Sesta parte
Quando sul giornale appaiono notizie relative a pedofilia, abusi e cose di questo tipo, spesso ci si meraviglia in merito a quanto si siano moltiplicati questi episodi nel corso degli anni.
In realtà certe cose sono sempre esistite, ma probabilmente una volta passavano frequentemente sotto silenzio; le vittime si vergognavano, chi sapeva taceva, le comunità si chiudevano, magari punivano anche, ma senza rendere pubblica la cosa (non era così improbabile che qualcuno venisse pestato, una sera, da "sconosciuti"); e c'era ovviamente, allora come oggi, ma anche di più visto che l'attenzione ai problemi interni delle famiglie da parte delle autorità non era certamente agli stessi livelli, il problema delle violenze perpetrate dai famigliari.
Io non avevo problemi di questo tipo in casa, ma passando quasi tutti i pomeriggi da solo, mia mamma mi faceva continuamente accorate raccomandazioni affinché evitassi situazioni di pericolo, non accettassi passaggi, né alcunché da persone che non conoscevo (le famose "caramelle dagli sconosciuti").
Il problema è che ti aspetti sempre il tipo losco, mai visto prima, o magari conosciuto da poco...
Questo negoziante gestiva, insieme alla sua famiglia, un negozio frequentato da tutti nel quartiere, lo conoscevo da anni, fin dal giorno in cui eravamo andati ad abitare nella zona. Quindi, ingenuamente, accettai il suo invito quando mi disse che in casa aveva un sacco di giornalini che potevano interessarmi.
Abitava in un appartamento sopra al negozio e un pomeriggio andai a casa sua (presumo, essendo il negozio chiuso, che si trattasse di un giovedì pomeriggio). I "giornalini" si rivelarono essere fumetti porno, e non le cose soft che si vedevano normalmente in edicola, ma roba molto pesante ed esplicita per l'epoca. Per me fu molto scioccante vedere queste scene, considerato che avevo solo una vaghissima idea di come era fatta una donna "sotto i vestiti", ma ancora più scioccante fu il comportamento dell'uomo che, dopo avermi fatto vedere un pò di questi "fumetti", iniziò a parlarmi in modo strano... Poi cercò di convincermi, sia a parole, sia con mezzi più "fisici" a togliermi i calzoni.
Avevo il cuore che andava a mille, ma, fortunatamente, si sentì aprire la porta dell'ingresso, e l'uomo mi lasciò andare e si ricompose immediatamente. La figlia, una ragazza che io all'epoca classificavo "adulta", ma che avrà avuto 19-20 anni, era rientrata all'improvviso (credo inaspettatamente). Io approfittai della situazione, biascicai un saluto e me ne andai rapidamente.
Non tornai mai più al negozio di quell'uomo, se non accompagnato da un adulto.
Tuttavia, mi sentii abbastanza colpevole della situazione (per non aver fatto attenzione, per "esserci cascato" così ingenuamente) da non osare mai confessare la cosa a nessuno, nemmeno a mia madre (glielo rivelai solo diversi anni dopo).
Come spesso capita ai ragazzini di 12 anni, recuperai in fretta da quell'episodio, dopotutto, a quell'età uno scampato pericolo è ben lontano da un effettivo accadimento, e quindi mi riconcentrai rapidamente sulla mia passione per la lettura e per i fumetti. Quell'anno in TV c'era "Supergulp!", un mitico programma di cartoni animati, che mi dava la possibilità di vedere in televisione tanti dei miei personaggi preferiti (compresi i miei amati supereroi Marvel) e di conoscere cose interessanti, alle quali non avevo ancora dato attenzione, come Corto Maltese, le Sturmtruppen e Beetle Bailey.
Anno importante, quel 1977. L'episodio dei "fumetti porno" mi aveva procurato un grande spavento per il comportamento del tizio, ma la visione di quelle immagini spinte aveva provocato qualcosa nelle mie "parti basse" di cui non mi ero mai reso conto prima... Nel corso dei mesi successivi, come capita a quasi tutti i ragazzi a quell'età (o appena prima, o appena dopo), iniziò l'esplorazione della mia sessualità; per una volta, la mia precaria situazione famigliare fu un vantaggio... Infatti, a differenza di tanti miei coetanei, potevo contare su una discreta privacy...
Entrando in terza media, avevo già cominciato a vedere (e immaginare, ovviamente...) con occhio diverso amiche, coetanee, e anche qualcuna delle mamme degli amici (quelle più giovani, carine e cordiali...). Purtroppo, però, dovetti constatare che, pur non avendo problemi ad approcciare l'altro sesso quando tutto era innocente e platonico, Non appena si trattava di questioni sentimentali/sessuali venivo colto da una timidezza "patologica".
Con la mia compagna di banco eravamo amicissimi fin dall'anno prima e, con il senno di poi, devo dire che il fatto che il mio interesse non la lasciasse indifferente era abbastanza evidente, ma finimmo con il danzarci intorno per tutto l'anno senza che nessuno dei due (anche se, per le regole sociali dell'epoca, sarebbe eventualmente toccato a me) osasse tentare il "passo in più".
La musica era stata per me, fino ad allora, un semplice sottofondo. Mentre iniziavano a proliferare le "radio libere" io ascoltavo un pò di tutto, ma non mi ero ancora entusiasmato per nulla. Il primo disco che mi "prese" abbastanza da spingermi all'acquisto (rigorosamente della "musicassetta", essendo sprovvisto di giradischi) fu "Burattino Senza Fili" di Edoardo Bennato. Mi piacque abbastanza da farmi registrare da un amico un altro paio di suoi album. Ma la mia "musicofilia" all'epoca arrivava lì.
A scuola avevamo iniziato inglese in prima media. Non mi interessava particolarmente, navigavo dalle parti della sufficienza o poco più. Periodicamente la prof ci faceva studiare approfondimenti che non erano sul libro. Di solito si trattava di una facciata ciclostilata, massimo una facciata e mezzo, con argomenti come i pasti tradizionali in Inghilterra, il sistema politico inglese e altre amenità di questo tipo.
Si stavano avvicinando le vacanze di Natale di quello che era l'ultimo anno delle medie, e quella mattina la Prof di Inglese si presentò con uno dei suoi "approfondimenti" ciclostilati. Stavolta era una cosa enorme, ben cinque facciate ciclostilate, come diavolo pensava che potessimo metterci ad imparare una mostruosità simile?
Il titolo dell'approfondimento era THE BEATLES e la Prof aveva portato anche alcuni dischi da farci ascoltare, e passammo le due ore successive a farlo...
Difficile descrivere la sensazione, un pò come trovare le ultime tessere di un puzzle, trovare la serratura che la chiave che hai può aprire, come un interruttore che si accende, come un collegamento improvvisamente funzionante, come incontrare l'anima gemella, come San Paolo sulla via di Damasco, come i Blues Brothers alla Messa Gospel...
Nel giro di pochi mesi ero il migliore della classe in Inglese, e avevo iniziato a seguire una nuova passione... Per la prima volta da sempre le nuvole parlanti (che restavano comunque nel mio cuore) venivano scalzate da un altro interesse...