Matrimonio

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Brunetta

Utente di lunga data
Io sono sempre quella che dell'amore non sa niente...ma non credo che l'amore abbia bisogno di un riconoscimento.

C'è e basta. Se c'è.

Chi ha bisogno di riconoscimento, sono gli individui che cercano in quel riconoscimento garanzie e stabilità.
Cercano, adesso, di dare realtà ad un qualcosa di impalpabile e fluido nel sentire.

La società chiede agli individui, con il matrimonio, una definizione di diritti e doveri e l'adesione a quei diritti e doveri. Per poterli regolamentare.

In modalità ordinate e rispondenti alla necessità della società stessa di avere stabilità. In se stessa.

Non mi sembra che l'amore c'entri moltissimo in tutto questo.

Tanto che è piuttosto recente l'ingresso dell'amore nel matrimonio.

La storia del matrimonio parla di tutto, pochissimo dell'amore.

Anche perchè la concezione recente dell'amore, è molto diversa da quella che aveva mia nonna per dire.

Sicura che per tua nonna non c'entrasse l'amore?
Comunque io parlavo del significato adesso e per me. Immagino che per gli Agnelli sia diverso, come è diverso per te.
Io intendo che se ti amo voglio esprimere il mio amore a te (naturalmente è un tu ipotetico) e anche proclamarlo, non nasconderlo, e anche assumermi una responsabilità nei tuoi confronti perché scommetto su questo amore, credo nel perdurare di questo sentimento al punto da prendere un impegno legale che dice che avrò sempre cura di te. Senza questo impegno è come dire...finché va, è premettere un dubbio e una precarietà.
Ci lamentiamo del precariato e non abbiamo il coraggio di impegnarci per chi amiamo? Perché mai dovrebbe impegnarsi chi non ci ama.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sicura che per tua nonna non c'entrasse l'amore?
Comunque io parlavo del significato adesso e per me. Immagino che per gli Agnelli sia diverso, come è diverso per te.
Io intendo che se ti amo voglio esprimere il mio amore a te (naturalmente è un tu ipotetico) e anche proclamarlo, non nasconderlo, e anche assumermi una responsabilità nei tuoi confronti perché scommetto su questo amore, credo nel perdurare di questo sentimento al punto da prendere un impegno legale che dice che avrò sempre cura di te. Senza questo impegno è come dire...finché va, è premettere un dubbio e una precarietà.
Ci lamentiamo del precariato e non abbiamo il coraggio di impegnarci per chi amiamo? Perché mai dovrebbe impegnarsi chi non ci ama.
No che non sono sicura.

Ma penso che le sue strutture mentali dell'amore fossero molto diverse.

E anche il tempo. E gli spazi.

Rispetto ad oggi.

Ho capito io il tuo discorso. E posso pure essere d'accordo con l'affermazione e il non segreto e la presa di responsablità.

Quello che provo a dire è che il matrimonio esprime anche richieste della società agli individui.
Ed esprime una posizione della società sulla posizione degli individui.

Tanto che non è permesso il matrimonio fra omosessuali. Per esempio.

Ed è su quelle che io non mi trovo.

Come coppia, che desidera assumersi quelle stesse responsabilità, ma togliendomi dai vincoli storici, culturali e anche religiosi, ho diverse possibilità. A volerlo fare.

Anche perchè, e qui sta la circolarità, se come individui della coppia, quelle responsabilità le si assume per forma, e basta che sia uno dei due a farlo, è facilissimo che quella responsabilità venga ritirata.
La responsabilità non è regolamentabile.

Si può solo regolamentare cosa succede in caso venga ritirata.

E, come si diceva, non è il matrimonio a rendere valide le promesse, ma la presenza di chi quelle promesse le pronuncia.

Insomma. Io trovo che il matrimonio sia una delle molteplici forme dell'assunzione di impegno verso qualcun altro. Non La Forma.

La storia del matrimonio, e i simboli anche religiosi che necessariamente sono correlati, per me sono ostacoli al desiderarlo come forma del sancire un impegno.

Anzi, penso che spesso sia un alibi proprio per non pensare a quello che si sta facendo. Come imboccare una strada fidandosi del fatto che tanto passano tutti da lì.
 

Simy

WWF
Un utente sta creando una polemica anti separazione sostenendo che il rischio è stare soli.
Questa posizione, che non è unica, mi ha fatto pensare che il motivo per cui le persone si sposano è lo stesso per cui restano insieme, nonostante tutto, e non è l'amore e nemmeno l'armonia, ma la paura e le difficoltà del vivere soli.
In effetti prendere una casa, pagare un mutuo e tutte le spese con un solo stipendio è pesante e non si ha alcun ammortizzatore famigliare in caso di difficoltà di qualsivoglia tipo.
Inoltre il matrimonio da sempre garantisce il calore di qualcuno che ci conforta alla fine della giornata e, se va bene, anche sesso regolare e garantito nel tempo, anche quando la perdita dei capelli o il dilagare della cellulite ci renderanno meno gradevoli e quando il calo delle energie ci renderebbero faticoso uscire per procacciarcelo.
E che dire dei figli? Sono tanto graziosi i cuccioli e poi la loro esistenza ci evita di dovere spiegare perché non ne abbiamo.
Devono essere proprio questi i motivi per cui ci si sposa.
O no?
Premetto che non ho letto tutte le pagine, quindi non so cosa sia già stato detto.

in ogni caso, per me, tutto si basa su una scala di "priorità".
c'è chi è "nato" per sposarsi e chi per stare solo. chi ha paura della vita di coppia e chi della solitudine.
 

Brunetta

Utente di lunga data
No che non sono sicura.

Ma penso che le sue strutture mentali dell'amore fossero molto diverse.

E anche il tempo. E gli spazi.

Rispetto ad oggi.

Ho capito io il tuo discorso. E posso pure essere d'accordo con l'affermazione e il non segreto e la presa di responsablità.

Quello che provo a dire è che il matrimonio esprime anche richieste della società agli individui.
Ed esprime una posizione della società sulla posizione degli individui.

Tanto che non è permesso il matrimonio fra omosessuali. Per esempio.

Ed è su quelle che io non mi trovo.

Come coppia, che desidera assumersi quelle stesse responsabilità, ma togliendomi dai vincoli storici, culturali e anche religiosi, ho diverse possibilità. A volerlo fare.

Anche perchè, e qui sta la circolarità, se come individui della coppia, quelle responsabilità le si assume per forma, e basta che sia uno dei due a farlo, è facilissimo che quella responsabilità venga ritirata.
La responsabilità non è regolamentabile.

Si può solo regolamentare cosa succede in caso venga ritirata.

E, come si diceva, non è il matrimonio a rendere valide le promesse, ma la presenza di chi quelle promesse le pronuncia.

Insomma. Io trovo che il matrimonio sia una delle molteplici forme dell'assunzione di impegno verso qualcun altro. Non La Forma.

La storia del matrimonio, e i simboli anche religiosi che necessariamente sono correlati, per me sono ostacoli al desiderarlo come forma del sancire un impegno.

Anzi, penso che spesso sia un alibi proprio per non pensare a quello che si sta facendo. Come imboccare una strada fidandosi del fatto che tanto passano tutti da lì.

È proprio assumendosi un obbligo che viene garantito dalla società che affermo il mio amore perché ti dimostro che non lo sento un obbligo perché sono sicura di quello che voglio.
Ed in quest'ottica che voglio che sia per tutti.Altrimenti varrebbe una scrittura privata a scopo ereditario o di per altre questioni economiche. Certamente ci sono fasi diverse nella vita e si può provare un sentimento che non sente questa esigenza. Però se una persona richiede un contratto diverso che comprende solo i diritti e non si assume alcun dovere mi sorgono dubbi sul sentimento. Come abbiamo letto tanti qui dire che non vogliono sposarsi proprio per questo. Che premessa meschina, come gli accordi prematrimoniali che sono accordi commerciali: tu mi dai sesso con una certa cadenza temporale, puoi negarti entro certi limiti e quando non andrà più avrai una liquidazione limitata. Orribile prostituzione mascherata. Non mi capacito ancora che si sia a tal punto umiliata Jacqueline Kennedy sposando Onassis . Meglio i tradimenti di John.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
È proprio assumendosi un obbligo che viene garantito dalla società che affermo il mio amore perché ti dimostro che non lo sento un obbligo perché sono sicura di quello che voglio.
Ed in quest'ottica che voglio che sia per tutti.Altrimenti varrebbe una scrittura privata a scopo ereditario o di per altre questioni economiche. Certamente ci sono fasi diverse nella vita e si può provare un sentimento che non sente questa esigenza. Però se una persona richiede un contratto diverso che comprende solo i diritti e non si assume alcun dovere mi sorgono dubbi sul sentimento. Come abbiamo letto tanti qui dire che non vogliono sposarsi proprio per questo. Che premessa meschina, come gli accordi prematrimoniali che sono accordi commerciali: tu mi dai sesso con una certa cadenza temporale, puoi negarti entro certi limiti e quando non andrà più avrai una liquidazione limitata. Orribile prostituzione mascherata. Non mi capacito ancora che si sia a tal punto umiliata Jacqueline Kennedy sposando Onassis . Meglio i tradimenti di John.
Ma come mai pare che non assumersi la forma matrimoniale, porti immediatamente al pensiero che sia il non voler avere obblighi la colonna portante del non assumersela?

Come se l'unica forma rappresentativa di impegno reciproco e responsabilità trovi immagine nel matrimonio.

Che preso nel rito civile altro non è che un contratto.

Contratto di cui esistono sostituti, altrettanto validi in termini di impegni, in altre forme contrattuali.

Che però è vero, non danno le stesse garanzie in caso gli impegni non vengano rispettati.

Hai mai letto un contratto more uxorio fatto bene?

Una delle cose su cui non sono d'accordo è proprio il retropensiero per cui, solo nel matrimonio esista serietà ed impegno e sentimento. (e questo è un giudizio, fra l'altro, di valore anche sui sentimenti altrui. cosa di cui ha spesso parlato giorgio).

Cosa che, la serietà, è fra l'altro nei fatti disconfermata spesso e volentieri.

Quindi tu (società) mi proponi una forma contrattuale, rivestendomela di sentimento, dicendomi che è per tutti e dicendomi che è l'unica forma valida. Anche come riconoscimento di valore.

Io non riesco ad essere d'accordo. E' un vincolo escludente. E anche questo nei fatti è dimostrato. Tanto che esclude. Le diverse forme del sentimento. E dei legami.

Accettandone e definendone soltanto una valida.

Quando poi, nella realtà, non esiste il matrimonio, ma esistono i matrimoni...tanti quanti le coppie che li hanno contratti. Dove va fondamentalmente bene tutto.

A prescindere dalle promesse.

E anche dai sentimenti.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Ma come mai pare che non assumersi la forma matrimoniale, porti immediatamente al pensiero che sia il non voler avere obblighi la colonna portante del non assumersela?

Come se l'unica forma rappresentativa di impegno reciproco e responsabilità trovi Tu immagine nel matrimonio.

Che preso nel rito civile altro non è che un contratto.

Contratto di cui esistono sostituti, altrettanto validi in termini di impegni, in altre forme contrattuali.

Che però è vero, non danno le stesse garanzie in caso gli impegni non vengano rispettati.

Hai mai letto un contratto more uxorio fatto bene?

Una delle cose su cui non sono d'accordo è proprio il retropensiero per cui, solo nel matrimonio esista serietà ed impegno e sentimento. (e questo è un giudizio, fra l'altro, di valore anche sui sentimenti altrui. cosa di cui ha spesso parlato giorgio).

Cosa che, la serietà, è fra l'altro nei fatti disconfermata spesso e volentieri.

Quindi tu (società) mi proponi una forma contrattuale, rivestendomela di sentimento, dicendomi che è per tutti e dicendomi che è l'unica forma valida. Anche come riconoscimento di valore.

Io non riesco ad essere d'accordo. E' un vincolo escludente. E anche questo nei fatti è dimostrato. Tanto che esclude. Le diverse forme del sentimento. E dei legami.

Accettandone e definendone soltanto una valida.

Quando poi, nella realtà, non esiste il matrimonio, ma esistono i matrimoni...tanti quanti le coppie che li hanno contratti. Dove va fondamentalmente bene tutto.

A prescindere dalle promesse.

E anche dai sentimenti.

Ma la società altro rispetto all'individuo in contrapposizione a esso non esiste. Esistono gli individui che insieme esprimono una società e si danno delle regole infatti adesso si sta rendendo il matrimonio includente gli omosessuali perché è ciò che gli individui, vogliono. E gli obblighi matrimoniali sono stati rivisti molte volte fino alla forma attuale. A me sembra ridicolo il contratto individuale e preferisco il contratto collettivo perché nel contratto individuale il soggetto debole non è tutelato. E chi chiede una diversa forma contrattuali diciamo personalizzata è chi ha più potere contrattuale. Vale nel mondo del lavoro e vale nel mondo dei rapporti d'amore. Se si fa un buon contratto comunque escluderà qualcosa che il "contratto standard" comprende. E questo togliere è l'opposto dell'amore, per me.
 

Tradito?

Utente di lunga data
Non sono tanto d'accordo, con l'evoluzione della societa', con i matrimoni che spesso finiscono, le regole andrebbero cambiate anch'esse
 

spleen

utente ?
Faccio umilmente notare che il matrimonio è un contratto pre - sociale, cioè è un fatto naturale della specie umana, due (o più) si mettono assieme e assumono un ruolo in quel microcosmo che si chiama famiglia.
Matrimonio = creazione famiglia.
E 'presente in quasi tutte le società, incluse quelle che noi consideriamo primitive.
Il discorso in effetti non dovebbe essere: -Società che impone formula
bensì - Formula è adottata da società.
Per questo mi ripeto sulla faccenda della ritualità, è una cosa insita.

Spero di essermi spiegato. :eek:
 
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passante

Utente di lunga data
Un utente sta creando una polemica anti separazione sostenendo che il rischio è stare soli.
Questa posizione, che non è unica, mi ha fatto pensare che il motivo per cui le persone si sposano è lo stesso per cui restano insieme, nonostante tutto, e non è l'amore e nemmeno l'armonia, ma la paura e le difficoltà del vivere soli.
In effetti prendere una casa, pagare un mutuo e tutte le spese con un solo stipendio è pesante e non si ha alcun ammortizzatore famigliare in caso di difficoltà di qualsivoglia tipo.
Inoltre il matrimonio da sempre garantisce il calore di qualcuno che ci conforta alla fine della giornata e, se va bene, anche sesso regolare e garantito nel tempo, anche quando la perdita dei capelli o il dilagare della cellulite ci renderanno meno gradevoli e quando il calo delle energie ci renderebbero faticoso uscire per procacciarcelo.
E che dire dei figli? Sono tanto graziosi i cuccioli e poi la loro esistenza ci evita di dovere spiegare perché non ne abbiamo.
Devono essere proprio questi i motivi per cui ci si sposa.
O no?
oh, ma tu "proposition 8" ancora non l'hai visto? ti perdono solo se non sai l'inglese.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma la società altro rispetto all'individuo in contrapposizione a esso non esiste. Esistono gli individui che insieme esprimono una società e si danno delle regole infatti adesso si sta rendendo il matrimonio includente gli omosessuali perché è ciò che gli individui, vogliono. E gli obblighi matrimoniali sono stati rivisti molte volte fino alla forma attuale. A me sembra ridicolo il contratto individuale e preferisco il contratto collettivo perché nel contratto individuale il soggetto debole non è tutelato. E chi chiede una diversa forma contrattuali diciamo personalizzata è chi ha più potere contrattuale. Vale nel mondo del lavoro e vale nel mondo dei rapporti d'amore. Se si fa un buon contratto comunque escluderà qualcosa che il "contratto standard" comprende. E questo togliere è l'opposto dell'amore, per me.
Beh...insomma...non sono neanche in sovrapposizione. O meglio, sono alternativamente in entrambe le posizioni uno rispetto all'altro. Ed è nella meccanica identificazione/differenziazione che è possibile l'evoluzione. Anche del diritto di famiglia. Semplificando.

Se non fosse così, gli individui sarebbero un corpo collettivo in cui gli individui spariscono.
Per annullarsi in un Uno che rappresenta ognuno in modo generale.

E qui, per fortuna, non ci siamo arrivati.

Ecco, una delle cose che invece apprezzo del matrimonio, è proprio la rappresentazione del fatto che ci sono soggetti deboli. E la spinta al tutelarli.

Io non sono in contrapposizione col matrimonio. Io sono in contrapposizione col fatto che sia l'unica forma valida.

Soprattutto in termini valoriali. Di giudizio di valore sugli individui.

Il fatto che questa società, di cui anche io sono espressione, minoritaria e debole in quanto minoritaria, escluda in termini di valore, la mia scelta di contratto individuale, è una delle cose che invece non riconosco e a cui mi contrappongo nei fatti.

E' il matrimonio, escludente come è ora, che toglie spazi di espressione alle diversità dell'amore.

Poi si vedrà. Ma per ora, esclusivo come è, seppur tutelante DI ALCUNE parti deboli, e neanche sempre, non mi sembra una rappresentazione nè di amore nè di responsabilità. Non più e non meno di altre forme che ritengo valide allo stesso modo.

E non sono d'accordo con la sovrapposizione dei diversi livelli coinvolti. Che sembrano uno, ma non è così nei fatti.

E, per dirla tutta, proprio la confusione fra i diversi livelli secondo me non favorisce l'assunzione di responsabilità e impegno relazionale.

Che spesso e volentieri io vedo accadere "mi sposo. Allora amo." E poi avanti casino. E degli adulti mi frega sì ma anche no. A dire il vero.
Ma quando coinvolgono i figli in questo copione senza averlo pensato, perchè è comodo seguire il pensiero battuto, mi infastidisce. Quantomeno.

E in questo ci sarà anche un vissuto personale.
Ma che non riguarda però solo il mio passato di figlia. Riguarda il mio presente di donna. Che guarda maddri e padri fare disastri. In nome del matrimonio. E non dell'amore.

La sovrapposizione fra amore e matrimonio è quanto di più deleterio possa esistere. Solo che si vede soltanto quando le cose precipitano.

Io separerei le due cose.

Che poi ognuno decida se sovrapporle o meno.
 

Brunetta

Utente di lunga data
oh, ma tu "proposition 8" ancora non l'hai visto? ti perdono solo se non sai l'inglese.
Non so benissimo l'inglese ma potrei farcela. Non ho ancora avuto tempo.
 

Tradito?

Utente di lunga data
Beh...insomma...non sono neanche in sovrapposizione. O meglio, sono alternativamente in entrambe le posizioni uno rispetto all'altro. Ed è nella meccanica identificazione/differenziazione che è possibile l'evoluzione. Anche del diritto di famiglia. Semplificando.

Se non fosse così, gli individui sarebbero un corpo collettivo in cui gli individui spariscono.
Per annullarsi in un Uno che rappresenta ognuno in modo generale.

E qui, per fortuna, non ci siamo arrivati.

Ecco, una delle cose che invece apprezzo del matrimonio, è proprio la rappresentazione del fatto che ci sono soggetti deboli. E la spinta al tutelarli.

Io non sono in contrapposizione col matrimonio. Io sono in contrapposizione col fatto che sia l'unica forma valida.

Soprattutto in termini valoriali. Di giudizio di valore sugli individui.

Il fatto che questa società, di cui anche io sono espressione, minoritaria e debole in quanto minoritaria, escluda in termini di valore, la mia scelta di contratto individuale, è una delle cose che invece non riconosco e a cui mi contrappongo nei fatti.

E' il matrimonio, escludente come è ora, che toglie spazi di espressione alle diversità dell'amore.

Poi si vedrà. Ma per ora, esclusivo come è, seppur tutelante DI ALCUNE parti deboli, e neanche sempre, non mi sembra una rappresentazione nè di amore nè di responsabilità. Non più e non meno di altre forme che ritengo valide allo stesso modo.

E non sono d'accordo con la sovrapposizione dei diversi livelli coinvolti. Che sembrano uno, ma non è così nei fatti.

E, per dirla tutta, proprio la confusione fra i diversi livelli secondo me non favorisce l'assunzione di responsabilità e impegno relazionale.

Che spesso e volentieri io vedo accadere "mi sposo. Allora amo." E poi avanti casino. E degli adulti mi frega sì ma anche no. A dire il vero.
Ma quando coinvolgono i figli in questo copione senza averlo pensato, perchè è comodo seguire il pensiero battuto, mi infastidisce. Quantomeno.

E in questo ci sarà anche un vissuto personale.
Ma che non riguarda però solo il mio passato di figlia. Riguarda il mio presente di donna. Che guarda maddri e padri fare disastri. In nome del matrimonio. E non dell'amore.

La sovrapposizione fra amore e matrimonio è quanto di più deleterio possa esistere. Solo che si vede soltanto quando le cose precipitano.

Io separerei le due cose.

Che poi ognuno decida se sovrapporle o meno.
[emoji106][emoji106]
 

passante

Utente di lunga data
La sovrapposizione fra amore e matrimonio è quanto di più deleterio possa esistere. Solo che si vede soltanto quando le cose precipitano.

Io separerei le due cose.

Che poi ognuno decida se sovrapporle o meno.
a averne la possibilità...
 

Brunetta

Utente di lunga data

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Faccio umilmente notare che il matrimonio è un contratto pre - sociale, cioè è un fatto naturale della specie umana, due (o più) si mettono assieme e assumono un ruolo in quel microcosmo che si chiama famiglia.
Matrimonio = creazione famiglia.
E 'presente in quasi tutte le società, incluse quelle che noi consideriamo primitive.
Il discorso in effetti non dovebbe essere: -Società che impone formula
bensì - Formula è adottata da società.

Per questo mi ripeto sulla faccenda della ritualità, è una cosa insita.

Spero di essermi spiegato. :eek:
Ecco. :)

La ritualità poi è discorso complesso.

Che i riti dovrebbero essere al servizio di chi li utilizza. Attraverso la conoscenza dei contenuti che rappresentano.

Ma a me sembra che spesso sia il contrario. Ossia che chi utilizza il rito, non conoscendone a fondo il contenuto, serva il rito stesso.

E quando si parla di assunzione di responsabilità, anche verso terzi (penso ai figli in primis) non mi sembra una cosa funzionale al benessere. E mi sembra che il benessere finisca per andare "a culo", più che a responsabilità consapevole.
 

passante

Utente di lunga data
E' esattamente di questo che discuto. Averne la possibilità. :)
ok :). però fammi capire. io non mi posso sposare, quindi non ho scelta. tu puoi sposarti o no. dov'è la tua impossibilità a scegliere? nelle pressioni sociali?

edit: sii semplice :D
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
ok :). però fammi capire. io non mi posso sposare, quindi non ho scelta. tu puoi sposarti o no. dov'è la tua impossibilità a scegliere? nelle pressioni sociali?
Io posso scegliere. In effetti.

E le pressioni sociali, che come donna poi riguardano anche tutta la questione dei figli, le ho digerite negli anni. Quasi del tutto. Non ancora. Ma quasi.

Discuto semplicemente del fatto che la scelta non c'è. E che non viene detto chiaramente.

Non per tutti innanzitutto.

E neanche nei contenuti.

Che la sovrapposizione amore-matrimonio è una formula autoescludente. Che divide in giusti e sbagliati, dal punto di vista del valore.

Penso che scegliere dipenda dal conoscere.
Non dall'aderire ad una formula, che è fra l'altro l'unica possibile. Come riconoscimento. Per poi cercare dentro a quella stessa formula una personalizzazione che è agita nel quotidiano, ma negata in termini di formula e quindi di riconoscimento sociale.

Lo trovo ipocrita. In termini di società.

In questa modalità io vedo ben poca scelta. E anche per poco spazio di crescita. Individuale e sociale.

edit: non apro la questione del rovescio della medaglia della tutela delle parti deboli. Che sono poi quelle che in questa formula ci restano incastrate/i senza via d'uscita. Ma sarebbe una tematica interessante.
 
Ultima modifica:

passante

Utente di lunga data
Io posso scegliere. In effetti.

E le pressioni sociali, che come donna poi riguardano anche tutta la questione dei figli, le ho digerite negli anni. Quasi del tutto. Non ancora. Ma quasi.

Discuto semplicemente del fatto che la scelta non c'è. E che non viene detto chiaramente.

Non per tutti innanzitutto.

E neanche nei contenuti.

Che la sovrapposizione amore-matrimonio è una formula autoescludente. Che divide in giusti e sbagliati, dal punto di vista del valore.

Penso che scegliere dipenda dal conoscere.
Non dall'aderire ad una formula, che è fra l'altro l'unica possibile. Come riconoscimento. Per poi cercare dentro a quella stessa formula una personalizzazione che è agita nel quotidiano, ma negata in termini di formula e quindi di riconoscimento sociale.

Lo trovo ipocrita. In termini di società.

In questa modalità io vedo ben poca scelta. E anche per poco spazio di crescita. Individuale e sociale.

edit: non apro la questione del rovescio della medaglia della tutela delle parti deboli. Che sono poi quelle che in questa formula ci restano incastrate/i senza via d'uscita. Ma sarebbe una tematica interessante.
sei stata semplice :) grazie.
 
Stato
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