Sai, a volte, e parlo per me,
è più rassicurante contorcersi dal dolore
di un rapporto malato che preoccuparsi
del mutuo da pagare o che si pesa 47 kg.
o.....
no, contorcersi dal dolore all'inizio è comprensibile. Poi è un non voler fare i conti con la realtà.
Con un mondo che di ideale e romantico ha solo degli schizzi, qua e là, in mezzo alla deludente imperfezione umana.
La perfezione non esiste, la norma è l'errore.
Poi ci sono errori gravi ed altri meno gravi. Però in qualche modo bisogna andare avanti.
Affrontare la realtà per quello che è e prendere atto che quell'ideale che si credeva di aver raggiunto non esisteva.
La nostra realtà è diversa.
Separarsi, restare assieme dopo aver elaborato quanto è successo, tenere in piedi la baracca per le esigenze contingenti sono tutte soluzioni, ognuno adotti quella che sente giusta.
Ma: adottata la soluzione bisogna smetterla di piangere la morte di ciò che era.
Tanto ciò che era... era un'illusione, l'arroganza dell'illusione di aver raggiunto l'ideale.
Quindi bisogna sostituirlo con un'altra proiezione, che sia attuabile, che sia alla nostra portata.
Il re è morto, viva il re.
Se non si fa così, appunto, ci si consuma, si rimane in stallo. E non è una bella cosa.