La giudiziale scatta anche quando è solo uno dei coniugi a volersi separare e l'altro no e anche in casi di addebito.
Si hai ragione eliade sentito con le mie orecchie...
Ma a quanti di noi capita di agire per buon senso, anzichè orgoglio ferito?
Esempio io fossi lui, mando la lettera.
Poi visto che risponde picche, intanto il denaro che dovrei dare all'avvocato ci vado alle maldive con le donnine allegre.
Poi torno con il conto in banca zero e dico.
Bon cara adesso vendo la casa perchè non ho più un soldo.
E quel che sarà sarà...
Altro caso...
Un comune d'Italia non mi ha mai pagato un concerto.
Bon anzichè fargli causa, ho detto ok...datemi quel che potete come recupero spese e ognun per sè.
Ovvio io so ora che mai più accetterò proposte di lavoro da quell'ente no?
Perchè è stato moroso nei miei confronti, ok non ho fatto valere i miei diritti, ma mi hanno comunque riconosciuto la metà di quello che mi dovevano.
Il mio amico Gianni De Toni...
Quando la moglie non se ne voleva andare...
Ha venduto tutti i suoi capitali e si è dileguato investendo tutto nella sua passione noleggio elicotteri...e quando la signora è venuta a battere cassa...le ha risposto ti do un pezzo di elicottero...
http://www.spyproject.com/1/post/20...ze-sui-tradimenti-e-spionaggio-coniugale.html
«Per una ripicca contro l'ex sta provocando uno sconquasso giudiziario», commenta incredula l'avv. Maria Antonietta Fochesato. La ripicca di Gianni De Toni, secondo il legale della donna, è quella di non avere voluto pagare gli alimenti all'ex compagna Paola Manea, che ha ingaggiato un estenuante braccio di ferro penale e civile. Lo sconquasso, invece, è che De Toni per non avere voluto finora versare i 40 mila euro (più gli interessi maturati) stabiliti dal tribunale civile, è andato incontro ad azioni giudiziarie che hanno dapprima portato al fallimento della sua società Elipiù, quindi all' incriminazione per bancarotta fraudolenta patrimoniale.
Così per il crac da oltre un milione di euro della ditta di trasporto aereo Elipiù srl, che gestiva una flotta di elicotteri e che è fallita il 14 settembre 2007, dopo tre anni di inchiesta svolta anche all'estero con rogatoria in Svizzera, la procura sta inviando in questi giorni gli avvisi di conclusione degli indagini, informando quattro persone che ha intenzione di processarle, con ruoli diversi, per il tracollo finanziario.
Il pm Claudia Dal Martello in oltre due pagine fitte fitte di numeri, date e circostanze rilevanti sotto l'aspetto penale, è convinta che l'imprenditore e pilota d'elicotteri Gianni De Toni, 57 anni, di Creazzo (avv. Edda Grasselli e Giorgio Destro), abbia agito dolosamente per provocare il dissesto di Elipiù srl, dichiarata insolvente per un credito al quale avrebbe potuto fare fronte comodamente visto il suo ingente patrimonio.
De Toni, una volta finito nei pasticci sotto l'incalzare delle azioni della ex, ha venduto la sua signorile villa Valmarana Scola Camerini di Creazzo, valutata oltre 6 milioni di euro, alla figlia per poche centinaia di migliaia euro, scatenando la reazione dei creditori che hanno avviato un'azione revocatoria trascritta in conservatoria, sostenendo che la cessione è simulata. Oltre all'ex compagna Manea, si sono accordati in tribunale il curatore fallimentare Giovanni Sandrini e l'ex socio Federico Zecchin che battono cassa.
Con De Toni rischiano il processo il commercialista Stefano Niero, 43 anni, di Thiene (avv. Pierluigi Vinci) e Antonio e Giovanni Girotto, rispettivamente padre e figlio di 77 e 45 anni, residenti a Bassano (avv. Roberto Rigoni Stern). I tre presunti complici in qualità di amministratori delle ditte Elicars srl, Eliplus srl e Avio srl avrebbero aiutato De Toni, che di fatto le avrebbe amministratore, ad arrecare un grave pregiudizio ai creditori. In pratica, è la tesi sostenuta dalla procura, i due Girotto e Niero sarebbero stati degli amministratori formali per favorire De Toni, il quale per una questione di principio contro la sua ex donna ha imboccato una strada pericolosa e priva di ritorno vista l'obbligatorietà dell'azione penale.
Scrive il giudice Stefano Furlani nell'ordinanza con la quale sono stati sequestrati alcuni elicotteri - quelli della Avio srl sono stati nel frattempo restituiti -, che «sono stati acquisiti numerosi e inequivocabili indizi circa il grave stato di insolvenza in cui versava da lungo tempo la società Elipiù srl e , nel contempo, di fraudolenti atti di disposizione del patrimonio senza dubbio diretti a "svuotare" il patrimonio di Elipiù a chiaro danno dei numerosi creditori».
Tra le simulazioni di vendita contestate a De Toni, quella dell'elicottero A 109 MKII acquistato nel maggio 2001 da Elipiù per 1,2 milioni di euro, a favore di Elicars l'11 aprile 2007 «al prezzo irrisorio di 200 mila euro, solo fittiziamente corrisposto sottoforma di compensazione debiti». Ma De Toni, incalza il pm Dal Martello, l'anno prima del fallimento di Elipù si sarebbe rimborsato sotto la voce "finanziamento soci" 135 mila euro; inoltre, 357 mila euro per fatture aperte da Elipù verso Elicars nel quadriennio 2003-2006, oltre a 51 mila euro che De Toni avrebbe stornato per acconti su fatture.
Non solo, il curatore Sandrini ha informato la procura che De Toni avrebbe fatto sparire dalla sede della società gran parte degli arredi e degli strumenti operativi, nascondendo in un immobile un simulatore di volo e numerosi ricambi di elicotteri. Per ultimo, ci sarebbe stata anche la cessione simulata di un altro elicottero, l'AS350B2, senza che fosse versato l'adeguato corrispettivo.
«Per ogni punto del capo d'imputazione steso dalla procura - replica l'avv. Grasselli - ci difenderemo con dati di fatto per dimostrare che la ricostruzione accusatoria non è corretta».
Ivano Tolettini