Non è esatto nemmeno questo. Un buon genitore lo è a prescindere. Ci sono fior di genitori che abitano con i figli ma sono comunque assenti.
Mi fai vedere come sono “comunque” presenti? Parliamo di cose concrete.
Ti posso portare l’esempio di uno dei miei fratelli, divorziato, che peraltro è identico al caso del mio ex capo. Oh, stesse situazioni paro paro legate ai figli.
Lui ha il figlio in affidamento tutti i mercoledì sera ed un fine settimana si ed uno no.
Gli altri giorni il figlio non lo vede, non lo porta a scuola, non lo va a prendere, non lo segue nei compiti, non sta con lui, il giudice ha deciso così.
Ora se si sta a guardare il ciò che fa secondo la legge è un bravissimo genitore.
Non si dice però che avendo un figlio assegnato come fosse una eccezione temporale, la routine della sua crescita viene gestita e impostata dalla madre.
Difatti:
il mercoledì lo porta al mec.
il week end si lo porta a sciare o a divertirsi altrove quando non c’è neve.
Ma questa non è la vita normale di tutti i giorni, fatta di scuola, interrogazioni, sport, lavatrici, compiti, pulizie della casa e delle camere, stiro, cucinare, catechismi vari.
Facile fare l’ottimo genitore per gestire un figlio solo facendolo divertire.
Cosi son capaci tutti.
Ma si fanno disastri.
E così succede che da due anni sto ragazzo deve fare delle sedute con uno psicopedagogo perché avendo perso il riferimento paterno (visto che lo vede solo a tempo e non per il tempo utile a diventare grande), si sveglia la notte in preda a crisi di panico, non rispetta più la madre che viene vista come la sguattera di casa, ha difficoltà di socializzazione.
Quindi, si ritengo che quando una coppia va in crisi come coppia si debba valutare se la crisi abbraccia anche la famiglia.
E se la risposta è no, si tutela prima la seconda.