Vabbè c'era una guerra mondiale. Dopo settantacinque anni invece i divalori ed efferatezze diventano quelli che ti propinano i media. Scientificamente. La propaganda bellica che prima aveva un senso ben definito adesso si è trasformata in un troiaio dove si tentano di educare le masse occidentali, europee nello specifico, scardinando gran parte di quello che storicamente siamo nel frattempo.
Vabbé alcuni, per il semplice fatto che non piacevano, finivano in cenere
Grandi piccoli neonati vecchi maschi femmine ignoranti colti scemi geni poveri ricchi (quelli talvolta se la cavavano)
Erano pezzi
Mica solo quelli
Anche altri
Quelli come te anche, se dicevano bif.
È stata guerra ma è stata anche questione di disvalori.
Non è che fossimo con la clava. Quello possiamo immaginarvelo nel Rwanda e magari non è mica proprio così. Dalle nostre parti c'era una società già pienamente occidentale. Dieci anni dopo è stato scoperto il DNA e nel frattempo Thomas Mann scriveva le sue belle cose.
Adesso si sta scardinando tutto perché il coraggio di guardarsi indietro non c'è
Ed è un peccato perché stanno scricchiolando anche le cose migliori
Come se un terzomondismo incondizionato facesse espiare il colonialismo
Come se il relativismo e il calare le brache ad un multiculturalismo di cui si capisce poco o più spesso niente fosse un patentino di redenzione
Come in tutto, se non si guarda ben bene la cazzata fatta e prevale la voglia di sentirsi a posto, si finisce per spararsi nei coglioni