Ottimo. Tiri in ballo un argomento CULTURALE, quale è la religione autoritaria che fa da collante di interi gruppi umani e non solo li autorizza, ma li invita a comportarsi come si deve, cioè anche a lapidare una donna, perché così si fa, così è giusto.
Me ne importa un fico di sostenere l'insostituibilità e l'unicità di ognuno di noi su questa Terra, perché si tratta di ovvietà, scusate... Molto più interessante e foriero di riflessioni proprio sulla parte oscura e imprevedibile (Eratò) di se stessi e provare a mettersi nei panni di quegli uomini scagliatori di pietre. E torno al perché ho scritto quella provocazione iniziale del treddì: identificarsi con le vittime della violenza a cosa serve? Credo di non andare troppo lontana dal vero se dico che serve prima di tutto a rassicurarsi sul fatto che noi siamo diversi da "loro", noi siamo i "buoni", loro sono i "cattivi". Provare a identificarsi (non a sostituirsi, che è ovviamente impossibile) con chi il male lo fa ha una qualche utilità in più, che consiste: primo nel riconoscere che loro sono pur sempre esseri umani e non bestie; secondo: che se loro sono esseri umani, le sono anche io e il male che io riconosco in loro potrei farlo anche io, in altre forme, in altri modi, ma pur sempre male. Se la nostra cultura serve a qualcosa non è perché serve a farci sentire alieni da certi orrendi delitti, ma perché serve a coltivare un'ampiezza di prospettive tale, da evitare la trappola, appunto propria peraltro dei fondamentalismi ideologici, del noi vs loro e della coscienza pulita per essere nel giusto.
Con questo, non è un invito a sentirsi in colpa, per niente. È un invito a considerare che prima di tutto in quanto esseri umani siamo capaci di violenza tutti, senza distinzione di sesso, razza, religione, condizioni di vita, appartenenze, stato di famiglia, ideologia e che sempre prima di guardare all'altro, come bene ha insegnato la filosofia greca e secoli di pensiero occidentale FILOSOFICO, è più produttivo guardare a sé NON come latori di bene, ma come potenziali latori di male.