essere in movimento. Ma stai pensando a te con me 20 anni fa. E mi stai trasformando in un monolite fisso e immobile. (a disposizione, senza il mio consenso, dei tuoi immaginari).
Anche no. E proprio perchè il mio vissuto problematico mi ha fatto sperimentare esattamente quel tipo di richiesta: essere fissa e immobile, una risposta alle necessità altrui. non esistere come individuo ma esistere come immaginario e attribuzione. Un essere nel non essere.


Come mai non gireresti a largo? come ti fa farebbe sentire essere pensata ancora dopo 20 anni?

Guarda intendiamoci... per me quando parlo di evoluzione non significa che si debba poi arrivare per forza ad un perdono, che può anche non arrivare. Significa solo provare ad entrare nell'altro empatizzando la sua esperienza di vita e di conseguenza anche la struttura relazionale che se ne è generata. Una volta fatto questo, se si riconosce comunque un limite invalicabile per se stessi, la relazione finirà, ma almeno finirà con cognizione di causa e non perché se ne è fatta un'equazione semplicistica legata a preconcetto o stereotipo.

Sono d'accordo che solitamente chi entra in relazione con un soggetto problematico a sua volta ha probabilmente esperienze e risoluzioni sospese, o trova nel partner anche un rimando accettabile alla visione di se e del mondo che si è strutturata come figlia di una vita diversa, e a maggior ragione, con questa premessa, potrebbe essere possibile un momento di passaggio sincero sul binario dell'altro..

Ad esempio, se io avessi ricevuto un tradimento da entrambe le mie storie importanti, lo avrei vissuto, analizzato ed esperito in modo completamente diverso, non avrebbe mai avuto lo stesso peso e sicuramente avrebbe influito anche in modo diverso sul mio stato d'animo.. ma questo lo so oggi, con la messa a fuoco che mi sono sudata, probabilmente non lo avrei saputo ai tempi con la stessa lucidità e quindi, forse, ne sarebbe venuta fuori una risposta emotiva uguale.

Per quanto invece riguarda la tua domanda beh... il mio personale scoglio è proprio quello dell'essere fissa e immutabile. Perché la mia esperienza di vita mi ha sottratto quell'attributo di punto fermo che ritengo necessario nelle due relazioni principali dell'esistenza. Quindi, l'idea di essere un non essere, come un monolite, nei pensieri di qualcuno a distanza di così tanto tempo, sebbene lo possa razionalmente riconoscere come una proiezione di sé piuttosto che un amore verso di me, si aggancia ad una necessità profonda e mai esaudita e quindi, in qualche modo, ricercata ad ogni costo.. poi lascia perdere che un qualcosa di così fortemente idealizzato si andrebbe a scontrare pesantemente con la realtà di fatto di un eventuale incontro, in cui cadrebbe forse tutto come un castello di carte, ma sicuramente non direi no per partito preso, ammesso che il soggetto possa in qualche modo interessarmi ancora.

P.s: ho di fondo un animo molto ma molto malinconico, che è una parola fortemente diversa da depresso (lo specifico per i lettori concettualmente distratti), e anche un po' incline al "romantic drama"... quindi, forse, in parte anche per questo :LOL:

L’amante ei questo tuo amico, che fine ha fatto e che ruolo ha avuto nella vicenda?
Nella mia personalissima visione ha avuto il ruolo di riportarla ai cavoli suoi da risolvere, di prenderla di forza e metterla davanti allo specchio una volta per tutte. Che fine ha fatto al momento non si sa, sembra non si sentano più ma temo sia una cosa ancora da chiarire definitivamente.

Cioè, erano coppie aperte ?
No no, intendo un tradimento confessato e non perpetuato nel tempo ma legato ad una breve e singola esperienze
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Nella mia personalissima visione ha avuto il ruolo di riportarla ai cavoli suoi da risolvere, di prenderla di forza e metterla davanti allo specchio una volta per tutte. Che fine ha fatto al momento non si sa, sembra non si sentano più ma temo sia una cosa ancora da chiarire definitivamente.
Spiega meglio. E’ stata una storia occasionale e superficiale per entrambi o per l’amante aveva un significato piu’ profondo ?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
io sono campionessa di provocazioni, paraculaggine e anche polemica, mi diletto in fintatontismo e sono anche una grandissima cagacazzi
ma ho anche dei difetti :ROFLMAO:
scherzo, non ne ho, sono praticamente perfetta :ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO:

pellaccia dura? certo, non ho avuto le tue esperienze (e mi viene da dire per fortuna), quindi la mia cotenna è sicuramente meno dura della tua, ma mi difendo, o almeno ci provo

a me le fave non piacciono tantissimo, i legumi mi danno tanto gonfiore, ma io sono sfigata, si sa
grassetto...per quello ti dicevo che sei una professionista! ...poi...con quel pizzico di paraculaggine che fa sorridere alla vita, a me piace molto quel pensiero per cui per esser perfetta le mancava solo un difetto :p:D:D:D


Certe esperienze la pellaccia te la fanno proprio fragile fragile, velina....che a volte manco ti protegge dal mondo.
(fai bene a dire "per fortuna!"...l'esperienza è vita, ma se alcune ce le si risparmia non è per niente un male! :D)

E allora si impara la corazza...se va di culo, si impara che la corazza irrigidisce e impedisce flessibilità.
Se ci si mette ancora una punta di culo, si riesce a strapparsela di dosso, insieme alla pelle...si sta per un po' senza pelle e si sperimenta il fatto che anche senza pelle il cielo resta al suo posto e non si aprono voragini nel terreno.....e il valore delle affermazioni e delle proposizioni attribuite assume una relatività particolare....un posto dove aver la pellaccia dura è paradossalmente non aver la pelle. ;)

Tu e il tuo stomaco in effetti, da ciò che racconti, avete una relazione particolare!
 

Chiocciola

Utente di lunga data
Spiega meglio. E’ stata una storia occasionale e superficiale per entrambi o per l’amante aveva un significato piu’ profondo ?
No, si sono voluti bene, non è stata una questione fisica. Lei era molto coinvolta, ma anche lui da quello che mi diceva e mi faceva leggere. Ma quando si sono staccati poi lei si è mentalmente dissociata da lui piuttosto in fretta, cosa che cozza poi con una concretezza di fondo... era veramente un costrutto mentale funzionale ad altre esigenze, la persona era funzionale, nelle sue qualità e modi di fare riusciva a rappresentare/dare molto bene ciò di cui sentiva necessità... e vedi poi che succede? si rischia di buttare tutto e nemmeno poi per un'altra persona che di fatto piace, ma per delle proprie questioni irrisolte che in modo vampirico continuano a succhiare vita.
 

Jacaranda

Utente di lunga data
No, si sono voluti bene, non è stata una questione fisica. Lei era molto coinvolta, ma anche lui da quello che mi diceva e mi faceva leggere. Ma quando si sono staccati poi lei si è mentalmente dissociata da lui piuttosto in fretta, cosa che cozza poi con una concretezza di fondo... era veramente un costrutto mentale funzionale ad altre esigenze, la persona era funzionale, nelle sue qualità e modi di fare riusciva a rappresentare/dare molto bene ciò di cui sentiva necessità... e vedi poi che succede? si rischia di buttare tutto e nemmeno poi per un'altra persona che di fatto piace, ma per delle proprie questioni irrisolte che in modo vampirico continuano a succhiare vita.
Quindi non e’ durata poco. Avevo capito di si .
Quanto?
 

Chiocciola

Utente di lunga data
E in cosi poco tempo si è creata la dinamica che hai descritto? Non e’ un po’ pochetto?
No, è poco per innamorarsi e coinvolgersi SINCERAMENTE con qualcuno, ma se questo qualcuno invece è solo proiettato per un tuo bisogno, se è una tua masturbazione mentale, diciamo così, un mese è pure tanto potrebbe bastare anche un giorno...
Si sono visti varie volte perché per una serie di circostanze si incontravano, non oltre il baciarsi visto anche che non erano mai in luoghi appartati, tranne poi quell'occasione di cui ho scritto sopra.. e verso la quale lei si è mossa più per non perdere il tutto (che avrebbe iniziato a scemare) che per concreto desiderio..
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
grassetto...per quello ti dicevo che sei una professionista! ...poi...con quel pizzico di paraculaggine che fa sorridere alla vita, a me piace molto quel pensiero per cui per esser perfetta le mancava solo un difetto :p:D:D:D


Certe esperienze la pellaccia te la fanno proprio fragile fragile, velina....che a volte manco ti protegge dal mondo.
(fai bene a dire "per fortuna!"...l'esperienza è vita, ma se alcune ce le si risparmia non è per niente un male! :D)

E allora si impara la corazza...se va di culo, si impara che la corazza irrigidisce e impedisce flessibilità.
Se ci si mette ancora una punta di culo, si riesce a strapparsela di dosso, insieme alla pelle...si sta per un po' senza pelle e si sperimenta il fatto che anche senza pelle il cielo resta al suo posto e non si aprono voragini nel terreno.....e il valore delle affermazioni e delle proposizioni attribuite assume una relatività particolare....un posto dove aver la pellaccia dura è paradossalmente non aver la pelle. ;)

Tu e il tuo stomaco in effetti, da ciò che racconti, avete una relazione particolare!
anche se molte delle mie capacità sono innate, ho una certa età ormai, ci metto anche un po' di esperienza, ma non voglio vantarmi troppo
un difetto ce l'ho, sono mezza ciecata :geek:

un detto dice che la stessa acqua bollente rende le uova dure e le carote molli, tutto dipende da che pasta sei fatto, le esperienze della vita sono la stessa cosa, alla stessa esperienza persone diverse reagiscono in modo diverso, c'è chi si fa l'armatura, chi la pelliccia e chi si spella, ognuno veste o sveste le proprie fragilità come crede o come può, tutto sta nel vederle, capirle e lavorarci su se si vuole

più che lo stomaco direi l'intestino, lo chiamano il secondo cervello, è più anarchico del primo 🤷‍♀️
 
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