Conte tu che sempre trovate geniali..facciamo qualcosa per Daniele,poveretto,dico sul serio,ha ragione Mari',non migliora...
Lothar ma hai visto sto qua che tragedia?
La moglie minaccia di andarsene e lui la uccide...
E per non dirti questa dei nostri paesi veneti...
di oggi...
BREGANZE. Il dramma di una donna che racconta al giudice le angherie subite. L'uomo condannato a 21 mesi di cella
Botte dal giorno delle nozze
Ivano Tolettini
I maltrattamenti sulla moglie durati quasi trent'anni. La prima sberla al matrimonio
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Venerdì 11 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 37
Un´immagine simbolica di maltrattamenti sulle donne. FOTO ARCHIVIO
«Mio marito mi ha picchiata la prima volta il giorno stesso che ci siamo sposati. Fu con una sberla, era il 1977. Da allora non ha quasi più smesso. L'ultima volta è avvenuto nel luglio 2005. Eravamo già separati. In trent'anni gli episodi sono stati continui e angoscianti. Si è sempre sfogato su di me, ogni volta che qualcosa gli andava storto. Era sempre mia la colpa. Ho sopportato perché avevamo i figli piccoli e per la vergogna, fino a quando, grazie all'aiuto dei servizi sociali, un po' alla volta ho trovato la forza di ribellarmi a questo stato di cose e mi sono separata». Maria Rita è una donna fragile. Racconta il suo dramma di donna umiliata per una vita al giudice Cristina Bertotti. Lo fa nel processo che in tribunale a Schio si è concluso con la condanna a 1 anno 9 mesi di reclusione dell'ex “marito-padrone” Altinio Moretto, 60 anni, di Breganze (difeso d'ufficio dall'avv. Giovanni Iannetti), ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia (dal 1986 all'estate 2005) e del mancato versamento degli alimenti fino all'agosto 2006.
«Non è vero che la picchiavo, lei racconta una storia parziale e lo fa nel proprio interesse, scaricando tutta la colpa su di me», ha replicato l'uomo, che fa il muratore, e che è stato condannato anche a pagare una provvisionale subito esecutiva di 10 mila euro alla compagna separata, la quale si è costituitasi parte offesa con l'avv. Francesco Corrà. Il danno complessivo sarà quantificato dal giudice civile.
L'indagine della procura e l'esito del processo, che era iniziato nel settembre 2009, hanno dimostrato il comportamento violento di Moretto che, secondo il giudice, aveva instaurato un clima psicologico persecutorio nei confronti della moglie costretta a patire le angherie coniugali.
Il giudice Bertotti nel quantificare la pena è andato al di là delle stesse richieste del pm d'udienza, ritenendo riprovevole il comportamento dell'uomo che quando è stato esaminato ha cercato di scaricare le responsbailità sulla compagna.
La storia coniugale, com'è immaginabile visto l'arco temporale durante il quale si è sviluppata, è stata quanto mai tormentata. «La mia cliente ha patito tantissimo - spiega l'avv. Corrà - e a un certo punto si era quasi assuefatta che quel modo di relazionarsi del marito fosse legittimo. Soffriva molto, per tanti anni in silenzio, fino a quando non ha maturato che quel comportamento coniugale era del tutto illecito. Solo a quel punto ha trovato la forza, anche se non è stato facile per lei, di rivolgersi alla magistratura». Non a caso una prima denuncia l'aveva ritirata, salvo poi convincersi, e definitivamente, che quel marito-padrone che spesso abusava di alcol, alzava la voce e imponeva la legge del più forte andava punito. Come fanno le persone civili in tribunale.