È un film terribile che riduce l’evoluzione di una donna al sesso.
Lei considerata appetibile pur con un cervello da bambina, mostrato non solo attraverso il linguaggio, ma anche perché si fa la pipì addosso.
Nella esplorazione di sé scopre il piacere genitale, ma questo viene considerato dagli uomini intorno a lei come consenso al sesso.
È una rappresentazione della pedofilia. Infatti i pedofili attribuiscono alla spontaneità anche fisica dei bambini una volontà di seduzione e consenso.
Durante la sua evoluzione sempre ingenua (chiarita anche nel suo consegnare i soldi ai marinai) sperimenta la prostituzione e diventa uno strumento di emancipazione. Certamente non volevano limitarsi a sdoganare la pedofilia, anche la prostituzione deve essere rappresentata come consapevole ed emancipatoria.
La fine “positiva” in cui trasforma l’ex marito in un animale è in linea con la tradizionale trasformazione degli uomini in porci, come Circe, così come la disperazione del personaggio interpretato da Ruffalo è nella tradizione dell’uomo rovinato dalla donna fatale che lo assoggetta con il potere del sesso.
La parte della prostituzione a Parigi è una chiara citazione di Bella di Giorno di Bunuel. Infatti viene chiamata Bella.
Anche il finale in cui lei sarebbe finalmente libera la rappresenta benestante per eredità.