Quindi perchè non la felicità della propria moglie?
é tutta oggi che ci penso. Ma posso parlare solo delle mia esperienza e non posso risponderti in generale...
In ogni caso la moglie è una persona con cui ho condiviso una larga fetta del mio tempo. Piuttosto lei ha fatto di tutto per evitare che io potessi essere la sua infelicità. Non lo ha permesso.
Ora non posso cambiare certe cose, ma sono portato, come è nel mio stile, a portarle alle estreme conseguenze.
Ho sbagliato. Ossia, vedi, quando uno è come me, è estremamente intraprendente, non si accorge del danno che si fa, accompagnandosi ad un essere passivo. Vieni lasciato solo a fare tutto. Così, ti immagini nella testa tu, cosa può far felice l'altro e decidi tutto tu per entrambi, sciogliendo l'altro da ogni responsabilità e iniziativa.
Per fare felice un'altra persona è necessario che questa ti ami.
Se non ti ama tu non puoi farla felice, perchè per quanto tu faccia, a lei non importi più di tanto. Mi pare logico se non importi, puoi benissimo venire usato e gettato, come uno straccio vecchio.
Altresì mi sono accorto che chi ti ama sul serio, non getta mai la spugna, insomma a costo di qualsiasi costo, fa di tutto per essere intraprendente, insomma ti fa capire cosa lo rende felice o meno.
Infine solo chi è in una certa situazione può rendere felice un'altra persona, altrimenti, come si fa?
Un disperato non può far felice nessuno.
Un infelice non può far felice nessuno.
Ciò non toglie che si possa costruire la nostra felicità sull'infelicità altrui.
Deve esserci un incontro a metà: se io scopro che farti felice mi dà gioia, devo poter contare sul fatto, o almeno lasciare la possibilità aperta, sul fatto che anche tu potresti voler fare questo.