Quiet quitting

Brunetta

Utente di lunga data
Tutti quelli che lavorano per conto proprio secondo me si trovano a fare più cose del minimo sindacale richiesto, e non credo sempre per una congrua gratificazione, perciò andrei a distinguere le tipologie di attività, primariamente.
In secondo luogo, a me dà estremo fastidio il pressapochismo, l'impreparazione, la sciatteria, l'ignoranza, la pressochè nulla volontà di imparare dagli errori e nel fare tesoro del bagaglio di esperienze proprie e collettive che ormai vedo ogni giorno nella mia attività e che consultando alcuni amici si allarga anche ad altri settori del manifatturiero.
Spesso ho a che fare con veri e propri imbecilli che starebbero bene al mare anzichè a far danni a se stessi e agli altri. Salvo che poi questi pure sono capaci di annegarsi, al mare..... :devilish:
Ma chi lavora in proprio non ha un contratto, se non con se stesso, in base a propri obiettivi che determinano l’impegno.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io di tempo ne regalo tanto non previsto, ma mi piace il mio lavoro e ne sento la responsabilità quindi trovo normale occuparmene
E si ammetto che la penna che cade alla 18 cascasse il mondo mi infastidisce parecchio
Perché senti di far parte dell’azienda.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Basta anche il semplice senso del dovere
Un po’ e un po’.
L’azienda siamo anche noi.
Vero che siamo solo dei numeri, ma non tutti i numeri sono uguali.
Potendo farlo, quando trovo collaboratori che a mio totale e personale giudizio non rendono quanto io mi aspetto che rendano, faccio in modo se ne vadano.
Qui, il mio lavoro e la mia posizione, li ho inventati io, prima non esistevano e perdevano milioni.
Per continuare ad esistere si devono fare cose in determinati tempi portando determinati risultati, che non sono sempre di più, ma equi in proporzione al contesto in cui ci si trova ed in proporzione al mercato, composto quindi da altri soggetti simili, denominati commercialmente concorrenza e da me fonte di benchmark.
Nel 2022 ad esempio faremo meno del 2021 e nessuno ci punirà, poiché e’ tutto contestualizzato.
Pertanto o si fa come io voglio che si faccia rispettando la qualità della lavorazione da me inventata o via, si vada altrove.
A me non serve, al processo meno, all’azienda pure, agli azionisti (con cui mi relaziono) idem.
Questi concetti un po’ vecchi della timbratura, delle 8 ore, della pausa pranzo tutti insieme alla certa ora, dei permessi retribuiti o non retribuiti, dei giorni di ferie, sono concetti obsoleti.
Lavorando su progetto e la qualità del lavoro mantenuta nel tempo è uno dei miei progetti, posso fare quello che mi pare nell’arco delle 24 ore.
Casualmente noto che quando in gruppo si fa qualità anche la qualità della vita dei lavoratori migliora. Quando si lavora alla cazzo di cane, anche la qualita della vita privata va a farsi benedire.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Io di tempo ne regalo tanto non previsto, ma mi piace il mio lavoro e ne sento la responsabilità quindi trovo normale occuparmene
E si ammetto che la penna che cade alla 18 cascasse il mondo mi infastidisce parecchio
Anche io sono un po' come te....a me piace lavorare, molte volte mi rilassa...come già detto ho dovuto trovare un lavoro con un orario ridotto perché avevo delle priorità in famiglia ma non escludo di cambiare nuovamente in futuro per tornare ad un orario full...penso che la differenza però la possa fare anche il tipo di lavoro che uno svolge...un operaio in catena per forza di cose fa il suo orario e appena suona la campana stacca...un impiegato magari è più portato a finire un lavoro su cui è concentrato anche se magari questo vuol dire sforare l'ora...e poi quel che conta è sentirsi bene con se stessi, io non potrei mai lavorare solo per aspettare il giorno di paga, il mio lavoro mi deve interessare e dare soddisfazione...l'orario passa in secondo piano.
 

ologramma

Utente di lunga data
io ora ancora mi sogno di lavorare , quindi che ne pensate mi piaceva il mio lavoro fatto per 56 anni ?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Anche io sono un po' come te....a me piace lavorare, molte volte mi rilassa...come già detto ho dovuto trovare un lavoro con un orario ridotto perché avevo delle priorità in famiglia ma non escludo di cambiare nuovamente in futuro per tornare ad un orario full...penso che la differenza però la possa fare anche il tipo di lavoro che uno svolge...un operaio in catena per forza di cose fa il suo orario e appena suona la campana stacca...un impiegato magari è più portato a finire un lavoro su cui è concentrato anche se magari questo vuol dire sforare l'ora...e poi quel che conta è sentirsi bene con se stessi, io non potrei mai lavorare solo per aspettare il giorno di paga, il mio lavoro mi deve interessare e dare soddisfazione...l'orario passa in secondo piano.
Tu pensa se passassi la giornata in attesa della fine della giornata lavorativa.
1 giorno per 5 per 4 per 11 per 43.
Significa che tu passi 43 anni della tua vita lavorativa ad aspettare di essere altrove facendo il minimo sindacale.
Dio che tristezza.
Roba da statali scazzati.
 

Reginatriste72

Utente di lunga data
Tu pensa se passassi la giornata in attesa della fine della giornata lavorativa.
1 giorno per 5 per 4 per 11 per 43.
Significa che tu passi 43 anni della tua vita lavorativa ad aspettare di essere altrove facendo il minimo sindacale.
Dio che tristezza.
Roba da statali scazzati.
Davvero molto triste… perché passiamo davvero tanto tempo al lavoro. Io ho un orario di lavoro stabilito da circa un paio di anni, me lo sono scelta per svariati motivi e per comodità mia. Dove lavoravo prima mi piaceva molto di più, non avevo orari di lavoro, a volte finivo alle 18 altre volte alle 22, sabato e domenica compresi, ma lo adoravo, mai avuto un rimpianto, mai atteso le ferie per riposare, mi sentivo a casa… beh le ferie non le aspetto neanche ora se non per raggiungere uno dei miei tre figli…😬
 

Brunetta

Utente di lunga data
Tu pensa se passassi la giornata in attesa della fine della giornata lavorativa.
1 giorno per 5 per 4 per 11 per 43.
Significa che tu passi 43 anni della tua vita lavorativa ad aspettare di essere altrove facendo il minimo sindacale.
Dio che tristezza.
Roba da statali scazzati.
Questo è terribile.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Tu pensa se passassi la giornata in attesa della fine della giornata lavorativa.
1 giorno per 5 per 4 per 11 per 43.
Significa che tu passi 43 anni della tua vita lavorativa ad aspettare di essere altrove facendo il minimo sindacale.
Dio che tristezza.
Roba da statali scazzati.
Praticamente sarebbe come vivere in un incubo😱😱😱😱
 

Etta

Utente di lunga data
Tu pensa se passassi la giornata in attesa della fine della giornata lavorativa.
1 giorno per 5 per 4 per 11 per 43.
Significa che tu passi 43 anni della tua vita lavorativa ad aspettare di essere altrove facendo il minimo sindacale.
Dio che tristezza.
Roba da statali scazzati.
Io appena scatta l’ora “X” sguscio fuori perché non vedo l’ora di finire sinceramente.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Un po’ e un po’.
L’azienda siamo anche noi.
Vero che siamo solo dei numeri, ma non tutti i numeri sono uguali.
Potendo farlo, quando trovo collaboratori che a mio totale e personale giudizio non rendono quanto io mi aspetto che rendano, faccio in modo se ne vadano.
Qui, il mio lavoro e la mia posizione, li ho inventati io, prima non esistevano e perdevano milioni.
Per continuare ad esistere si devono fare cose in determinati tempi portando determinati risultati, che non sono sempre di più, ma equi in proporzione al contesto in cui ci si trova ed in proporzione al mercato, composto quindi da altri soggetti simili, denominati commercialmente concorrenza e da me fonte di benchmark.
Nel 2022 ad esempio faremo meno del 2021 e nessuno ci punirà, poiché e’ tutto contestualizzato.
Pertanto o si fa come io voglio che si faccia rispettando la qualità della lavorazione da me inventata o via, si vada altrove.
A me non serve, al processo meno, all’azienda pure, agli azionisti (con cui mi relaziono) idem.
Questi concetti un po’ vecchi della timbratura, delle 8 ore, della pausa pranzo tutti insieme alla certa ora, dei permessi retribuiti o non retribuiti, dei giorni di ferie, sono concetti obsoleti.
Lavorando su progetto e la qualità del lavoro mantenuta nel tempo è uno dei miei progetti, posso fare quello che mi pare nell’arco delle 24 ore.
Casualmente noto che quando in gruppo si fa qualità anche la qualità della vita dei lavoratori migliora. Quando si lavora alla cazzo di cane, anche la qualita della vita privata va a farsi benedire.
Però la realtà che descrivi tu fa parte di.... toh, un 10% delle aziende italiane? Il 90% guarda bene alla timbratura del cartellino, ti impone un'altra ora se tardi 5 minuti in pausa pranzo, e perciò quello che trovi "deprecabile", da parte di un dipendente, diviene in parte una risposta "fisiologica " a certi comportamenti datoriali. È chiaro invece che se sono libera di pigliarmi due ore nel pomeriggio, o in pausa pranzo, davanti all'urgenza non mi starò a chiedere se faccio o meno "straordinari" non dovuti, o a far cascare la penna alle sei. Però quella che descrivi tu come situazione tipo NON corrisponde alla media delle situazioni che poi nel concreto si vanno a toccare. Posso portare la testimonianza di due ragazze che lavorano (nel terziario), dipendenti, laureate, giovani ma non troppo (sulla trentina). Per "dimostrare" (e credo anche perché trovavano naturale farlo, sentivano molto il senso della responsabilità) si portavano il computer aziendale persino in ferie al mare 😎. Non stiamo parlando di libere professioniste, eh, ma di normalissime dipendenti con un normalissimo stipendio di 1.200/1.300 euro al mese, che ad una certa avrebbero anche potuto dire "nelle mie ferie, caro lavoro, te saludi 😎", e non prestarsi ad essere sempre reperibili è disponibili anche in vacanza. Idem con gli orari, MA MAI in senso loro "favorevole" (vale a dire l'altra faccia della medaglia del sapersi è potersi organizzare). Ebbene: entrambe inizialmente assunte con contratto part time, mai definitivamente convertito in full time per anni 😎 (giuro: non so come sia possibile 🤷‍♀️). Una delle due, non più "confermata" nelle otto ore (ha un bel mutuo da pagare, la rata resta uguale) e all'altra la stessa sorte toccherà da dicembre 😎.

Qui non credo che nessuno (a parte Etta, forse) metta in discussione il fatto che occorra essere "produttivi", che il datore non è Babbo Natale, che chi va al lavoro per dormire o cazzeggiare tutto il tempo non è un modello, e che nemmeno sia bello vivere decenni di lavoro aspettando di essere altrove, impermeabili a ogni stimolo e a ogni crescita. Però il senso di responsabilità, di cui parli, e quella libertà organizzativa finalizzata non a "far le 8 ore", ma a lavorare bene, va in senso bidirezionale, per poter funzionare :). Quelle due ragazze di cui ho parlato, cui è stato fatto divieto di consumare il pasto nella loro postazione, che per 2/3 anni si sono occupate dell'azienda con entusiasmo, ora l'orologio lo guardano bene 😎. E io non do' loro torto ;)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Io appena scatta l’ora “X” sguscio fuori perché non vedo l’ora di finire sinceramente.
Rispondo a questa, poi (giuro 😛) ti rimetto in ignote 😜. Ciò che mi fa specie non è che tu faccia il minimo sindacale nel contesto di un lavoro che ritieni di merda. Ci credo anche, nel momento in cui ti sbattono a fare due ore di qui, poi a coprire un buco di là, tenendoti magari la mattinata intera di fatto imballata per fare due ore. Ciò che trovo imbarazzante (e guarda: spero bene che ciò che scrivi nel forum quando, indirettamente, parli dei bisogni di tua figlia, sia appositamente scritto ad minchiam, e non corrisponda al tuo grado di preparazione) è che siano ANNI in cui sei perfettamente consapevole di fare un lavoro di merda (per cui nemmeno valga la pena provare a sbattersi, e lo posso anche comprendere) senza cambiarlo. Ti va proprio bene così. L'assenza di sbattimento. Che non è solo fermarsi ore "extra" (per il che, pure io, ho già espresso il mio pensiero), ma è anche solo metterci il proprio "valore", in quell'orario. Ma spero tanto di sbagliare. In parte è responsabilità del sistema (vale a dire mandare dei "desperados" a supporto di chi, di gente motivata, ne avrebbe più bisogno), ma se solo il 50% delle tue parole scritte qui riflette il tuo grado di preparazione e di sensibilità verso bambini, per giunta sfortunati, evviva davvero quei genitori che -fortunati loro - si possono permettere un sostegno privato ;)
 

Etta

Utente di lunga data
Qui non credo che nessuno (a parte Etta, forse) metta in discussione il fatto che occorra essere "produttivi", che il datore non è Babbo Natale, che chi va al lavoro per dormire o cazzeggiare tutto il tempo non è un modello, e che nemmeno sia bello vivere decenni di lavoro aspettando di essere altrove, impermeabili a ogni stimolo e a ogni crescita.
Dipende dal lavoro e dall’ambiente. Ho lavorato anche in ambienti dove ero contenta e non mi pesava affatto. Anni fa, in un centro estivo, avevo organizzato e fatto tutta io la recita finale ad esempio. Ero molto motivata e mi trovavo bene con le colleghe. Ma purtroppo non sempre è così.
 

Etta

Utente di lunga data
Rispondo a questa, poi (giuro 😛) ti rimetto in ignote 😜. Ciò che mi fa specie non è che tu faccia il minimo sindacale nel contesto di un lavoro che ritieni di merda. Ci credo anche, nel momento in cui ti sbattono a fare due ore di qui, poi a coprire un buco di là, tenendoti magari la mattinata intera di fatto imballata per fare due ore. Ciò che trovo imbarazzante (e guarda: spero bene che ciò che scrivi nel forum quando, indirettamente, parli dei bisogni di tua figlia, sia appositamente scritto ad minchiam, e non corrisponda al tuo grado di preparazione) è che siano ANNI in cui sei perfettamente consapevole di fare un lavoro di merda (per cui nemmeno valga la pena provare a sbattersi, e lo posso anche comprendere) senza cambiarlo. Ti va proprio bene così. L'assenza di sbattimento. Che non è solo fermarsi ore "extra" (per il che, pure io, ho già espresso il mio pensiero), ma è anche solo metterci il proprio "valore", in quell'orario. Ma spero tanto di sbagliare. In parte è responsabilità del sistema (vale a dire mandare dei "desperados" a supporto di chi, di gente motivata, ne avrebbe più bisogno), ma se solo il 50% delle tue parole scritte qui riflette il tuo grado di preparazione e di sensibilità verso bambini, per giunta sfortunati, evviva davvero quei genitori che -fortunati loro - si possono permettere un sostegno privato ;)
Mi sa che sei rimasta indietro perché io quest’anno non sono con i bambini a scuola ma sto facendo un domiciliare su una ragazza.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Però la realtà che descrivi tu fa parte di.... toh, un 10% delle aziende italiane? Il 90% guarda bene alla timbratura del cartellino, ti impone un'altra ora se tardi 5 minuti in pausa pranzo, e perciò quello che trovi "deprecabile", da parte di un dipendente, diviene in parte una risposta "fisiologica " a certi comportamenti datoriali. È chiaro invece che se sono libera di pigliarmi due ore nel pomeriggio, o in pausa pranzo, davanti all'urgenza non mi starò a chiedere se faccio o meno "straordinari" non dovuti, o a far cascare la penna alle sei. Però quella che descrivi tu come situazione tipo NON corrisponde alla media delle situazioni che poi nel concreto si vanno a toccare. Posso portare la testimonianza di due ragazze che lavorano (nel terziario), dipendenti, laureate, giovani ma non troppo (sulla trentina). Per "dimostrare" (e credo anche perché trovavano naturale farlo, sentivano molto il senso della responsabilità) si portavano il computer aziendale persino in ferie al mare 😎. Non stiamo parlando di libere professioniste, eh, ma di normalissime dipendenti con un normalissimo stipendio di 1.200/1.300 euro al mese, che ad una certa avrebbero anche potuto dire "nelle mie ferie, caro lavoro, te saludi 😎", e non prestarsi ad essere sempre reperibili è disponibili anche in vacanza. Idem con gli orari, MA MAI in senso loro "favorevole" (vale a dire l'altra faccia della medaglia del sapersi è potersi organizzare). Ebbene: entrambe inizialmente assunte con contratto part time, mai definitivamente convertito in full time per anni 😎 (giuro: non so come sia possibile 🤷‍♀️). Una delle due, non più "confermata" nelle otto ore (ha un bel mutuo da pagare, la rata resta uguale) e all'altra la stessa sorte toccherà da dicembre 😎.

Qui non credo che nessuno (a parte Etta, forse) metta in discussione il fatto che occorra essere "produttivi", che il datore non è Babbo Natale, che chi va al lavoro per dormire o cazzeggiare tutto il tempo non è un modello, e che nemmeno sia bello vivere decenni di lavoro aspettando di essere altrove, impermeabili a ogni stimolo e a ogni crescita. Però il senso di responsabilità, di cui parli, e quella libertà organizzativa finalizzata non a "far le 8 ore", ma a lavorare bene, va in senso bidirezionale, per poter funzionare :). Quelle due ragazze di cui ho parlato, cui è stato fatto divieto di consumare il pasto nella loro postazione, che per 2/3 anni si sono occupate dell'azienda con entusiasmo, ora l'orologio lo guardano bene 😎. E io non do' loro torto ;)
Sulla bidirezionalita condivido. Quello di cui ho parlato riguarda me e la mia squadra, un di cui di qualcosa di molto diverso e più vecchio. Io ho introdotto in azienda questa mentalità, molto osteggiata dalla parte anziana del board. la stessa parte che ha causato perdite enormi, che ora sto rappezzando efficentando ove posso. Fortunatamente il nuovo management che per la cronaca hanno tutti almeno 10 anni meno di me condividono il mio pensiero. A volte mi dicono che è strano trovare questa mentalità in un over 50. Io non la chiamo mentalità ma apertura al cambiamento ed avere occhio per come si evolve il mercato del lavoro. Oggi, in tutti gli annunci di lavoro per il settore impiegatizio, offrono già la possibilità di lavorare da casa. Ecco, io il da casa lo trovo già vecchio. Durante il primo lock down il mio gruppo ha perso in 6 mesi, 4 ore di operatività lavorando da ovunque, non solo dalla casa fisica. Altri reparti ci hanno impiegato una settimana a capire cosa dovevano fare ed un’altra a tornare operativi. Tu sai che lavoro faccio…trova una realtà che ha mantenuto stabile la propria performance dal 22 febbraio 20 ad oggi. Questo è stato reso possibile unicamente dalla passione che il gruppo ci ha messo, in un contesto aziendale non favorevole, visti i disastri avuti in tutte le altre direzioni.
eh si, sto sul cazzo a molti. 😂
 

danny

Utente di lunga data
Basta anche il semplice senso del dovere
Se non te lo mettono nel culo con la scusa che tu hai il senso del dovere, gli altri no.
Diciamo che sono richieste anche un minimo sindacali di soddisfazioni personali e di riconoscimenti.
Comunque, stiamo parlando davvero di produttività del lavoro in orario di lavoro?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Se non te lo mettono nel culo con la scusa che tu hai il senso del dovere, gli altri no.
Diciamo che sono richieste anche un minimo sindacali di soddisfazioni personali e di riconoscimenti.
Comunque, stiamo parlando davvero di produttività del lavoro in orario di lavoro?
Dipende dall’orario di lavoro. Io stanotte alle 3,35 ero in call. Ora Guido. Pomeriggio dormo 5 ore. Cielo grigio.
 
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