In un primo tempo avevo pensato di fare come negli hotel americani e saltare pari pari il capitolo numero 13, per andare direttamente al 14; non che sia superstizioso, però, mi dicevo, non si sa mai...
Poi mi è venuto in mente che l'incontro, molto importante, che si descrive in questo capitolo, avvenne in effetti in un giorno 13. Un venerdi 13 per essere precisi...
E allora ho pensato che il fatto che questa storia cascasse proprio nel 13esimo capitolo, aveva, probabilmente, un suo perchè, e quindi ho deciso di lasciarla così. Buona lettura
Erano i tempi del meraviglioso Watchman di Alan Moore, ma, a quell'epoca seguivo anche diverse serie indipendenti, come "Love and Rockets" dei fratelli Hernandez e "Concrete" di Paul Chadwick.
La storia con Gwen aveva tolto un po del "patologico" ma la timidezza era rimasta tutta. Fortunatamente mi capitava ancora, di tanto in tanto, che qualcuna decidesse di farsi avanti. Nel giro di due annetti ci furono un paio di "una botta e via" e due storie più articolate.
Nessuna di queste storie, però, era decollata veramente.
Il primo problema era che lo schema, ormai, sembrava non funzionare più. Dopo "Gwen" quelle che si facevano avanti erano carine, gradevoli e quant'altro, ma poi la scintilla non partiva. Probabilmente perché in realtà io non sceglievo mai, erano loro a scegliere me e quindi, in un certo senso, cercavo di farmi andare bene quello che arrivava, ma non c'era una spinta vera nei loro confronti (Gwen era stata un'eccezione).
L'esperienza del tradimento subito, inoltre, aveva fatto di me un fidanzato decisamente peggiore. Adesso ero gelosissimo ed avevo grande difficoltà a concedere fiducia, e capitava che facessi scenate per autentiche sciocchezze. Il rapporto, ovviamente, ne risentiva non poco.
Tornando indietro alla quarta parte e al confronto Gwen Stacy/Mary Jane, la mia scelta era caduta sulla "dolce biondina pacata" piuttosto che sulla "scatenata testamatta". Ma negli anni Ottanta le "dolci biondine pacate" non facevano mai il primo passo; magari ti lanciavano segnali chiarissimi, ma il primo passo lo dovevi fare tu. Se si facevano sotto loro, probabile che si trattasse di tipi alla Mary Jane.
E quel tipo di ragazza non era adatta a me, anche per un altro motivo. Me ne sarei reso conto solo ad anni di distanza, ma la realtà era che superati i 20 e trovato un lavoro sicuro, la spinta interiore non era quella che accomunava tanti ragazzi e ragazze della mia età. Non avevo grande interesse per divertirmi senza impegno con l'altro sesso e godermi la giovane età. Io volevo una famiglia. Probabilmente l'eterno precario equilibrio della famiglia di provenienza, iniziato con la morte di mio padre, mi faceva desiderare di arrivare in fretta a formare un nucleo mio, finalmente "intero" e "normale" .
Quindi, anche se non me ne rendevo conto completamente, non stavo cercando una ragazza con cui fare buon sesso, divertirmi un po', e domani chissà; io cercavo qualcuno con cui costruire la mia famiglia.
Le storie più lunghe durarono entrambe tre-quattro mesi, senza lasciare particolari tracce. Pur avendo, solitamente, discreta memoria (a lungo termine, come gli anziani, ovviamente), non ricordo nemmeno chi lasciò chi, in entrambi i casi.
E quindi arriviamo a questo giorno dell'88. La vecchia compagnia era praticamente disciolta; ci si vedeva ancora, di tanto in tanto, ma il nucleo che si frequentava "regolarmente" era ridotto a pochi amici. Uno di questi faceva parte del gruppo di aspiranti "fumettisti" di tanti anni prima e ora lavorava effettivamente come disegnatore, anche se di cose diverse, presso uno studio grafico (principali applicazioni in ceramica e maglieria, due delle principali industrie della zona in quegli anni).
Una delle colleghe di questo mio amico aveva organizzato una grande festa in una città vicina, e aveva incoraggiato i colleghi a portare conoscenti possibilmente "non impegnati". Il mio amico chiese a me di partecipare alla festa.
Appena arrivati mi presentò colleghi e colleghe, ed io iniziai a parlare con questa ragazza (una delle colleghe).
All'ingresso ti veniva appiccicato una specie di badge con sopra scritto il segno zodiacale, e l'oggetto della conversazione era il fatto che avessimo la stessa targhetta (stesso segno).
Abbiamo trovato un nome a tutte le principali protagoniste femminili, e questa è una protagonista importante. Ho quindi pensato di ricorrere ad uno dei miei autori preferiti (noto romanziere, ma anche scrittore di fumetti e autore di una perla come "Sandman") e di usare il personaggio femminile fondamentale del romanzo "L'oceano in fondo al sentiero": Lettie.
Mentre parlavo con "Lettie", mi rendevo conto che mi piaceva parecchio, ma anche che si riaffacciava la solita timidezza... L'aspetto era quello di una ragazzina, a malapena maggiorenne, e mi sembrava che potesse essere un pò troppo giovane per me. Invece, parlando, saltò fuori che aveva solo un anno meno di me. Inoltre, curiosamente, ci eravamo appena conosciuti in un'altra città, ma in effetti abitavamo a meno di cinquecento metri l'uno dall'altra.
Finimmo per parlare e ballare quasi esclusivamente tra di noi per tutta la sera.
Nei giorni successivi, iniziò, per me, il solito dramma interiore: farsi vivo o non farsi vivo? Di certo questa non era una ragazza particolarmente intraprendente, anzi pure lei era piuttosto timida, quindi non c'erano speranze che si sarebbe fatta avanti lei, questa volta...
Certe cose, però, sembrano organizzate da un regista... Doveva esserci un seguito...
Successe che lei si confidò con una collega più grande, e le disse che sperava davvero che le avrei telefonato. La collega in questione, intuì la necessità di una spintarella... E, in gran segreto, vuotò il sacco con il mio amico. Il mio amico, ovviamente, mi incoraggiò a telefonare, assicurandomi che la chiamata sarebbe stata ben accolta.
Dopo adeguato training autogeno, e dopo aver scelto con cura l'orario (non troppo presto, per consentirle di arrivare a casa dal lavoro, non troppo tardi, che non fosse già a cena) composi il numero, e le cose andarono più o meno così:
Io - "Ciaosonomariettoquellodellafestatiricordidime?" (tutto attaccato per non avere il tempo di pensare e non essere interrotto)
Lettie - "Si, Ciao!"
Io - "volevochiedertisetiandavadi uscireconmegiovedisera"
Lettie - "Si, va bene"
Io - "alloraverreiaprendertiacasaallenovevabene?"
Lettie - "Ok"
Io - "benealloracivediamogiovediallenove"
Lettie - "Si, ok"
Io - "Ciao"
Lettie- "Ciao" .
Durata del tutto: meno di venti secondi...
E cosi quel giovedì uscimmo insieme. Nessuno di noi sapeva che si trattava dell'inizio di qualcosa di importante, ma probabilmente lo speravamo tutti e due.